Niente
cittadinanza onoraria al nemico tbetano. Le paure che i grandi
businessman cinesi possano disertare l'appuntamento milanese fa votare
contro il coniglio comunale. Il primo cittadino: "Lo riceverò comunque"
Resta fermo l'obiettivo; la concessione
arriva però sui tempi, in qualche misura i modi, con il pensiero alle
pressioni cinesi e al grande evento all'orizzonte, ovvero Expo e
l'ipotesi che il 'dragone' possa chiamarsene fuori. Milano fa marcia
indietro a metà sul conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai
Lama: non se ne parla, ma è per ora e non per sempre. La decisione
competeva al consiglio comunale, perché di iniziativa consiliare era la
delibera che la proponeva, forse un peso lo ha avuto anche la posizione
del sindaco, comunque alla fine ne esce un'aula divisa. Insomma, si
rinvia mentre lo si aspetta: il Dalai Lama sarà a Milano la prossima
settimana e Giuliano Pisapia ha già annunciato che lo riceverà.
CRONACA DELLA GIORNATA
E' stata rapida ma convulsa la parentesi alla
discussione che domina il periodo, vale a dire il Bilancio, nei lavori
dell'aula di Palazzo Marino. Che qualcosa oggi sarebbe successo, si era
capito dalla riunione dei capigruppo, convocata dal presidente, Basilio
Rizzo, un'ora e mezza prima della seduta all'ordine del giorno della
quale c'era proprio la votazione della cittadinanza al leader spirituale
buddista. Dura giusto un'ora e mezzo e alle 14.30, Rizzo dallo scranno
più alto propone il da farsi: mettere da parte la delibera, ragionare
insieme su una soluzione diversa che possa egualmente offrire "il
massimo omaggio" al Dalai Lama. L'aula si spacca immediatamente,
stavolta in mille rivoli. Se, infatti, da un lato resta compatto il
centrosinistra, che accoglie la proposta, il PdL non se ne chiama fuori,
ma vuole il sindaco prima di assumere qualsiasi decisione: "il mio
gruppo - ha tuonato Carlo Masseroli - ha bisogno che il sindaco non si
nasconda, ma che, essendo il primo cittadino, prenda una decisione,
soprattutto perché la comunità cinese non ha ritenuto di rivolgersi ai
partiti, ma a lui". Il sindaco non è in aula. Arriverà poco dopo, per
dire che lui riceverà il Dalai Lama e che forse sarebbe meglio
orientarsi verso un'altra decisione se su quella della cittadinanza non
c'è più l'unaminità. L'idea è quella di una "manifestazione" in
consiglio con il Dalai Lama e poi "un percorso che possa portare ad una
segnale ancora più forte". Tradotto, gli equilibri si salvano con il
rinvio. Dopo Masseroli, ne aveva richiesta la presenza Luca Lepore che
però rappresentava la posizione della Lega ancora diversa: che si fosse
votata la delibera, quella sulla cittadinanza. Voce fuori dal coro
quella del consigliere del PdL, Tatarella, che ha chiesto il ritiro
della firma assicurando di vergognarsi "di essere un rappresentate di
un'istituzione che ha paura della libertà e cede". Scia simile quella
seguita dal consigliere del Movimento a 5 Stelle, Mattia Calise: per lui
"il consiglio ha già espresso la propria posizione accogliendo tutte le
firme sulla delibera. Cercare un'altra soluzione è un segnale chiaro:
cedere al ricatto della Cina". Finisce tutto con il voto, dopo
l'intervento del sindaco che ha concluso chiarendo: "non accettiamo
diktat da nessuno, ma vogliamo la pace e non creare inimicizie". L'aula
non si ricompatta: la proposta di sospensiva della delibera, che di
fatto rimanda la discussione e il conferimento della cittadinanza, passa
con 16 voti favorevoli, 12 contrari e 3 astenuti. Se ne riparlerà in
futuro, per l'ennesima volta a Milano-
fonte www.ilmanifesto.it
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