venerdì 22 giugno 2012

Sul Dalai Lama e il sindaco Pisapia vince la Cina dell'Expo

Niente cittadinanza onoraria al nemico tbetano. Le paure che i grandi businessman cinesi possano disertare l'appuntamento milanese fa votare contro il coniglio comunale. Il primo cittadino: "Lo riceverò comunque"


Resta fermo l'obiettivo; la concessione arriva però sui tempi, in qualche misura i modi, con il pensiero alle pressioni cinesi e al grande evento all'orizzonte, ovvero Expo e l'ipotesi che il 'dragone' possa chiamarsene fuori. Milano fa marcia indietro a metà sul conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama: non se ne parla, ma è per ora e non per sempre. La decisione competeva al consiglio comunale, perché di iniziativa consiliare era la delibera che la proponeva, forse un peso lo ha avuto anche la posizione del sindaco, comunque alla fine ne esce un'aula divisa. Insomma, si rinvia mentre lo si aspetta: il Dalai Lama sarà a Milano la prossima settimana e Giuliano Pisapia ha già annunciato che lo riceverà.
CRONACA DELLA GIORNATA
E' stata rapida ma convulsa la parentesi alla discussione che domina il periodo, vale a dire il Bilancio, nei lavori dell'aula di Palazzo Marino. Che qualcosa oggi sarebbe successo, si era capito dalla riunione dei capigruppo, convocata dal presidente, Basilio Rizzo, un'ora e mezza prima della seduta all'ordine del giorno della quale c'era proprio la votazione della cittadinanza al leader spirituale buddista. Dura giusto un'ora e mezzo e alle 14.30, Rizzo dallo scranno più alto propone il da farsi: mettere da parte la delibera, ragionare insieme su una soluzione diversa che possa egualmente offrire "il massimo omaggio" al Dalai Lama. L'aula si spacca immediatamente, stavolta in mille rivoli. Se, infatti, da un lato resta compatto il centrosinistra, che accoglie la proposta, il PdL non se ne chiama fuori, ma vuole il sindaco prima di assumere qualsiasi decisione: "il mio gruppo - ha tuonato Carlo Masseroli - ha bisogno che il sindaco non si nasconda, ma che, essendo il primo cittadino, prenda una decisione, soprattutto perché la comunità cinese non ha ritenuto di rivolgersi ai partiti, ma a lui". Il sindaco non è in aula. Arriverà poco dopo, per dire che lui riceverà il Dalai Lama e che forse sarebbe meglio orientarsi verso un'altra decisione se su quella della cittadinanza non c'è più l'unaminità. L'idea è quella di una "manifestazione" in consiglio con il Dalai Lama e poi "un percorso che possa portare ad una segnale ancora più forte". Tradotto, gli equilibri si salvano con il rinvio. Dopo Masseroli, ne aveva richiesta la presenza Luca Lepore che però rappresentava la posizione della Lega ancora diversa: che si fosse votata la delibera, quella sulla cittadinanza. Voce fuori dal coro quella del consigliere del PdL, Tatarella, che ha chiesto il ritiro della firma assicurando di vergognarsi "di essere un rappresentate di un'istituzione che ha paura della libertà e cede". Scia simile quella seguita dal consigliere del Movimento a 5 Stelle, Mattia Calise: per lui "il consiglio ha già espresso la propria posizione accogliendo tutte le firme sulla delibera. Cercare un'altra soluzione è un segnale chiaro: cedere al ricatto della Cina". Finisce tutto con il voto, dopo l'intervento del sindaco che ha concluso chiarendo: "non accettiamo diktat da nessuno, ma vogliamo la pace e non creare inimicizie". L'aula non si ricompatta: la proposta di sospensiva della delibera, che di fatto rimanda la discussione e il conferimento della cittadinanza, passa con 16 voti favorevoli, 12 contrari e 3 astenuti. Se ne riparlerà in futuro, per l'ennesima volta a Milano-
fonte www.ilmanifesto.it

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