venerdì 22 giugno 2012

Il Telegraph: muoia la Grecia, un piano deciso dall’inferno

Ambrose Evans-Pritchard
L’establishment europeo è felice per la vittoria di Nuova Democrazia ed è disponibile a tenere ancora in vita un paziente che non riesce più a respirare. Ma, questa sensazione, non potrà andare avanti ancora per molto. I nuovi leader della Grecia hanno ricevuto un mandato dall’inferno. In un modo o nell’altro quasi il 52% del voto popolare è andato a partiti che si opponevano al salvataggio previsto dal Memorandum. Comunque la nazione non ha accettato le politiche di austerità della troika. La sinistra dura del partito Syriza di Alexis Tsipras adesso è forse più pericolosa all’opposizione, con un gran numero di seggi in Parlamento, e potrà tartassare il governo senza assumersene la responsabilità, dato che lo Stato sta mandando a casa 150 mila lavoratori del settore pubblico, un quinto del totale. Fu per questo fatto che lo scorso anno il governo greco fu rovesciato da un Putsch della Ue. Apprendiamo ora dall’ ex-premier George Papandreou che fu «tutta colpa di Sarkozy». Il leader francese si rifiutò di fare indire a Papandreou un referendum sul salvataggio (che quasi certamente sarebbe passato), e il Cancelliere Angela Merkel impose quell’atto meschino da colonialismo della Ue. L’Ue, in effetti, minacciò di tagliare tutti i pagamenti della troika. Il governo del Pasok fu sostituito da un tecnico nominato dalla Ue. Si è creato un precedente spaventoso, e per nessun motivo: tutto quello che la Ue è riuscita a fare è stato sostituire un torbido Parlamento greco con uno completamente inutile.

Per quanto riguarda la Nuova Democrazia, non sarà in grado di soddisfare le condizioni di nessuno dei prossimi pagamenti trimestrali richiesti dalla troika, nemmeno se otterrà l’appoggio dei socialisti del Pasok, perché i termini sono – politicamente – impossibili da rispettare. Ci vorranno anni di “svalutazione interna” per portare la disoccupazione a livelli catastrofici prima di far disintegrare il movimento operaio e spianare la strada a tagli drastici sui salari. Si tratta essenzialmente di una politica fascista. Mussolini la tirò fuori nel 1928 nel quadro della politica di una Lira Forte, ma Lui aveva strumenti coercitivi.
Questa vittoria elettorale non è abbastanza determinante per rimettere in moto l’economia e non ci sarà nessuna ripresa degli investimenti e nessuna speranza di ritorno a una vita normale. Persino le grandi aziende non hanno più accesso al credito commerciale corrente. Il coro a favore del Memorandum dice che la Grecia si troverebbe in mezzo al caos, se dovesse uscire dall’euro. Ma che pensano che ci sia ora in Grecia? L’agonia si Merkel e Draghitrascinerà fino a quando capiterà qualcosa di drammatico. Sarebbe una cosa differente se la troika avesse capito quello che stava facendo. Ma non è stato così. Le indicazioni del Fmi sono state ignorate dagli ideologi della Bce.
La necessaria uscita dall’euro è stata esclusa fin dal primo giorno – ovviamente – così la Troika ha fatto tutti i passi per far andare avanti le cose proprio come adesso vanno avanti. Le loro prime previsioni avevano massicciamente sottovalutato il livello di contrazione del Pil, perché, a torto, avevano creduto che il settore privato greco avrebbe beneficiato della contrazione del settore pubblico. Tutto quello che è successo è che lo Stato ha smesso di pagare i conti ai subappaltatori privati, spingendo migliaia di aziende al fallimento. L’economia è entrata in una spirale viziosa di una crudeltà che poteva essere facilmente prevista.
Questa è una dichiarazione sulle politiche della troika rilasciata dal professor Vanis Varoufakis dell’Università di Atene: «Cercate di capire quello che stanno dicendo al popolo greco: dicono che la Grecia, per rimanere nella zona euro, deve: A: continuare a prendere prestiti dal Efsf al 4% (quindi aumentando il debito pubblico) per pagare la Bce (che trarrà un utile del 20% da questi pagamenti, come gentile concessione per aver già acquistato dalla Grecia obbligazioni a un tasso dal 20% al 30%); B: ridurre la spesa pubblica di 12 miliardi di euro per essersi “permessa” di prendere dei greciprestiti per garantire alla Bce i profitti di queste operazioni che hanno portato la Grecia alla bancarotta».
«Se il diavolo avesse voluto garantire alla Grecia di essere spinta fuori dalla zona euro, sia lui che le sue ancelle del male non ci sarebbero riusciti in uno scenario tanto satanico, come questo. Nel frattempo, lo stesso accade in Spagna, dove il governo è costretto a prendere in prestito (a quasi il 7%) soldi che difficilmente potranno risollevare lebanche che stanno prestando i soldi della Bce ( presi all’1%) al governo spagnolo (che li paga al 7%) in modo che lo stesso governo possa provvedere al loro… salvataggio. Nemmeno il più malato di mente potrebbe far funzionare questo marchingegno!». Infatti, non ci riuscirebbe nessuno.
(Ambrose Evans-Pritchard, “L’agonia della Grecia continuerà fino all’asfissia”, dal “Telegraph” del 18 giugno 2012, ripreso da “Megachip”).

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