L’assemblea programmatica di Alba (Alleanza Lavoro, Beni comuni,
Ambiente) in programma sabato 30 e domenica 1 luglio al Teatro Due di
Parma, rappresenta un momento importante per la costruzione di un
un’alternativa reale all’attuale sistema politico, al fine di uscire
dalla crisi economica e democratica e di porsi in netta e chiara
contrapposizione al liberismo politico, economico e sociale di Monti. In
tal senso la scelta della città emiliana è significativa in quanto
luogo-simbolo del crollo del sistema dei partiti e delle loro alleanze,
con la necessità di costruire nuove forme e contenuti per ritrovare la
passione della Politica.
L’affermazione della sinistra anti-liberista in Grecia e del Front de gauche alle presidenziali francesi indicano l’esigenza, in contrasto con il memorandum imposto dalla Troika europea, di riportare al centro del dibattito politico i temi del lavoro e dello Stato sociale. La crescita dei consensi a Syriza è un segnale importante per i governi europei, che hanno sacrificato sull’altare della crisi le garanzie del lavoro e la tutela dello Stato sociale. Come ci indica anche il voto francese, la coesione europea deve ripartire dai territori, dai beni comuni e da una politica inclusiva dei diritti di cittadinanza per il rilancio di un’Europa basata sul lavoro, sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.
Per questa ragione a Parma sarà centrale il confronto sullo Statuto di Alba, un percorso iniziato il 28 aprile a Firenze e proseguito con assemblee in tutti i nodi territoriali italiani. Lo Statuto è il naturale sviluppo del Manifesto per il soggetto politico nuovo, che ha alimentato il dialogo tra chi, singoli e movimenti, si riconosceva nei suoi punti fondativi. Con l’assemblea programmatica vogliamo dare forma ad un’idea, realmente democratica e inclusiva, di organizzazione, di relazioni e di funzioni, iscrivendole in un quadro di principi e valori di riferimento. Alba, ponendo al centro del proprio percorso il senso della partecipazione democratica, intende dare piena attuazione ai principi costituzionali, coordinare e contribuire a organizzare lo sforzo di quanti partecipano alle vertenze politiche dai comitati, dai movimenti, dal più piccolo dei Comuni sino all’Ue. Per questa ragione Alba vuole, attraverso un’azione politica responsabile, fronteggiare e rovesciare i processi in atto di distruzione dei diritti del lavoro, di privatizzazione e distruzione dei beni comuni e di aggressione alle risorse ambientali, rilanciando i temi dei referendum del 12 e 13 giugno 2011, reagendo alla “violenza normativa” del governo Monti, lottando per un’altra Europa libera dallo scacallaggio posto in essere dal Fiscal Compact. Nell’agenda di Alba, inoltre, anche la proposta di una legge popolare che salvi il patrimonio pubblico dalla vendita forzata e dagli illegittimi processi di sdemanializzazione.
Alba, valorizzando il metodo democratico prescritto dalla Costituzione per contrastare una tecnocrazia affidata a oligarchie ristrette, che da anni espropria le prerogative della sovranità popolare, punta all’affermazione di una nuova classe dirigente capace, meritevole e disinteressata al tornaconto personale. Una trasformazione che sia in grado di ridare rappresentatività politica ai temi del lavoro, della tutela dell’ambiente, della parità di genere e dei diritti sociali.
Ne parleremo a Parma, condividendo una nuova pratica della democrazia e del confronto con tutte le forze antiliberiste, come strumento di rinnovamento della società e dell’economia, per ritrovare una dimensione politica, per costruire una nuova egemonia insieme a tutte le altre forze politiche e sociali che sollecitano l’urgenza di un cambiamento radicale.
L’affermazione della sinistra anti-liberista in Grecia e del Front de gauche alle presidenziali francesi indicano l’esigenza, in contrasto con il memorandum imposto dalla Troika europea, di riportare al centro del dibattito politico i temi del lavoro e dello Stato sociale. La crescita dei consensi a Syriza è un segnale importante per i governi europei, che hanno sacrificato sull’altare della crisi le garanzie del lavoro e la tutela dello Stato sociale. Come ci indica anche il voto francese, la coesione europea deve ripartire dai territori, dai beni comuni e da una politica inclusiva dei diritti di cittadinanza per il rilancio di un’Europa basata sul lavoro, sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.
Per questa ragione a Parma sarà centrale il confronto sullo Statuto di Alba, un percorso iniziato il 28 aprile a Firenze e proseguito con assemblee in tutti i nodi territoriali italiani. Lo Statuto è il naturale sviluppo del Manifesto per il soggetto politico nuovo, che ha alimentato il dialogo tra chi, singoli e movimenti, si riconosceva nei suoi punti fondativi. Con l’assemblea programmatica vogliamo dare forma ad un’idea, realmente democratica e inclusiva, di organizzazione, di relazioni e di funzioni, iscrivendole in un quadro di principi e valori di riferimento. Alba, ponendo al centro del proprio percorso il senso della partecipazione democratica, intende dare piena attuazione ai principi costituzionali, coordinare e contribuire a organizzare lo sforzo di quanti partecipano alle vertenze politiche dai comitati, dai movimenti, dal più piccolo dei Comuni sino all’Ue. Per questa ragione Alba vuole, attraverso un’azione politica responsabile, fronteggiare e rovesciare i processi in atto di distruzione dei diritti del lavoro, di privatizzazione e distruzione dei beni comuni e di aggressione alle risorse ambientali, rilanciando i temi dei referendum del 12 e 13 giugno 2011, reagendo alla “violenza normativa” del governo Monti, lottando per un’altra Europa libera dallo scacallaggio posto in essere dal Fiscal Compact. Nell’agenda di Alba, inoltre, anche la proposta di una legge popolare che salvi il patrimonio pubblico dalla vendita forzata e dagli illegittimi processi di sdemanializzazione.
Alba, valorizzando il metodo democratico prescritto dalla Costituzione per contrastare una tecnocrazia affidata a oligarchie ristrette, che da anni espropria le prerogative della sovranità popolare, punta all’affermazione di una nuova classe dirigente capace, meritevole e disinteressata al tornaconto personale. Una trasformazione che sia in grado di ridare rappresentatività politica ai temi del lavoro, della tutela dell’ambiente, della parità di genere e dei diritti sociali.
Ne parleremo a Parma, condividendo una nuova pratica della democrazia e del confronto con tutte le forze antiliberiste, come strumento di rinnovamento della società e dell’economia, per ritrovare una dimensione politica, per costruire una nuova egemonia insieme a tutte le altre forze politiche e sociali che sollecitano l’urgenza di un cambiamento radicale.
Nessun commento:
Posta un commento