lunedì 29 febbraio 2016

Recintando la Grecia si apriranno le porte agli incubi nazionalisti dell'Europa


dinamopress Apostolis Fotiadis*
La settimana scorsa la frontiera greco macedone è stata chiusa. Mentre continuano gli sbarchi, migliaia di persone sono intrappolate nella penisola ellenica. Dalle isole, ad Atene, al nord del paese, si registra una grandissima ondata di solidarietà. Questo testo riflette sulle responsabilità dell'Unione Europea e sui rischi enormi a cui sta andando incontro.
Una coalizione dell'inumano sta crescendo in Europa. Un gruppo di leader politici si è incontrato questa settimana a Vienna per coordinare la chiusura della rotta balcanica occidentale attraversata dai rifugiati. I paesi dei Balcani occidentali coinvolti non vogliono rischiare di dover ospitare migliaia di persone bloccate nelle loro povere società. Credono che provocando intenzionalmente un disastro umanitario in Grecia fermeranno la miseria del mondo che arriva nel loro cortile.

Roma. La città degli abitanti nasce dal riscatto delle periferie

Roma. La città degli abitanti nasce dal riscatto delle periferie
 contropiano sergio cararo
Sala piena, ventisei interventi, con i lavori iniziati la mattina e terminati alle cinque del pomeriggio.  Il centro sociale Spartaco, attivo nel popolare quartiere del Quadraro, ha ospitato sabato la prima assemblea cittadina della Carovana delle Periferie, esperienza nata a Roma un anno fa dopo i fatti di Corcolle e Tor Sapienza proprio per rimettere il conflitto e la ricomposizione di classe nei quartieri della periferia dell’area metropolitana di Roma.

Ma quale maternità surrogata! Avere un figlio è una questione di soldi.

VENDOLADon Maurizio è naturalmente contrario in quanto prete alla maternità surrogata ma sottolineando la questione della ricchezza dice una verità inconfutabile in una Italia che ha ormai toccato il picco negativo delle nascite e cioè che esistono ampie fasce della popolazione che non possono avere un figlio, nemmeno volendolo.
Altro che utero in affitto e stepchild adoption. Mettere al mondo un bimbo, o adottarlo, è diventato un vero problema economico e politico perché esclude per esempio le coppie eterosessuali con un contratto a scadenza mensile, coloro che non hanno genitori pronti a sostenere i costi, le coppie di maschi gay senza un reddito elevato, le coppie lesbiche che non possono permettersi l'inseminazione artificiale, le coppie sterili e i single non danarosi.

Mosca, in mano la testa mozzata di una bimba mentre urla "Allah Akbar". Panico alla metropolitana. Allerta terrorismo.

Un'immagine orribile ha scioccato i cittadini che si trovavano nella zona della stazione metro di Oktiabriskoie Pole a Mosca: una donna con in mano la testa mozzata di un bambina.

MOSCAMomenti di panico e terrore nella capitale russa quando una donna completamente vestita di nero si è avvicinata alla stazione della metropolitana Oktiabriskoie Pole brandendo la testa mozzata di una bimba e urlando 'Allah akbar'. Minacciava di farsi saltare in aria. La stazione è stata circondata dalla polizia e la donna è stata arrestata poco dopo.
L'azione è stata compiuta da una 38enne dell'Uzbekistan, Gulchekhra Bobokulova, da poco diventata cittadina russa. La donna lavorava da un anno come baby sitter presso una famiglia e poche ore prima del gesto avrebbe ucciso la piccola Nastya di soli 4 anni che doveva accudire: le ha tagliato la testa e ha dato fuoco all'appartamento in cui si trovavano.

Stop Ttip, la manifestazione spostata al 7 maggio. "Renzi acceso tifoso del trattato Usa-Ue".


Intervista (audio) a Monica Di Sisto.
La manifestazione contro il Ttip si terrà il 7 maggio, nell'ambito delle mobilitazioni europee, e non più il 16 aprile. La decisione si è resa necessaria per la concomitanza del referendum No Triv che, come noto, si terrà il 17 aprile a causa della decisione del Governo di non voler tenere l'election day. La campagna "Stop Ttip" ha tenuto in questi giorni alcune assemblee macroregionali, al termine delle quali è stata ribadita la volontà di battersi con maggiore determinazione contro il l'accordo tra Usa e Ue, che proprio in questi giorni ha ricevuto un'ulteriore impulso a Bruxelles.
I due negoziatori hanno confermato che intendono dar vita ad altri due round prima della pausa estiva e tener quindi fede all'impegno di chiudere il loro lavoro entro la fine del 2016. Questo round - hanno spiegato i due nel corso di un conferenza stampa che si è tenuto nei giorni scorsi - è servito ad avvicinare le posizioni degli Usa e dell'Ue in modo da avere tutti i capitolati del negoziato sul tavolo e i testi definiti, tutto in un clima di massimo impegno e trasparenza. Al riguardo, i negoziatori hanno annunciato la pubblicazione imminente delle proposte circa la cooperazione sulla regolamentazione, tema discusso in questi due giorni. Ovviamente nessuno crede ad una vera e propria "desecretazione".
E proprio su questo punto molto delicato, come sottolinea Monica Di Sisto, portavoce della Campagna No Ttip, in questi ultimi giorni e dopo un incontro ufficiale, la presidente della Camera Laura Boldrini ha dichiarato di voler fare in modo che i deputati si occupino di più di questa materia andando a visionare direttamente i documenti sul Ttip. (qui l'intervista audio completa)
"In Italia il dibattito su questo tema è basso - dichiara Di Sisto - evidentemente sono più interessati alle varie dispute elettorali".
C'è da aggiungere che da parte del Governo, all'opposto, si è dimostrato un interesse quasi spasmodico, con l'obiettivo di chiudere subito il trattato tra Europa e Stati Uniti. E' forse questa la ragione per la quale Calenda, uomo di Confindustria messo da Renzi a seguire i Ttip, ora è stato promosso, con grande scorno di tutto il personale diplomatico, a rappresentare l'Italia nel consensso europeo. "Il nostro Governo è tra i maggiori tifosi del Ttip. Eppure l'Italia è quella che rischia di più - aggiunge Di Sisto - soprattutto in alcuni settori come quello meccanico e quello agroalimentare".

Migranti, scontri al confine tra Grecia e Macedonia, a Calais parte lo sgombero.

Migranti, scontri al confine tra Grecia e Macedonia, a Calais parte lo sgomberoStamattina alla frontiera tra Grecia e Macedonia si sono registrati attimi di forte tensione quando circa 300 migranti iracheni e siriani, armati di un improvvisato ariete, hanno forzato il cancello al valico di Idomeni per protestare contro il tetto massimo all'afflusso giornaliero dei rifugiati fissato dalle autorità di Skopje.
 
Redazione Contropiano
Nonostante il lancio da parte dei poliziotti macedoni ai gas lacrimogeni e alle bombe assordanti, i migranti sono riusciti a superare il cordone della polizia greca, occupando i binari della ferrovia ma poi sono stati respinti. Almeno 30 persone, compresi un gran numero di bambini, sono rimaste ferite anche se nessuno in modo grave.
Nonostante alla frontiera tra i due paesi stazionino da giorni alcune decine di migliaia di profughi e migranti – il loro numero aumenta di giorno in giorno – il governo macedone ha deciso di lasciarne passare, diretti verso nord, solo un massimo di 580 al giorno provocando il risentimento delle persone accampate nei pressi dei valichi di frontiera in condizioni di assoluto disagio, alla mercé delle intemperie.

Istat, torna la deflazione in Italia. A febbraio prezzi giù dello 0,3% rispetto a un anno fa.

Si tratta del calo maggiore da gennaio 2015. Associazioni dei consumatori: "E' un pessimo segnale: qualcosa non sta funzionando in Italia e la tanto attesa ripresa economica stenta a decollare".

Istat, torna la deflazione in Italia. A febbraio prezzi giù dello 0,3% rispetto a un anno faL’Italia torna in deflazione. Lo registra l’Istat sottolineando che dopo nove mesi ci sono stati “cali dei prezzi diffusi a quasi tutte le tipologie di prodotto”. In dettaglio, secondo i dati provvisori sull’inflazione, a febbraio 2016 i prezzi al consumo sono calati dello 0,3% su base annua, dopo il +0,3% del mese precedente. Si tratta del calo maggiore da gennaio 2015. Rispetto a gennaio, invece, i prezzi mostrano una flessione dello 0,2% su gennaio. L’Istat rileva anche che sulla base del dato di febbraio l’inflazione acquisita per l’intero 2016 sarebbe pari a -0,6 per cento. “Il ritorno della deflazione è un pessimo segnale per l’economia nazionale”, ha commentato Carlo Rienzi, presidente del Codacons. “Una bruttissima notizia – continua Rienzi – perché è il sintomo più evidente che qualcosa non sta funzionando in Italia e che la tanto attesa ripresa economica stenta a decollare. I numeri dell’Istat dimostrano come sia più che mai urgente quanto il Codacons chiede da mesi: una terapia d’urto che spinga i consumi incentivando gli acquisti e la domanda interna, così da rimettere in moto l’economia e portare a una ripresa dei listini al dettaglio”. Visione analoga da Federconsumatori e Adusbef che parlano di “un dato drammatico, che getta nuove ombre sull’andamento della nostra economia, smentendo definitivamente chi già aveva dato per certa una stabile ripresa”. E aggiungono: “Se si vuole parlare veramente e concretamente di ripresa bisogna prima gettarne i presupposti”, chiedendo un piano straordinario per il lavoro.

Libro. "Assicurazioni a delinquere" Chiare Lettere Massimo Quezel. Assicurazioni stradali: trucchi, bugie e ritardi. Ecco perché in Italia l'assicurato non vince mai.

Assicurazioni stradali: trucchi, bugie e ritardi. Ecco perché in Italia l'assicurato non vince maiCalano sinistri e risarcimenti, ma i costi per gli assicurati continuano ad aumentare. Un ex liquidatore che conosce il settore dall'interno ora rivela in un libro perché in caso di incidente è davvero difficile ottenere ciò che è giusto. Con qualche consiglio per non farsi fregare dai colossi del settore.

L'Espresso di Elisabetta Ambrosi

Da un lato calano sinistri e risarcimenti. Dall’altro aumentano i costi per gli assicurati (più 245 per cento dagli anni Novanta, più 21 per cento solo nel 2014, più 10 per cento fino alla metà del 2015). Come spiegare questo dato in apparenza contraddittorio, così come il fatto che il settore assicurativo in questi anni difficili, e nonostante le continue proteste da parte delle assicurazioni sulle presunte truffe, non abbia dato segnali di crisi (anzi, può vantare un utile che nel 2013 ha superato i 5 miliardi di euro)?
Semplice: grazie a un’abissale differenza tra quanto promesso in suadenti spot di assicurazioni che invadono treni, autobus, metropolitane e la triste verità dei risarcimenti effettivi. È proprio di questa verità che parla l’acceso pamphlet Assicurazioni a delinquere, appena uscito per Chiare Lettere. L’autore, Massimo Quezel, è ex liquidatore che proprio in seguito ad un incidente ha deciso di aprire una propria rete di studi di infortunistica , cioè di studi professionali che si occupano di gestire tutto il percorso successivo ad un incidente, con lo scopo di garantire il giusto risarcimento dalla compagnia assicurativa.

Sicurezza Alimentare. Pasta con grano di importazione è sicura? Coldiretti contro aziende che lo usano.

Pasta con grano di importazione è sicura? Coldiretti contro aziende che lo usanoL'anno scorso sono state acquistate all'estero 2,3 milioni di tonnellate di frumento. E secondo i coltivatori nazionali questo va a scapito della sicurezza alimentare. Anche perché in Italia i limiti alle sostanze contaminanti sono più alti che nella maggior parte del mondo: "In Canada quella materia prima non si usa neanche per gli animali". Gli industriali rispondono che il grano straniero, che ha più glutine, migliora la qualità della pasta. 
 
La guerra del grano nel Paese della pasta. Contadini contro produttori per colpa del frumento duro importato dall’estero. Materia prima non italiana senza la quale la Penisola non potrebbe coprire il proprio fabbisogno, né esportare maccheroni e spaghetti in tutto il mondo. Ma l’importazione ha delle conseguenze in termini di controlli, qualità del grano, prezzi e paradossi. Quello più eclatante: “In Italia può essere consumato anche dai bambini ciò che in Canada non va bene neppure per gli animali”. È la denuncia di Coldiretti, che segnala la mancanza di trasparenza sull’etichetta. Ma gli industriali non ci stanno: “Producendo pasta fatta con solo grano italiano non potremmo esportarne il 58% ed è proprio il grano estero (con più glutine) a migliorare la pasta italiana”. L’ultimo atto di questa guerra è andato in scena al porto di Bari, dove gli agricoltori di Coldiretti Puglia e Basilicata hanno ostacolato il transito di tir stracolmi di grano duro. Chi ha ragione? Nella città del pane, Altamura, il responsabile di Slow Food Condotta delle Murge Michele Polignieri ha le idee chiare: “Una cosa è l’alta quantità di glutine – dice a ilfattoquotidiano.it – un’altra è l’assenza di sostanze tossiche”. I vuoti sono da ricercare anche nelle leggi comunitarie, non tarate sugli interessi del consumatore.

domenica 28 febbraio 2016

TTIP. Trattato Usa-Ue sul commercio, le trattative si fanno al buio e la democrazia è ridotta a zerbino.

Si è concluso venerdì il dodicesimo round della negoziazione sul Ttip. Eppure nessuno sa cosa ci sia nel testo: i contenuti sono segreti anche per i Parlamenti. E l'Italia rischia un vero disastro: le produzioni di massa a basso prezzo saranno favorite rispetto alle tipicità della Penisola.

Trattato Usa-Ue sul commercio, le trattative si fanno al buio e la democrazia è ridotta a zerbinoNelle aule di liceo che frequentai molto tempo fa era celebre la risposta di uno studente alla domanda di letteratura greca sul poeta Callino: “Di Callino non si sa quasi niente”. Null’altro seppe aggiungere, ma era la verità: infatti sono giunti sino a noi soli pochi frammenti dei suoi versi. La risposta purtroppo sarebbe la stessa se la domanda fosse fatta oggi sul Trattato Transatlantico (Ttip) che per noi, a nostra insaputa e forse contro di noi, stanno discutendo a Bruxelles i negoziatori della Commissione Ue e quelli degli Usa. Sono ormai tre anni che i negoziati procedono e in questi giorni, fino a venerdì, hanno luogo nuovi incontri.
L’ampiezza degli argomenti e la profondità delle conseguenze che il Ttip potrà avere sulla nostra vita sono enormi: questo trattato commerciale non riguarderà questo o quel prodotto, ma praticamente tutti i prodotti e anche certi servizi, farà cadere non solo tutte le residue barriere doganali, ma anche le limitazioni che si frappongono a motivo di regolamentazioni diverse, frutto di anni di modifiche e messe a punto a volte sapienti. Si avrà un’area di libero scambio e per questo le regole sulle due sponde dell’Atlantico dovranno essere o unificate o armonizzate e questo non si può fare se non trascurando le peculiarità delle singole produzioni: saranno favorite le produzioni di massa, cioè le grandi aziende, e l’omologazione verso il basso della qualità, ossia il basso prezzo.

boicotta la turchia- fermiamo il massacro del popolo kurdo.

Elezioni iraniane: successo della speranza

http://enricocampofreda.blogspot.it/
L’onda moderata iraniana prosegue il suo flusso anche nell’urna e, appoggiandosi ai risultati diplomatico-economici del presidente Rohani, conquista 96 seggi per il Majlis, facendo l’en plein a Teheran: 30 eletti. Nella capitale un gran numero di giovani ha appoggiato la “Lista della speranza” animata da Reza Aref, che fu vice di Khatami da anni ostracizzato dagli ayatollah ultraconservatori. Quest’ultimi subiscono lo smacco di vedere solo 31° Gholam Haddad Adel, fedelissimo della Guida Suprema e suo consuocero, perché nella capitale parecchi sostenitori del “Fronte unito dei conservatori” si sono astenuti. 45% è la percentuale di voto a Teheran contro un abbondante 70% nazionale.

Manu Chao - Clandestino (Full Album)

Fermiamo Cupinoro diffida i furbetti del biogas/biometano

Fermiamo Cupinoro diffida i furbetti del biogas/biometano
Fermiamo Cupinoro
Il movimento FERMIAMO CUPINORO diffida enti pubblici e privati, nonché partiti, comitati e associazioni, a usare la parola COMPOSTAGGIO al posto di DIGESTIONE ANAEROBICA.
Ricordiamo che il compostaggio è la pratica più semplice, antica e sana per gestire i rifiuti organici. Il processo si svolge in presenza di aria (aerobico) e produce il compost – utilissimo per rigenerare e fertilizzare il terreno. E’ un sistema modulabile, dal balcone di casa ai compostatori di comunità, ed economico. E’ il sistema che l’Europa, i medici e gli scienziati ritengono migliore.

Eco: morire è facile, appena scopri che il mondo è una truffa

fonte http://www.libreidee.org

Umberto EcoRecentemente un discepolo pensoso (tale Critone) mi ha chiesto: Maestro, come si può bene appressarsi alla morte? Ho risposto che l’unico modo di prepararsi alla morte è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni. Allo stupore di Critone ho chiarito. Vedi, gli ho detto, come puoi appressarti alla morte, anche se sei credente, se pensi che mentre tu muori giovani desiderabilissimidi di ambo i sessi danzano in discoteca divertendosi oltre misura, illuminati scienziati violano gli ultimi misteri del cosmo, politici incorruttibili stanno creando una società migliore, giornali e televisioni sono intesi solo a dare notizie rilevanti, imprenditori responsabili si preoccupano che i loro prodotti non degradino l’ambiente e si ingegnano a restaurare una natura fatta di ruscelli potabili, declivi boscosi, cieli tersi e sereni protetti da un provvido ozono, nuvole soffici che stillano di nuovo piogge dolcissime? Il pensiero che, mentre tutte queste cose meravigliose accadono, tu te ne vai, sarebbe insopportabile.
Ma cerca soltanto di pensare che, al momento in cui avverti che stai lasciando questa valle, tu abbia la certezza immarcescibile che il mondo (sei miliardi di esseri umani) sia pieno di coglioni, che coglioni siano quelli che stanno danzando in discoteca, coglioni gli scienziati che credono di aver risolto i misteri del cosmo, coglioni i politici che propongono la panacea per i nostri mali, coglioni coloro che riempiono pagine e pagine di insulsi pettegolezzi marginali, coglioni i produttori suicidi che distruggono il pianeta. Non saresti in quel momento felice, sollevato, soddisfatto di abandonare questa valle di coglioni?

Canapa a RAI3.



Risultati immagini per canapaLink al VIDEORisultati immagini per canapa

Risultati immagini per canapa
Risultati immagini per canapa Risultati immagini per canapaRisultati immagini per canapa

Il glifosato anche nel miele: una minaccia concreta!

Il glifosato anche nel miele: una minaccia concreta!E' quasi impossibile sfuggire alla contaminazione del potente erbicida brevettato da Monsanto. Si ritrova dappertutto, dal latte materno, al pane quotidiano al miele delle api...

 terranuova.it
Il glifosato, l’erbicida brevettato dalla Monsanto, e spacciato ormai in ogni negozio di agraria sotto diversi nomi continua a impensierire. Lo abbiamo già scritto altre volte, dimostrando la sua capacità di penetrazione. Si trova nella verdura e si trova anche nel pane. Anche perché viene usato ormai ovunque, anche nelle aiuole per cercare di estirpare le erbacce. Ma adesso dagli Stati Uniti arriva uno studio che ci informa su una nuova frontiera valicata dall’agricoltura chimica e industriale: il miele!
Ricercatori della Boston University e Abraxis LLC hanno trovato tracce significative di glifosato nel miele. Addirittura il 62% dei mieli convenzionali risultano contaminato, ma udite udite anche il 45% dei mieli biologici sottoposti alla prova, per una presenza che possiamo considerare accidentale, ma che comunque getta forte discredito sulla convivenza delle colture ogm con quelle biologiche.

sabato 27 febbraio 2016

un vecchio PC e Tiny Core Linux come Thin Client

autore Augusto Scatolini

La versione più pesante di Tiny Core Linux pesa ben 106 MB, quella con la sola riga di comando appena 11 MB mentre quella in versione grafica pesa 16 MB.

Le risorse hardware necessaire per farlo girare possono tranquillamente essere definite "ridicole".

Una volta installato, basta scaricare e installare il programma rdesktop



CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA E LA PRECARIZZAZIONE DEI POSTI DI LAVORO.

Di seguito il testo dell'ordine del giorno approvato oggi dal direttivo regionale FP-CGIL su proposta dell'area "Il sindacato è un'altra cosa-opposizione CGIL".

Direttivo regionale CGIL FP Roma e Lazio

La legge regionale "Tutela , governo e gestione pubblica delle acque" è stata ormai approvata da quasi due anni, ma la sua attuazione, tramite le apposite norme, ancora non vede la luce.
Prima fra tutte a legge che delinea i nuovi Ambiti di Bacino Idrografico (ABI) per la quale è già disponibile la proposta n.238 che giace da tempo nei cassetti della Regione sebbene siano anche scaduti i 90 giorni che la Giunta si era data per la loro definizione.
Temiamo che anche la Giunta Regionale del Lazio, come quella campana, voglia allinearsi ai diktat del Governo centrale che punta alla privatizzazione del servizio idrico, all'accorpamento del servizio in poche, grandi multiutility quotate in borsa, all'accentramento decisionale su scala regionale tramite la creazione di un unico Ambito Territoriale Ottimale. Il tentativo di fusione per incorporazione di ACEA ATO5 S.p.A. in ACEA ATO2 S.p.A va in questa direzione.
Su questo punto, oltre 100 sindaci della Provincia di Roma hanno detto NO all'istanza di fusione tra il gestore idrico della provincia di Roma e quello della Provincia di Frosinone, approvando un documento ufficiale in cui annunciano battaglia legale contro Acea, nel caso l'azienda non tenesse conto del dissenso espresso. Nella partecipatissima assemblea dei sindaci del 17 febbraio è stata registrata infatti la grave e colpevole assenza del Comune di Roma che punta a rendere nullo il voto degli altri 100 comuni, configurandosi, di fatto, come un assenso ad Acea.
Tutto ciò significherebbe la palese violazione della volontà popolare che si è espressa con i referendum dl 2011 e che ha chiaramente indicato che l'acqua è un bene comune, fuori dalle logiche del mercato e del profitto.
Come Direttivo Regionale F.P. intendiamo denunciare che la privatizzazione del servizio pubblico di erogazione e gestione dell'acqua , la sua concentrazione in poche grandi aziende gestite con criteri privatistici, avrebbe, come l'esperienza ci insegna, quale immediata e diretta conseguenza la precarizzazione dei posti di lavoro, l'erogazione di servizi scadenti e l'aumento tariffario a danno di tutti i cittadini del Lazio Centrale e Meridionale.
Pertanto, la Cgil FP di Roma e del Lazio, in linea con il recente documento nazionale a firma Solari e Barbi ed auspicando anche un coinvolgimento attivo della Cgil regionale di Roma e del Lazio, si impegna a promuovere incontri, dibattiti ed iniziative pubbliche per sostenere le azioni che i Comitati locali per l'acqua pubblica, i Sindaci che si sono schierati apertamente a favore della gestione pubblica, decentrata e partecipata del servizio, intenderanno promuovere dentro e fuori il Consiglio regionale, ribadendo in maniera netta e chiara un esplicito impegno al rispetto della volontà popolare espressa al referendum del 12-13 di giugno 2011, dove oltre 27 milioni di elettori hanno detto SÌ per l'acqua bene comune.

Arundhati Roy È una scrittrice indiana. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è I fantasmi del capitale. Nel 1997 ha vinto il Booker Prize con Il dio delle piccole cose.



Perché restituisco questo premio

Anche se non credo che i premi siano un metro di giudizio del nostro lavoro, vorrei aggiungere quello che ho vinto nel 1989 per la migliore sceneggiatura a tutti quelli che sono stati già restituiti al mittente.
Voglio anche precisare che non lo faccio perché sia “sconvolta” da quella che viene fatta passare come l’“intolleranza crescente”, fomentata dal governo attuale.
Per prima cosa va detto che “intolleranza” è un termine sbagliato per i linciaggi, le sparatorie, i roghi e gli omicidi di massa di esseri umani come noi. Inoltre, sapevamo già da un pezzo ciò che era in serbo per noi – quindi non posso dire di essere sconvolta da quello che è successo dopo che questo governo è stato mandato al potere con grande giubilo da una maggioranza soverchiante.

Giulietto Chiesa: la terza guerra mondiale è alle porte Con Giulietto Chiesa, giornalista esperto di Russia, parliamo della situazione in Siria.


Giulietto chiesaLa corsa agli armamenti e le contrapposizioni politiche e diplomatiche rischiano di portarci a una crisi incontrollabile: "Se finirà con una nuova guerra, magari con l’Italia alla testa della coalizione, le ripercussioni saranno durissime”.

lavocedinewyork.com Tommaso Della Longa


pandoratv.it
 "Adesso sappiamo che l'Arabia Saudita ha la bomba atomica. Gli è stata venduta dal Pakistan, con l'autorizzazione degli USA. E' la follia petrolifera dell'Occidente, che sta creando un mostro. Se non lo fermiamo in tempo ci distruggerà."
 
 
“Non siamo mai stati così vicini a una guerra tanto grande: se inizia, diventerà un conflitto nucleare che avrà ripercussioni catastrofiche sul mondo attuale”. Non è catastrofismo, ma un lucido e preoccupato realismo, se a dirlo è Giulietto Chiesa, una delle più importanti penne italiane, corrispondente storico da Mosca per La Stampa e da sempre analista scrupoloso delle questioni geopolitiche. Lo abbiamo intervistato per La VOCE di New York perché chi scrive da tempo cerca di raccontare quello che non viene raccontato, svelare e rendere semplice quello che molte volte ad arte viene complicato.
"Ci sono dei chiari elementi di gravità che il sistema mediatico confonde a posta – spiega Giulietto Chiesa – Siamo davanti a una situazione che può diventare incontrollabile con un rischio gravissimo di scontro diretto tra la Nato e la Russia almeno su tre fronti: quello siriano, quello ucraino e quello del baltico settentrionale. Secondo Chiesa, nel giornalismo occidentale non ci sono più pluralismo e libertà: “I giornali sono solo uno strumento di propaganda della politica occidentale, dove non c’è più spazio per analisi e inchieste, ma solo per le veline dei governi, dei servizi segreti, della polizia. Pensate agli attentati di Parigi: quanti hanno raccontato che l’indagine su Charlie Hebdo è stata chiusa con il segreto militare? Come si fa a ignorare una notizia così importante?”. E così “raccontando di bombardamenti sui civili e di disastro umanitario, oggi non abbiamo più come nemico Daesh, ma i russi che sono intervenuti legalmente in Siria e che hanno completamente rovesciato la situazione militare sul terreno”.

Il futuro è delle case in canapa.

Il futuro sarà delle case in canapa, con costi sulle bollette dimezzati.
bioedilizia canapaVuoi mettere una stanza con i muri che respirano “da soli”, debellando l’annoso problema dell’umidità. Con pareti prive di qualsiasi, ignota, sostanza chimica. Per non parlare dell’azzeramento delle bollette, riscaldamento in primis. 

ambientebio.it
La casa del futuro, quella che si coltiva e che si fabbrica in canapa, sbarca dal Nord Italia anche in provincia di Pisa. E fa subito breccia nel Cascinese e a Ponsacco dove partiranno, ad anno nuovo, le prime rivoluzionarie lottizzazione biocompatibili ad emissioni zero.

Libro. Il metodo sticazzi: la felicità racchiusa in tre sillabe.

Ogni grande passo in avanti dell’umanità è nato da uno sticazzi. In principio fu Davide che semplicemente pensò: ma sticazzi se Golia è grosso. 


L'Espresso di Beatrice Dondi
Lo stesso fece Galileo, che con il suo sticazzi dell’eroismo poté continuare i suoi studi rivoluzionari alla faccia dell’Inquisizione; Colombo, che sticazzi che i calcoli erano sbagliati, alla fine scoprì un mondo nuovo. E la luna? Probabilmente non ci avremmo mai messo quel primo piede se non fosse stato pronunciato un grosso sticazzi a un certo tipo di buonsenso. Perché, come ci dice l’indispensabile manuale Il Metodo sticazzi, opera per Imprimatur dell'ormai celebre collettivo riunito sotto lo pseudonimo Carla Ferguson Barberini, per risolvere i problemi che affliggono l’umanità tutta, e il singolo individuo giorno dopo giorno, o si sfodera il più smagliante dei sorrisi o si usano le tre sillabe magiche che consentono di sorvolare gli ostacoli con la dovuta leggerezza.

Ambiente Italia. Taranto, il Governo ha nascosto l'allarme diossina.


Valori di diossina a Taranto mai registrati prima in Italia. Concentrazioni altissime rilevate tra l’agosto del 2013 e il febbraio del 2015, in piena amministrazione statale dello stabilimento Ilva.



micromega di Antonia Battaglia

È di ieri, 26 febbraio 2016, la richiesta da parte di Peacelink al Ministero dell’Ambiente di conoscere urgentemente i rapporti sulle deposizioni della diossina, analisi che l’Ilva avrebbe già effettuato e che non sono mai state rese pubbliche. Il problema era ed è di capire perché quei dati non sono mai stati divulgati. Da essi, dal loro valore dipende la salute della popolazione di Taranto.

La questione diossina a Taranto, infatti, è uno spettro antico e drammatico, che ha già messo in ginocchio la città e fatto partire il Processo Ilva ‘Ambiente Svenduto’. E la paura, costante, rimane.

In questi mesi, sono stati numerosi i filmati di animali al pascolo intorno allo stabilimento, dove il divieto di pascolo libero interessa un raggio di 20 chilometri dallo stesso stabilimento. Un raggio entro cui vivono migliaia persone.

Arpa Puglia, contattata da Peacelink, aveva già risposto il 10 febbraio scorso che essa stessa era ancora in attesa di ricevere i dati riguardanti i valori della diossina. Li attendeva dall’Ilva.

È inconcepibile, inquietante, che la struttura commissariale di uno stabilimento di tale portata e con tali problemi ambientali possa prendersi il lusso di non comunicare tempestivamente dati così essenziali per la salute umana, in un contesto così delicato e martoriato come quello di Taranto.

Nord di Roma. LAGO DI VICO, RISCHIO SANITARIO PER POPOLAZIONI RONCIGLIONE E CAPRAROLA: TRA CONVEGNI, INTERROGAZIONI, DENUNCE E RESPONSABILITÀ.

Il consigliere regionale (FDI-AN) Fabriio Santori ha presentato un interrogazione per fare chiarezza sulla vicenda.
 

osservatorelaziale.it Red. Cronaca


Ronciglione (VT) - Il lago di Vico al centro del convegno che si è svolto lo scorso giovedì a Ronciglione in provincia di Viterbo. Il tema affrontato durante il l'incontro ha riguardato “Lo stato ecologico del lago di Vico e il possibile e connesso rischio sanitario per le popolazioni di Ronciglione e Caprarola”.
Il bacino d'acqua, infatti, è ormai da svariati anni colpito da un processo di eutrofizzazione.
La dottoressa Milena Bruno, dell’Istituto Superiore di Sanità, esperta e studiosa di tossine prodotte dai cianobatteri, in particolare dal cianobatterio Plankthotrix rubescens detto alga rossa, ne ha mostrato le proprietà tossiche, cancerogene, immunodepressive e anche neurodegenerative (come da recenti segnalazioni della letteratura scientifica internazionale), evidenziando, durante la sua relazione, come le microcistine possano contaminare la fauna lacustre e i prodotti vegetali entrando quindi nella catena alimentare ed ha sottolineato come queste microcistine possono agire in sinergia con altre sostanze tossiche e cancerogene aumentando di fatto il rischio per la salute nelle esposizione croniche e che pertanto per le acque erogate ad uso umano sarebbe opportuno che non ve ne fosse alcuna traccia.
La dottoressa Antonella Litta dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)  ha mostrato i risultati degli studi del Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio che attestano un rischio già molto elevato dal punto di vista sanitario per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione e le altrettanto preoccupanti considerazioni sullo stato di salute per i residenti di Ronciglione contenute nel lavoro di ricerca del Sepias (Studi su marcatori di esposizione ed effetto precoce in aree con inquinamento da arsenico).

Il governo aiuta le banche a pignorare le case

 
dinamopress Rossella Marchini e Antonello Sotgia
La passione della ministra per le banche e un nuovo provvedimento che permette loro di rientrare in possesso dei crediti inesigibili. Sulla pelle di chi non riesce a pagare il mutuo.
Le banche, pena la loro sopravvivenza, devono scrollarsi di dosso i tanti crediti inesigibili. Non possono tenere nella propria pancia scorie ovvero quanto, con disinvoltura, hanno concesso alle imprese. Alla storia della banca Etruria ed alla sua esposizione, si aggiunge, ora, la disinvolta erogazione di “aiutini” della Banca Popolare di Vicenza ad imprese decotte, attraverso passaggi in terra di Lussemburgo ed impegno da parte degli aiutati a ricomprare ,con parte di quei soldi,“azioni” di quello stesso istituto.

Appello per la libertà di stampa in Turchia

Appello per la libertà di stampa in Turchia
contropiano
Invitiamo tutti i giornalisti che lavorano in Italia a non lasciare soli nella loro battaglia i colleghi detenuti in Turchia. Chiediamo a tutti i giornalisti di aggiornare sistematicamente i propri lettori in merito alla libertà di stampa, espressione e pensiero in Turchia.​
Nel 2012 Reporter Senza Frontiere definiva la Turchia come “carcere più grande del mondo per i giornalisti”. Sono passati 4 anni ed attualmente nelle carceri si trovano almeno 30 giornalisti.

No Triv, nasce il Comitato nazionale per il Sì al Referendum



controlacrisi 
E'nato il comitato nazionale delle associazioni 'Vota SI per fermare le trivelle'. Lavorera' per invitare i cittadini a partecipare al referendum del 17 aprile
contro le trivellazioni in mare e votare si' per abrogare la norma (introdotta con l'ultima legge di Stabilita') che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa di non avere piu' scadenze.

"Quelle maggioranze a geometria variabile che sono la morte della democrazia e della politica"

controlacrisi fabio astengo
Le ultime vicende parlamentari hanno portato al centro del dibattito politico il tema dello spostamento dell’asse di governo assumendo come dato acquisito la centralità del rapporto tra il PD e tre formazioni che alle elezioni del 2013 si erano presentate come parte degli schieramenti concorrenti: NCD e ALA quali componenti del Popolo delle Libertà dal quale si sono staccate generandosi per scissione e Scelta Civica soggetto residuale dell’area che, nelle stesse elezioni, si era presentata autonomamente rivendicando il sostegno alla continuità con il governo Monti. Ultimo esempio la votazione della fiducia in Senato sul tema de

Radio Proletaria-Radio Città Aperta chiude ma non si arrende.


Era la fine del 1977 quando i compagni di quella che si chiamava Organizzazione Proletaria Romana - nata dalla crisi dei gruppi extraparlamentari della sinistra e dai comitati operai e di lotta nei quartieri romani - cominciarono a fare i primi esperimenti per aprire a Roma una radio che fosse cosa diversa dal movimentismo e mettesse al centro dei propri contenuti le condizioni e l’organizzazione di classe.
 
Rete dei Comunisti - Roma
Radio Proletaria-Radio Città Aperta chiude ma non si arrende
Non bastavano più i volantini o i fogli di lotta, c’era bisogno di un proprio strumento di comunicazione e le tecnologie e le normative disponibili offrivano questa possibilità.
A febbraio del 1978 inizierà le trasmissioni una radio che non poteva che chiamarsi “Radio Proletaria”, la frequenza saranno gli 88,9 mhz.  Radio Proletaria ha i suoi studi nelle soffitte di un palazzo ottenuto con l’occupazione delle case del 1974 nel quartiere di Casalbruciato. “Radio Proletaria. Un contributo alla costruzione del movimento di classe” recita il primo manifesto stampato dalla radio.
Radio Proletaria, parla delle lotte sociali e operaie in corso, commenta -  interpretandoli - i fatti politici e dedica molta attenzione all’internazionalismo. I toni sono duri  e il dibattito con gli ascoltatori che chiamano in diretta è spesso asprissimo.  Radio Proletaria nasce anche in rapporto con molti giovani proletari della Tiburtina , spesso con spiccata sensibilità alla buona musica piuttosto che alle lotte. Questo connubio tra il migliore rock e le lotte sociali,  ha raggiunto in molti casi livelli di qualità indiscutibili e decisamente fuori dal comune, una qualità continuata, confermata e cresciuta negli anni dai livelli raggiunti poi da Radio Città Aperta.
Alla fine degli anni ’70, quando si delinea una violentissima controffensiva padronale e restauratrice si pone dunque il problema di come rispondere ad una sfida politica a tutto campo. “Una prima risposta l'abbiamo data con la costruzione di Radio Proletaria... come strumento di orientamento politico in una situazione in sviluppo, di aggregazione di forze, di introduzione di tematiche di classe”  era scritto in un documento dell’epoca. Da un primo bilancio viene riaffermata “una prospettiva di intervento politico che ha nella radio un suo cardine essenziale”.

Ricerca. Renzi peggio di Berlusconi.


“Ieri la Senatrice Cattaneo, oggi la direttrice del CERN Guidotti, ed ogni giorno le voci dei 10 mila precari degli enti di ricerca e dei ricercatori e tecnici a tempo indeterminato, tutti a testimoniare che la Ricerca italiana sta vivendo la peggior condizione mai vissuta negli ultimi 20 anni”, così Claudio Argentini dell’USB P.I Ricerca.

 Redazione Contropiano
Ricerca. Renzi peggio di Berlusconi“Persino Berlusconi rispetto a Renzi impallidisce – incalza Argentini -  e non è un caso che questo governo abbia supportato e supporti un ente come l’IIT, dove il lavoro nero, l’elusione previdenziale e dei diritti sfrutta quasi un migliaio di ricercatori, a tutti gli effetti subordinati ma nascosti sotto false collaborazioni coordinate e continuative”.
“Perché la piaga del precariato sintetizza tutti i mali della ricerca pubblica italiana – sottolinea il rappresentante USB – con la mancanza dei fondi, che provoca l’abbassamento dei diritti e dei salari, il blocco delle assunzioni e delle carriere, che ci rendono la cenerentola europea; la disorganizzazione amministrativa e la mancanza di una governance, che non può essere certo svolta da una nuova agenzia baraccone, ma che invece deve essere centralizzata su Presidenza del Consiglio e direttamente sul MEF per il finanziamento”.

Giulio Regeni, pm di Roma: ucciso da professionisti della tortura per motivi legati al suo lavoro di ricerca.

La Procura capitolina ha chiesto informazioni e password alle aziende responsabili dei social network con cui il ricercatore teneva i contatti, ma finora non sono arrivate risposte ufficiali. In particolare si punta ad cquisire i dati relativi ai dispositivi gps collegati al telefono cellulare (mai trovato dopo la scomparsa del giovane ndr) attraverso i social.

Giulio Regeni, pm di Roma: ucciso da professionisti della tortura per motivi legati al suo lavoro di ricerca

Giulio Regeni frequentava persone del mondo universitario, non faceva uso di droghe, conduceva una vita piuttosto ritirata, non aveva rapporti con i servizi segreti italiani o stranieri. Tradotto: non era una spia. Una certezza che, secondo l’indagine della Procura di Roma, va a braccetto con un altro dato di fatto: chi ha ucciso il ricercatore friulano è un professionista della tortura. Altro che incidente stradale, rapina o ipotesi poco verosimili che continuano a sostenere le autorità del Cairo. Per i pm capitolini ci sono pochi dubbi: il 28enne è stato ammazzato per motivi legati al suo lavoro di ricerca. Esclusi, da quanto emerso sinora, altri moventi. Ad agire, poi, non può essere stata quella che dall’Egitto hanno evasivamente bollato come criminalità comune: gli autori materiali di sevizie e crudeltà sono esperti di tali pratiche. Due punti fermi che però non eliminano i tanti, troppi dubbi sulla vicenda. Uno su tutti: se Regeni è stato torturato e ucciso per ciò che studiava – si chiedono gli inquirenti italiani – perché chi l’ha preso non ha fatto sparire né manomesso il suo computer? In tal senso, dai primi accertamenti sul pc del giovane non è emerso nulla sul fatto che lui raccogliesse informazioni se non per il dottorato, né che queste informazioni venissero usate altrove.

venerdì 26 febbraio 2016

TTIP. Roma 27 Febbraio.

Bologna, Panebianco contestato: gli studenti hanno ragione.

Profilo bloggerAlcuni giorni fa, presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna, Angelo Panebianco è stato contestato dal collettivo universitario autonomo. Il giornalista e docente, come si evince da un video diffuso in rete, è stato accusato di veicolare all’interno dell’ateneo una visione guerrafondaia che non tiene conto delle vittime che generano i conflitti.

Saggista e direttore editoriale di Dissensi Edizioni
panebianco 675La lezione di Panebianco è stata interrotta per diversi minuti dal gruppetto di contestatori che hanno esposto uno striscione (Fuori i baroni della guerra dall’università) e spiegato le ragioni della loro protesta distribuendo volantini e facendo ascoltare agli altri studenti un audio con sinistre esplosioni. Lo stimolo alla contestazione è nato da un articolo di Panebianco sul Corriere della Sera intitolato Noi in Libia saremo mai pronti?
Nel testo il professore teorizza che la perdita di potere degli Usa in Medio Oriente rappresenti per noi italiani causa di insicurezza. Temo che questa tesi contenga due falsità. Prima: siamo sicuri che gli Usa abbiano perso influenza in quell’area? Come riportato da William Blum, dopo il bombardamento del 1991 in Iraq, gli Usa ottennero nuove basi in: Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Oman e Emirati Arabi Uniti. Dopo i bombardamenti in Afghanistan del 2001 e 2002 gli Usa ebbero nuove basi in Afghanistan, Pakistan, Kazakistan, Uzbekistan, Tajikistan, Kirghizistan, Georgia, Yemen e Gibuti. Dopo la guerra in Iraq iniziata nel 2003 gli Usa ebbero a propria disposizione anche questo territorio. Seconda falsità è che la presunta perdita di questo potere statunitense rappresenti per noi italiani un’insicurezza. Mi permetto di sostenere che questa affermazione è impregnata di disonestà intellettuale. A prescindere dall’anacronistico atteggiamento paternalista che mira a inculcare paura nei popoli invece che liberarli attraverso la consapevolezza, la realtà è che vero il contrario. E’ proprio il nostro appoggio incondizionato agli Usa, che da anni stanno destabilizzando l’area mietendo morte e distruzione, che ci rende vulnerabili in primis dalle vendette dei terroristi.

#4 Fuori Mercato: una Utopica anomalia urbana

dinamopress riccardo carraro
 Fuori Mercato va a San Paolo, su una collina verde in mezzo ai palazzi, dove ha trovato casa La Città dell'Utopia. Un altro spazio strappato all'abbando e restituito al quartiere, alla città, al mondo.
Il Casale Garibaldi, sede del progetto “La Città dell'Utopia” è anzitutto un'anomalia urbana che colpisce chiunque si aggiri per San Paolo: un casale di fine settecento, in cima ad una collinetta di tufo, che si innalza circondato da pini contro il grigiore di alti palazzi, figli di quell'espansione urbana della Roma anni '60 che inghiottì ettari di campagna.

Migranti, la Grecia rifiuta la visita del ministro dell’Interno austriaco.

Johanna Mikl-Leitner aveva chiesto di recarsi ad Atene per spiegare la posizione del suo Paese sul tema della gestione dell'immigrazione. Secondo l'agenzia Ana-Mpa il rifiuto ellenico proseguirà fino a quando Vienna continuerà a prendere misure unilaterali. Commissione europea: "Priorità evitare crisi umanitaria". L'Oim: da inizio anno oltre 111mila persone sbarcate su suolo greco.

Migranti, la Grecia rifiuta la visita del ministro dell’Interno austriacoLo scontro politico-diplomatico tra Grecia e Austria si arricchisce di un altro capitolo. Atene ha rifiutato la visita del ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner che aveva chiesto di recarsi nella capitale greca per spiegare la posizione del suo Paese sul tema dell’immigrazione. Lo afferma l’agenzia statale greca Ana-Mpa, citando fonti diplomatiche vicine al governo ellenico per le quali la visita non avverrà fino a quando Vienna continuerà a prendere misure unilaterali.
Ieri il governo Tsipras - fortemente irritato dalla convocazione del vertice Austria-Balcani dal quale è stata estromessa la Grecia – ha richiamato in patria il proprio ambasciatore a Vienna. Atene, riporta l’edizione on line in inglese del quotidiano greco Kathimerini, considera le decisioni dell’Austria nella gestione delle frontiere come “un atto non amichevole” e chiede che “le misure vengano ritirate”.

Unioni civili: le parole come pietre.

“Talune dichiarazioni uscite oggi sulla stampa in materia di Unioni civili, hanno qualcosa di sconcertante, di triste perché dette da un ministro della Repubblica che dovrebbe avere la capacità lungimirante di guardare oltre gli schemi e gli stereotipi, per il bene del nostro Paese. 

riceviamo e pubblichiamo da alessandraterrosi.it (Deputata PD Camera)
terrosiLa legge Cirinnà, così come modificata dal maxiemendamento del Governo sul quale oggi (ieri ndr) il Senato voterà la fiducia, è una buona legge, e soprattutto, è la prima legge di cui l’Italia si dota per riconoscere le unioni, diverse dal matrimonio, omo e eterosessuali. È una legge peggiorata rispetto alla versione originale, perché l’articolo 5, ossia quello che avrebbe previsto la possibilità di riconoscimento della omogenitorialità, viene stralciato lasciando ancora una volta la decisione al giudice.
Le famiglie eterosessuali non suggellate dal matrimonio e quelle omosessuali, esistono ed affrontano la vita di tutti i giorni anche senza una legge che le riconosca. E in quelle famiglie sono presenti figli e figlie che, semplicemente, vivono una realtà affettiva familiare uguale a quella dei loro coetanei. Non volerlo riconoscere non fa di loro, per fortuna, dei fantasmi. Esistono e reclamano il diritto ad una continuità affettiva garantita, all’interno della loro famiglia. Si lavori, quindi, fin da subito alla modifica della legge sulle adozioni.” 
Alessandra Terrosi

Fukushima, l'ex primo ministro giapponese si pente e passa con le brigate d'assalto di Greenpeace

controlacrisi fabrizio salvatori
“Dovremmo muoverci verso energie rinnovabili piu' sicure e meno costose, che rappresentano opportunita' economiche per le future generazioni". Con l'avvicinarsi del quinto anniversario del disastro di Fukushima, Greenpeace Giappone avvierà un'indagine sulla contaminazione radioattiva delle acque dell'Oceano Pacifico causata della centrale nucleare di Fukushima.

Reato di tortura, omofobia, unioni civili, armi e rom: ecco i diritti violati in Italia

Amnesty International nel suo Rapporto 2015-2016 prende in esame anche la situazione dei diritti umani in Italia. Un’analisi che mette in evidenza violazioni e insufficienti tutele.
L'Agenda in 10 punti di Amnesty International sui diritti umani in Italia, presentata all’inizio dell’attuale legislatura e sottoscritta da 118 parlamentari, vuole mettere in luce i principali ostacoli - legislativi, politici, culturali - al pieno rispetto dei diritti umani nel nostro paese e raccomandare misure finalizzate a porvi rimedio. “Le azioni poste in essere da governo e parlamento in relazione ai 10 punti dell’Agenda presentano finora numerose insufficienze – si legge -, alcune delle quali piuttosto gravi”

Che fine ha fatto il referendum del 2011 per l’acqua pubblica?

Il servizio idrico necessita di investimenti, a oggi solo l’11% arriva dalle tariffe.
Nei decreti attuativi del governo per la riforma Madia disposizioni che annullerebbero l’esito delle urne.

greenreport.it di Simona Fabiani
acquabenecoumeIl Consiglio dei ministri ha recentemente approvato 11 decreti legislativi, attuativi della Legge Madia, per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Fra gli 11 decreti c’è anche il Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale, definizione che comprende anche il servizio idrico integrato.
A un mese di distanza da quel Consiglio dei Ministri non è ancora stato pubblicato un testo ufficiale del decreto ma il testo ufficioso che è in circolazione (in allegato, ndr) desta gravi preoccupazioni perché contiene disposizioni che, se confermate, annullerebbero gli esiti del referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua. Il testo, infatti, esclude la possibilità di gestire in economia o mediante aziende speciali i servizi a rete, fra cui l’acqua, e reintroduce (anche per l’acqua) nel calcolo delle tariffe l’adeguata remunerazione del capitale investito, espressamente abrogata con il referendum del 2011.
Il provvedimento segue altri interventi del governo Renzi in materia, contenuti nello Sblocca Italia e nella Legge di stabilità 2015, che con una serie di disposizioni incentivano gli enti locali a privatizzare tutti servizi pubblici locali, compresa la gestione dell’acqua.

Canapa. FORD T: L’AUTO ECOLOGICA ALIMENTATA AD ETANOLO DI CANAPA ESISTEVA GIÁ 70 ANNI FA

Quasi tutti sanno che nel 1903 Henry Ford fondò una delle case automobilistiche che hanno fatto la storia: la Ford Motor Company. Sono invece pochi a conoscere che lo stesso Ford progettò un veicolo costruito principalmente di fibre di cellulosa biodegradabili derivate da canapa , sisal e paglia di grano, ma – soprattutto – alimentata per mezzo di etanolo di canapa.Correva l’anno 1941. E la vettura in questione era la Hemp Body Car, l’auto più ecologica del mondo.

canapiamo.net

hemp biomassa canapaHenry Ford non aveva mai nascosto il sogno di realizzare “…vetture a prezzi ragionevoli, affidabile ed efficienti…” e tutt’ora, con le dovute remore dettate dal mercato, la casa statunitense da lui fondata è in effetti una delle più accattivanti per quanto riguarda il rapporto qualità prezzo. Per quanto riguarda il progetto della “bio vettura” si erano, però, creati tutti i presupposti per trovarsi di fronte ad un mezzo che avesse le capacità di esaudire totalmente le volontà di Ford.

Già nel 1925 lo stesso Ford rilasciò al New York Times una dichiarazione che fece supporre quanto avesse competenze e volontà adeguate a creare un’autovettura capace di utilizzare carburanti alternativi: “Il carburante del futuro sta per venire dal frutto, dalla strada o dalle mele, dalle erbacce, dalla segatura, insomma, da quasi tutto. C’è combustibile in ogni materia vegetale che può essere fermentata e garantire alimentazione. C’è abbastanza alcool nel rendimento di un anno di un campo di patate utile per guidare le macchine necessarie per coltivare i campi per un centinaio di anni“. Ford all’epoca azzardò l’ipotesi che si potesse arrivare a vetture fatte di canapa che utilizzassero l’etanolo come carburante.

Scherzi di natura...


CHIARA SARACENO - Bambini senza diritti.

chiara-saracenoColoro che in questi mesi hanno strenuamente combattutto il disegno di legge Cirinnà al grido "difendiamo i nostri figli" e "i bambini hanno bisogno di una mamma e di un papà" saranno soddisfatti. Per "salvare i loro figli" da non si sa bene quale pericolo continueranno ad essere sacrificati i concretissimi diritti dei figli delle coppie dello stesso sesso.

micromega chiara saraceno
Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di bambini nati entro una coppia lesbica, da una mamma che li ha concepiti, fatti crescere dentro di sé e partoriti, con il sostegno della sua compagna che come lei li ha voluti e talvolta ha anche contribuito con i propri ovuli. Quindi non sono nati tramite il ricorso ad una madre gestante estranea alla coppia, come si sostiene in totale malafede. Ed anche quelli che sono invece nati per questa via, sono sempre frutto di una forte intenzionalità e disponibilità genitoriale di due persone, come, se non più, i bambini nati da coppie di persone di sesso diverso, o da una madre sola, che talvolta nascono per caso o non voluti.
A questi bambini si vuole continuare a negare il diritto, sancito a livello internazionale, alla propria famiglia, che comprende due, e non solo un genitore ed anche nonni e zii al di là e a prescindere dal legame di consanguineitá. Addirittura alcuni parlamentari e la ministra Lorenzin vorrebbero rendere del tutto orfani questi bambini, punendo i genitori con anni di carcerazione, anche se sono ricorsi a pratiche del tutto legali in altri paesi. In nome di un modello di famiglia e procreazione che non è osservato neppure da molti tra coloro che si oppongono al diritto alla propria famiglia dei figli delle coppie dello stesso sesso, questi sono mantenuti in uno stato di minorità legale che sembrava finalmente superata con la tardiva eliminazione della distinzione tra figli naturali e legittimi.

Brexit: il ricatto di Londra e il doppio gioco di Bruxelles.

Il Regno Unito non ha mai creduto nell’unificazione europea. Vi ha preso parte solo perché conveniva alla sua economia, ma per lo stesso motivo non ha perso occasione per sabotare il sogno di un’Europa dei diritti, sempre più sovrastato dall’incubo di un’Europa dei mercati. Dal canto suo Bruxelles non hai mai contrastato seriamente il gioco di Londra, nei cui confronti, al netto di qualche teatrino, si mostra arrendevole e servile.



micromega di Alessandro Somma

L’anno passato il Parlamento inglese a maggioranza conservatrice ha deciso di consultare tramite referendum gli elettori circa la permanenza o meno nell’Unione europea[1]. Nel contempo il Premier Cameron ha dettato a Bruxelles le condizioni per condurre una campagna referendaria a favore della permanenza: uno status finanziario privilegiato per la City e la possibilità di escludere i cittadini europei dal welfare inglese.

Sono stati questi i temi principali affrontati durante il Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio scorso, il vertice dei Capi di Stato e di governo convocato anche per discutere della drammatica crisi dei profughi provocata dai conflitti mediorientali. In quei giorni la tragedia umanitaria si è manifestata con i consueti bollettini di sbarchi e naufragi, ma i leader europei non se ne sono accorti: erano troppo impegnati a mostrarsi proni al cospetto di Londra. I profughi, invece, possono aspettare e nel mentre subire l’ostilità di chi innalza muri sempre più alti e l’indifferenza di chi lascia fare.

In fondo, al netto di qualche eccesso nazionalista, il Regno Unito è il custode dell’ortodossia neoliberale, da sempre alla base della costruzione europea. Bruxelles ha dunque fatto il suo gioco, o meglio il doppio gioco: ha fatto finta di cedere a un ricatto, mentre è stata ben lieta di assecondare la deriva voluta dai nemici dell’Europa dei diritti.

Europeisti per convenienza

Coltan, cobalto: guerre africane e sfruttamento capitalistico.


La Repubblica democratica del Congo è una delle maggiori unità politiche dell’Africa; lo rendono tale le enormi ricchezze minerarie, per lo più concentrate nella regione dello Shaba, ex Katanga, al confine con l’Angola e lo Zambia: coltan, cobalto, rame e tante altre. Il Paese è stato teatro di una storia di sfruttamento, nonchè scacchiere per le mire coloniali dei Paesi imperialisti.  
 
Corto Circuito - Firenze
Coltan, cobalto: guerre africane e sfruttamento capitalistico
Il Congo è stato un esempio di colonizzazione”privata”, quando il re del Belgio, Leopoldo II°, si rese protagonista di un’operazione che gli assicurò il dominio su un territorio dieci volte più grande della madrepatria. La “Union minière du Haut Katanga” operò con la massima spregiudicatezza, come uno Stato nello Stato. Nel 1960 i belgi si ritirarono e nel 1967 l’Union minière, benchè venisse nazionalizzata e assumesse la nuova denominazione di GECAMINES, continuò ad assicurarsi una parte ingente dello sfruttamento minerario.
A partire dal 1973, il Governo avviò una serie di nazionalizzazioni di altre società estere, adottando la cosiddetta “via zairese al socialismo”. In realtà le nazionalizzazioni si tradussero nel puro e semplice accrescimento di privilegi per i pochi al potere, rappresentanti della borghesia nazionale. I proletari congolesi da sempre vivono miseramente.
Il Congo possiede l’80% delle riserve mondiali di coltan. Il coltan è una miscela complessa di columbite e tantalite, due minerali della classe degli ossidi, che si trovano raramente in forma pura. Per questo il coltan è chiamato “l’oro bianco”, ed è una risorsa strategica essenziale per lo sviluppo di nuove tecnologie. Serve per la fabbricazione di telefoni cellulari, GPS, satelliti, armi guidate, computer portatili, razzi spaziali, missili, macchine fotografiche e molto altro ancora.
La rivoluzione tecnologica ha fatto schizzare in alto il prezzo del coltan. Le multinazionali se lo contendono. I media borghesi cercano di far credere che le guerre africane siano la conseguenza di conflitti tribali, ma non è così. Il coltan è la causa principale della guerra che dal 1998 ha ucciso più di quattro milioni di persone in Congo. Le multinazionali sfruttano le miniere di coltan ed i minatori pagano anche con la vita.