È uscito "Nella notte ci guidano le stelle", il terzo e ultimo volume del Sole dell'Avvenire (Mondadori Strade Blu), l'imponente trilogia inaugurata da Valerio Evangelisti con la pubblicazione del primo volume nel 2013 ("Vivere lavorando o morire combattendo”), al quale è seguito nel 2014 il secondo ("Chi ha del ferro ha del pane"). La saga narra le vicende di alcune famiglie romagnole e costituisce un unico romanzo, anche se ogni singolo volume può esser letto autonomamente. La narrazione parte con l'Italia post-risorgimentale e arriva fino al secondo dopoguerra.
I protagonisti del nuovo volume sono tre e a ognuno di essi è dedicata una parte specifica del libro. Spartaco, "Tito", Verardi è un ex legionario fiumano, un fascista della prima ora. È un villain drammaticamente scisso: ama i genitori che sono socialisti, ma ne è respinto; è progressivamente deluso dal fascismo - che da strumento della "rivoluzione" dei produttori contro il "parassitismo" si evolve in braccio armato dei grandi proprietari terrieri - ma non riesce a separarsene; odia i socialisti e la "plebaglia rossa interessata solo ai problemi alimentari", ma ha una segreta ammirazione per Lenin. Grazie alla psicologia profonda e oscura di questo personaggio riviviamo contropelo la tragedia degli anni venti, con un partito socialista prima forza parlamentare, ma completamente imbelle di fronte alla distruzione delle istituzioni proletarie (camere del lavoro, leghe di resistenza, cooperative, case del popolo). I dirigenti socialisti assistono ai pestaggi e agli omicidi che umiliano operai e contadini ridando forza ai ceti benestanti, ma sostengono la tesi dell'ondata che passa, del "coraggio della viltà". Il Psi si divide in mille fazioni pensando di poter esser difeso dal liberale Giolitti e dalle forze dell'ordine, mentre queste coprono i fascisti o partecipano attivamente alle azioni squadristiche. Tito quasi non crede ai propri occhi e riferendosi ai suoi nemici commenta: "Questi sono matti". La verità è che dopo anni passati in attesa del sole dell'avvenire i socialisti sembrano temere più la rivoluzione che il fascismo.
Anche Destino Minguzzi è figlio di socialisti romagnoli, ma cresciuto sotto il fascismo negli anni trenta, deve passare per molte prove e peregrinazioni per formarsi una coscienza politica. Alcune pagine molto belle descrivono la Barcellona rivoluzionaria del 1936 che reagisce al colpo di stato franchista: i toreri salutano la folla a pugno chiuso; i posti di lavoro, caffè inclusi, sono socializzati; ovunque si cantano canzoni ribelli e, nonostante le molte difficoltà, la gente per strada ha un volto felice. Qui l'iniziale ingenuità di Destino si scontra con l'emergere dello stalinismo che in ossequio alla ragion di stato sovietica si oppone la rivoluzione sociale per non inimicarsi Francia e Inghilterra. Chi non è d'accordo con questa condotta, come gli anarcosindacalisti e specialmente i comunisti eretici del Poum, è definito quinta colonna del nazismo e, dopo il maggio 1937, perseguitato dal governo autonomo catalano, ormai sotto l'influenza di Mosca.
Al personaggio di Soviettina, "Tina", Merighi è dedicata la parte del libro che si svolge in Emilia Romagna dalla seconda guerra mondiale fino agli anni cinquanta. Tina è una ragazza che dà ordine agli eventi partendo dalle esperienza vissute in prima persona. Attraverso il suo sguardo assistiamo alle incredibili, ma storicamente accertate, imprese della banda di Sirio Corbari, un supereroe partigiano, un vendicatore dei torti che agisce insieme all'affascinante e coraggiosa Iris Versari. Corbari era abilissimo nei travestimenti, "Compariva in abiti da viandante, da venditrice di uova, da sacerdote, da milite della GNR, da vecchietta con un panierino di formaggi"; aveva il gusto della beffa e la spavalderia sanguigna dei romagnoli. Per questo era temuto dai fascisti e infastidiva certi dirigenti del Pci che non apprezzavano il suo comunismo fatto di zone liberate, espropri, redistribuzioni, socializzazioni immediate e feste danzanti.
"Nella notte ci guidano le stelle" si legge tutto di un fiato grazie a un uso sapiente dei dialoghi, dei riferimenti alla stampa e alle canzoni del tempo. È un romanzo storico ricchissimo, non propone teorie, ma ci aiuta a capire perché il sole dell'avvenire non sia sorto, senza toglierci il desiderio di vederlo un giorno spuntare all'orizzonte.
(24 febbraio 2016)
Nessun commento:
Posta un commento