sabato 31 ottobre 2015

The Skints - This Town (Official Video) ft. Tippa Irie and Horseman

Il tempo dei podestà

 Fonte: il manifestoAutore: Norma Rangeri
La gior­nata dei lun­ghi col­telli è finita nel modo in cui era pre­ve­di­bile che finisse: rot­ta­mando il sin­daco — ormai ex — Marino. Ma al tempo stesso a Roma è stata rot­ta­mata la demo­cra­zia per­ché un’ombra scura, pesante è calata ieri sulla capi­tale. Con un atto poli­tico grave, e per­fino grot­te­sco, è stata col­pita e affon­data l’amministrazione della città che ora sarà gover­nata da una squa­dra di com­mis­sari: del Giu­bi­leo, del Comune, del Pd. Qual­cuno già li chiama i nuovi pode­stà. Con il primo pode­stà d’Italia che abita a palazzo Chigi.

Il trionfo dei comitati d’affari


Fonte: il manifestoAutore: Alberto Burgio
 Una partitocrazia senza partiti, dei quali a ben guardare non è rimasto che il peggio: il potere pressoché assoluto delle oligarchie e dei cerchi magici
Lo scon­tro fron­tale tra il sin­daco della capi­tale e il suo par­tito è giunto all’ultimo atto. Non si sen­tiva il biso­gno di quest’altra tri­sta vicenda. La poli­tica ita­liana, la demo­cra­zia ita­liana, i cit­ta­dini ita­liani e in par­ti­co­lare i romani non se lo meri­tano. Ma, giunte le cose al punto in cui stanno, l’urto finale è ine­vi­ta­bile. Pro­viamo almeno a rica­varne una lezione.

La «barca» italiana non va, ripresa lenta, crescita nulla

La «barca» italiana non va, ripresa lenta, crescita nulla

contropiano Pierluigi Ciocca
 Sarà difficile collocare nella lista dei "gufi" anche Pierluigi Ciocca, ex vicedirettore generale della Banca d'Italia dal 1995 al 2006, due volte candidato alla carica di Governatore (sempre stoppato da Berlusconi), autore prolifico e molto rispettato (compreso Ricchi per sempre? Una storia economica d’Italia (1796-2005), edito da Bollati Boringhieri).

Canada, leggi un libro in vetrina e ti fanno lo sconto. Accorrono in centinaia. I proprietari: “Questi clienti irradiano lettura attorno a loro”

http://www.ilfattoquotidiano.it/

libreria905Leggi un libro seduto in vetrina e il libraio ti fa lo sconto. La bizzarra iniziativa, probabilmente per la prima volta al mondo, è stata adottata dalla libreria Pantoute che si trova in rue Saint-Jean, nel centro storico di Quebec City in Canada, ed è rimbalzata ai quattro angoli del pianeta grazie ai social network che ne hanno amplificato i risultati di pubblico.
Da quasi un mese, infatti, si stanno avvicendando su una graziosa e comoda poltroncina arancione decine e decine di clienti che possono usufruire di un abbassamento del prezzo di copertina del libro che va dal 15%, se la lettura in poltrona del medesimo è di mezz’ora, al 5%, se il tempo di lettura del libro da acquistare non supera i 15 minuti. “Si tratta di un’idea che stuzzicava la nostra fantasia da diversi anni”, ha spiegato il librario Patrick Bilodeau della Pantoute a ICI Radio-Canada. “Per quanto ne sappiamo, nessun altro ha mai realizzato qualcosa del genere”.

Volevano suicidare la Russia, odiano Putin che l’ha salvata

www.libreidee.org

Quando la Russia era amica degli Stati Uniti, Pavel Grachev era ministro della difesa, dal 1992 al 1996. Erano gli anni della transizione post sovietica. Il presidente Yeltsin e i suoi giovani riformatori traghettavano un paese lacero e miserabile verso un futuro di libertà stracciona, di occidentalismo predatorio, di privatizzazione da Far West. Una Russia società aperta, che danzava ubriaca sulla fune sopra il baratro. E senza rete di salvataggio. Era, quella, la Russia degli americani. In nessun periodo storico fu Mosca più vezzeggiata, lusingata e accarezzata dall’affabile alleato transatlantico. Nel momento in cui rinunciò a qualunque politica estera, a qualunque sfera di influenza, all’interesse nazionale e alla geopolitica, i sorrisi della politica americana si sprecarono per anni, promettendo ai russi integrazione, sviluppo, benessere. E consegnando invece, tutt’al più, una copia vintage e involgarita delle luci di New York sulle cupole zariste e i condomini khruscioviani lungo la Moscova. Pochi russi ammassavano fortune d’altri tempi sulle ceneri di una superpotenza in saldo. Una generazione di giovani vedeva scomparire l’istruzione, la sanità, la sicurezza di uno stipendio povero ma in grado di assicurare la spesa quotidiana e un tetto.
Eltsin e ClintonMilioni di ragazze scoprivano che i loro corpi avevano un mercato, per le strade di Mosca invase dai turisti o nelle città d’Europa finalmente accessibili per una schiavitù diversa dalla solita, e più brutale. Gli orfanotrofi traboccavano di creaturemalnutrite rifiutate da famiglie scomparse e abbandonate da uno Stato in bancarotta. La droga, il collasso dei servizi pubblici e l’anomia sociale mietevano un numero incalcolabile di giovani vittime ai quattro angoli di un impero arrugginito, venduto pezzo per pezzo come metallo di scarto sui mercati mondiali della corruzione e del malaffare. Mosca e San Pietroburgo, di notte, facevano paura. Crimine fuori controllo, omicidi spiccioli ed esecuzioni mafiose in grande stile terrorizzavano città senza più legge, dove la polizia sopravviveva grazie alle mazzette e all’estorsione e i malviventi regnavano come mai i Corleone e i Riina avrebbero potuto sognare nella loro terra. La Russia di Yeltsin non era più orso. Era semmai un elefante mutilato e sanguinante, cui bracconieri indigeni e stranieri somministravano stupefacenti per tenerlo in vita, mentre gli rubavano avorio, organi, e anima.

Quando eravamo ricchi, con la lira e l’inflazione a mille

www.libreidee.org

«Negli anni Ottanta, gli anni in cui l’Italia navigava nell’oro, quando eravamo il quarto paese più ricco del mondo, il tasso d’inflazione si aggirava mediamente attorno al 15% e raggiungeva picchi di oltre il 21%». Le famiglie spendevano e il risparmio medio dei nuclei familiare durante il periodo d’inflazione più alta superava il 25%: «Eravamo il primo paese al mondo per risparmio privato e le famiglie avevano ampia libertà di spesa», ricorda Vincenzo Bellisario. Oggi l’inflazione si aggira attorno allo 0%, e l’economia è alla canna del gas: «Le famiglie devono risparmiare su tutto, hanno scarsa libertà economica, abbiamo raggiunto e superato i livelli di consumo da fame del periodo della “grande depressione” e, nonostante ciò, la media attuale di risparmio privato è del 4% circa. E tutto va male». Secondo Bellisario, esponente del Movimento Roosevelt fondato da Gioele Magaldi per contribuire alla democratizzazione della politica italiana contro lo strapotere dell’élite economica, «lo spettro dell’inflazione è una grande truffa, così come lo è stata e lo è purtroppo ancora oggi quella del debito pubblico, che altro non è se non l’indicatore che misura la ricchezza finanziaria del cittadini».
Nino Galloni«Più lo Stato spende, più la popolazione si arricchisce», riassume Bellisario. Questo può provocare il “rischio” inflazione, cioè troppi soldi, a fronte di pochi prodotti? L’inflazione può essere facilmente contenuta, in tre modi: lo Stato spende di meno nelcomparto pubblico, oppure spende di più per aumentare la produttività nel settore privato (l’inflazione non è mai un problema finché la produzione non si riduce in maniera troppo corposa), o ancora, lo Stato introduce una tassa temporanea, in modo da togliere di mezzo gli eventuali soldi in eccesso. «L’inflazione in realtà è un falso problema», insiste Bellisario. Idem il debito pubblico, agitato come spauracchio: come se lo Stato fosse una normale famiglia, nei guai con la banca (il che, nell’Eurozona, è esattamente la realtà: il governo può solo finanziarsi tassando a morte i cittadini e prendendo a prestito gli euro, a caro prezzo, mettendo all’asta i titoli di Stato). Come se ne esce? In un solo modo: recuperando la sovranità monetaria, come sottolinea l’economista Nino Galloni, altro esponente del Movimento Roosevelt.

David Riondino - TG Suite luglio

Lo schermo che distorce la realta'

Ferdinando Imposimato - Operazione Gladio

Nepal: la prima volta di una presidente comunista e femminista

http://contropiano.org/


Nepal: la prima volta di una presidente comunista e femministaIl Nepal ha una presidente donna, la prima della sua storia. L’elezione di Vidhya Devi Bhandari, del Partito comunista del Nepal (Unificato marxista-leninista), è giunta dopo che il 12 ottobre il parlamento aveva dato ad ampia maggioranza al paese un capo del governo marxista, di sesso maschile.La 54enne Bhandari ha ricevuto 327 voti parlamentari su 549 contro i 214 del principale rivale, Kul Bahadur Gurung, del Partito del Congresso nepalese, primo partito del paese e forza di centrosinistra con 196 seggi. Per lei hanno votato non solo i 175 eletti della sua formazione ma anche gli 80 parlamentari del Partito Comunista Maoista (Partito Comunista Unificato del Nepal – Maoista, per l’esattezza), spesso in conflitto con le formazioni marxiste più moderate.
Un ruolo essenzialmente di rappresentanza, il suo, ma comunque importante per stabilizzare un paese uscito da otto anni di grave incertezza politica, di scontri etnici e conflitti sociali, che conferma la svolta storica del Nepal, paese dove nel 2008 la guerriglia maoista ha estromesso dal potere la sua monarchia feudale restia ad ogni democratizzazione.

Messina

Il terzo nella foto, morto senza che nessuno gli chiedesse perdono

http://www.controlacrisi.org

Tutti conosciamo questa immagine: è diventata un’icona e anche un monumento, solo che dal monumento è stato eliminato uno dei tre protagonisti. La nostra non è una critica né una denuncia: anche noi, mentalmente, eliminiamo dalla foto quel secchetto dai capelli rossi che sembrava essere in prestito nella scena. L’anno è il 1968: il massacro di My Lay in Vietnam, il Maggio francese, l’assassinio di Martin Luther King e di Bob Kennedy negli Stati Uniti, i carri armati russi che mettono fine alla Primavera di Praga, la strage di Tlatelolco e, pochi giorni dopo, l’inizio delle olimpiadi in Messico, con il sangue degli studenti ancora fresco.
Nella finale dei 200 metri piani, il podio è occupato da due atleti neri nordamericani e da un australiano, parecchio più basso e magrolino degli altri due. I due neri salgono sul podio per ricevere le medaglie scalzi, indossando un guanto nero ciascuno e, quando suona l’inno nazionale statunitense, abbassano la testa e alzano il pugno inguantato, facendo il saluto delle Pantere Nere (erano scalzi in allusione ai loro fratelli delle piantagioni di cotone della Louisiana, che non avevano diritto a portare scarpe).

Un culatello ci ucciderà? Comunicare il rischio

http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it

Mangiare è una faccenda pericolosa, come amo sempre ricordare. E periodicamente arrivano delle notizie che ce lo ricordano. Ormai lo sapete: lo IARC, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, un organismo parte dell'OMS, ha inserito ufficialmente le "carni trasformate" nella categoria cancerogene, e le "carni rosse" nella categoria probabili cancerogene.
Colon-cancer-Stages
Per "carni trasformate" si intendono i salumi di qualsiasi tipo, i wurstel, le salsicce, la carne salata e affumicata e così via, indipendentemente dal tipo di trattamento subito. Per "carni rosse" invece, nel linguaggio medico (diverso da quello gastronomico), si intendono carni di mammiferi, quindi manzo, maiale, agnello, cavallo, cervo e così via. Non importa se siano da "allevamenti felici" o industriali, che mangino erba o soia.
Sia sui giornali che sui social network si possono leggere le reazioni più disparate. Da chi spara in home page che "la carne è cancerogena", cosa errata perché qui si sta parlando solo di carne rossa, mentre il consumo di carni bianche come il pollo non sembra essere correlato allo sviluppo di tumori, a chi invece tenta comunque una difesa di ufficio dei salumi italiani e della carne, facendo dei distinguo privi di validità sulla qualità degli allevamenti o sul contenuto o meno di conservanti.

venerdì 30 ottobre 2015

Piccoli misteri infantili - la macchina per cucire a pedale

http://dariocavedon.blogspot.it


Sono sempre stato affascinato dal capire come funzionano le cose. Una delle macchine più incredibili della mia infanzia era la macchina per cucire a pedale Singer di Mamma. Mamma aveva imparato a usarla da giovane, quando aveva lavorato per qualche tempo in fabbrica per uno di Treviso che poi ha fatto un sacco di soldi con jeans e magliette.

La mia infanzia è stata quella in cui si stava attenti a risparmiare dove si poteva, anche poche lire. I lavori di piccola sartoria famigliare erano tra questi.
Mamma accorciava i pantaloni comprati qualche taglia in più perché "tanto poi i bambini crescono", per poi allungarli un anno dopo, quando eravamo cresciuti, recuperando la stoffa piegata sul bordo.
Mamma rifaceva i polsini alle camice, che si consumavano in fretta, "ma la camicia è ancora bella"
Mamma cambiava le cerniere ai jeans - un lavoraccio, che il jeans è una stoffa difficile - perché "i jeans sono praticamente nuovi".

Julie Driscoll Brian Auger & Trinity: Season of the Witch- Live

L’odore del sangue sulle elezioni turche

  http://enricocampofreda.blogspot.it/
L’odore del sangue e l’ossessione dei numeri offuscano le elezioni di domenica. Il sangue, frutto di stragi o di repressione, si vede in continuazione tanto il clima socio-politico turco è infiammato e rischia di degenerare in un conflitto diffuso. I numeri sono uno spettro, sia quando si macchiano di rosso con le 32 vittime degli ordigni di Suruç e le 102 di Ankara, oppure gli oltre cento militari colpiti a morte dalla riattivata guerriglia kurda e le centinaia e centinaia di civili kurdi fatti bersaglio da una controguerriglia che l’esercito turco rivolge agli abitanti dei villaggi del sudest.

Bologna. Blitz al Job Meeting al Paladozza. "Le vostre promesse sono fumo".


Abbiamo compiuto un veloce blitz al PalaDozza in occasione del JobMeeting per contestare la logica dell'"uno su mille" che la classe politica e le grandi aziende italiane ed europee vogliono imporci. 
 
contropiano.org Campagna Noi Restiamo - Bologna

Dalla crisi non si esce individualmente, calpestando chi può farti "concorrenza" o sfruttando ogni modo per "arrivare". E' solo unendoci e facendo sentire la nostra contrarietà alla precarizzazione del lavoro e della vita di ognuno che possiamo creare un futuro migliore per tutti e tutte.
Bologna. Blitz al Job Meeting al Paladozza. "Le vostre promesse sono fumo"Di seguito il testo del volantino che abbiamo distribuito all'evento:
Sarai l’ennesimo SFRUTTATO o avrai la fortuna di essere nell’infinitesima percentuale dei VINCENTI?
Perchè se in questo momento stai partecipando al JobMeeting al PalaDozza di Bologna, evento che vede in prima fila le Business School più in vista d’Italia, sicuramente un po’ ci stai sperando.
Speri di non essere in quel 42% di giovani disoccupati, quei 3,2 milioni di persone che in questo momento non sanno che farsene dell’istruzione ricevuta (e pagata caro, visti i tagli alle borse di studio e l’aumento vertiginoso delle spese universitarie).
Speri di poter avere un’intuizione davvero geniale per la tua StartUp, la nuova idea per un’imprenditorialità giovane e giovanile…che nel 75% dei casi fallisce, nel 21% viene assorbita da colossi più grandi e solo nel 4% riesce a tirare a campare. In numeri, sono 82.000 imprese fallite (dal 2008), un milione di posti di lavoro persi. Considerando che i dati provengono da Bankitalia e Cerved, e non da fonti sovversive e terroriste, converrai con noi che se non ti piace giocare d’azzardo è meglio lasciar perdere.

Mafia Capitale, un appello al Governo: desecretate tutto.


Quanto questo cancro sia grave è scritto, nero su bianco, nelle 103 pagine della relazione che il prefetto Gabrielli mandò al cdm. Era luglio. Impietosa la diagnosi: "Roma era devastata dalla corruzione, ma Marino sottovalutò il problema". Certo, il suo gabinetto, diversamente da quello di Alemanno, non era alle dirette dipendenze di Buzzi e Carminati, ma il sindaco non vide il malaffare. Di fronte allo spettacolo di una "amministrazione locale devastata" Marino si muove come un Forrest Gump che, inconsapevole, non se ne lascia travolgere, ma altrettanto inconsapevolmente non vede il sistema malato - il cancro, per parafrasare Sabella - e non governa. E continua a governare la Cupola di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, Er Cecato della banda della Magliana che con Alemanno era il vero sindaco della capitale: "Pijamose Roma", si dicevano i due a telefono. E, si legge negli atti, se l'erano presa, anche quando cambia amministrazione: "Di nove cavalli della giunta Marino sei sono nostri", "li compriamo tutti", "la mucca si munge e va sfamata".

Appalti Anas: mazzette, dalla culla alla tomba.

Non ci sono episodi di grande corruzione nell’inchiesta sulle tangenti Anas. Ma sono tutte le fasi della gestione di un appalto a rappresentare altrettanti capitoli dove la decisione amministrativa può essere addomesticata in cambio di favori. Struttura di autorità e ruolo marginale dei politici.

*di Michele Polo e Alberto Vannucci Watchdog della politica economica italiana
L’Anas e la piccola corruzione quotidiana.
Risultati immagini per anasCiliegie, ciliegie smozzicate, antinfiammatori, topolini, Lorazepam. Va sicuramente riconosciuta alla Dama Nera dell’inchiesta Anas, al secolo Antonella Accroglianò, una notevole fantasia linguistica, degna del miglior Bartezzaghi, nel trovare termini con cui riferirsi alle mazzette. Terminato il breve omaggio, tuttavia, il personaggio restituisce i caratteri squallidi del mondo della corruzione nelle sue declinazioni minori. Perché quello che l’inchiesta romana ha svelato riguarda il lavoro di finitura che accompagna l’esecuzione degli appalti successiva alla aggiudicazione, dove il piatto forte delle mazzette veniva servito. Degli appalti dell’Anas, come del maiale, non si butta via niente.
Nell’esecuzione di un appalto può sorgere un contenzioso coi lunghi tempi della giustizia amministrativa? Il circolo dei corrotti rispondeva, vero esempio di fuoco amico, offrendo alle imprese un pacchetto completo di servizi di tutela, tramite sblocco dei contenziosi e velocizzazione dei pagamenti. O, ancora, gli accordi tra le imprese assegnatarie richiedevano in corso d’esecuzione la cessione di un ramo di azienda a cui erano assegnati i lavori? Bene, il nulla osta dell’Anas ha un prezzo, o meglio una ciliegia. E non sorprende che la regia del gruppo di corrotti potesse indicare quali imprese coinvolgere nella fase dei subappalti, nella fornitura del calcestruzzo o nel movimento terra, imprese che, per non smentire una costante delle cronache di corruzione, vantavano ambigue parentele con le ‘ndrine calabresi.

In Portogallo è in atto un crimine contro la democrazia.

Risultati immagini per PortogalloDesta sgomento se non vera e propria indignazione il silenzio su quanto sta avvenendo in Portogallo dopo la tornata elettorale che ha visto le destre perdere più dell’11% dei consensi e quindi la maggioranza assoluta. Fatta eccezione per la stampa specialista e quella politicamente agguerrita, i mass media generalisti del nostro paese ignorano il vero e proprio crimine contro la democrazia che il Presidente del Portogallo, Anibal Cavaco Silva sta mettendo in atto.
Malgrado che – con qualche sorpresa non solo dei commentatori internazionali, ma persino degli stessi  protagonisti diretti – le sinistre in Portogallo fossero riuscite a trovare un accordo per potere governare il paese, potendo contare su un ruolo e un comportamento dei socialisti in controtendenza rispetto a quelli della socialdemocrazia europea. Malgrado che nel parlamento eletto lo scorso 4 ottobre i conservatori abbiano 107 seggi, mentre i socialisti 86, i comunisti 17 e il Bloco de Esquerda – la formazione di sinistra vicina alla Syriza di Tsipras – 19. Malgrado che  quindi la maggioranza parlamentare, che è di 116 seggi, appartenga a queste tre ultime formazioni politiche, potendo esse contare su 122 voti. Malgrado che pochi giorni fa il Parlamento portoghese abbia eletto, come proprio Presidente,  Eduardo Ferro Rodrigues con 120 voti provenienti dai partiti della sinistra. Malgrado tutto ciò, il Presidente del Portogallo ha incaricato il leader conservatore Passos Coelho, uscito pesantemente ridimensionato dalla prova elettorale,  di formare un governo che inevitabilmente sarà di minoranza.

L'eredità dell'Expo? Il lavoro povero e gratuito. Alcune riflessioni dopo la denuncia del Forum diritti lavoro.

E l’Expo del lavoro? Tra annunci di mirabolanti successi e “prenotazioni” da altre città, come per il Giubileo di Roma, l'unico vero risultato della kermesse sul cibo è l'umiliazione del lavoro. Peccato che nessuno ne parli. 
 
controlacrisi.org fabio sebastiani
La conclusione del circo milanese nato, come si ricorderà, nel giorno dedicato alla Festa del Lavoro, lascia le migliaia di persone che l'hanno fatto funzionare in mezzo a una strada. Un dato singolare, certo. Il grande successo mediato e commerciale stride con la povertà assoluta di chi ha faticato nei padiglioni. Come mai di tanta ricchezza prodotta nulla è andato agli addetti? Se è vero che sono stati venduti venti miliardi di biglietti dove è finito il miliarduccio incassato?

“Quando comincerà a diradarsi il fumo della propaganda e delle promesse – si legge in una nota del Forum diritti Lavoro - resteranno solo le illusioni che sono state propinate ai lavoratori. E soprattutto resterà lo scandalo del lavoro gratuito spacciato per volontariato”. La pubblicità martellante degli ultimi giorni presenta persone felici di aver lavorato gratis, ma non è questa la realtà . Migliaia di persone han fatto funzionare la fiera ricevendo come compenso addirittura un tablet. Centinaia sono state invece retribuite con paghe inferiori ai minimi contrattuali e pari a circa 500 euro mensili lordi, come nel caso delle guardie giurate. Ma non è finita qui perché il quadro è ancora più duro per quanto riguarda il controllo. Forze dell’ordine e organizzazione ce l’hanno messa tutto per “seguire” ogni piccolo movimento dei circa 15mila addetti. Un controllo esasperante e minuzioso, che secondo la Cgil ha violato non solo le norme dello Statuto dei lavoratori ma anche le stesse leggi a garanzia della libertà dei cittadini.

Classe Operaia. Aversa, crolla solaio della facoltà di Ingegneria: operaio muore sotto le macerie.

Aversa, crolla solaio della facoltà di Ingegneria: operaio muore sotto le macerieL'incidente è avvenuto durante i lavori di ristrutturazione del Complesso dell’Annunziata, una delle sedi della Scuola politecnica e delle scienze di base della Seconda Università di Napoli.


Un operaio è morto ad Aversa per il crollo di parte del solaio della facoltà di Ingegneria. L’incidente è avvenuto intorno alle 18 e 45 in via Roma nel Complesso dell’Annunziata, una delle sedi della Scuola politecnica e delle scienze di base della Seconda Università di Napoli. Luciano Palestra, 41 anni residente a Cercola (Napoli), stava effettuando l’impermeabilizzazione del soffitto quando è stato sommerso dalle macerie. Con lui c’erano alcuni colleghi di lavoro che sono riusciti a mettersi in salvo. Il suo corpo è stato recuperato dai Vigili del Fuoco. In un primo momento si era diffusa la notizia che la vittima fosse uno studente.
Il gruppo di operai, dipendenti di un’impresa di Venafro, era impegnato nei lavori di ristrutturazione nel complesso storico che ospita la Scuola di Ingegneria. Nell’ala dell’edificio erano in corso lavori di ampliamento. Palestra stava lavorando ad alcuni metri di altezza quando è avvenuto il cedimento del solaio che lo ha travolto e lo ha fatto precipitare sul pavimento. I detriti lo hanno ricoperto. Sulla dinamica dell’incidente indagano gli agenti del commissariato di polizia di Aversa.

Classe Dirigente. Mafia Capitale, dirigente Eur Spa arrestata per corruzione. “Buzzi le dava ‘stipendio’ da 2.500 euro al mese”.

Ai domiciliari è finita Clelia Logorelli, 50 anni, dirigente preposto al Settore verde. I fatti si sarebbero verificati, secondo gli accertamenti dei carabinieri del Ros, tra il dicembre 2013 e il novembre 2014.

Mafia Capitale, dirigente Eur Spa arrestata per corruzione. “Buzzi le dava ‘stipendio’ da 2.500 euro al mese”A pochi giorni dall’inizio del maxi-processo, non si ferma l’inchiesta su Mafia Capitale. Venerdì 30 novembre c’è stato un nuovo arresto per corruzione. Ai domiciliari è finita Clelia Logorelli, 50 anni, dirigente preposto al Settore verde di Eur Spa, responsabile di parchi e giardini.
Secondo le indagini del Ros dei carabinieri e della procura di Roma, la Logorelli ha compiuto atti contrari ai doveri di ufficio in cambio di uno “stipendio” mensile di 2.500 euro che Salvatore Buzzi – ras della cooperativa 29 giugno e braccio destro dell’ex Nar Massimo Carminati – le ha versato a più riprese. I fatti si sarebbero verificati, secondo gli accertamenti dei carabinieri del Ros, tra il dicembre 2013 e il novembre 2014.

Formazione, quella sconosciuta.

Per scrivere ancora una volta sulla formazione permanente devo vincere un senso di rassegnazione e di impotenza che deriva da anni di predicazione inutile, dalla partecipazione a centinaia di riunioni e di convegni che si concludevano con una straordinaria unità nell’individuarla come l’anima delle politiche attive del lavoro, a cui non corrispondevano azioni conseguenti. E persino norme di legge, come quella della recentissima legge Fornero, rimaste inattuate.
Elsa Fornero inserì col concorso del Ministro Profumo, allora al Miur, due commi importanti nella legge che porta il suo nome. Non si arrivava fino ad affermare il diritto alla formazione come diritto della persona, ma si facevano decisi passi avanti nel considerare in una prospettiva unitaria la crescita culturale, civile, sociale e occupazionale che la formazione permanente deve proporsi, rompendo finalmente la separatezza della formazione continua professionalizzante dall’ educazione degli adulti a fini culturali. La persona è unica e indivisibile, e la crescita professionale, culturale, sociale della persona va pensata in una prospettiva unitaria. E a questo fine si definivano le azioni integrate da mettere in atto da scuola, Università, imprese, col concorso delle Regioni, per costruire in Italia un vero sistema di formazione permanente. Ovviamente i commi della legge avrebbero preteso puntuali decreti attuativi. Ma mentre la riforma Fornero trovò rapida attuazione nelle parti che permettevano ulteriore deregolazione del mercato del lavoro e risparmi, come gli interventi sul sistema pensionistico, rimase inattuata sul tema della formazione permanente, a dire il vero senza nessuna sollecitazione in proposito né delle forze sociali né dei partiti.

giovedì 29 ottobre 2015

Dennis Brown - Words Of Wisdom Live In Concert

Che ore sono Erdogan?

 
elezioni_turchia
 global project Marco Sandi
27 / 10 / 2015
Alla sete di potere non c'è mai fine: il delirio di onnipotenza del Presidente Erdogan ne è un chiaro esempio: soprattutto vista la sua ultima uscita, a pochi giorni dalle elezioni: egli ha infatti deciso in maniera arbitraria che l'ora solare non entrerà in vigore almeno sino all'8 novembre. La motivazione pare essere quella di regalare un'ora in più di luce a chi si recherà alle urne, ma la tagliente verità è che se per l'ennesima volta tutti si sono trovati a dover accettare l'ennesima trovata del Presidente, almeno smart phone e tablet si sono ribellati all'”ora speciale di Erdogan".

Per ammazzarti meglio


dinamopress Natascia Grbic 
i sindacati di polizia hanno presentato al governo la loro lista della spesa di armi e dotazioni per contrastare il conflitto sociale, tra cui i famigerati proiettili di gomma. Tutto questo mentre da Roma a Bologna passando per Pisa abbiamo visto in 10 giorni pistole spianate, idranti e cariche brutali.

Obama, l’uomo che non sapeva fare la guerra (né la pace)

www.libreidee.org

Obama sta entrando nell’ultimo anni della sua presidenza ed è tempo di un primo bilancio storico. Marc Bloch sostenne che i contemporanei hanno diritto ad essere i primi a scrivere la storia del proprio tempo. Ovviamente, si tratta sempre di unastoria diversa da quella che scriveranno le generazioni a venire: nessuno, come i contemporanei, sarà mai in grado di apprezzare le più sottili sfumature di linguaggio, le pieghe della mentalità, i particolari delle istituzioni e dell’economia, in una parola, il “colore di quel tempo”. In compenso, i posteri godranno il vantaggio del distacco, conosceranno cose prima segrete, individueranno meglio le tendenze e lo stesso giudizio storico dei contemporanei sarà un pezzo della loro analisi. Dunque, due forme di conoscenza diverse ma non per questo una di maggior pregio dell’altra, e in qualche modo, complementari. Dunque, che giudizio possiamo iniziare a formarci di questa presidenza?
ObamaObama arrivò alla Casa Bianca in un momento certo non facile: la crisi finanziaria si era appena conclamata, la situazione in Iraq ed Afghanistan si era incancrenita, la crisi georgiana rivelava al mondo una Russia tornata potenza decisa a ripristinarela propria influenza di area e le olimpiadi di Pechino rivelavano una Cina in anticipo di circa venti anni sul ruolino di marcia immaginato. E il progetto monopolare americano entrava in crisi mentre sorgeva la sfida degli emergenti per un mondo multipolare. Obama promise l’uscita dalla crisi, la riforma dellafinanza, una cauta ripresa delle politiche di welfarestate (riforma sanitaria), una parziale redistribuzione della ricchezza ed una America sempre unica superpotenza, ma prima fra pari, insomma un progetto egemonico fatto di forza ma anche di consenso, a metà fra il mono-polarismo unilateralista di Bush e il progetto multicentrico degli emergenti.

Ambiente. Emissioni auto, accordo dei 28 paesi Ue: annacquata proposta della Commissione.

Il controllo delle emissioni di un'autoSpostati in avanti e resi meno severi i nuovi limiti che saranno obbligatori in Europa. Si ridurrà in ogni caso il gap fra omologazioni e uso reale. Proteste di verdi ed ecologisti: «Un danno per la salute».

ilmessaggero.it 
 
BRUXELLES - Giro di vite ma non così stretto. Nonostante lo scandalo Volkswagen, l'accordo dei 28 sui nuovi test su strada per le emissioni auto è stato trovato al ribasso, annacquando la proposta della CommissioneUe con soglie di non conformità più alte e uno slittamento dei tempi per dare più margine alle case automobilistiche per adeguarsi.

Immediata la denuncia di verdi e ambientalisti che hanno gridato allo scandalo, perché sarà consentito superare i limiti degli ossidi di azoto, nocivi, di oltre il doppio previsto per legge. Con le nuove norme adottate, dal primo settembre 2017 i nuovi prototipi auto potranno superare del 110% (fattore di conformità del 2,1) il tetto massimo degli 80 milligrammi per chilometro di NOx, contro la proposta iniziale di Bruxelles del 60% (fattore 1,6). Dal primo settembre 2019 (la Commissione chiedeva il 2018) questa soglia entrerà in vigore per tutti i modelli auto.

Media & Regime. A qualcuno piace il gendarme in redazione.


Stiamo facendo una constatazione: nessun quotidiano italiano, tranne Repubblica - con una fotonotizia e un richiamo – mette in prima pagina la scelta di Erdogan di chiudere giornali e televisioni dell'opposizione a quattro giorni dalle elezioni politiche in Turchia.

contropiano.org Dante Barontini
A qualcuno piace il gendarme in redazioneÈ quasi banale pensare cosa sarebbe avvenuto se una decisione del genere fosse stata presa da qualche governo “non alleato”. Decine di pagine di servizi, commenti e condanne. In molti casi giustamente, in altri inventati di sana pianta (ci basterà ricordare, per tutti, la risibile storia della presunta “censura” nel confonti di Yoani Sanchez, blogghera strapagata per fornire materiale di propaganda – pardon, di “comunicazione” - contro Cuba). Ma, in generale, una reazione contro la violazione di un pilastro centrale della democrazia liberale: la libertà di stampa.
Nessuna reazione o quasi, stavolta. Vuol dire che va bene, che si può accettare, che sta dentro il perimetro delle violenze giustificabili.
Secondo quale interesse superiore? Cosa ci può essere di più alto, per un giornalista che voglia vivere secondo lo standard deontologico descritto in ogni manuale di scuola?
A rigore, in questo caso, non si può parlare neanche di “interesse di stato”. La Turchia non è neppure dentro l'Unione Europea. Anzi, l'attuale governo turco sta trattando sul prezzo – tre miliardi, per ora – per trattenere sul suo territorio qualche milione di profughi siriani, iracheni e afghani che altrimenti si riverserebbero sulle isole greche e di lì, per mille vie, verso i paesi più ricchi dell'Europa continentale. Un complice retribuito, insomma, non un soggetto pari grado, da rispettare anche se magari a denti stretti.

Roma, Marino sfida Renzi e ritira le dimissioni. Mossa anti-sindaco del Pd, Orfini a consiglieri: “Rimettete mandato”.

Tra il primo cittadino e il partito è scontro frontale. Ma molti assessori lasciano il mandato, compreso Sabella: "Torno a fare il magistrato". Sel: "Si stanno prendendo una responsabilità importante perché di fatto è una sfiducia che avviene ad opera di un intervento del governo e del premier".

Roma, Marino sfida Renzi e ritira le dimissioni. Mossa anti-sindaco del Pd, Orfini a consiglieri: “Rimettete mandato”

Sul Campidoglio lo scontro diventa frontale. Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha infatti ritirato le dimissioni che aveva presentato il 12 ottobre al culmine della polemica su scontrini e rimborsi di pranzi e cene. Ma la questione ora è diventata tutta politica. La mossa di Marino, che era nell’aria ormai da giorni, è una sfida aperta al proprio partito che gli ha ritirato la fiducia ormai da diverse settimane e in particolare al segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi. La scadenza dei 20 giorni per ritirare le dimissioni sarebbe caduta al 2 novembre.
La decisione di Marino arriva quasi in contemporanea, infatti, con la richiesta del presidente del Pd e commissario cittadino del partito Matteo Orfini che – con piene deleghe di Renzi – ha chiesto ai consiglieri comunali di rimettere il mandato in modo da far decadere l’Assemblea capitolina e quindi il primo cittadino. Una mossa per “togliere ossigeno” all’ipotesi di ritiro delle dimissioni di Marino che però ora da ipotesi è diventata realtà. Tra i consiglieri presenti all’incontro con Orfini la presidente del consiglio comunale Valeria Baglio, Orlando Corsetti, Cecilia Fannunza, Michela Di Biase, Valentina Grippo, Giovanni Paris, Giulia TempestaDaniela Tiburzi e il consigliere di Centro Democratico Daniele Parrucci. Il vertice tra Orfini e consiglieri democratici arriva all’indomani dell’incontro, avvenuto a casa del vicesindaco uscente Marco Causi, tra il primo cittadino e lo stesso Orfini. Un faccia a faccia non risolutivo e in qualche tratto drammatico.
Per far decadere il sindaco, tuttavia, non bastano i 19 consiglieri del Pd (che con l’esponente di Centro democratico diventano 20), ma bisogna arrivare a 25 quindi bisognerebbe che si aggiungessero anche rappresentanti  di Sel e delle opposizioni, mentre è improbabile che questa scelta venga fatta dai 5 consiglieri eletti con la Lista Marino.

Deutsche Bank, rosso record nei conti. Tagliati 9000 posti entro il 2018.

DEUTSCHEDeutsche Bank ha annunciato il taglio di 9 mila posti di lavoro entro il 2018 nell'ambito di un profondo piano di ristrutturazione. Il co-ceo John Cryan ne ha dato l'annuncio in concomitanza con l'uscita dei conti della banca tedesca, che vedono una perdita netta record tra gennaio e settembre di 4,647 miliardi di euro, a fronte dell'utile di 1,25 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Cryan ha dichiarato che, per ripredere la strada degli "utili sostenibili", Deutsche Bank dovrà prendere "decisioni dure" sui posti di lavoro.


"La nostra casa deve tornare ad essere attraente per clienti, azionisti e dipendenti", ha affermato il co-ceo. "Db non ha problemi di strategia. Noi sappiamo dove vogliamo andare", ha detto ancora. Secondo Cryan i risultati dei prossimi due anni saranno influenzati negativamente dalla ristrutturazione e il 2018 sarà "l'anno spartiacque" per la banca. Il risultato negativo del terzo trimestre è influenzato da savalutazioni di investimenti bancari per 5,8 miliardi di euro. Nei nove mesi i ricavi netti di Deutsche Bank sono aumentati dell'11,5% a 26,883 miliardi.

Il rancore proprietario verso i poveri: analisi di un’ideologia trasversale e politicamente corretta.


Roma fa schifo, la livorosa bacheca razzista filo-padronale, ha purtroppo assunto nel corso del tempo il ruolo di voce “dell’uomo qualunque”, del “cittadino” romano mediocre, sfogatoio qualunquista del peggior odio anti-proletario, aiutata in questo da un supporto mediatico senza precedenti volto ad elevare ad “opinione pubblica rilevante” qualsiasi espressione del malcontento purchè (apparentemente) non organizzata politicamente. 
 
Collettivo Militant
Il rancore proprietario verso i poveri: analisi di un’ideologia trasversale e politicamente corretta
 Il qualunquismo a-partitico e anti-politico, superficialmente criticato, è invece il requisito fondamentale per essere presi in considerazione dall’informazione mainstream. Partito con l’obiettivo (anche qui apparente) di denunciare il “degrado” cittadino fatto di muri sporchi, tombini otturati, marciapiedi ingombri di immondizia, il sito è rapidamente evoluto in denuncia permanente della povertà, accusando i poveri, i lavoratori dipendenti, i militanti politici, i migranti, del declino economico, sociale e culturale della città. Ovviamente la fortuna del covo razzista-qualunquista è dovuta anche ad una situazione oggettiva, quella del suddetto declino, che riguarda la città e che non è stato minimamente compreso dalla sinistra cittadina, che da una parte ha governato questo declino per un ventennio, mentre dall’altra ammiccava al “buongoverno” centrosinistro interpretato come “male minore” rispetto alle opzioni politiche di centrodestra. Per altro verso, quello della sinistra non compromessa con i passati governi cittadini, il tema del declino metropolitano è stato abbandonato cedendolo alle retoriche di una destra reazionaria che ovviamente oggi cerca di cavalcare un malcontento popolare che pure è legittimo e anzi sacrosanto. Bene, questa la premessa. Oggi però il ruolo e gli obiettivi polemici del sito in questione sono cambiati smascherando non solo l’intento reale del suo curatore, Massimiliano Tonelli, cioè quello di incolpare lavoratori e disoccupati del declino cittadino, ma soprattutto manifestando la propria ideologia proprietaria neoliberista, volta a difendere la proprietà dei possidenti dalle pretese dei “diversamente ricchi”. Insomma, da sito moralistico-perbenista si è trasformato in sito della destra cittadina in campagna permanente contro l’economia pubblica, i lavoratori dipendenti e i militanti politici. In realtà, ovviamente, lo è sempre stato, ma se prima copriva questa sostanza da una patina politicamente accettabile o spendibile venendo per l’appunto ripreso dall’informazione generalista, oggi il Tonelli ha gettato la maschera per motivi che magari capiremo in primavera. Questo però non toglie che numerose sue prese di posizione ancora oggi possono passare non come politicamente orientate, ma come “discorsi di buon senso”, riuscendo così a far passare un messaggio che altrimenti farebbe fatica a trovare spazio all’interno dei quartieri popolari. Ad esempio, la polemica sul corteo di Centocelle contro sfratti e sgomberi.

Così l'Italia è diventata più povera con la crisi E il nostro welfare è tra i peggiori in Europa.

Così l'Italia è diventata più povera con la crisi 
E il nostro welfare è tra i peggiori in Europa Il nostro paese ha uno tra i tassi più alti di rischio povertà per i minori, mentre lo stato sociale non riesce a fornire un aiuto paragonabile a quello delle altre nazioni europee. I single con figli categoria più svantaggiata.

L'Espresso di Davide Mancino
 

L'Italia è, con la Spagna, fra i paesi con il maggior numero di bambini a rischio povertà. Secondo Eurostat un bambino su tre fra i 6 e i 10 anni vive in una famiglia a basso reddito – dove manca il lavoro o che non può permettersi quanto a volte viene dato per scontato: una tv, una lavatrice, il riscaldamento; magari una settimana di vacanza altrove. Per le bambine il rischio è un po' più elevato che per i maschi. Nel Regno Unito il problema appare meno grave – scendiamo al 29 per cento, per non parlare di Francia e Germania dove la povertà infantile riguarda il 20 per cento dei bambini di quell'età.

La questione non è solo banalmente materiale: chi cresce in questo modo tende ad andare meno bene a scuola, avere più problemi di salute – in generale a diventare a sua volta povero. Un circolo vizioso che si perpetua nel tempo. Secondo stime Eurostat del 2009 il 2,4 per cento dei ragazzi italiani sotto i 16 anni non può permettersi abbastanza frutta e verdura, il 4,5 per cento manca di proteine, il 2,7 di scarpe e il 6,2 di vestiti. Né in sei anni, con l'economia in condizioni ancora peggiori, c'è motivo di pensare che le cose siano migliorate.

Roma, Marino: "Non ho niente da chiedere, non devo negoziare con nessuno".

Il sindaco dimissionario in Campidoglio parla dei suoi rapporti con il Pd dopo l'incontro a sorpresa di ieri con Orfini. Sulle affermazioni di Cantone ("Milano capitale morale"): "Gli anticorpi nella capitale esistono". Renzi? "Ho di meglio da fare che andare in aeroporto", ha detto.

Roma, Marino: "Non ho niente da chiedere, non devo negoziare con nessuno"repubblica.it 
"Qui la questione non è Ignazio Marino ma Roma: io non ho assolutamente nulla né da chiedere né da negoziare con nessuno". Appena arrivato in Campidoglio, il sindaco dimissionario di Roma, Ignazio Marino, mette subito le cose in chiaro sui suoi rapporti col Pd, dopo l'incontro a sorpresa di ieri con Matteo Orfini. E sulle anticipazioni da dare sulle proprie scelte future, ritirare o meno le dimissioni, avverte: "Sto riflettendo e comunicherò presto le mie decisioni alla presidente dell'Assemblea capitolina, Valeria Baglio".

Poi riferendosi alle affermazioni del presidente dell'Anac Raffaele Cantone su Milano "capitale morale, mentre Roma sta dimostrando di non avere quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere", Marino risponde: "A Roma gli anticorpi esistono, questa piazza domenica scorsa ne ha visti migliaia e nella città ce ne sono milioni ma vanno valorizzati da noi delle istituzioni perché, anche all'interno di un organismo vivente, se gli anticorpi vengono annichiliti non potranno svolgere bene la propria funzione".

In Campidoglio continua da giorni il presidio fisso in sostegno di Marino. Al suo arrivo, oltre alle telecamere e ai giornalisti, c'erano anche alcuni sostenitori. "Marino sei un eroe", ha gridato un signore, mentre un altro ha esposto un cartello con la scritta 'Non mollare, falli crepare', che è stato autografato dal primo cittadino.

Classe Dirigente. Mentre infuriano le polemiche sulle pensioni, l'Inps premia 26 dirigenti con 3,4 milioni di euro.

INPSIl sistema di incentivazione per i dirigenti Inps sulle ispezioni "ha dato luogo all'erogazione di un importo, per i 26 dirigenti delle aree di vigilanza, pari a circa 3,4 milioni per il biennio 2012-2013". Lo afferma il presidente Inps, Tito Boeri a proposito dell'indagine della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore sull'erogazione di premi di produttività nel biennio 2012-2013 sulla base di risultati delle ispezioni "gonfiati".

"Alla luce di quanto sopra esposto sembra possibile ritenere che, ove si rivelasse fondata l'ipotesi investigativa - ha detto Boeri che oggi è stato audito dalla Commissione Lavoro della Camera sul fenomeno del caporalato - il fenomeno oggetto dell'indagine possa risultare circoscritto nelle sue dimensioni.
Boeri ha sottolineato che i 400 milioni di premi di cui si è letto in questi giorni sulla stampa "rappresenta l'importo complessivamente erogato dall'Istituto ai 30.000 dipendenti come retribuzione di risultato legata alla produttività e alla qualità del servizio secondo i criteri definiti nei contratti collettivi nazionali di lavoro e nei contratti collettivi integrativi vigenti".

Classe Dirigente. Palermo, arrestato il presidente di Rete Ferroviaria Lo Bosco: “Il suo nome in libro mastro delle tangenti”.

Il dirigente di Rete Ferroviaria italiana e presidente dell'Azienda siciliana trasporti ai domiciliari. Secondo l'accusa, ha ricevuto tangenti "per evitare intoppi" in lavori da 26 milioni. Misure cautelari anche per due funzionari del Corpo Forestale. Crocetta: "Azzerare il cda di Ast".

Palermo, arrestato il presidente di Rete Ferroviaria Lo Bosco: “Il suo nome in libro mastro delle tangenti”
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La polizia di Palermo ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di tre funzionari pubblici accusati di concussione. Ai domiciliari tra gli altri il presidente di Rete Ferroviaria Italiana, Dario Lo Bosco. Sono accusati di avere intascato mazzette in relazione ad appalti pubblici. Rfi è una società partecipata al cento per cento da Ferrovie dello Stato e gestisce le infrastrutture della rete ferroviaria in tutto il Paese. Lo Bosco è anche presidente di Azienda siciliana trasporti (Ast) e in questa qualità è finito sotto accusa.
L’accusa è di aver preso da un imprenditore agrigentino tangenti per evitare intoppi nello svolgimento dei lavori su un appalto da 26 milioni bandito dal Corpo Forestale della Regione Sicilia. Lo Bosco, secondo la Procura, ha intascato una tangente di 58.650 euro legata ad un appalto per l’acquisto di un sensore per il monitoraggio delle corse dei treni.

Perché per la prima volta i Bot vanno a ruba anche se non rendono niente.

GRAFICOTassi negativi sui titoli di Stato, dopo i Ctz anche i Bot a 6 mesi scivolano sotto zero grazie a Mario Draghi.


 
Pagare per prestare denaro. Per comprendere l'apparente paradosso che si sta verificando sul mercato dei titoli di Stato italiani, con i 6 miliardi di Bot a sei mesi collocati oggi in asta per la prima volta con un rendimento negativo, cioè per gli investitori "pagando" per dare soldi in prestito, in tempi di nostalgia di "Ritorno al futuro" può essere utile portare la macchina del tempo al 25 novembre 2011. In uno dei giorni più tempestosi della crisi dello spread, un'analoga asta assegnava 8 miliardi di titoli con un rendimento del 6,5%. Quattro anni fa, un investimento di 1000 euro avrebbe "restituito" dopo sei mesi 1065 euro. Oggi, con un investimento identico, ci si assicura in scadenza 995 euro. Meno di quanto speso.
Basta questo rapido confronto per mostrare l'assoluta eccezionalità del momento. Eccezionalità che ha un artefice ben preciso: Mario Draghi. Le parole pronunciate dal presidente della Banca Centrale Europea giovedì scorso al termine del board dell'Eurotower hanno suggerito l'ipotesi che nella riunione dell'esecutivo di dicembre possa essere discusso un ulteriore ampliamento del programma di acquisto di titoli di Stato, il cosiddetto Quantitative Easing. In vista di una ulteriore discesa dei tassi sui depositi, oggi a -0,2%, e di un ulteriore discesa dei rendimenti, con conseguente aumento dei prezzi, anche l'acquisto di titoli con rendimenti negativi può risultare conveniente.

Contratti pubblici, sindacati pronti allo sciopero.

I sin­da­cati del pub­blico impiego non accet­tano il magro stan­zia­mento per i loro con­tratti, e sono decisi a mobi­li­tarsi con­tro la legge di sta­bi­lità: si va verso lo scio­pero gene­rale, hanno annun­ciato ieri minac­ciosi. Chie­dono 150 euro di aumento, una cifra simile a diverse piat­ta­forme o accordi già siglati nel pri­vato: somma che però a loro è negata, e che allo stato attuale anzi pare quasi lunare. Il governo sarebbe inten­zio­nato infatti a elar­gire quella che Cgil, Cisl e Uil defi­ni­scono una «man­cia» — circa 8 euro al mese — addi­rit­tura per decreto, senza nean­che aprire un negoziato.
«Chie­diamo con­tratti per rimet­tere in moto ser­vizi alle fami­glie e alle imprese, accre­scendo la par­te­ci­pa­zione, e rispet­tando il senso del richiamo della Corte Costi­tu­zio­nale. Se ser­virà andare allo scio­pero gene­rale, noi siamo pronti — dichia­rano Ros­sana Det­tori, Gio­vanni Fave­rin, Gio­vanni Tor­luc­cio e Nicola Turco, segre­tari di Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl e Uil Pa — Il governo la smetta con le pro­vo­ca­zioni e apra il tavolo. Chie­diamo un rin­novo digni­toso, che dopo sei anni di para­lisi totale, per noi signi­fica 150 euro di aumento medio con pro­dut­ti­vità e rico­no­sci­mento pro­fes­sio­nale, altro che l’equivalente di una man­cia come vor­rebbe il governo».
I sin­da­cati del pub­blico impiego ieri erano mobi­li­tati in cento piazze con­tro la riforma delle pro­vince: un pro­cesso di mobi­lità «sel­vag­gia, frutto di un con­fuso pro­cesso di “can­cel­la­zione”», spie­gano. Quindi la denun­cia dei «danni che potreb­bero arri­vare dal decreto mobi­lità e dalla legge di Sta­bi­lità sui ser­vizi ai cit­ta­dini e sui lavo­ra­tori pubblici».

"Dove porta la marcia su Roma? Corporativismo e falsa modernizzazione".

Intervento di Franco Astengo.  
Il termine fascismo nasce con i Fasci siciliani (1891 – 1893), ma la prima fortuna politica di questo appellativo si colloca tra il 1914 e il 1919, a partire dai Fasci di azione rivoluzionaria, che propagandavano l’intervento italiano nella prima guerra mondiale, precedendo quindi l’adunata dei Fasci di combattimento di Milano del 23 Marzo 1919, atto di nascita del movimento mussoliniano.

controlacrisi.org franco astengoIl fascismo nasce, quindi, come punto di aggregazione di reduci dalla guerra rimasti ai margini nel processo di riorganizzazione della vita pubblica nell’immediato dopoguerra, riorganizzazione fondata sui nuovi grandi partiti di massa e sulla convivenza tra questi e gli antichi ceti notabilari dell’Italia liberale.
I reduci di guerra si mossero così sulla base di contorni politici piuttosto vaghi, prevalentemente rappresentativa di ceti intermedi, all’insegna di slogan che oggi potremmo riassumere come quelli della “rottamazione” o del “tutti a casa”.
Il fascismo, in questo modo si inserì, nei primordi, in un filone di generico ribellismo, schierandosi tuttavia da subito su di una linea violentemente anti-socialista e anti – democratica, all’insegna di una non meglio precisata “selezione di valori”.