È di fronte a questo quadro che il prefetto Gabrielli non assolve, ma scioglie. Chiedendo una discontinuità. Al contrario aveva chiesto lo scioglimento la commissione la commissione prefettizia insediata col precedente prefetto Marilisa Magno e proseguita con Gabrielli. È la relazione, diciamo così, alla base di quella successiva di Gabrielli. È una relazione secretata, come è ovvio in questi casi, di cui è a conoscenza il ministro dell'Interno. Ma fonti autorevoli che l'hanno letta parlano di un quadro impietoso e terribile. Qualcosa è trapelato sui giornali in articoli non smentiti. Carlo Bonini, su Repubblica del 10 luglio, scrive che la commissione aveva chiesto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose perché "il condizionamento mafioso si è realizzato secondo schemi e copioni non intaccati dal cambio di amministrazione". Sono mille le pagine che Marilisa Magno consegna a Gabrielli. Sul Sole24 Ore del 19 giugno, in un articolo documentato (e non smentito) si parla di documento esplosivo. Che spiega l'intreccio tra politica e sistema di Mafia capitale: nomi, cognomi, relazioni, responsabilità. Dunque Gabrielli, letta quella relazione, non sciolse, ma neanche assolse. Affidando alla politica il compito di attivare gli anticorpi. La politica invece, una volta che non è stata sciolta, si è assolta.
Domando: è possibile che, nei mesi successivi, la politica - e il Pd - si è avvitata parlando di sé e non di come debellare la Mafia. Marino si dimette, dice che le dimissioni sono irrevocabili, poi che sono revocabili, poi è andato a parlare di scontrini in procura, si è contraddetto, poi le gaffe pure sul Papa, il viaggio in America, le vacanze in America mentre i Casamonica volavano su Roma. E il premier? Mai un discorso di verità al paese, una assunzione pubblica di responsabilità, l'indicazione al paese di una via d'uscita. Alla festa dell'Unità preferì andare a giocare a biliardino con Orfini pur di evitare il discorso, per ragioni tattiche. Da allora il cancro ha fatto le metastasi. Domando ancora: ma ve la immaginate la Merkel con Berlino in mano alla mafia andare a farsi un bello scopone scientifico con Scheuble? Una grande questione nazionale sembra essersi trasformata in una questione privata da risolvere tra casa Causi e qualche ufficio dei gruppi consiliari. Senza una discussione nel Pd, anzi tra il Pd e la città, e senza far capire all'opinione pubblica responsabilità, errori, e anche crimini. A partire da Marino, troppo impegnato nel ruolo di vittima in servizio permanente per spiegare come a fatto a non vedere la mafia che governava al suo posto, come è scritto nelle relazioni dei prefetti.
Nel frattempo la chemio è ferma. E allora, un appello, al governo. E, in particolare, al ministro dell'Interno: desecretate la relazione della commissione prefettizia, rendete tutto pubblico. Il governo può farlo, in un consiglio dei ministri. È l'operazione trasparenza e verità per chiarire ciò che la politica, al momento, non ha chiarito: quali e quante responsabilità ha Marino nel mancato contrasto al sistema criminale, quali e quante ne ha il Pd, chi sottovalutò, chi non fu ascoltato. È evidente che il tentativo successivo alla relazione Gabrielli, con la nuova giunta di Orfini, è fallito perché è mancato, innanzitutto, questa analisi di fondo. Perché è complicato andare avanti sul rinnovamento mantenendo l'ambiguità sulle colpe che aveva avuto Marino nel non vedere. Pubblicate tutto, per trovare anche un riscatto morale di fronte al paese. Il problema è il cancro. Senza anticorpi, si muore
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