giovedì 29 ottobre 2015

Per ammazzarti meglio


dinamopress Natascia Grbic 
i sindacati di polizia hanno presentato al governo la loro lista della spesa di armi e dotazioni per contrastare il conflitto sociale, tra cui i famigerati proiettili di gomma. Tutto questo mentre da Roma a Bologna passando per Pisa abbiamo visto in 10 giorni pistole spianate, idranti e cariche brutali.
In questo paese stanno succedendo delle cose bizzarre. Il 27 ottobre si è tenuta a Palazzo Chigi la presentazione del libro “Dieci anni di ordine pubblico”: tema della discussione e argomento principe del volume, il fatto che negli ultimi anni le manifestazioni di protesta siano aumentate, così come gli agenti feriti. La soluzione paventata dalle forze di polizia, sarebbe il dotarsi di nuovi strumenti d’offesa che limiterebbero il contatto tra agenti di polizia e manifestanti: quindi, prima di tutto “andrebbe creata una creazione di vere e proprie task force "antisommossa", altamente specializzata” le quali dovrebbero essere dotate di due strumenti atti a offendere. Il primo consiste nei fucili marcatori, ossia armi che sparano palle di vernice che dovrebbero identificare i “facinorosi” per facilitarne riconoscimento e arresto, e il secondo sono i proiettili di gomma.
Partiamo dall’inizio: l’aumento delle manifestazioni di protesta e il moltiplicarsi del numero di agenti feriti durante i cortei. In un periodo di crisi economica che va avanti dal 2008 – e che ha prodotto dal punto di vista sociale quella che può essere considerata una vera e propria macelleria – è normale che aumentino il dissenso e la rabbia verso la classe politica, i finanzieri, le banche, e tutti i vari responsabili di questa crisi. Le riforme fatte nel corso degli anni dai vari governi – riforme del lavoro, della scuola, dell’università, etc. - hanno mostrato chiaramente la volontà di privilegiare le aziende e le lobbies, piuttosto che lavoratori e studenti (i quali hanno visto un progressivo immiserimento delle loro condizioni contrattuali, un innalzamento delle tasse e un’università sempre più dequalificata). In questo contesto è più che comprensibile che aumentino proteste e mobilitazioni, e il negarlo vuol dire non voler rendersi conto – anche un po’ faziosamente – della realtà dei fatti. Sull’aumento del numero di agenti feriti durante i cortei negli ultimi anni, in realtà, viene un po’ da sorridere se si pensa a ciò che nei fatti accade realmente. Non è un’esagerazione dire che le forze dell’ordine, spesso durante le manifestazioni, ma non solo, esercitano la violenza non per contenere uno specifico problema, ma per attaccare e fare del male. Per rendersene conto, basti guardare agli ultimi fatti accaduti in Italia: il 20 ottobre gli Studenti della Sapienza sono stati caricati con manganelli e idranti in maniera del tutto indiscriminata solo perché volevano entrare nella propria Università e, sempre a Roma, un sit-in pacifico in solidarietà con lo sgombero dell’Ex Telecom a Bologna è stato caricato con gli idranti.Idranti lanciati contro un presidio dove erano presenti anche dei bambini e a gittata così forte che hanno addirittura divelto un semaforo, rischiando di ammazzare qualcuno. A Pisa la polizia è entrata all’università a pistole spianate per identificare un gruppo di studenti che aveva occupato l’Ex Gea. In casi come questi, dove le forze dell’ordine assumono degli atteggiamenti particolarmente violenti nei confronti dei manifestanti e vengono condannati con forza dall’opinione pubblica, gli agenti hanno una prassi consolidata ormai da anni: farsi refertare anche senza essersi fatti nulla. I processi per lesioni agli agenti di polizia nei confronti dei manifestanti d’altra parte, finiscono spesso e volentieri con delle assoluzioni, cosa che dimostra come questo “aumento di agenti feriti” non corrisponda assolutamente a realtà.
Ma adesso passiamo alla parte più interessante: le armi – perché di questo si tratta – richieste dalle forze dell’ordine, come i fucili marcatori e i proiettili di gomma. Armi atte a offendere e che, per la loro pericolosità, sono state vietate in Catalogna grazie alle campagne Stop Bales de Goma e OjoConTuOjo. Qui i proiettili di gomma sono stati usati spesso e volentieri in maniera indiscriminata durante le manifestazioni, causando centinaia di feriti – di cui molti hanno subito danni permanenti - e la morte di almeno nove persone.
Per capire meglio di cosa si tratta, è utile fare un passo indietro e capire che cosa sono e come nascono realmente questi proiettili. Usati per la prima volta nel 1970 contro le rivolte nell’Irlanda del Nord, fino al 2005 hanno causato 17 morti, più centinaia di persone ferite in maniera grave. Questo particolare tipo di proiettile, non solo causa un dolore indicibile, ma può provocare fratture, emorragie interne e, nel peggiore dei casi, la morte.
Il fatto che non siano di piombo, non vuol dire assolutamente che siano meno pericolose di una pallottola vera e propria: se sparati a distanza ravvicinata e in maniera scorretta, possono essere letali e provocare handicap permanenti. In un paese dove l’uso illegittimo della violenza da parte degli agenti è all’ordine del giorno, mettere queste armi a disposizioni delle forze di polizia servirebbe solamente a far aumentare le violenze indiscriminate nei confronti dei manifestanti. Per quanto riguarda invece i fucili marcatori, che servirebbero a identificare i “facinorosi”, chi può assicurare che non siano usati in maniera arbitraria contro il primo malcapitato che capiti a tiro, solo per poter fare qualche arresto a caso? Nessuno.
Dove sono stati inventati, in Inghilterra, è stato confessato che i proiettili di gomma sono più pericolosi di quanto ammesso nel corso degli anni. Eppure in Italia le forze dell’ordine li richiedono a gran voce. Le stesse forze dell’ordine che entrano armi in mano all’Università di Pisa per sgomberare gli studenti; le stesse forze dell’ordine che si lanciano con le camionette contro i manifestanti durante i cortei; le stesse forze dell’ordine che picchiano con i manganelli al contrario per fare più male; le stesse forze dell’ordine che hanno applaudito gli assassini di Federico Aldrovandi. Sicuri di voler mettere altre armi nelle mani di questa gente?

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