L'intervento di Moni Ovadia a Bologna.
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L'intervento di Moni Ovadia a Bologna.
Nel decreto del Masaf oltre 83 milioni di euro sono stati dirottati dalle politiche attive per il lavoro alle imprese agricole. Una conferma che il supporto alla formazione non sta andando secondo le previsioni del governo.
(STEFANO IANNACCONE – editorialedomani.it)
Nel dettaglio, però, quei soldi verranno usati per garantire degli sgravi contributivi destinati al personale. Resta, tuttavia, il dato politico dietro l’operazione: il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida chiede e la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, mette simbolicamente mano al portafogli. Dimostrando anche quali siano i rapporti di forza interni alla squadra di governo.
Ogni modello della prassi politica è influenzato da una filosofia
politica che analizza il mondo che ci circonda e, in epoca moderna,
soprattutto le sue caratteristiche economiche.
Molti potrebbero sostenere che l'obiettivo del socialismo proposto dalla filosofia politica del marxismo sia diventato, nel contesto attuale, un po' più difficile da raggiungere; ma questo, pur spiegando l'attuale indebolimento della sinistra, non costituisce una crisi per il marxismo.
Una guerra che a volte è sembrata quasi ad armi pari, in Ucraina; una strage che vuole sembrare una guerra, a Gaza. Hanno qualcosa in comune? Costringono a riflettere, le due direzioni tematiche di questo studio in presa diretta, fatto di articoli sulla stampa, interventi in convegni e inediti.
carmillaonline.com Luca Baiada
Forte della preparazione giuridica – l’autore è stato un magistrato con funzioni presidenziali in Cassazione – e di attenzione ai dati, Domenico Gallo confronta i fatti con le esigenze della condizione umana e con norme rigorose. Sono le garanzie della legalità internazionale e del diritto penale, violate in nome della ragion di Stato, della lotta al terrorismo, della sicurezza, della difesa, dell’identità.
Per un quadro generale. George Kennan, teorico del contenimento del blocco socialista, sul «New York Times» a febbraio 1997, indicò la decisione di espandere la Nato come il più grave errore del dopo guerra fredda. Due anni dopo, nel 1999, la Nato abbandonò il carattere di alleanza difensiva:
Con la scelta che gli Usa hanno imposto alla Nato nel luglio del 1997, il treno della storia è stato deviato su un altro binario, verso un percorso che ci ha sempre più velocemente allontanato dall’orizzonte del 1989 e alla fine è arrivato al capolinea il 24 febbraio 2022, data che simbolicamente rappresenta l’evento opposto e contrario a quello del 9 novembre 1989.
Ci sono rilievi più specifici. Si cita Benjamin Abelow, Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina (Fazi 2023), commentando:
La sciagurata avventura militare di Putin, che ha varcato il Rubicone la mattina del 24 febbraio 2022, [costituisce] una risposta del tutto prevedibile, e perciò prevenibile, a una trentennale storia di provocazioni alla Russia, cominciate durante la dissoluzione dell’Unione sovietica e proseguite, in un crescendo inarrestabile, fino all’inizio del conflitto attuale.
L’ipocrisia di gruppi dirigenti contrapposti, e insieme attivi ai danni del popolo, è denunciata osservando che con la guerra le scelte decisive hanno motivi inconfessabili ma sono ammantate di «valori assoluti, tanto più intransigenti, quanto più farlocchi». Dal 2022, in concreto:
Se dal versante russo si legittima la guerra alzando la nobile bandiera della lotta al nazismo e si risveglia lo spirito patriottico richiamando gli immensi sacrifici umani sostenuti dall’Urss per sconfiggere Hitler, sull’altro versante l’aggressione all’Ucraina è un’aggressione alla democrazia e ai «valori dell’Occidente».
So che accadono cose infinitamente più importanti e gravi nel mondo, ma mi permetto una riflessione della domenica.
Sono venuto a sapere che si è tenuta una competizione canora chiamata “Eurovision”.
Non mi produrrò in una reprimenda verso gli spettatori, perché, dalle immagini che ho visto circolare, chi l’ha visto è già stato punito abbastanza, e non è il caso di infierire.
Scopro però anche che avrebbe vinto un tale Nemo, che si fa fotografare con i vestitini delle bambole addosso e gioca tutte le sue carte di talento canoro sull’ennesima eccitante “provocazione” di essere fluido (mi si è addormentato persino il braccio mentre scrivevo).
Ora, il signore / la signorina / l’ente perspirante (non mi sbilancio, barrate voi la casella appropriata) pare uno con le idee davvero chiare. E qui non scherzo.
fb Il CIRCOLO #PD di #CAMPAGNANO promuove per il giorno #GIOVEDÌ #23MAGGIO, ore 18.00, presso la propria sede di CORSO VITTORIO EMANUELE, 95, un INCONTRO PUBBLICO per discutere insieme e per fare il punto sulla #CRISI #IDRICA: tutte le azioni intraprese fino ad oggi e quelle da mettere in campo per il superamento del più grande disagio che da troppo tempo affligge la nostra Comunità!
“Dobbiamo compiere uno sforzo titanico”, ha dichiarato Win Cowger, autore principale e ricercatore presso il Moore Institute for Plastic Pollution Research. In quanto, secondo la ricerca, esiste una correlazione diretta tra la produzione annuale di plastica delle aziende e la frequenza con cui i loro prodotti venivano rilevati tra i rifiuti raccolti. Ma scendiamo più nel dettaglio.
L’emersione di nuove tecniche di ingegneria genetica, le cosiddette New genomictechniques, ha portato le istituzioni europee a proporre la deregolamentazione dei nuovi OGM che ne derivano. Con gravi pericoli per ambiente, salute e diritti.
contropiano.org Stefano de Angelis *
Stefano Mori e Francesco Panié, del Centro Internazionale Crocevia, lo raccontano in un’analisi approfondita che mette in luce pericoli, retroscena e interessi. Il libro, intitolato: “Perché fermare i nuovi OGM”, esce in libreria per Terra Nuova Edizioni il 22 maggio.
Il libro arriva proprio nel corso di una mobilitazione che vede, in Italia e in Europa, movimenti contadini e associazioni del biologico impegnati nel contrastare la deregolamentazione europea, che cancellerebbe gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio per i nuovi OGM.
Gli utili idioti continuano a ripetere a pappagallo le false argomentazioni israeliane. La prima volta che mi inganni la colpa è tua, la seconda volta la colpa è mia…
“Gli italiani hanno un proverbio,” ha scritto nel XVII secolo il cortigiano britannico Anthony Weldon: “Chi mi inganna una volta è per colpa sua, ma la seconda la colpa è mia.”
Oggi riassumiamo comunemente quell’antico proverbio italiano con “la prima volta che mi inganni la colpa è tua, la seconda la colpa è mia.”
Dunque, nell’Italia ridotta
a succursale di Gotham City, è cosa buona e giusta che il premier
accolga in pompa magna un ergastolano condannato definitivamente per
aver trucidato a sangue freddo il figlio di un tizio affetto da demenza
che aveva appena truffato (e meno male che ne ha fatto secco uno solo:
con due morti ammazzati, arriva la fanfara; con tre, le frecce
tricolori).
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)
Cittadini e turisti che vi recate a Roma sappiate che non è quantificabile il tempo di attesa del taxi alla stazione Termini, se invece vi dovete spostare all’interno della città calcolate con anticipo la possibilità di muovervi a piedi o con altri mezzi, perché spesso la risposta è: «Non abbiamo taxi disponibili». Anche a Milano prendere un taxi in tempi accettabili non è affatto scontato.
(Milena Gabanelli, Mario Gerevini, Simona Ravizza – corriere.it)
La confederazione «Muoversi», che raggruppa le principali associazioni di settore (AniTrav, Comitato Air, Sistema Trasporti, Asincc) ne stima fra i 25 e i 30 mila. Secondo i numeri ufficiali, invece, sarebbero solo 5.179, ma semplicemente perché i Comuni che devono rilasciare le autorizzazioni non hanno comunicato i dati all’Autorità di Regolazione dei Trasporti.
SOLDI E POLITICA – Pullman, social e comizi: la “cara” corsa dei 76 aspiranti parlamentari Ue (e di chi non verrà neanche eletto).
(WANDA MARRA – ilfattoquotidiano.it)
La visita di Putin in Cina costituisce un’ulteriore tappa del percorso a cui la visione patologica del mondo dell’Occidente ha costretto la Russia che per decenni aveva bussato alla porta dell’Europa.
(ELENA BASILE – ilfattoquotidiano.it)
Putin nel 2000, quando prende il potere, ha due obiettivi strategici: l’inserimento della Russia nelle strutture della governance economica euroatlantica e la ricostruzione della sovranità dello Stato. Fino al 2014 riesce a riconciliare l’indipendenza strategica di Mosca con l’esigenza di stabili rapporti economici con l’Occidente. Il colpo militare di piazza Maidan, ampiamente documentato, del 2014, lascia il Cremlino esterrefatto.
La scelta tormentata dell’annessione della Crimea per proteggere la base sul mar Nero di Sebastopoli avrebbe potuto dare inizio a uno sviluppo autarchico e togliere al presidente russo il consenso di quel blocco sociale ed economico che si era arricchito nei commerci e investimenti con l’Europa. La salvaguardia della sovranità russa non sembra più conciliabile con gli interessi dell’economia di Mosca. Del resto nel 2014 anche in Occidente la disintermediazione tra capitale e interessi della politica è avvenuta. L’Occidente rinnega la globalizzazione che aveva portato a una distribuzione del potere economico a vantaggio della Cina e degli emergenti.
Si arrocca in una strategia che sarebbe giunta al friendshoring: si commercia e si investe solo con gli amici.
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Non è certo una novità, ma ora a sancirlo è una delibera della Corte dei Conti. “Il controllo eseguito sulle premialità riconosciute ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni centrali nel triennio 2020-2022 – scrive la magistratura contabile – evidenzia la diffusa indicazione di obiettivi particolarmente bassi e autoreferenziali, oltre alla scelta di indicatori di performance poco sfidanti“.
ilfattoquotidiano.it
L’analisi, approvata con Delibera n. 62/2024/G della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, è stata sull’effettività del Sistema di misurazione e valutazione della performance dei dipendenti pubblici previsto dal decreto legislativo n. 150/2009 nel frattempo modificato dalla riforma Madia.
Secondo il Fondo monetario internazionale l’economia italiana si è ripresa bene dalla pandemia e dagli shock dei prezzi dell’energia ma “le previsioni di crescita sono moderate per i prossimi anni”.
Gli Stati Uniti sono contrari a una tassa globale sui miliardari. La segretaria al Tesoro Janet Yellen in un’intervista al Wall Street Journal respinge la proposta avanzata dal Brasile, presidente di turno del G20, e appoggiata da Francia, Germania e Spagna per imporre un’imposta globale sulle 3mila persone al mondo proprietarie di patrimoni superiori al miliardo di dollari.
ilfattoquotidiano.it
“Noi crediamo in una tassazione progressiva. Ma non supportiamo un percorso che punti ad arrivare a un qualche accordo globale per tassare i miliardari e ridistribuire poi in qualche modo i ricavi”, ha detto Yellen posizionandosi in vista del G7 dei ministri delle Finanze che si terrà a Stresa da giovedì a sabato durante il quale si discuterà – oltre che di asset russi congelati e impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia – anche dell’attuazione del primo pilastro dell‘accordo sulla tassazione minima delle multinazionali e della proposta brasiliana.
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È ancora troppo presto per dire se l’elicottero che trasportava il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il suo intero entourage, compreso il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e il governatore dell’Azerbaigian orientale Malek Rahmati, si sia schiantato per un incidente causato dal maltempo o se si sia trattato di un attentato occidentale: entrambe le ipotesi sono in campo e altrettanto possibili, tanto più che i servizi inglesi, operanti da un secolo e mezzo, poi quelli americani e infine il Mossad hanno una consistente e storica presenza nel Paese, vi infiltrano continuamente terroristi e armi per alimentare una sorta di continua guerriglia fatta passare per resistenza interna.
Le foto disponibili come quella pubblicata in apertura del post dove si vede l’elicottero disintegrato, salvo il boma di coda sono compatibili con l’incidente, ma la tesi dell’attentato che può anche essere avvenuto sabotando l’elicottero del presidente, è in ogni caso irresistibile, visto che è la risposta tipica delle potenze occidentali quando non sono in grado di dare una risposta militare: tutto il mondo sa che l’attacco iraniano a Israele ha messo in luce la scarsa deterrenza di Tel Aviv, la sua debolezza e dunque la strada di una vendetta trasversale è quella più facile da percorrere, tanto più che in questo caso si tratterebbe di una “lezione” ad ampio raggio visto che l’elicottero di Raisi è caduto dopo che questi aveva incontrato il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev per inaugurare una diga. Se non è stato un attentato è comunque quello che Tel Aviv e Washington avrebbero voluto fare ed è da questo che nasce l’incertezza.
https://t.me/c/1895007072/38220
“Abbiamo perso 8mila megawatt di elettricità: è molto. Ieri ho parlato con gli operatori del settore energetico: su 8mila, 800 lavorano un decimo”.https://t.me/tutti_i_fatti/37703
https://t.me/ArsenaleKappa/11856
https://www.fattieavvenimenti.it
Lo scrive il New York Times. In una dichiarazione, il giudice Khan ha detto che stava richiedendo mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant. per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Stessa richiesta per i leader di Hamas Yahya Sinwar, Muhammad Deif e Ismail Haniyeh in relazione all’attacco del 7 ottobre e alla guerra a Gaza.
Di che cosa parliamo quando parliamo di Occidente? Oggi, con la guerra in Ucraina, sembra ritornare in auge un concetto di Occidente tutto geopolitico, dove Europa occidentale e Stati Uniti, difensori di democrazia e libertà, si contrappongono alla ‘barbarie’ orientale, russa e cinese. Ma non è sempre stato così, anzi, e siamo sicuri che questa idea di Occidente, questa alleanza fatta di valori, di economia e di tecnologia militare, duri per sempre? Dai tempi delle guerre persiane, Oriente e Occidente sono fratelli coltelli, amici e nemici, sogno e incubo. «L’Oriente è l’Oriente, l’Occidente è l’Occidente: e nessuno potrà mai accordarli», dichiara Rudyard Kipling al tempo della fondazione dell’impero britannico d’India. Sulla base dei troppi malintesi generati dal loro confronto sono emersi anche ‘ismi’ ideologici, tanto accaniti tra loro quanto ambigui: orientalismo e occidentalismo, avvolti nel dilatare delle loro contraddizioni. Già Oswald Spengler aveva decretato il ‘tramonto dell’Occidente’; ma immediatamente, dietro l’Occidente-Europa spengleriano, se n’era andato profilando un altro, quello americano, che dopo aver soggiogato il Pacifico si apprestava a trangugiare anche l’Atlantico: Leviathan di terra e di mare secondo Carl Schmitt, contrapposto a Behemoth, compatto Oriente tutto terragno. Ma intanto però, altrove, dal Giappone alla Cina e all’India si andavano proponendo altri Occidenti, fondati su presupposti differenti da quello euroamericano e portatori di altre ‘modernità’. Con la guerra in Ucraina, la Russia viene definitivamente spostata verso l’Asia ed esclusa dalla sua dimensione cristiana ed europea. Ma questa definizione di Occidente ha senso o è soltanto utile oggi per ragioni strumentali?
La filiera che va dalle fattorie ai piatti in tavola fattura oltre 600 miliardi all’anno in Italia. Ma il settore è segnato da speculazioni e disuguaglianze. A guadagnarci davvero sono pochi grandi colossi.
Nella ricca Emilia-Romagna il paese di Castelnuovo Rangone, 15mila abitanti in provincia di Modena, è il quinto Comune con il reddito pro-capite più alto: 29.941 euro all’anno per ciascun contribuente. Al centro della piazza principale, tra il Torrione medievale e la chiesa di San Celestino, è posizionata una statua in bronzo che raffigura l’eroe di questa benestante comunità: non un patriota del Risorgimento o un principe rinascimentale, bensì un maiale. Un suino. Un porco.
La statua fu donata al Comune ventisette anni fa dall’Ente Esportazioni Carni Olandese come «segno di riconoscimento per la qualità del lavoro delle tante aziende di Castelnuovo impegnate nella lavorazione delle carni suine». E i castelnovesi, orgogliosi della loro tradizione contadina e norcina, decisero di posizionarla proprio lì, in bella vista nel bel mezzo del paese, quasi a voler ricordare ogni giorno a loro stessi che gli agi di cui godono derivano dal fango delle porcilaie.
Ultim’ora. Occupata la sede della autorità portuale a Genova contro la corruzione e contro l’esclusione di usb dalle elezione rsu presso la PSA dopo aver raccolto oltre 200 firme. Di seguito l’articolo di Giorgio Cremaschi apparso sul suo bloga su Il Fatto Quotidiano.
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Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo)
Dopo la corruzione la svendita. La vicenda criminale del porto e del sistema politico ed imprenditoriale genovese, del partito unico degli affari che imperversa ovunque, ripropongono un modello che più volte abbiamo sperimentato e vissuto nel paese, sempre con gli stessi risultati. Pessimi.
Il sistema industriale e dei servizi delle Partecipazioni Statali subì scandali e ruberie e, anche usando l’indignazione pubblica verso questa corruzione, fu privatizzato. Oggi il poco che resta di quel sistema, che spesso era la parte tecnologicamente più avanzata del paese, è in mano a multinazionali.
Sono imbattibili, unici. Basta provarne uno: assaggiandolo, sentirete il sapore dei biscotti che vostro zio, o vostra nonna, infornavano quando eravate piccoli. È la Biancoforno: un’eccellenza. Tutti lo sanno.
Marco Grimaldi Attivista e Deputato, Alleanza Verdi Sinistra
Venti lavoratori licenziati per essersi opposti a un nuovo sistema di lavoro che il sindacato SI Cobas definisce “a cottimo” illegittimo e ingiustificato.
ilfattoquotidiano.it Thomas Brambilla
Accade nello stabilimento Esselunga di lavorazione carni di via Giambologna a Pioltello-Limito, in provincia di Milano.
Candidato coi Fiocchi. “Pietro Fiocchi candidato FdI col fucile, il cugino a capo dell’azienda di munizioni lo scarica: ‘Invitato formalmente a evitare riferimenti alla società’” (sito del Fatto, 14.5). Il classico pistola scarico.
La serva serve. “Sorpresa al Senato. La maggioranza si spacca, e il rinvio della Sugar Tax passa solo grazie al voto decisivo di Italia Viva! Ottimo lavoro” (Enrico Borghi, deputato Iv, X, 14.5). Poveretto, come s’offre.
Allucinazioni/1. “Schlein e Meloni si confronteranno su idee e punti di vista molto diversi di Europa, il confronto è opportuno, necessario e anche bello. Secondo me, nessuna delle due può fare 6-0 6-0 all’altra” (Debora Serracchiani, deputata Pd, Un giorno da pecora, RaiRadio1, 14.5). Infatti è finita 0-0 a tavolino.
Allucinazioni/2. “C’è chi si concentra sulle carte bollate per fermare il confronto fra due donne leader… Un fuoco di sbarramento dei maschi recalcitranti” (Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, 17.5). Guarda che la par condicio è femminile.
Il rosicamerlo. “Contro tutti i rosiconi d’Italia Meloni e chlein si sono scelte e legittimate. E state sicuri che lo scontro non avrà la forza selvaggia del duello mortale, ma la forza civile del duello vitale”, “Ci perdono gli italiani ai quali è stata negata la civiltà del confronto. Ma solo apparentemente vince l’inciviltà dell’invidia di Conte, Tajani, Fratoianni e Calenda, la frustrazione delle mezze cazette che si sentono intere” (Francesco Merlo, prima e dopo la bocciatura del duetto Meloni-Schlein, Repubblica, 16 e 18.5). Ammazza quanto rosica il nemico dei rosiconi.
Già a 28 anni, sotto lo sguardo di Khomeini, faceva parte della commissione della morte. Ritenuto il delfino della Guida suprema, ha eliminato dal Paese i prigionieri politici.
(DOMENICO QUIRICO – lastampa.it)