domenica 30 giugno 2019

Migranti, soccorso barcone con 55 persone. A Lampedusa sbarcano in 11: gli altri vanno a Pozzallo e Licata

L'articolo Migranti, soccorso barcone con 55 persone. A Lampedusa sbarcano in 11: gli altri vanno a Pozzallo e Licata proviene da Il Fatto Quotidiano.


Cinquantacinque persone provenienti dalla Libia sono state soccorse dalla Guardia costiera e dalla Guardia di Finanza. Erano a bordo di un barcone soccorso al largo di Lampedusa, proprio mentre l’isola è  al centro del caso Sea Watch.
L’imbarcazione è stata avvistata da Open Arms, la nave della Ong catalana che si trova al largo dell’isola in acque internazionali. Dalla Ong hanno dato subito l’allarme alle centrali operative di Malta e Italia, sottolineando che a bordo c’erano anche 4 bimbi, tre donne incinte e che i migranti presentavano un alto tasso di disidratazione in quanto sarebbero stati in mare da 3 giorni.
Alla richiesta di soccorso ha risposto l’Italia che ha inviato in zona una motovedetta della Guardia di Finanza. I migranti sono stati tutti recuperati e trasferiti sull’imbarcazione delle fiamme gialle: 11 di loro sono già arrivati a Lampedusa, con una motovedetta della Guardia Costiera in quanto avevano patologie mediche che richiedevano uno sbarco immediato. Gli altri, invece, verranno trasferiti in Sicilia, a Pozzallo o Licata.

Io sto con Carola

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IO STO CON CAROLA perché quando la la legalità impone la sopraffazione e l’ingiustizia, violarla non è criminalità, ma GIUSTIZIA.
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Assange: lo stato del diritto, lo stato dell’informazione

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La lotta alle “fake news” è più che mai necessaria, leggiamo sui media, ma cosa dire quando chi ci ha raccontato la verità dei governi che si dicono democratici viene tenuto segregato e perseguitato? Ne parliamo con Stefania Maurizi, giornalista e collaboratrice de La Repubblica. 
Julian Assange è esemplare della situazione attuale del sistema media attuale, attraverso l’esame di quanto accaduto e di quanto sta ora accadendo possiamo capire meglio dove sta andando l’informazione e con essa la nostra possibilità si accedere a notizie che ci raccontino davvero come stanno le cose e non solo quanto ottiene il beneplacito delle élite e del sistema economico dominante.

Umani o mostri. E purtroppo sarà impossibile scendere in piazza per Carola

http://temi.repubblica.it/micromega-online/

LIBERTÀ PER CAROLA, SUBITO! Firma l’appello di MicroMega

di Paolo Flores d’Arcais 

Se quarantadue esseri umani, stremati, che hanno subito nella loro vita, talvolta ancora brevissima (ci sono anche bambini, infatti), sofferenze e orrori che nessuno di noi ha potuto conoscere neppure per una centesima parte, sono in mare di fronte alla vostra costa (vostra solo perché siete nati per caso nel territorio retrostante, e magari non avete fatto granché per le istituzioni democratiche che in esso dovrebbero vigere), e chiedono di sbarcare per essere rifocillati e curati, la reazione ovvia, umana, è di aiutarli a scenderli, e rifocillarli e curarli. Poi si vedrà. Poi entrerà in ballo l’azione politica, e le diverse soluzioni da adottare. 

Se invece la reazione non è questa, umanamente automatica, ma quella di respingerli nel mare stremati come sono, e magari chiedere di affondare la nave o augurarsi che “i negri” violentino il capitano della nave che è una giovane donna, siamo oltre il razzismo, siamo alla pura e semplice mostruosità. 

Esseri umani o mostri, di questo si trattava. Punto. 

Il ministro degli Interni del governo italiano ha deciso dalla parte dei mostri. E tutto il governo con lui. E con loro milioni di cittadini italiani. Potrebbero essere anche la maggioranza. Ma se la mostruosità diventa sentire comune non cessa di essere mostruosità. Segnala solo che un problema di crisi della democrazia è andato assai oltre, è diventato un problema mostruoso da affrontare. 

Quando i nostri figli ci chiederanno conto di questa ferocia

https://www.remocontro.it

Un giorno i nostri figli, e i figli dei nostri figli, ci chiederanno conto di questa disumanità, di questa strage infinita. Ci guarderanno negli occhi e ci diranno: perché? Era questo il mondo migliore per il quale vi siete battuti? E nel loro sguardo vedremo scolpita nella storia la tragedia di questa epoca senza misericordia, tanto occupata a plastificare coscienze a farci discutere del niente in infiniti e retorici salottini televisivi. A occuparci la mente con un divertimento osceno, scantonando dalla via delle responsabilità, del senso civico, della solidarietà (parafrasando Don Milani). E dovremo chiederci, e dovremmo cominciare a farlo sin da adesso: che senso ha tutto questo? Come è possibile accettare che il Mediterraneo, il mare della nostra storia, della cultura che dovrebbe unire i mondi, si sia trasformato in un mare di morte, simbolo di confine e ferocia?

Guido VIale: Sea Watch. Lo scontro di civiltà tra Carola e Salvini

http://www.controlacrisi.org

Carola Rackete è una donna coraggiosa e solidale che sfida l’arresto per restituire la vita ai naufraghi che è andata a salvare. Matteo Salvini è un uomo vigliacco e cinico che si è sottratto al processo che lo vedeva imputato, per continuare a destinare a morte e tortura i profughi sulla cui dannazione ha costruito la sua carriera. Ai piedi di Salvini si è radunato un esercito, in parte organizzato, in parte spontaneo, di persone che con un linguaggio violento, maschilista e volgare – come si evince dalla sua onnipresenza sul web – sembra ritenere che il proprio futuro dipenda dall’abbandono, dall’annegamento, dalla tortura e dallo stupro di migliaia di altri esseri umani. Ciò che accade al di là dei patri confini non li interessa: il ruolo di aguzzini per ora lo delegano ad altri (anche quando a farne le spese sono degli italiani come Giulio Regeni. In quel caso il motto è «prima gli affari»; o «prima gli egiziani»). Domani – come insegna la storia – potrebbe toccare a loro la parte delle vittime, oppure quella di «volonterosi carnefici».
Intorno a Carola si stanno invece raccogliendo – come già intorno alla mite figura di Mimmo Lucano – tutte le persone che pongono il valore della vita umana al di sopra di ogni altra considerazione; e necessariamente ne nasce un aspro confronto con i seguaci di Salvini. Il primo impatto è con il loro linguaggio maschilista e razzista. Ne abbiamo orrore, anche perché sappiamo che quelle parole, quei tweet, trasportano violenza vera; un universo di orrore, un disprezzo per la vita – quella altrui, ma alla fine anche la propria – che dilaga in ogni angolo della nostra comune esistenza.

I rappresentanti politici ignorano la Costituzione della Repubblica italiana

https://www.sovranitapopolare.org

Sembra che i politici abbiano deciso di non tenere alcun conto delle norme e dei principi della Costituzione della Repubblica italiana, la quale, come si legge nelle norme transitorie della stessa, è “legge fondamentale dello Stato”.
Infatti, mentre con il decreto crescita si toglie alla “proprietà pubblica” del popolo, concedendola a una SPA probabilmente straniera l’acqua che alimenta l’Irpinia, la Puglia e la Basilicata, con un colpo di genio la Regione Lazio regala all’Acea le acque pubbliche del Peschiera e del Le Capore, prosciugando i relativi territori con gravissimo disagio delle popolazioni locali e facendo guadagnare alla stessa Acea 150 milioni di utili (da divide tra i soci) solo per quest’anno, in piena violazione con quanto dispone l’articolo 43 della Costituzione.
Non è così, a termine di Costituzione, che va gestita, nell’interesse di tutti, l’acqua pubblica, che è parte integrante del territorio italiano ed è oggetto di “proprietà pubblica demaniale” dell’intero popolo, checché ne dicano alcuni docenti che vogliono eliminare il demanio.
Assurda è poi la posizione del governo nei confronti dei 42 naufraghi ai quali è stato vietato di sbarcare dalla Sea Watch e si trovano ancora nel porto di Lampedusa in situazioni igienico-sanitarie terribilmente gravi.

world pride


approdo e deriva


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sabato 29 giugno 2019

la lega

FREECAROLA

LIBERA SUBITO

Free Carola

 © ANSA

#FreeCarola. Fermate quel pagliaccio di Salvini.

Un vicepremier tracotante si appella, in difesa del paese, a leggi che è lui il primo a violare. In politica si può sopportare molto, ma non un pagliaccio come leader.

Qualcuno metta fine a questa pagliacciata. Chi l’ha messa in piedi, nella sua ultima impersonificazione a fini mediatici, quella del peronista abbronzato e descamisado, ha decisamente varcato il senso del ridicolo: questo vicepremier che ha già tutta la tracotanza del premier, si appella, in difesa del paese, a leggi che è lui il primo a violare.
#FreeCarola. Fermate quel pagliaccio diIl Matteo Salvini che ha violato la più importante delle leggi del mare, il dovere di soccorso, accusa la capitana di una nave di violare le leggi internazionali perché invece ha soccorso - e dunque non ha violato quella legge. A che titolo etico indossa dunque i panni dell’accusatore?
Il Matteo Salvini che è stato salvato dal Parlamento amico e dai suoi soci al Governo, il Movimento 5 stelle, dal processo per sequestro di persone, nel caso della nave Diciotti, vuole mettere sotto processo il capitano di una nave che ha portato in salvo delle persone. Con quale credibilità legale parla?
Il Matteo Salvini che in questo momento sfida le leggi europee sulla immigrazione, in nome del fatto che sono ingiuste; il Matteo Salvini che in questo momento sfida i parametri europei sulla manovra economica, in quanto ingiusti, chiede di processare la capitana della Sea Watch perché anche lei sfida leggi che considera ingiuste. Sulla base di questo ragionare, Salvini si presenterà infine anche lui in un tribunale?

TUTTI INDEBITATI IN COMODE RATE - Gianluigi Paragone

Moneta illimitata solo per loro: così ci stanno impoverendo

https://www.libreidee.org

Nino GalloniSappiamo che la sostenibilità del debito esiste a due condizioni. Il debitore deve essere messo in condizione di pagare il debito: il che accade quando il suo reddito cresce (e non diminuisce) e quando il tasso d’interesse è più basso del tasso di crescita dell’economia. Nessuna di queste due condizioni è rispettata, da decenni. Per questo motivo la gente si è impoverita e la classe media è scomparsa. Siamo tutti indebitati: anche gente come me, alto funzionario dello Stato. Non dico che dovrei navigare nell’oro, perché – se uno fa il suo lavoro onestamente – nella pubblica amministrazione non può e non deve navigare nell’oro. Però mi pesa da morire un mutuo, perché a quei tempi i valori immobiliari erano diversi, così come la prospettiva di reddito – tutte cose che non si sono confermate, anche per la semplicissima ragione che il tasso di crescita dell’economia è insufficiente (il Pil non cresce, perché in queste condizioni non può crescere). Gli italiani cosa stanno facendo, per sopravvivere? Stiamo intaccando i nostri risparmi, mentre il nostro reddito è in diminuzione. Pensiamo anche ai nostri figli e nipoti, disoccupati o sottopagati. Io a vent’anni campavo benissimo con 147.000 lire al mese: ne pagavo solo 45.000 di affitto. Le mie figlie hanno stipendi da 500 euro al mese, che ovviamente non bastano.

Referendum sull’acqua, otto anni fa

http://sbilanciamoci.info

Referendum sull'acqua, otto anni faSono passati otto anni da quando 27 milioni di italiani, un popolo, si pronunciarono per l’acqua pubblica e ora il Parlamento sta per cancellare in sordina la legge di iniziativa popolare.
Sono passati otto anni e sembra un secolo per gente che ha perso la memoria. Eppure otto anni fa, il 12/13 di giugno, 27 milioni di italiani si pronunciavano per l’acqua pubblica.
Un popolo si recò alle urne, un popolo vero, non sospinto dai partiti che remavano tutti contro, non sollecitati dai talk show, quasi tutti altrettanto contro, solo popolo e comitati e autorganizzazione dal basso.
Otto anni non sono il “decennale” ma forse vale la pena lo stesso di celebrare questo anniversario, dal momento che il parlamento sta cancellando in sordina la nostra legge di iniziativa popolare.

resistenza


Orlando: “Salvini? Mi fa vergognare di essere italiano. Giusto disobbedire”

http://temi.repubblica.it/micromega-online

Il primo cittadino di Palermo attacca il ministro degli Interni: “Il decreto sicurezza è criminogeno ed incostituzionale, fa solo aumentare il numero di invisibili nel Paese. L’accoglienza è la via maestra della sicurezza. Ma non chiamatemi il sindaco delle Ong”. E sulla piaga della corruzione endemica al Sistema dice: “Va affermata la legalità del diritto, così si combatte anche la nuova borghesia mafiosa”.

intervista a Leoluca Orlando di Giacomo Russo Spena

Sea Watch, migranti sbarcati. Arrestata la capitana Carola

http://www.affaritaliani.it

Sea Watch, migranti sbarcati. Arrestata la capitana CarolaSono sbarcati a Lampedusa i 40 migranti a bordo della Sea Watch, che era ferma da tre giorni al largo di Lampedusa. Prima di sbarcare dalla nave i migranti hanno salutato e abbracciato i volontari della ong che in queste due settimane li hanno assistiti. Gli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia hanno posto sotto sequestro l'imbarcazione.
La capitana della nave Sea Watch, Carola Rackete, è ora in stato di arresto per violazione dell'Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, un reato che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione.
Sea Watch: comandante della nave ai domiciliari - Andra' agli arresti domiciliari Carola Rackete, la comandante della Sea Watch arrestata all'alba dopo aver violato l'alt della Guardia di Finanza ed essere entrata nel porto di Lampedusa speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle nel tentativo di arrivare in banchina.

tombe abusive


big data


Carola Antigone


tremore


autonomia


Toninelli


rivelazione


quotiamola in borsa


porto sicuro


inaccessibili!


Migranti, la forza della disperazione. La Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. La capitana arrestata dai finanzieri. I migranti sbarcati all'alba.

Carola Rackete ha invocato "lo stato di necessità" ma viene portata via dai finanzieri con l'accusa di resistenza o violenza contro nave da guerra. Motovedetta della Finanza prova a fermarla per due volte rischiando di essere schiacciata contro la banchina. Applausi sul molo delle tante persone che hanno solidarizzato con i migranti.





La Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. La capitana arrestata dai finanzieri. I migranti sbarcati all'albaLAMPEDUSA - Intorno all'1,50 la Sea Watch dopo 17 giorni in mare è attraccata al molo commerciale di Lampedusa. Ancora una volta è stata una mossa a sorpresa della capitana tedesca Carola Rackete a sbloccare la situazione. E' entrata nel porto senza autorizzazione preventiva, invocando lo stato di necessità. L'aveva detto, lo ha fatto. Dopo un'ora i finanzieri sono saliti a bordo ed hanno arrestato la capitana, portandola via con l'accusa di "resistenza o violenza contro nave da guerra", un reato che prevede una pena da tre a dieci anni. I finanzieri contestano anche il tentato naufragio a proposito della manovra di attracco, ma saranno i magistrati a decidere. Secondo il deputato del Pd Gennaro Migliore, che è entrato nella caserma della Finanza, la capitana si trova nella stanza del comandante visto che la caserma non ha una cella di sicurezza. "Domani potrebbe essere trasferita in un carcere in Sicilia". All'alba è arrivata l'autorizzazione e i 40 migranti sono scesi finalmente a terra e sono stati portati nel Centro di contrada Imbriacola.

venerdì 28 giugno 2019

Libra, il Sacro Romano Impero al tempo di Facebook


 contropiano

Abbiamo atteso qualche giorno prima di affrontare il “dilemma Libra”, la cryptomoneta che Facebook si appresta a lanciare usando, come centrale, una signorile palazzina di Ginevra.
Come per tutte le vere novità, quelle che cambiano significativamente la struttura del mondo entro cui viviamo, la prima tentazione e di ridurre l’ignoto al noto. Ovvero di affrontare il nuovo problema come se in realtà fosse uno vecchio, appena mascherato sotto altre vesti. Rischiando dunque di venir spiazzati concettualmente e quindi ridotti all’impotenza pratica.

Migranti. A bordo della Sea Watch: "Sono a un passo dalla pazzia collettiva, fateli scendere".

I parlamentari sulla nave dell'Ong a largo di Lampedusa raccontano: "Il caldo è atroce, fa uscire di senno. Persone tranquille in un attimo esplodono in disperazione".

 

A bordo della Sea Watch: Sotto il sole cocente di Lampedusa, protetti solo da un tendalino che nulla può contro il caldo atroce che annebbia la vista. Accampati sul pontile, i quaranta migranti che da più di due settimane vivono sulla Sea Watch non capiscono perché non li facciano sbarcare. Sono avviliti: vedono di fronte a loro Lampedusa, quasi possono afferrarla con la mano. L’incomprensione alimenta la disperazione, che aumenta ogni minuto che passa. L’unica idea, chiara, che si fa largo a bordo è che per poter scendere devi stare male. E più stai male più sono le chance di toccare terra. Come il ragazzo trasportato stanotte a Lampedusa per i dolori insopportabili all’addome, “forse è una peritonite o anche peggio”, girava voce sulla Sea Watch.
“Qui gli attimi di normalità si alternano a scoppi di angoscia, la paura è che da un momento all’altro qualcuno si butti in acqua e inizi a nuotare verso il porto”. Matteo Orfini è uno dei cinque parlamentari italiani che hanno trascorso la notte a bordo della nave dell’Ong tedesca: “Questa imbarcazione non è fatta per ospitare persone, è fatta per salvarle e basta. I servizi igienici non bastano per tutti, il caldo è insopportabile, si vedono situazioni davvero critiche. Stress fisico, ma soprattutto psicologico che porta le persone, un attimo prima tranquille, a esplodere in momenti di disperazione straziante”, racconta ad HuffPost.

Pierre Moscovici: "La Francia può sforare, l'Italia no!". Diego Fusaro risponde su Byoblu

EVITARE IL CROLLO CON LA MONETA FISCALE - Biagio Bossone, ex pres. Banca Centrale di San Marino

DIEGO FUSARO: Come reagire alla dittatura di banche e capitale? [Omnibus, 15.5.2017]

Nel Migliore dei mondi possibile, tutto funziona al contrario. La capitana della Sea Watch Carola Rackete indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Dalla procura di Agrigento sottolineano che si tratta di atto dovuto.

La capitana della Sea Watch Carola Rackete indagata per favoreggiamento dell'immigrazioneLa capitana della Sea Watch Carola Rackete è stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione dell’articolo 1099 del codice della navigazione contestato al comandante che non obbedisca all’ordine di una nave da guerra nazionale. 



Dalla procura sottolineano che è un atto dovuto dopo l’informativa della Guardia di finanza trasmessa agli uffici giudiziari di Agrigento.

Sì Watch


l'atomo cattivo e l'atomo buono


talpe


224.000,00 euro = 10%


governo indagato


prime vittime del caldo


peste del capitano


concessione autostrade


In alto mare.

I 42 della Sea Watch ancora a bordo davanti a Lampedusa, con i parlamentari della sinistra che non scendono "fino a quando non sbarcano". Salvini: "Se la nave viene sequestrata, equipaggio arrestato e migranti redistribuiti, scendono in 5 minuti". Stallo. E si fa largo la pazza idea di muovere la nave comunque in porto.

 

huffingtonpost.it By Angela Mauro
In altoCarola Rackete è incredula quando nel pomeriggio, intorno alle 17, alcuni ufficiali della guardia costiera si presentano a bordo della Sea Watch per dirle di “pazientare ancora un po’, la situazione si sta sbloccando”.
La ‘capitana’ della nave della ong, ferma da ieri a un miglio dal porto di Lampedusa, non crede alle sue orecchie: non per il contenuto della comunicazione, tutta da verificare evidentemente. Ma perché non riesce nemmeno a capirlo: l’ufficiale infatti le parla in italiano e non ha nemmeno un traduttore ufficiale al seguito. A sera la situazione è ancora bloccata. A bordo si fa strada la pazza idea di avvicinare la nave al porto se non arriveranno risposte: rimedio estremo che nessuno vuole ma tant’è.
Finanche le comunicazioni ufficiali sono approssimative e solo in italiano: pressapochismo totale in una storia che ormai è diventata un vero e proprio caos sulla pelle di 42 persone soccorse al largo della Libia, lasciate in acque extraterritoriali per 12 giorni fino alla decisione di Carola di fare rotta ieri su Lampedusa, malgrado i divieti di Matteo Salvini e i no europei.

Classe dirigente. Concorsi truccati, sospesi il rettore di Catania e 9 professori.

Indagati 40 docenti di 14 università, indagini Digos su 27 gare.


Concorsi truccati, sospesi il rettore di Catania e 9 professoriL’hanno denominata "Università bandita" ed è la nuova inchiesta della procura di Catania sui concorsi che hanno riguardato le carriere universitarie. 
Nove professori dell’università di Catania con posizione apicale e il rettore Francesco Basile sono stati sospesi con procedimento di interdizione dai pubblici uffici dal gip del tribunale etneo nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza i reati di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta ed altro.

L’operazione della Digos della questura ha permesso di accertare l’esistenza di 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore. Sono in corso 41 perquisizioni anche nei confronti di ulteriori indagati.   
Nel procedimento sono complessivamente iscritti 40 professori delle Università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.

giovedì 27 giugno 2019

Per colpa di chi? L’Italia è il paese più detestabile del mondo, ciò per colpa del «partito del PIL», non della «casta» – che di certo fa spesso schifo. Eppure, proprio all’inferno combattere non è (più) opzionale. Come, e con chi? Approssimazioni per promuovere la discussione.


  dinamo press di Francesco Raparelli
Viva l’Italia! Grazie ai mondiali di sci alpino di Cortina d’Ampezzo 2021 e le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026, l’Italia riparte. Lo conferma Alessandro Benetton, che senza peli sulla lingua ha chiarito a RAI News 24 (25 giugno): «gli imprenditori hanno la pancia un po’ troppo piena, bene che tornino a investire». Neanche a dirlo, lo fanno per i giovani, ed è bene che i giovani si sbrighino a ringraziare per i lavoretti sottopagati se non gratuiti che li attendono. E se non fosse così drammatico il declino italico, poi, non sarebbero così smargiassi – e patetici nello stesso tempo – i festeggiamenti per le Olimpiadi invernali: urla, vanità, tricolori, servizi fiume dei TG, speciali notte, ecc. Con Malagò e Montezemolo che si stagliano bronzei, a sottolineare che tra ricchi e poveri, in Italia e non solo, la differenza è tornata a essere somatica: i belli e i brutti, gli alti e i bassi, i magri e i grassi ecc.
D’altronde, per afferrare i colpevoli del disastro che ci tocca in sorte, «onda nera» compresa, basta leggere la stampa dell’establishment. Con precisione e mitezza, sulle pagine della Corriere della Sera Federico Fubini non fa sconti a nessuno: se l’Italia non esce dalla crisi, è colpa del nanismo delle imprese, dei loro mancati investimenti in innovazione e ricerca, della scarsità e incapacità dei manager. Insomma, in soldoni, la borghesia italiana è svanita, evaporata, scappata. Quando non è già in America, pensa di risolvere i problemi con gli eventi sportivi, le grandi opere, finanziamenti pubblici, tagli delle tasse, evasione fiscale, compressione salariale – come se non bastasse mai.
Ma leggiamo cosa scrive Fubini, liberi dalle “ideologie”:

“Sulla Tav non ci sono mediazioni accettabili”

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Il Movimento NO TAV è un osso duro: lo hanno sperimentato i governi che, con varia fortuna si sono succeduti negli ultimi trent’anni. Si sono visti sorgere e tramontare speranze e promesse, acchiappavoti spudorati e uomini senza spina dorsale, aperti ad ogni mediazione, ignari del monito evangelico “la tua risposta sia sì, sì; no, no; il resto viene dal maligno”.
In questi decenni, in nome del TAV, sono stati costruiti cantieri, praticati maxisondaggi geognostici già di per sé devastanti, ma neppure un centimetro dell’opera è stata realizzata.

Un’estate (da schiavi) al mare.

Pubblichiamo questo contributo di uno studente-lavoratore che fa la stagione in riviera. Ci sembra molto “paradigmatico” rispetto ai reali rapporti di lavoro…

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E così anche quest’anno è ricominciata. Dopo mesi e mesi di edifici sbarrati, di quartieri totalmente disabitati, di negozi, alberghi e ristoranti chiusi, le strade della città tornano ad essere vive; il tessuto produttivo dell’area costiera torna finalmente ad offrire una possibilità di sostentamento e un’alternativa a una fuga che altrimenti sarebbe inevitabile. E così se sei uno studente le lezioni finiscono, si accantonano i libri, se studi fuori sede si fanno le valigie per tornare a casa e ci si prepara a quei tre-quattro mesi di lavoro stagionale che nella riviera romagnola vengono spacciati come una grande opportunità lavorativa per i giovani di emanciparsi economicamente dal proprio nucleo famigliare.

Barnard: getto la spugna, non posso più essere giornalista

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Barnard, perché ci odianoIo ero giornalista quando potevo fare quello che vedete in foto. Era un altro universo, secolo, epoca, oggi scomparsi per me. C’è un mio video che è circolato molto e in cui lascio una specie di “testamento”, indicato nel mio recente articolo sui metodi ‘fai-da-te’ di procurarsi eutanasia quando il morire ci riduce il fine-vita a un insulto alla dignità e ad un’agonia per nulla, mentre né medici né familiari sanno o possono aiutarci a spegnerci degnamente. Il video si conclude con un addio ai lettori, nel mio rammarico di non aver potuto fare di più come giornalista (si legga però l’ultimo paragrafo). Per coloro che non si danno pace su come sia possibile che un Paolo Barnard getti la spugna del giornalismo, a prescindere da ciò che mi accade nella vita privata, è mio dovere ripetere, molto più in sintesi, ciò che già scrissi mesi fa. Eccovelo, e un abbraccio a tutti. Non mi è più possibile essere giornalista. In primo luogo il mio lavoro è stato devastato dal Facebook-journalism e dal Twitter-journalism, due tumori del mestiere che ricadono sotto l’ombrello del Google-journalism, o peggio persino, col Netflix-journalism.

Lula livre


himalaya a secco