giovedì 31 gennaio 2019

“È stato il vento”, la fondazione per creare a Riace un’accoglienza fuori sistema


 

dinamopress   di Antonio Sanguineti
Intervista a Chiara Sasso autrice del libro “Riace, una storia italiana”, coordinatrice di Recosol (Rete dei comuni solidali) e membro del comitato promotore della fondazione. Oggi, intanto, sono state inviate a Oslo le 90mila firme raccolte per la candidatura al Nobel del borgo ionico

Quota 100, la nota esplicativa della Cgil. Landini: " Noi stiamo chiedendo che si apra una vera trattativa per cambiare la legge sulle pensioni"

controlacrisi
Dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, è partita la corsa alle domande di uscita anticipata dal lavoro con la
formula “quota cento”. L‟Inps fa sapere di aver ricevuto già mille domande. La Cgil conferma il suo giudizio negativo: non è la riforma delle pensioni e le norme varate dal governo produrranno nuove diseguaglianze e ingiustizie. Una nota è stata inviata alle strutture dell‟ufficio nazionale della previdenza della Cgil.

Ambiente & Tecnologia. “Il futuro è dell’auto a idrogeno: un pieno da 600 km in 3 minuti”

Presentata in Senato una proposta di legge popolare, promossa dalla Fondazione H2U, per sostenere lo sviluppo delle tecnologie basate su idrogeno ottenuto da fonti rinnovabili.

“Il futuro è dell’auto a idrogeno: un pieno da 600 km in 3 minuti”Auto elettrica sì, ma quale? Sull’onda delle previsioni che danno per imminente una quota significativa di macchine a emissioni zero o ibride, si riaccende il dibattito sull’alimentazione del motore elettrico. E torna in pista l’idrogeno, forte di una spinta innovativa che ne ha cambiato radicalmente le prestazioni e dell’appoggio dell’Hydrogen Council che conta 53 grandi imprese (dalla Toyota a Air Liquide) e stima la presenza di più di 10 milioni di macchine a idrogeno entro il 2030.
“Negli ultimi tre anni, grazie a un investimento di 10 miliardi di euro, le fuel cell hanno fatto uno straordinario salto tecnologico”, spiega Nicola Conenna, presidente della Fondazione H2U The Hydrogen University. “Oggi sono grandi come un computer portatile e pesano poco più di 10 chili, invece dei 400 delle batterie. Anche il pieno di idrogeno che le alimenta, e che consente di percorrere da 600 a 800 chilometri, è molto più leggero di quello tradizionale, solo 5-8 chili, e si fa in tre minuti. Inoltre se si mettono assieme due fuel cell si ottiene abbastanza energia per far viaggiare senza problemi un camion. Con queste prestazioni non c’è gara: il futuro è dell’idrogeno. Anche perché i prezzi crolleranno ed entro 5 anni queste macchine saranno competitive anche dal punto di vista del costo”.

Caso Vannini, 130 mila firme per la petizione web. Trenta (Ministra della Difesa): "No al reintegro di Ciontoli nelle Forze Armate".

Il padre del giovane ucciso in casa della fidanzata a Ladispoli: "Dobbiamo continuare a lottare". Bonafede: "Inaccettabile che un magistrato interrompa lettura del dispositivo della sentenza per dire 'se volete andare a fare un giro a Perugia ditelo'.


Caso Vannini, 130 mila firme per la petizione web. Trenta: "No al reintegro di Ciontoli nelle Forze Armate"Non si fermano le polemiche all'indomani della condanna a 5 anni di reclusione, per omicidio colposo, di Antonio Ciontoli, condannato in primo grado a 14 anni per la morte di Marco Vannini, il 21enne deceduto a Ladispoli il 18 maggio del 2015 per un colpo di pistola partito in circostanze mai chiarite mentre era in casa della famiglia della sua fidanzata. Il web risponde con una petizione on line, su Change.org, per riesaminare il caso, indirizzata al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, con oltre 130mila firme raccolte in poco più di un giorno. Il Guardasigilli, su Facebook, definisce come "inaccettabile" l'interruzione della lettura del dispositivo da parte del presidente della Corte di Assise di Appello, per rimproverare i parenti della vittima che avevano iniziato ad urlare: "Se volete andare a fare un giro a Perugia, ditelo", la frase pronunciata dal giudice.
Sul caso di Marco Vannini interviene anche la ministra della Difesa Elisabetta Trenta: "Non posso entrare nei meriti della sentenza giudiziaria, poichè esula dalle mie competenze e prerogative, ma una cosa la posso fare: il mio impegno, il mio massimo impegno, fin quando sarò io a guidare il ministero della Difesa, affinchè al signor Ciontoli non sia concesso il reintegro in forza armata. Ho già in questo senso dato disposizioni alle competenti articolazioni della Difesa", scrive sul suo profilo Facebook Trenta. 

"Colgo l'occasione - aggiunge Trenta - per esprimere anche tutta la mia vicinanza ai cari e alla famiglia di Marco, in questo difficilissimo momento. Comprendo il vostro dolore, comprendo la vostra rabbia, ma sappiate che non siete soli".

La campana del Venezuela.

Perché è così decisivo stare con o contro Maduro?
Il degrado della cultura politica, in Italia, è piuttosto grave. Lo vediamo da tanti commenti che propongono luoghi comuni invece che un briciolo di riflessione seria, anche “a sinistra”. “E’ un paese lontano…”, “c’è pure tanta corruzione, però, eh…”, “sono beghe da sudamericani”, o addirittura “ma in fondo tutto è nato da un pronunciamento militare…” (come se qualcuno avesse mai disprezzato la Rivoluzione dei Garofani, in Portogallo, solo perché era stata portata a termine da ufficiali progressisti al seguito di Otelo de Calvalho).
Qualcuno resuscita il termine idiota di “campismo”, come se ci trovassimo ancora nel mondo diviso in due, quello precedente al 1989 e alla caduta del Muro, che decretò in pochi mesi la fine del “campo socialista”. Quando, insomma, si era obbligati a difendere “uno dei nostri” anche se tutti sapevano che era quasi indifendibile.

Mercato & Repressione. Torino. Caricati gli studenti all’Università. Protestavano contro l’ateneo-fast food.

A fine mattinata all’università di Torino, la polizia ha caricato un centinaio di studenti che da giorni continuano a protestare contro la privatizzazione degli spazi dell’ateneo finiti in gestione ad un fast food che impedisce agli studenti di poterlo utilizzare anche come luogo di incontro e studio. 
 
 
La logica del mangia e fuggi infatti non prevede tempi e spazi di socialità che non siano funzionali alla vendita. In un luogo di studio un fast food diventa decisamente fuori luogo. Guarda il VIDEO
 “La giornata di oggi ha visto nuovamente l’università sorda e i privati difesi da un ingente numero di poliziotti che, forti del consenso della dirigenza universitaria, ci ha caricato difronte le porte del Rettorato” denunciano gli studenti della rete Noi Restiamo in un post su facebook.

Le Grandi opere non danno i risultati sperati. Ma se ne è accorto solo il M5s.

L’Italia ha speso per le opere pubbliche come e più degli altri Paesi europei (Francia e Germania) nel periodo 2000-2010 (Banca d’Italia) ma non se ne vedono grandi risultati.

Le Grandi opere non danno i risultati sperati. Ma se ne è accorto solo il M5s
Politica instabile, legge Severino, carenze di analisi, burocrazia e codice degli appalti, hanno reso la situazione a dir poco problematica. Basti pensare ai costi finali di alcune opere, che triplicano rispetto alle previsioni e ad analisi dell’utilità (di trasporto in particolare) sovradimensionate per giustificare opere e appetiti. Questo sistema inefficiente c’era nei decenni passati e c’è adesso: di nuovo, solo per una parte di questo Governo, c’è la necessità di fare delle valutazioni più approfondite sui conti, sui meccanismi di finanziamento pubblico (perché i project financing sono falliti solo in Italia?) deresponsabilizzanti e tutti a fondo perduto. Eppure, per misurare se un’opera serve o meno si può verificare anche dal grado di coinvolgimento del mercato.Dieci anni fa l’ex Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, che non è un ambientalista e neppure un radical chic, disse che “la riduzione della spesa per le opere pubbliche impone una valutazione dei costi e dei benefici di progetti alternativi”.

VENEZUELA E ITALIA: COME C’ENTRA LA MONETA COMPLEMENTARE di Nino Galloni.

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Risultati immagini per nino galloniPasseggiando per Caracas, si nota la differenza tra i mercatini di quartiere (ripieni di ogni ben di  Dio di prodotti locali) ed i supermercati, privi di tutto o con pochissime cose e a prezzi esorbitanti. La spiegazione è molto semplice: i prodotti che scarseggiano perché di importazione – data la situazione del Paese – non sono accessibili; quelli locali sono limitati – come tipologia – ma rappresentano cosa si deve fare per riavviare l’economia.
Vale a dire, aumentare l’offerta di beni locali: i produttori possono emettere una loro moneta che serva solo agli scambi, superando la limitatezza del baratto. Ma se qualcuno pensasse ad una moneta avente valore intrinseco, finalità di risparmio o convertibilità, bloccherebbe il processo sul nascere.
In Italia, apparentemente, abbiamo la situazione opposta: un eccesso di prodotti anche a basso prezzo, nei supermercati, che sembrano più convenienti delle produzioni locali; in effetti, in Italia, scarichiamo tutto sulla disoccupazione: i produttori locali sono spiazzati dalle catene internazionali che non guadagnano tanto sulla differenza tra fatturato e costi (molte volte artificiosamente bassi), ma sulla gestione finanziaria del cash flow. Paradossalmente, anche in Italia, se volessimo rilanciare l’occupazione locale, dovremmo sostituire importazioni e, in questo, una moneta dei produttori (complementare) ci aiuterebbe molto: così i consumatori si troverebbero in tasca anche questa moneta “cattiva”  – con cui si possono comperare solo prodotti locali ovvero del consorzio dei produttori – la quale verrebbe utilizzata per prima.

L’effetto della globalizzazione? Meno tasse per i ricchi

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Un recente paper di ricerca pubblicato da Hegger, Nigal e Strecker sull’EAR mette in luce un fatto che, più o meno, tutti ci aspettavamo: la globalizzazione dalla metà degli anni ’90 ha portato ad un calo del peso fiscale sul famoso 1% più ricco del pianeta.
Praticamente se dal 1980 al 1993 la crescita dei commerci internazionali portava ad una distribuzione del carico fiscale più progressivo sui redditi più alti e più leggero verso le classi medie, dal 1994 la globalizzazione è stata fatta con un’allocazione delle risorse che ha fortemente favorito le classi estremamente agiate, quel famoso 1% che ha nelle sue mani il mondo intero.
La cosa si può facilmente vedere nel seguente grafico:

I vaccini non sono sicuri: lo dice la corte suprema americana

SIGNORAGGIO, "DIVORZIO" E DEBITO PUBBLICO: FACCIAMO CHIAREZZA UNA VOLTA PER TUTTE.

Sta facendo molto discutere il servizio di Alessandro Giuli sulle origini del debito pubblico italiano andato in onda qualche giorno fa all’interno del nuovo programma di Rai 2, “Povera Patria”.




lantidiplomatico.it Thomas Fazi
Secondo i critici – tra cui luminari dell’economia come Riccardo Puglisi, Mario Seminerio e, ça va sans dire, l’immancabile Luigi Marattin -, le colpe del servizio sarebbe sostanzialmente tre: di aver “propagandato” sulla televisione pubblica la presunta madre di tutte le bufale economiche: il signoraggio (ussignor!); di aver individuato nel cosiddetto “divorzio” del 1981 tra Banca d’Italia (BdI) e Tesoro la causa principale della successiva esplosione del debito pubblico italiano; e di aver insinuato – seppur indirettamente – che la soluzione al problema del debito pubblico sarebbe di tornare ad un regime simile a quello pre-divorzio, cioè di monetizzazione (più o meno parziale) del deficit/debito pubblico da parte della banca centrale.

La CUP catalana con il Venezuela bolivariano.

Anche in Catalunya vale l’efficace affermazione secondo la quale “sul Venezuela ci si unisce e ci si divide”: mentre il presidente del consiglio spagnolo, il segretario del PSOE Pedro Sanchez, fa proprio l’ultimatum dell’UE a Maduro, la Candidatura d’Unitat Popular (CUP) esprime il suo deciso sostegno alla repubblica bolivariana.
A fianco delle classi subalterne e dei popoli impegnati nella costruzione di un’alternativa, la CUP denuncia i progetti delle elites politico finanziarie, si tratti di quelle europee o americane. E invita a manifestare il sostegno al Venzuela di Maduro: gli anticapitalisti e indipendentisti si confermano il soggetto politico catalano che più ha scommesso sulla rottura della catena di comando che unisce Barcelona a Madrid e ai centri di potere targati UE o USA. Una scommessa resa più evidente anche dalla decisione di non partecipare elle prossime elezioni europee, motivata dal rifiuto di rendersi complici di istituzioni definite capitaliste e  imperialiste, dedite tra l’altro al razzismo istituzionale, per le quali non passa il processo di liberazione nazionale e che secondo l’ex diputata Mireia Boya rappresentano quanto di più lontano dalla formazione catalana. Rifiutando la cornice dell’UE, la CUP ripropone l’internazionalismo e l’alleanza con le forze politiche e i movimenti che lavorano dal basso per la rottura degli equilibri esistenti. E ribadisce il suo sostegno al Venezuela bolivariano, come si legge nel comunicato di alcuni giorni fa, tradotto qui di seguito.

Prof. Vasapollo: "La destra italiana - dal Pd alla Lega - vuole la guerra in Venezuela. Il sangue di questi ultimi anni nelle loro 'guerre umanitarie' non gli è bastato?"

"Faccio appello alla Mogherini perché rispetti per una volta l’autodeterminazione dei popoli e la sovranità di un paese."


Intervista al Prof. Luciano Vasapollo, Professore alla « Sapienza» Università di Roma, Delegato del Rettore per le Relazioni Internazionali con l'America Latina 

F.Verde lantidiplomatico.it
Professore in Venezuela è in corso un golpe oppure no?

E’ chiaramente in corso un colpo di stato. Non è iniziato il 24 gennaio ma un giorno prima. Il golpe è iniziato su Twitter quando il signor Pence, vice-presidente di un paese responsabile della morte di 30 milioni di persone circa dal 1945 ad oggi, ha deciso che il Presidente legittimo di un paese non lo doveva essere più. L’autoproclamazione del 24 gennaio di un autentico sconosciuto della vita politica venezuelana – noto solo per aver mostrato il deretano alla polizia bolivariana e per aver lanciato molotov riempite di escrementi contro l’esercito - è solo l’esecuzione di un ordine arrivato il giorno prima.


L’estrema destra venezuelana che guida il golpe – e i media che li assecondano nel mondo - continuano a dire però di seguire la Costituzione venezuelana. E’ così?

Come hanno spiegato bene il presidente Maduro, il ministro degli esteri Arreaza all’Osa, all’Onu – dove i piani golpisti sono miseramente falliti - e in conferenza stampa, ma come può spiegare uno studente di primo anno di giurisprudenza in Venezuela, il golpe non ha nessuna base legale. Lo hanno spiegato tutti i più importanti costituzionalisti in Venezuela come il tentativo dell’opposizione di giustificare come vuoto di potere l'usurpazione della funzione del Presidente non ha alcun riferimento legale. Il presidente Nicolas Maduro Moros ha giurato il 10 gennaio dinnanzi al potere supremo costituzionale come prevede la Costituzione in casi in cui, come l’attuale, il Parlamento è in una situazione di ribellione. Il Venezuela, fattore determinante e volutamente ignorato da quei media che assecondano il golpe, è una repubblica presidenziale e il Presidente è eletto da elezioni dirette e non dal Parlamento. Non è mai prevista la possibilità di vuoti di potere. L'art. 233 della costituzione, che l’estrema destra golpista cita per avallare questo colpo di stato, parla di impedimento permanente del presidente, non di vuoto di potere. La costituzione definisce tassativamente 5 casi di impedimento permanente: rinuncia del presidente, morte, sentenza del Tribunale supremo che ne dichiari la destituzione, dichiarazione del Tribunale supremo che ne dichiari l’incapacità fisica o mentale, la dichiarazione di abbandono dell’incarico. 
Questi sono gli unici casi in cui si manifesta l'impedimento permanente, la legge venezuelana non ne prevede altri. Come potete facilmente comprendere nessuno sussiste in questo momento ed è chiaramente in corso un colpo di stato.  
L'ennesimo colpo di stato della nefasta storia degli Stati Uniti in America Latina.
 

Classe Operaia. Macerata: cade da un'impalcatura, muore operaio impegnato in lavori post terremoto.

L'incidente a Matelica, vittima un lavoratore kuwaitiano di 50 anni. È volato da un'altezza di circa 15 metri. Il nuovo infortunio ad appena 24 ore dai dati relativi al 2018, che hanno certificato l'aumento di vittime.


repubblica.it

Macerata: cade da un'impalcatura, muore operaio impegnato in lavori post terremotoI dati provvisori dell'Inail, appena diffusi, hanno rivelato l'aumento delle denunce e degli incidenti mortali sul lavoro.  
Tre morti al giorno nel 2018, per l'esattezza 1.133 (10,1% rispetto alle 1029 del 2017), una strage quotidiana: che continua anche in questi primi giorni del 2019.  
L'ultimo episodio nel Maceratese, a Matelica, dove un operaio del Kuwait, il 50enne Khalid Khalid, da anni residente a Camerino, è morto durante i lavori di restauro di un edificio privato lesionato dal terremoto del 2016. È la prima vittima del lavoro impegnata nell'opera di ricostruzione post sisma.
L'uomo, che lavorava da circa tre mesi alle dipendenze di un'impresa edile di Matelica, è precipitato da un'impalcatura al quarto piano, facendo un volo di circa 15 metri: è morto sul colpo per le gravissime lesioni interne. 

Ambiente & Clima. Il biodiesel doveva essere carburante ‘ecologico’. Ecologico col piffero!

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Il biodiesel doveva essere carburante ‘ecologico’. Ecologico col piffero!
Nel dibattito, qualcuno mi ha domandato: “Ma, professore, da tutti questi modelli del mondo che fate, in fin dei conti, cosa avete imparato?”.
Domanda non facile quando l’argomento è complesso e devi riassumere la risposta in poche frasi. E ti deve anche venire di getto!
Però credo di averla azzeccata abbastanza bene quando ho detto: “La cosa principale che abbiamo imparato è che i modelli funzionano bene. Anche il famoso modello dei ‘limiti dello sviluppo’ che il Club di Roma aveva proposto nel 1972 descrive ancora abbastanza bene lo stato del mondo di oggi. Ma questo ha una conseguenza: il sistema è prevedibile perché tende a muoversi in una certa direzione. E questo vuol dire che cambiare le cose è molto difficile”.
Questa cosa della difficoltà di cambiare le cose, anche quando sarebbe necessario, mi è tornata in mente leggendo un rapporto recente sulla coltivazione di soia, olio di palma e cose del genere per fare biodiesel. 
Come potete leggere nel rapporto, questa roba fa dei danni spaventosi per via della deforestazione e della distruzione del suolo fertile
In termini di emissioni di gas serra è molto peggio del gasolio tradizionale.

Le Foibe come arma di distrazione di massa.

Dal finire degli anni ’80 si andò definendo un nuovo assetto europeo: la Germania (riunita) diventava il nuovo leader che trascinava gli altri paesi in un percorso – politico ed economico – da cui lei avrebbe tratto il massimo giovamento.
In questa nuova Europa sono ben definiti i ruoli: chi comanda e chi obbedisce, chi può prendere le decisioni strategiche e chi si può al più limitare al tentativo d’influenzarle. Un quadro in cui il ruolo dell’Italia è evidente, ma ancora più evidente il fatto che optando per porsi in subalternità si finisce per accettare le decisioni delle forze egemoni nella UE, anche quando queste vadano contro i propri interessi.
La Germania lanciò un progetto di ampio respiro che oggi si manifesta nella sua concretezza e che prevedeva la costruzione dell’egemonia – politica ed economica – in Europa. Forse fare dei paragoni con i vari Reich è per certi versi azzardato, ma per altri non tanto. Infatti il progetto prevedeva la propria riaffermazione su territori in cui più volte ha insistito la presenza tedesca (fino alla Prima Guerra Mondiale con l’alleanza tra Germania e Impero Austro-Ungarico e successivamente con il Terzo Reich). Anche in quest’ottica va inquadrata l’espansione ad Est avviata con il crollo dei paesi socialisti: nella ricomposizione della sfera d’influenza tedesca.

Mafie & Classe dirigente. ‘Ndrangheta in Valle d’Aosta, negli atti l’intreccio tra i clan e la massoneria: ‘Volevano affiliare i politici locali alle logge’.

L’intreccio tra criminalità organizzata e logge si stava riproponendo anche nel Nord d’Italia. Protagonisti alcuni personaggi importanti della locale smantellata dai carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino. “L'affiliazione alla massoneria di alcuni dei partecipanti del locale di Aosta rappresenta un ulteriore elemento di collegamento con esponenti che ricoprono ruoli di rilievo nel settore economico, imprenditoriale e politico sia della società civile valdostana, sia al di fuori dei confini regionali”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

‘Ndrangheta in Valle d’Aosta, negli atti l’intreccio tra i clan e la massoneria: ‘Volevano affiliare i politici locali alle logge’Tra le Alpi si rivede, in scala ridotta, una dinamica sofisticata, di quelle presenti in Calabria e in Sicilia (soprattutto a Trapani) finite sotto la lente della Commissione antimafia. 


L’intreccio tra criminalità organizzata e massoneria si stava riproponendo anche nel Nord d’Italia, ad Aosta.
Protagonisti alcuni personaggi importanti della locale di ‘ndrangheta smantellata mercoledì dai carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino nell’ambito dell’operazione “Geenna”.
Loro sono Antonio Raso e Nicola Prettico. Il primo è considerato dagli inquirenti uno dei capi della locale anche per il suo ruolo di collegamento con la politica aostana. Il secondo, invece, è un “partecipe”, ma ha una caratteristica: è stato eletto al consiglio comunale di Aosta nel 2015. Entrambi hanno l’interesse per grembiulini, squadre e compassi, riti e riunioni segrete.
Quel che va subito sottolineato però – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – è come l’affiliazione alla massoneria di alcuni dei partecipanti del locale di Aosta rappresenti un ulteriore elemento di collegamento con esponenti che ricoprono ruoli di rilievo nel settore economico, imprenditoriale e politico sia della società civile valdostana, sia al di fuori dei confini regionali”.

mercoledì 30 gennaio 2019

In Italia il lavoro (quando c’è) uccide


 

 contropiano unione sindacale di base
L’Inail ha diffuso questa mattina numeri da paura. In Italia i morti di lavoro nel 2018 sono stati 1.133, con un aumento del 10,1% rispetto al 2017. Fanno più di tre cadaveri lasciati ogni giorno sulla strada dello sfruttamento, del precariato, della mancanza di tutele, in sintesi della liberalizzazione selvaggia portata a compimento con il Jobs Act
Dei 1.133 incidenti mortali, 786 (+5,4%) si sono verificati sui posti di lavoro, 258 (+22,6%) in itinere. Gli incidenti “plurimi”, ovvero con due o più morti, sono stati 24, in aumento rispetto ai 15 del 2017.

Turchia, l'appello di Hdp agli osservatori internazionali per scongiurare altri colpi di mano nelle prossime elezioni locali: "Queste elezioni si svolgeranno in condizioni estremamente antidemocratiche"



controlacrisi
L'Hdp, il partito che nel parlamento della Turchia rappresenta le istanze del popolo Curdo, ha scritto una lettera aperta agli osservatori internazionazionali nell'imminenza delle elezioni locali in Turchia previste per il 31 marzo 2019. "Abbiamo buone ragioni per aspettarci che queste elezioni si svolgeranno in condizioni estremamente antidemocratiche, come è avvenuto nelle recenti elezioni presidenziali nel giugno 2018 e il referendum nell’aprile 2017", si legge nella lettera. In effetti, il giro di vite sull’HDP si sta intensificando in vista delle elezioni locali.

"Ministra Grillo, rifletta. È ancora in tempo per non distruggere il Servizio sanitario nazionale". Intervento di Vittorio Agnoletto


 controlacrisi- vittorio agnoletto
Si sono appena concluse le celebrazioni per il 40° anniversario della riforma sanitaria che la ministra Grillo subito ne annuncia la volontà di archiviarla definitivamente. La riforma fu approvata nel 1978 e superati i primi anni di rodaggio il nostro Servizio sanitario nazionale fu riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno dei migliori di tutto il mondo, universale e gratuito, finanziato alla fonte con la fiscalità generale da ogni cittadino in rapporto al reddito.

Scenari Economici Nino Galloni Città di Castello

Chirac: “Abbiamo saccheggiato l’Africa”

https://scenarieconomici.it

jacquechirac
Estratto da Le Monde (13/2/2007), Jacques Chirac a gennaio 2001, al vertice Francia-Africa a Yaoundé, nel Camerun, la sera dichiarò a dei colleghi:
 “Abbiamo spremuto l’Africa per quattro secoli e mezzo. Poi abbiamo saccheggiato le sue materie prime; poi abbiamo detto: non sono buoni a niente. In nome della religione, abbiamo distrutto la loro cultura e adesso, dovendo fare le cose con più eleganza, gli abbiamo rubato la materia grigia grazie alle borse di studio. Poi abbiamo constatato che la sfortunata Africa non verte in uno stato eccellente, che non genera una elite. Dopo esserci arricchiti a loro spese, gli facciamo pure la morale

Lettera ai potenti della Terra - Valerio Malvezzi al Senato della Repubblica

Servi dello smartphone che ci doveva servire

https://attivissimo.blogspot.com

Rispondete sinceramente: siamo noi che usiamo i nostri smartphone, o sono gli smartphone a usare noi? È la domanda proposta sul New York Times (copia su Archive.is) dal professore associato d’informatica Cal Newport, partendo dalla storica presentazione dell’iPhone da parte di Steve Jobs nell’ormai lontano 2007. L’iPhone non fu il primo smartphone in assoluto, ma fu il primo realmente utilizzabile dall’utente comune.

Rispetto alle intenzioni del visionario Jobs, però, le cose sono andate un po’ diversamente. Lo smartphone era stato concepito come assistente: oggi siamo noi, in molti casi, i servitori dello smartphone. Chiede costantemente la nostra attenzione, con le sue infinite notifiche e distrazioni, da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire. I social network e le app di messaggistica esigono che rispondiamo immediatamente, mettiamo cuoricini, condividiamo l’ennesima indignazione collettiva con tutti i nostri amici.

Agricoltura & Salute. I pesticidi nelle mele.

Conoscete il detto “Una mela al giorno toglie il medico di torno?“. Forse oggi è meglio non dare troppo credito a certi detti popolari. Purtroppo sempre più studi confermano la presenza di pesticidi in quello che mangiamo, e proprio le mele sono un caso particolare.


byoblu.com


Negli ultimi anni sono state fatte diverse ricerche: sono state comprate mele nei supermercati di mezza Europa, la maggior parte coltivate col metodo tradizionale, mentre alcune erano biologiche, e sono state fatte analizzare alla ricerca di pesticidi. 
Nonostante la varietà dei luoghi di provenienza, circa l’80% delle mele coltivate tradizionalmente ha presentato residui di sostante chimiche
In più della metà dei casi contaminati sono stati trovati – su un solo campione – da 2 a 5 pesticidi contemporaneamente.
Sono state rinvenute quasi 40 sostanze diverse e circa la metà hanno effetti tossici noti per gli organismi acquatici, le api e altri insetti utili.
Alcune di queste sostanze sono considerate altamente persistenti e potenzialmente bioaccumulabili. Ovvero: una volta rilasciate nell’ambiente si degradano così lentamente da risalire la catena alimentare, accumulandosi e danneggiando l’intero ecosistema.

Canapa. Chiamatelo “Hemp Bill”.

Dopo che, infatti, più di un quinto degli Stati americani ha legalizzato l’uso ricreativo di marijuana e dopo che oltre due terzi ha liberalizzato l’uso di cannabis terapeutica, con la firma del Farm Bill, la canapa industriale viene ufficialmente depenalizzata in tutto il territorio a stelle e strisce. 
E il fatto che a firmare questo atto sia stato il presidente Donald Trump, presentatosi solo due anni fa come il nuovo paladino della War on Drugs indiscriminata, la dice lunga sul processo che si è messo in moto Oltreoceano e che non accenna ad arrestarsi, anzi.
Il Farm Bill è un imponente atto legislativo, rinnovato una volta ogni cinque anni dal 1933, che regola tutto ciò che ha a che fare con agricoltura e ambiente. 
La grande novità di quest’anno è la legalizzazione della coltivazione (e della commercializzazione) di prodotti a base di canapa industriale, comprese quelle utilizzate per la produzione di olio di CBD. 
Come in Italia, anche negli USA, il CBD ha subito un’impennata di popolarità, a causa delle sue proprietà terapeutiche, tanto che, nonostante il vuoto normativo, nel solo 2017 ha superato i 350 milioni di dollari nelle vendite al consumo e si prevede un nuovo boom, una volta che entrerà in vigore la legge prevista per il 2019.

Cannabis. Crescono i pazienti e il Laboratorio della cannabis terapeutica si amplia.

Firenze – Cresce e si amplia il Laboratorio Galenico dell’Ospedale di Santa Maria Nuova.




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Il motivo è il successo, dal momento che continuano a crescere i pazienti in trattamento.
I nuovi spazi sono stati inaugurati stamattina dall’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi e dall’assessore al welfare e sanità del Comune di Firenze Sara Funaro alla presenza dei direttori generale Paolo Morello Marchese e sanitario Emanuele Gori.
Diretto dalla dottoressa Irene Ruffino il Laboratorio, che svolge la propria attività nell’ambito del dipartimento del farmaco di cui è direttore la dottoressa Teresa Brocca, oggi segue ben mille pazienti con un aumento della produzione di medicamenti del 70% (nel 2017 era del 50%).
Il Laboratorio Galenico fiorentino garantisce le terapie per tutta l’area vasta centro: l’area fiorentina compresa l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e i territori di Empoli, Prato e Pistoia.
Trasferendo i servizi amministrativi in altri locali sono stati realizzati nuovi ambienti, in particolare dedicati all’accoglienza dei pazienti, e gli spazi ora disponibili rendono anche più funzionale l’attività svolta dagli operatori.
I lavori di ristrutturazione sono state seguiti dall’ingegnere Luca Meucci, dell’area tecnica aziendale con un investimento complessivo di 120.000 euro.
“Il laboratorio Galenico è un’eccellenza per il nostro sistema sanitario regionale e con la produzione di terapie a base di cannabinoidi si chiude il ciclo di investimenti avviati con l’approvazione della legge 18/2012 sull’uso della cannabis per scopo terapeutico – afferma Saccardi –ora il nostro obiettivo è incrementare la produzione da parte dello stabilimento chimico militare di Firenze, per diminuire le importazioni dall’estero”.

Canapa. Negozi e campi: la Lombardia prima nella vendita legale di cannabis.

L'agricoltura scommette sulla canapa.

 
 
 ilgiorno.it LUCA BALZAROTTI
Analisi sui valori di principio attivo nelle piante di canapaMilano, 20 gennaio 2019 -
A Milano sono quasi raddoppiati. Ventitré in più di un anno fa. E anche Lodi, l’ultima provincia che aveva chiuso il 2017 senza un negozio, ora ha il proprio rivenditore di cannabis. Provincia che vai, negozio che trovi.
La guida “Magica Italia” li ha censiti tutti: in Lombardia, prima regione davanti a Lazio ed Emilia Romagna, sono 121, 54 in più in un anno.
Si scrive “growshop”, tecnicamente esercizi commerciali specializzati in articoli e attrezzature per la coltivazione e il giardinaggio con sezioni ad hoc dedicata al mondo della canapa.
Si legge, tra le righe, il fiorire di un nuovo business. 
È la vendita (legale) di cannabis light - con contenuto psico-attivo inferiore allo 0,2% - il prodotto che rende di più. 
Poi arrivano i semi e solo al terzo posto kit per la coltivazione e il giardinaggio.
Milano conta 51 attività a fine 2018. Segue Brescia con 14 e una crescita di 9 commercianti in più.

Acqua. Servizio idrico: quale regolazione?

Regolazione tecnica e dimensione politica nel governo dei servizi idrici.





Servizio idricoServizio idrico Il sistema idrico italiano è spesso oggetto di riforma ma la strada per garantire l’efficienza del servizio è una sola: regolazione nazionale e democratizzazione della gestione.

1.Un’autorità di regolazione indipendente per il settore idrico.
Dal 1994 a oggi, in quasi ogni legislatura si è tentato di apportare qualche modifica alla disciplina del servizio idrico, nella speranza di risolvere i problemi che caratterizzano il settore[i]. Questa lunga stagione di riforme ha interessato pressoché esclusivamente un solo aspetto del governo di questo settore: il soggetto incaricato di erogare il servizio.
Il legislatore ha rivolto la propria attenzione alla riduzione del numero degli operatori, alle modalità di affidamento dei servizi, all’alternativa tra gestione pubblica e privata, al modello più efficiente di gestione pubblica[ii].
Questo approccio ha finito per rimuovere dal dibattito la questione del modello di regolazione più efficace per i servizi idrici: insomma, si è discusso di chi dovesse erogare il servizio, ma non di quali regole fissare (e di chi dovesse farlo) per garantire ai cittadini un servizio di qualità e per consentire alle imprese di operare in maniera economicamente efficiente e realizzare gli investimenti attesi.

Classe Operaia & Classe dirigente e quando ci risveglieremo? Logistica. 32 licenziamenti alla GLS, una rappresaglia padronale.

Nella mattinata del 29 gennaio sono state consegnate a 38 lavoratori dell’hub piacentino di GLS 32 lettere di licenziamento e 6 lettere di sospensione. Guarda l’intervista a Roberto Montanari (Usb)

 

Tale inedito provvedimento si configura come un licenziamento disciplinare collettivo.
Il contesto nel quale tali atti avvengono è quello in cui 3 militanti di USB vengono aggrediti con tirapugni e pistola al peperoncino.
La “colpa” degli iscritti alla nostra sigla sindacale è quella di essersi mobilitati contro il clima di violenza e di aver scioperato per rivendicare sicurezza e serenità nel posto di lavoro.
La risposta venuta dal loro datore di lavoro è stata l’invio di circa 200 lettere di contestazione disciplinare in circa 15 giorni (una media di 5/6 per ogni lavoratore) e alla fine senza nemmeno rispettare l’iter procedurale, con l’obbiettivo di forzarlo, è arrivato il licenziamento.

30-31 gennaio 1968. L’offensiva del Tet (Vietnam).

Una delle più grandi vittorie – morali prima che militari – nella Storia di un “piccolo popolo” (quello del Vietnam) contro un Gigante (cioè gli Usa).
Fabrizio Melodia 

L’offensiva del Tet fu un grande attacco portato a compimento dall’ottima mente strategica del generale Vo Nguyen Giap (*) al comando di circa 70000 uomini, proprio in coincidenza del capodanno dell’anno lunare, segnato sul calendario orientale come Tet.
L’attacco comprese numerosi centri abitati su un vasto fronte, molti di notevole importanza strategica e presidiati dagli statunitensi e dell’esercito sudvietnamita.
I vietcong comunisti vinsero? Per il morale dell’esercito nordvietnamita, di sicuro, fu una grandiosa vittoria, a cui seguì anche l’attacco diversivo alla base dei marines stanziati a Khe Sanh, ai confini con il Laos.
Gli yankees furono colti di sopresa: con molta probabilità perché non pensavano che i nordvietnamiti avrebbero sferrato un attacco durante la festività del loro Capodanno; o forse per presunzione si sentivano intoccabili.

Migranti & sbarco. Sea Watch, accordo tra 5 Paesi Ue per redistribuzione dei migranti. Conte: “Tra poche ore inizierà lo sbarco”.

Il governo italiano aspetta la aspetta la formalizzazione dell’accordo con gli altri Paesi e poi la situazione si potrebbe sbloccare. 
Questa la posizione al termine del vertice notturno tra il premier Giuseppe Conte ed i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio. 
Tra i Paesi che accoglieranno i migranti a bordo della nace c'è anche il Lussemburgo nell’accordo raggiunto ieri dal premier.


“Fra qualche ora inizieranno le operazioni di sbarco della Sea Watch”.
Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a margine del suo incontro con il sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Il presidente del consiglio ha poi ringraziato il Lussemburgo ultimo paese che si è aggiunto all’accordo raggiunto ieri dal premier  Conte a Cipro per la distribuzione dei 47 migranti ancora a bordo della Sea Watch, la nave battente bandiera olandese ormai da 12 giorni in mare e da 5 nella rada di Siracusa.
I Paesi al centro dell’accordo sarebbero dunque Germania, Francia, Portogallo, Romania, Lussemburgo e Malta.
Nelle prossime ore si attendono dettagli su come saranno distribuiti i 47 migranti.

Classe dirigente. Genova, dieci nuovi indagati nell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi.

Si tratta di tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia e Spea: contestato il falso in procedimento connesso ai controlli su altri cinque viadotti in stato critico.

Ci sono dieci nuovi indagati nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi.
Si tratta di tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia e Spea, la società delegata da Autostrade al monitoraggio della rete autostradale.


L'accusa per loro è di falso nel procedimento connesso ai controlli sugli altri cinque viadotti in stato critico: tra questi il Paolillo in Puglia e Pecetti e Sei Luci a Genova.
Nella mattinata del 30 gennaio la Guardi di Finanza ha effettuato nuove perquisizioni negli uffici di Genova, Milano, Firenze, Bologna, Bari. Gli inquirenti cercano di far luce su alcune criticità emerse dai resoconti dei testimoni sentiti dal 14 agosto scorso ad oggi dai due pm titolari dell'indagine, Massimo Terrile e Walter Cotugno. Le sedi di Spea erano già state perquisite in passato, ma per cercare documenti sul viadotto genovese crollato lo scorso agosto.

Libro. La zona grigia della violenza ambientale.

Esiste una "zona grigia" in campo ambientale – si chiede Luca Mercalli nel suo ultimo libro "Non c'è più tempo" ?
 
 

Chi più chi meno, consapevoli o distratti, siamo tutti complici della distruzione ambientale dato che le nostre vite oggigiorno, salvo rare eccezioni di pochi popoli dagli stili di vita arcaici, sono basate sull'uso intensivo di energia fossile e sulla produzione di rifiuti.

È la scienza a dirlo che senza limiti autoimposti che rispettino quelli della fisica planetaria non avremo futuro.
È la scienza che ci mette a disposizione gli strumenti per capire che o agiamo ora, o più aspettiamo, più le conseguenze saranno gravi.
Perché, nell'indifferenza incredula, non l'ascoltiamo quasi riguardasse altri? Al contrario si pensa che la tecnologia – un mantra di sapore magico – così come crea danni ambientali li risolverà.
Ma è un inganno pericoloso, ci spiega.
Riscaldamento globale in atto, inquinamento atmosferico fuori controllo, consumo di suolo oltre la soglia: sono gli argomenti della congiuntura planetaria che Luca Mercalli affronta in tutta la loro drammaticità.

Discorso al Reichstag, 80 anni fa le parole di Hitler che cambiarono la storia.

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Professore Ordinario di Biochimica, Università di Roma La Sapienza

Discorso al Reichstag, 80 anni fa le parole di Hitler che cambiarono la storia Due concetti sono contenuti in questa frase:
1. il razzismo “economico”;
2. lo sterminio degli Ebrei come difesa necessaria.
Il razzismo antisemita dei nazisti si basava su almeno due argomentazioni diverse. C’era infatti nell’ideologia nazista un antisemitismo “genetico”, che vedeva il popolo ebraico come diverso dal volk tedesco, e temeva la contaminazione razziale; e un antisemitismo economico, che vedeva nella finanza ebraica la causa della sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale e del successivo impoverimento del popolo tedesco.

Cos'è rimasto del M5S?

Ieri il leghista Claudio Borghi ha proposto ironicamente di spedire i 47 migranti della Sea Watch in un lussuoso Club Med sulle coste della Tunisia, mostrandone con una mappa la vicinanza al punto di mare in cui sono stati soccorsi. Nulla di strano, né di nuovo: il linguaggio dell'attuale potere è tutto fatto di irrisione, cattivismo e scherno, insomma siamo in piena continuità con la "pacchia", i "palestrati" e i "bacioni" di Salvini.




L'Espresso Alessandro Gilioli
È questa l'egemonia culturale del presente, espressione diretta del governo gialloverde e della caccia al consenso basata sulla canalizzazione della rabbia sociale nei confronti dei migranti. È questa la moneta comune dell'oggi, che ogni giorno si autoalimenta: più i leghisti indicano nei migranti il nemico, più si diffonde l'odio verso i migranti stessi; e più si diffonde l'odio verso i migranti, più i leghisti rincarano la dose per incrementare il proprio consenso.

In questo penoso scenario, tuttavia, l'aspetto più interessante - parlando da analisti della politica - è la posizione del Movimento 5 Stelle.

Il M5S, dalla fondazione, non era mai stato xenofobo né aveva posto la questione delle migrazioni al centro del suo programma, in una direzione o nell'altra.

Non che facesse dell'accoglienza una propria battaglia, ma aveva posizioni sfumate e controverse. Ad esempio, nel 2013 depositò una proposta di legge sullo Ius Soli molto avanzata, perfino migliore di quella del Pd che poi naufragò a fine legislatura. Per contro, Grillo sul suo blog parlava di "sacri confini della patria".

“L’oro del Venezuela resta qui!”: il ruolo di Bank of England e Deutsche Bank nel golpe in atto a Caracas.

Dietro la scomparsa dell’oro venezuelano, c’è la regia degli Stati Uniti. Leggendo una notizia del genere potrebbe sembrare di esser finiti in una spy story, o in una vecchia storia d’avventura di un paio di secoli fa.
 
 Stiamo invece parlando di cronaca, di politica, di quello che sta avvenendo in Venezuela. E come sempre quando si segue la pista dei soldi – in questo caso dell’oro – poi le dinamiche in atto iniziano a diventare chiare.

Sono tre le notizie interessanti, da questo punto di vista, che circolano da ieri, citate e proposte da Corriere della Sera e da Sole 24 Ore (media che non possiamo certo annoverare tra quelli pro-Maduro, che di fatto da queste parti non esistono).
La prima arriva dall’agenzia Bloomberg: la Banca d’Inghilterra ha bloccato una richiesta del governo venezuelano di ritirare oltre un miliardo di dollari in lingotti d’oro in possesso della stessa banca. Si tratta di parte della riserva aurea all’estero della banca centrale venezuelana, quindi teoricamente nelle sue disponibilità.
La seconda notizia la riporta la Reuters: l’autoproclamato – e quindi golpista – presidente Guaidò ha scritto a Teresa May, chiedendo formalmente di non restituire l’oro perchè “sarebbe usato per la repressione” da parte di Maduro.
La terza notizia arriva dal Sole 24 Ore, ed è quella che forse “pesa” di più. Sono due, in realtà, le news contenute nell’articolo di Alessandro Plateroti, che suggeriamo di leggere (https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-01-26/-l-oro-caracas-londra-congelato-usa-deutsche-bank-saga-193032.shtml?uuid=AEFrBQLH).