Si
è svolto ieri alla Farnesina e a Villa Madama il nono Comitato
Intergovernativo Italia Cina con la presenza del Ministro degli Esteri
italiani Moavero Milanesi e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi.
In particolare due sono gli ambiti in cui il Partenariato strategico Italia Cina, in vista del 50° anniversario dell’allacciamento dei rapporti diplomatici che cadrà l’anno prossimo, si esplica maggiormente.
Il primo è la connettività euroasiatica: in questo campo i due ministri hanno raggiunto un accordo per implementare e rafforzare gli investimenti lungo la Via della Seta nelle connessioni ferroviarie, aerospaziali e marittime, con specifico intervento sulla logistica e sulla portualità marittima.
Il secondo punto è la collaborazione Italia Cina in ambito spaziale: l’Italia fornirà nei prossimi anni i moduli abitativi della futura stazione spaziale cinese e collaborerà nei progetti lunari.
Non si è ancora, però, firmato il Memorandum di adesione alla Via della Seta. Secondo il Sole24ore online di ieri, la firma slitta con la visita a marzo in Italia di Xi Jinping o al massimo al forum della Via della Seta che si svolgerà a Pechino il 25 aprile.
L’Unione Europea ha già criticato il Portogallo due mesi fa per la sua adesione alla Via della Seta e frena fortemente l’Italia. Francia e Germania bloccano la connessione marittima tra Cina e Europa per frenare, dicono loro, le ambizioni di Pechino.
Ci si mettono anche gli Usa, che con Trump criticano fortemente la Via della Seta. Quinta colonna trumpiana in Italia è Salvini, che non vuole la firma del Memorandum, mentre Moavero, Conte Tria e Di Maio spingono per l’adesione.
Potrebbe essere questo nei prossimi mesi motivi di attrito al Governo, ma ci sono due eventi che potrebbero accelerare il processo.
Il primo è il Trattato di Acquisgrana, firmato da Francia e Germania. Il Premier Conte sul Corriere di ieri lo ha criticato fortemente, dichiarando che l’Italia non subirà passivamente il processo e si “guarderà intorno”.
Il secondo verte sulle relazioni commerciali Usa Cina: un eventuale accordo che ponga fine allo scontro potrebbe dare all’Italia il via libera all’adesione. Di certo il nostro Paese aspetta gli eventi prima di agire. Come sostiene Guidio Salerno Aletta, su Teleborsa di due giorni, fa “Mentre ora la Francia e la Germania fanno blocco, rinserrandosi, e quest’ultima sogna di tornare alla egemonia continentale con un nuovo Sacro Romano Impero, l’Italia deve tornare alla politica mediterranea, unendo tutti i Paesi rivieraschi, da quelli che si affacciano sull’Adriatico a quelli Mediorientali. Solo una azione di stabilizzazione dell’area può bloccare il fenomeno inarrestabile dell’emigrazione incontrollata. USA, Russia, Gran Bretagna e Cina potrebbero vedere con favore un protagonismo italiano nel Mediterraneo. Washington troverebbe una sponda politica cui affidare la gestione concreta dell’area, vista la distanza crescente con la Francia di Macron. Mosca troverebbe nell’Italia il Paese Occidentale che può guidare un processo di stabilizzazione non egemonico, come sarebbe invece quello neo-ottomano sognato dalla Turchia di Erdogan. La Gran Bretagna, sosterrebbe sicuramente Roma, per evitare che sia fagocitata dall’asse franco-tedesco. La Cina ha bisogno di completare l’approdo marittimo della Via della Seta, e l’Italia si presenta come il partner ideale“.
L’Italia è dunque in un gioco a cinque, tant’è che il Ministro degli Esteri cinesi Wang Yi ieri a Roma ha dichiarato che “I rapporti tra Italia e Cina si sono sviluppati in una direzione che propone ‘opportunità mai viste in passatoi, come l’Iniziativa Belt and Road per l’apertura delle nuove Vie della Seta, che vede l’Italia interessata a partecipare a tutti i livelli e su questo ci sono “contatti molto stretti”, e “i rapporti Italia-Cina sono all’avanguardia nelle relazioni Cina-Ue”.
Prospettiva euromediterranea in vista contro il Trattato di Acquisgrana?
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