Si tratta di tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia e Spea: contestato il falso in procedimento connesso ai controlli su altri cinque viadotti in stato critico.
Ci
sono dieci nuovi indagati nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del
ponte Morandi.
Si tratta di tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia e Spea, la società delegata da Autostrade al monitoraggio della rete autostradale.
L'accusa per loro è di falso nel procedimento connesso ai controlli sugli altri cinque viadotti in stato critico: tra questi il Paolillo in Puglia e Pecetti e Sei Luci a Genova.
Nella mattinata del 30 gennaio la Guardi di Finanza ha effettuato nuove perquisizioni negli uffici di Genova, Milano, Firenze, Bologna, Bari. Gli inquirenti cercano di far luce su alcune criticità emerse dai resoconti dei testimoni sentiti dal 14 agosto scorso ad oggi dai due pm titolari dell'indagine, Massimo Terrile e Walter Cotugno. Le sedi di Spea erano già state perquisite in passato, ma per cercare documenti sul viadotto genovese crollato lo scorso agosto.
Si tratta di tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia e Spea, la società delegata da Autostrade al monitoraggio della rete autostradale.
L'accusa per loro è di falso nel procedimento connesso ai controlli sugli altri cinque viadotti in stato critico: tra questi il Paolillo in Puglia e Pecetti e Sei Luci a Genova.
Nella mattinata del 30 gennaio la Guardi di Finanza ha effettuato nuove perquisizioni negli uffici di Genova, Milano, Firenze, Bologna, Bari. Gli inquirenti cercano di far luce su alcune criticità emerse dai resoconti dei testimoni sentiti dal 14 agosto scorso ad oggi dai due pm titolari dell'indagine, Massimo Terrile e Walter Cotugno. Le sedi di Spea erano già state perquisite in passato, ma per cercare documenti sul viadotto genovese crollato lo scorso agosto.
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