mercoledì 31 ottobre 2018

Torino. Il Consiglio Comunale vota no alla Tav. Padroni, sindacati, Pd e Forza Italia infuriati

 CONTROPIANO

Il Consiglio Comunale di Torino ha detto stop alla Tav in attesa dei risultati dell’analisi costi/benefici. L’ ordine del giorno è stato approvato con 23 sì e 2 no e diversi consiglieri astenuti che hanno lasciato l’aula consiliare. I sostenitori della Tav, quasi tutti del centrosinistra, hanno esposto cartelli con le scritte  come “Torino dice sì alla Tav”. La protesta ha portato all’espulsione di alcuni consiglieri.

ROMA -10 NOVEMBRE- PER LA SOLIDARIETA', PER RESTARE UMANI



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 fb potere al popolo
 Anche Potere al Popolo sarà in piazza il 10 novembre a Roma!
Insieme a noi donne e uomini da tutta Italia per opporsi fermamente ai due provvedimenti dannosissimi: il decreto sicurezza e il decreto Pillon.
In queste settimane il decreto sicurezza dovrebbe essere approvato dal Parlamento.

DEFICIT E DEFICIENTI

https://scenarieconomici.it

Una delle raccomandazioni più azzeccate che vi capiterà mai di ascoltare, in un buon corso di formazione, è la seguente: pensa al contrario! Pensare al contrario significa dare aria alle cellule cerebrali, scrutare il mondo a testa in giù, immaginarlo in modo innovativo, magari vedendolo sferico anziché piatto e cogitando di poterlo circumnavigare come riuscì a Colombo nel 1492. Traslando questi principii all’economia e alla finanza odierne, provate a farvi una domanda. E se – nel valutare il debito pubblico e il deficit – fossimo condizionati dalle parole ‘debito’ e ‘deficit’? Rifletteteci. È possibile. Dopotutto, in un pianeta in cui ti indebitano già nel grembo della madre e ti fanno implorare la rimessione dei debito con la prima preghiera diretta al padre, il debito è sinonimo di ‘colpa’, ‘peccato’, ‘espiazione’. Il deficit, poi parla da sé: dal latino deficere, cioè scarseggiare, il deficit è per definizione scarsità, carenza, penuria.

PERCHÈ TRUMP ROMPERÀ IL GIOCATTOLO (€) DELLA MERKEL

https://scenarieconomici.it

Siamo alla resa dei conti. Se da un lato (politica interna) la Merkel perde la sua immagine causa filo-immigrazionismo, dall’altro sta per rompersi pure il giocattolo su cui ha costruito le sue fortune: l’€!
Trump, basandosi sulle stime del Fondo Monetario Internazionale, sa che la Germania ha truffato il mondo intero sul cambio (adottando l’Euro al posto del Marco):


CESANO DI ROMA- VIA CESANENSE- ILLUMINAZIONE STRADALE KO - AGGIORNAMENTO DEL 31 OTTOBRE: GUASTO RIPARATO, ILLUMINAZIONE OK








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redazione diffusa
La segnalazione effettuata il 22 ottobre scorso relativa ad una ventina di lampioni stradali spenti lungo la via Cesanense a  Cesano di Roma,strada che collega la Cassia bis alla stazione di Cesano, e' andata a buon fine.

Terzo figlio???

Palestina. Gaza. Tre bambini fatti a pezzi da Israele.

La notizia che tra Israele e Gaza, con la mediazione dell’Egitto, fosse stato raggiunto il cessate il fuoco non ha quasi fatto in tempo ad essere stampata che un’azione mostruosa commessa da Israele potrebbe averla resa nulla.

 
lantidiplomatico.it

La tregua firmata ieri dalla Jihad, decisione che ha creato qualche perplessità in quanto l’accordo è stato firmato da un movimento politico e non dai rappresentanti dell’autorità che governa Gaza, oggi forse si può considerare rotta. I rappresentanti della Jihad, infatti, avevano pubblicamente affermato che “il cessate il fuoco verrà rispettato finché Israele lo rispetterà” e Israele questa sera, prima ancora che arrivasse la notte non lo ha rispettato, uccidendo tre bambini.


Tre bambini di circa 12 anni che avevano tentato un’avventura folle. Una cosa di quelle che se fosse riuscita li avrebbe fatti sentire degli eroi partigiani degni di essere ricordati e onorati, il giorno in cui Gaza sarà finalmente libera, magari da un grande regista che avrebbe dedicato loro un film, un po’ come Tarkovskji con il pluripremiato “L’infanzia di Ivan”. Il paragone non è azzardato perché una serie di circostanze sono simili. Ivan era un bambino di 12 anni nell’Europa tormentata dalla Seconda guerra mondiale e aveva perso i genitori per mano del nazismo.

Tap e Tav non rilanceranno l’economia. E nemmeno l’opposizione.

Co-Presidente del Partito Verde Europeo
Tap e Tav non rilanceranno l’economia. E nemmeno l’opposizione
A parte il paradosso di tutti i commenti e articoli su una linea ferroviaria ad alta velocità che è in realtà un tunnel, stiamo perciò parlando di un’infrastruttura non prioritaria, a voler essere generosi. Un tunnel, peraltro, che non sarà pronto prima di vari lustri, costerà tantissimo per assicurarne esercizio e manutenzione e che si trova su una tratta appena riammodernata che può reggere un traffico sei volte più intenso di quello di oggi; un tunnel, infine, che non riuscirà da solo a risolvere nessuno dei problemi di cui si chiacchiera, come il presunto isolamento di Torino, visto che le linee di adduzione al tunnel rimangono quelle attuali e che in Francia si deciderà se costruirne di nuove nel 2038!

martedì 30 ottobre 2018

L’Italia ha la terza elettricità più cara dell’Unione europea: sono nove milioni gli italiani che non ce la fanno a pagare le bollette di luce e gas. La denuncia di Adiconsum


  Fonte: help consumatoriAutore: redazione


Nove milioni di italiani al freddo per l’impossibilità di pagare le bollette di luce e gas. Oltre il 16% delle famiglie. Povertà energetica in aumento in Italia, che conta la terza elettricità più cara dell’Unione europea. Mentre sulle bollette dell’energia si sono abbattuti recenti rincari che fanno temere per le famiglie. Molte “saranno costrette a ridurre ulteriormente i propri consumi energetici”. La denuncia viene da Adiconsum.

"Potere al Popolo è un’occasione e non va persa". Intervento di Ramon Mantovani

controlacrisi ramon mantovani

Da molti anni il Prc persegue l’obiettivo di unire la sinistra antagonista sia per partecipare ad elezioni sempre più escludenti l’idea stessa di rappresentanza sociale, sia per dare vita ad una aggregazione permanente capace di promuovere, estendere ed unificare il conflitto sociale.

Terreni gratis per chi ha il terzo figlio, se è un modo per contrastare la denatalità non credo funzionerà

 Il Fatto Quotidiano.


Dopo il bonus bebè e il bonus per le mamme che decidono di lasciare il lavoro per accudire la prole, l’ultima trovata per incentivare la crescita demografica passa direttamente per la campagna. Con un approccio a dir poco “vintage”, nell’ultima bozza della manovra di governo spunta un articolo per concedere gratuitamente terreni a vocazione agricola del sud Italia ai nuclei familiari che abbiano messo al mondo il terzo figlio.
Effettivamente, interpretando il provvedimento da entrambi i lati, il vantaggio è reciproco: fai figli per avere forza lavoro, hai lavoro perché fai i figli. Se non fosse che questo provvedimento sembra un po’ anacronistico e un po’ riduttivo. E mi sembra che già qualcuno in passato sposò questo approccio.
Il punto vero della questione non è la misura per il recupero delle terre agricole, né lo stanziamento di 20 milioni di euro per darle in concessione. Il punto vero è la postilla che indirizza questo benefit solo alle famiglie disposte a mettere alla luce il terzo figlio.

SVILUPPO: GOVERNO E OPPOSIZIONI CADONO DAL PERO? di Nino Galloni.

https://scenarieconomici.it

Cadere dal pero: espressione popolare per indicare chi si meraviglia di una cosa risaputa. C’è meraviglia perché la stima Istat del terzo trimestre 2018 (luglio, agosto e settembre) riporta un brutto zero di crescita del PIL.
Conclusione: una piccola azione per il PIL (quale quella portata avanti dal governo e considerata esagerata dagli scienziati della Commissione Europea) determina un effetto trascurabile sul PIL stesso; un’azione ben più decisa determinerebbe un effetto adeguato.
Prima di vedere perché, una premessa: per i quattro anni passati, in cui una parte delle opposizioni assicura ci sia stata crescita, lo “sviluppo” è stato dello zero virgola; sono cresciute occupazione precaria e sottoccupazione, tanto per segnare che la produttività generale del sistema si è ridotta continuamente.
Fino a poco più di quarant’anni fa, un qualsiasi aumento delle spesa pubblica oltre le entrate (o disavanzo o deficit spending) generava un forte rimbalzo occupazionale ovvero di riassorbimento dei disoccupati; ad un certo punto, durante gli anni ’70, si notò che, oltre il 3,5% di crescita del PIL aumentava in modo più che proporzionale la importazione di materie prime energetiche: per questo, l’obiettivo “tipo” del governo – a quei tempi – era di mantenere la crescita del PIL adeguatamente sotto il 4%.

Merkel e Juncker. Crollano i pilastri dell’Unione Europea

http://contropiano.org

Una costruzione di qualsiasi tipo si regge su “pilastri portanti”. In politica, specie internazionale, difficilmente le singole personalità riescono a diventare dei pilastri, ma se restano a lungo al centro della scena significa, quanto meno, che sono loro il punto di coagulo, mediazione, tenuta, di un complesso gioco di forze economiche, politiche e militari.

TAV: abbiamo vinto! Grazie, Piero…

http://contropiano.org/

In un mio precedente articolo, appena qualche giorno fa, avevo esortato il partito di maggioranza relativa a fare una cosa qualsiasi per mantenere le sue promesse elettorali, in modo da impedire di consegnare il paese ad una masnada di fascio-leghisti-razzisti-piddini, a cominciare dai preziosi scranni dell’inutile europarlamento, per passare alla Regione Piemonte.

Agricoltura Sostenibile. Le prime piogge autunnali trovano nei letti di semina terreno “fertile” dove scatenare l’erosione superficiale




Ogni anno tonnellate di suolo fertile e ricco di biodiversità, vengono riversate su strade, ferrovie, infrastrutture provocando danni per oltre 100 milioni di euro.
Il suolo agrario è una risorsa esauribile, ed una volta perso non viene più rigenerato.

Per informazioni sulla tecnica della semina diretta LINK

seminadiretta.org
La semina diretta contrasta l’erosione superficiale bloccando la perdita di suolo fertile. 
Siamo ormai prossimi alle semine del grano.
I terreni sono stati arati e ripassati.
L’agricoltore ha preparato il letto di semina che dovrà ospitare i semi del cereale.
Già, il letto di semina.
La definizione, molto appropriata, evoca suoli ben livellati, uniformi, omogenei, tirati a nuovo, che l’esperienza e la maestria dell’agricoltore ha potuto modellare creando i paesaggi autunnali tipici delle aree vocate a grano.
Colline morbide con colori caldi che vanno dal beige chiaro fino al nero più scuro passando attraverso le infinite sfumature di marrone.
Tutto bellissimo se non fosse per un particolare.

SINISTRA/e...L’ultimo errore dei Prc.

La coincidenza potrebbe essere del tutto casuale ma il risultato non lo è affatto. Negli stessi giorni – sabato e domenica scorsi – il parlamentino di Rifondazione Comunista ha decretato il suo goodbye a Potere al Popolo, mentre Sinistra Italiana ha fatto lo stesso con Liberi ed Uguali. 
 

Due esperienze – assai diverse tra loro per composizione, radicamento, programma e finalità – nate entrambe in occasione delle elezioni del 4 marzo, hanno visto così sfilarsi due “azionisti” di relativo peso.
Con qualche interessante, si fa per dire, ricorso storico. Sia il Prc che Sinistra Italiana, frutto della scissione verificatasi al congresso di Rifondazione del 2008 a Chianciano, si ritrovano dieci anni dopo nuovamente in sincronia e in sintonia. Su un progetto strategico che rimetta al centro l’antagonismo di classe nel paese? No, ovviamente. L’orizzonte resta pur sempre una scadenza elettorale: quella delle europee di maggio 2019. E l’obbiettivo non cambia mai: “eleggere” qualcuno, non importa troppo chi, per continuare a sopravvivere.
Uno scenario dunque fin troppo prevedibile, sconsolante nella sua ritualità. Indifferente ai veloci mutamenti economico-politici dell’ultimo decennio – quello della più lunga recessione globale del dopoguerra – agli smottamenti geopolitici e al montare del “rancore sociale” nelle classi popolari.

Classe dirigente & bambini molto poveri. Unicef: se doni 3 euro, 2 vanno a una società privata. Ma per il fondo per l’infanzia va bene così.

L’affare Play Therapy Africa - Scoperta dei pm di Firenze nell’inchiesta sui Conticini. Ma il Fondo per l’infanzia ha deciso che va bene così. 
 
Famiglie –  Nella foto grande gli aiuti Unicef in Afghanistan. –  AnsaSu dieci milioni di donazioni versate ad associazioni umanitarie per aiutare i bambini, oltre sei sono diventati profitti di un’azienda: la Play Therapy Africa. La procura di Firenze lo ha scoperto e ha indagato i responsabili della società, i fratelli Conticini. Unicef, che le aveva affidato 3,8 milioni dei 10, ha deciso di non querelare e quindi di non approfondire l’uso dei fondi raccolti tra i suoi donatori. Non solo. Da parte lesa avrebbe potuto formulare richiesta di accesso agli atti come previsto dall’ex articolo 116 di procedura penale. Il Fatto ha accertato che neppure questa strada è stata percorsa. La vicenda è nota. Nel 2016 i magistrati Luca Turco e Giuseppina Mione hanno indagato i tre fratelli Conticini: Alessandro e Luca per riciclaggio e appropriazione indebita aggravata. Andrea – marito di Matilde Renzi – per riciclaggio. I pm hanno scoperto che di 10 milioni complessivi affidati da Unicef, Fondazione Pulitzer e altre onlus americane e australiane per finanziare attività benefiche a favore dei bambini a Play Therapy 6,6 sono finiti in conti personali e utilizzati per investimenti immobiliari all’estero e in altre operazioni finanziarie. Andrea, inoltre, secondo i magistrati, ha prelevato soldi dai conti destinandoli a tre società dell’inner circle renziano: alla Eventi 6 della suocera Laura Bovoli (133.900 euro), alla Quality Press Italia (129.900 euro) e 4 mila alla Dot Media di Firenze, che organizzava la Leopolda del cognato Matteo.

Università, non sarà la meritocrazia a salvare gli atenei italiani.

In Italia come in Europa l’ideologia del merito è diventata lo strumento usato per giustificare antiche disuguaglianze e precludere a intere aree geografiche o disciplinari investimenti decenti. 
 
 
Francesco Sylos LabiniLa politica culturale serve a formare cittadini sovrani, non sudditi e clienti passivi, serve per cercare di creare le condizioni perché le arti e le scienze si possano sviluppare liberamente così da contribuire alla crescita intellettuale del paese. In questo senso non c’è una separazione netta tra cultura umanistica e scientifica, o meglio il compito accennato prima accomuna le “due culture” e in questo senso le unifica. Come diceva Noberto Bobbio, “il primo compito degli intellettuali dovrebbe essere quello di impedire che il monopolio della forza diventi anche il monopolio della verità”, fornendo appunto gli strumenti culturali e intellettuali per interpretare quello che accade nella realtà che ci circonda, e prevedere in anticipo i disastri futuri è uno degli aspetti di questo lavoro.
Da 15 anni nel nostro Paese sono in atto tre diversi tipi desertificazioni. La prima è quella finanziaria. La scuola e l’università hanno subito tagli di bilancio, innestati dalla morsa delle due leggi Tremonti (133/2008) e Gelmini (240/2010). Entrambe sono state approvate dal governo Berlusconi, ma applicate e peggiorate dai governi successivi, sia per il taglio delle risorse sia per l’asfissiante e insensato cappio burocratico imposto all’insegnamento e alla ricerca. Mentre l’Italia ha tagliato le risorse nell’istruzione, altri Paesi europei hanno fatto il contrario: la Germania dal 2000 al 2013 ha aumentato del 70% la spesa in ricerca e sviluppo che ora ha raggiunto il 3% del Pil auspicato dalla strategia di Lisbona.

America Latina: chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.

cformentiIl giro a l’izquierda in America Latina, la svolta a sinistra che ha visto l’andata al potere di governi progressisti in Argentina e Brasile e la nascita di regimi variamente definiti postneoliberisti, populisti di sinistra o socialismi del secolo XXI in Bolivia, Ecuador e Venezuela non ha mai suscitato l’entusiasmo delle sinistre radicali (autonomi e trotskisti in particolare).


 

CARLO FORMENTI

Negri, ad esempio, ha definito Chavez e Correa come due ducetti fascisti e dichiarato che il liberismo è preferibile al loro neosviluppismo statalista; quanto ai trotskisti, è noto che qualsiasi regime che non segua la loro linea politica (cioè tutti, visto che non hanno mai svolto un ruolo egemone in qualsiasi processo rivoluzionario – ad eccezione di Trotsky, che non era trotskista) è per loro un nemico.
Questa postura ideologica riflette sentimenti e interessi di quell’ampio e variegato corpaccione di ceti medi latino americani (professori, studenti, funzionari pubblici, artigiani, piccoli imprenditori e commercianti, nuove professioni “creative”, tutti coloro che si è ormai soliti chiamare “ceto medio riflessivo”) che, ancor più di quello di casa nostra, oscilla fra reazione e sovversivismo piccolo borghese. Quando i movimenti di massa avanzano, come è avvenuto fra fine anni Novanta e inizio del Duemila, costoro si accodano, lucrando vantaggi economici, ideali e di status sociale (le costituzioni bolivariane registrano non a caso i desiderata dei “nuovi movimenti” che hanno appoggiato i processi rivoluzionari in cambio del riconoscimento di certi diritti individuali). Ma quando il gioco si fa duro, perché il nemico contrattacca e la crisi economica morde ai garretti, si dissociano prontamente, denunciando l’autoritarismo e il falso progressismo dei governi che hanno appoggiato fino a ieri, e salutando con entusiasmo il ritorno dei vecchi padroni.

Il dramma brasiliano.

Le elezioni brasiliane, che hanno visto la schiacciante vittoria dell’ex-militare Jair Bolsonaro, un candidato che non è certo esagerazione definire un fascista, è un segnale allarmante per l’America Latina e, per certi versi, per il mondo intero. Ecco perché.



micromega Nicola Melloni

Chi sia Jair Bolsonaro, l’osceno personaggio in questione, è ormai noto: un ex militare, da ormai 3 decenni in politica senza aver lasciato particolari segni di sé prima di questo ultimo anno in cui è diventato il front-runner per la presidenza. Le sue esternazioni sono lo specchio delle sue idee aberranti: dalla dittatura alla tortura, dalla misoginia più sudicia all’omofobia arrabbiata. I suoi toni incendiari – durante un comizio ha invitato a sparare ai suoi avversari – hanno avuto come logico effetto una impennata della violenza politica, con i suoi supporter che si sono sentiti autorizzati a passare alle vie di fatto con pestaggi, linciaggi ed omicidi. E questo è solo il prologo.

Quello che dicono sullo spread. E che non è vero.

Quello che dicono sullo spread. E che non è vero
Quindi cosa volete che gliene importi di sapere cos’è lo spread e perché fa male quando sale?
Fa male a chi? A chi non li può comprare, questo è sicuro.  
Si, perché io e alcuni miei amici, dall’America ne abbiamo comprati un po’ proprio a novembre del 2011 e abbiamo fatto un’affarone: Btp decennali con un rendimento sopra il 7% chi li trova più? Peccato solo che non avevo più soldi, se no avrei investito di più.



Dicono: avete corso un bel rischio! Certo, chi investe corre sempre qualche rischio, ma con Monti al governo e Draghi alla Bce era davvero tanto grave quel rischio?
L’unico vero rischio era che Monti mi tagliasse ancor più la pensione (Ok, era solo un prestito, ma poi ci ha pensato quel galantuomo di Renzi a tagliarmela definitivamente).
No, davvero, non scherziamo, l’Italia è mica una banchetta di provincia che può fallire! Le banche grandi (incluse quelle americane) erano, e sono tuttora, “Too big to fail”.  
Lehman Brothers è fallita perché Henry Paulson – ex segretario al tesoro degli Usa – ha voluto vedere “l’effetto che fa”. 
Ma l’Italia è uno Stato sovrano e gli Stati sovrani non possono fallire (va beh, solo quelli grandi, gli altri vengono sottomessi), quindi al massimo ti costringono a rinegoziare il debito e ti danno una purga che devi prendere (come la Grecia o come l’Argentina). 

lunedì 29 ottobre 2018

Sentenza della Corte di Giustizia Europea - Le biblioteche pubbliche possono prestare gli e-book

L’offensiva contro Riace e il contrattacco possibile


  DINAMOpress

Prima l’intervento della magistratura, dopo quello del Viminale: a Riace stanno provando a spazzare via un esperimento vincente di accoglienza, che ha una storia ormai più che ventennale. Ma il caso di Mimmo Lucano non si esaurisce all’interno del borgo calabrese. È un accenno di quanto vedremo in futuro: apartheid e guerra civile, attacco senza quartiere a chi si oppone e uso delle istituzioni contro la società.

Pietro Ratto - anteprima libro - La scuola nel bosco di Gelsi

Noi insegnanti produciamo servi (Pietro Ratto sulla scuola di oggi)

L'Europa alcolica di Juncker - Elio Lannutti

Smog, quasi quattro milioni di persone in Europa vivono in aree ad alto inquinamento. Il 95% è nel Nord Italia

Fatto Quotidiano.

Il nostro Paese è al primo posto in Europa per morti da biossido di azoto (20.500 vittime) e per l’ozono (3.200) e al secondo posto per i decessi causati dall’inquinamento da Pm2.5 (60.600 i decessi). Per capire meglio le cause e le proporzioni del problema nel nostro Paese, basta una percentuale: in tutto il Vecchio Continente ci sono 3,9 milioni di persone che abitano in aree dove sono superati contemporaneamente e regolarmente i limiti dei principali inquinanti dell’aria (Pm10, biossido di azoto e ozono). 3,7 milioni (il 95 per cento) di questi cittadini europei vivono nel Nord Italia. È quanto emerge dal rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente di Copenaghen (Aea), ‘Qualità dell’aria in Europa – Rapporto 2018’. I dati del rapporto sono tutt’altro che rassicuranti, così come quelli contenuti in un secondo dossier, quello sull’inquinamento atmosferico e la salute dei bimbi che l’Organizzazione mondiale della sanità lancia alla vigilia della prima Conferenza mondiale dedicata a questo tema e che si apre domani a Ginevra. L’Oms avverte: “Circa il 93 per cento dei bambini under 15 nel mondo respira aria inquinata”. E, anche in questo caso, l’Italia non dà certo il buon esempio.
MAGLIA NERA IN EUROPA – Dall’analisi dell’Agenzia europea risulta che l’inquinamento atmosferico è tra le principali cause di morti premature in 41 Paesi europei, tra cui i 28 Stati membri dell’Ue.


“Gli italiani sono troppo stressati, non dedicano il giusto spazio allo stimolo del cervello con utili esercizi di training mentale, hanno cattive abitudini come le poche ore di sonno notturno, una dieta non sempre equilibrata e una vita troppo frenetica. Il 67% degli intervistati è in preda a una vera e propria ossessione per il proprio smartphone, il 19% controlla mail e stories sui social in continuazione mentre quasi uno su due ammette di fare “scroll” sul display del proprio dispositivo più di quanto sia necessario”. Questo è il quadro che emerge dai risultati del test di Brainzone.it, il progetto giunto alla quarta edizione per conoscere meglio il proprio cervello e imparare a prendersene cura, con un report realizzato da Novartis con il patrocinio dellaSocietà Italiana di Neurologia e l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. I dati sono stati raccolti su un campione di oltre 1.000 persone intervistate e sono stati presentati il 29 ottobre in occasione del 49° Congresso della Società Italiana di Neurologia.

Maltempo, tromba d’aria nel centro di Terracina: alberi divelti e auto distrutte. Un morto e diversi feriti

https://www.ilfattoquotidiano.it

“La situazione è drammatica. In viale della Vittoria ci sono appartamenti dove sembra quasi vi sia scoppiata una bombola a gas”. E’ il concitato racconto di Gianfranco Sciscione, presidente del consiglio comunale di Terracina, sull’emergenza maltempo e la tromba d’aria che ha colpito la cittadina della provincia di Latina. “Ho interrotto il consiglio comunale”, ha proseguito Sciscione spiegando che il forte vento ha addirittura “scardinato delle vetrate” nel palazzo comunale. Sempre in viale della Vittoria un albero è caduto su un’auto in transito uccidendo un uomo e ferendone un altro in modo grave.

La vittoria di Bolsonaro è la continuazione del Golpe liberista nel Brasile

http://contropiano.org

Alle 20:00 (ora di Brasilia) il TSE (1) ha confermato l’elezione a presidente del candidato del PSL (2), Jair Bolsonaro. Un ex-capitano dell’esercito, divenuto negli ultimi mesi un leader nazionale grazie alle sue posizioni razziste, alla sua ossessiva omofobia, all’esasperato bigottismo evangelico, all’esaltazione pubblica della dittatura e della tortura e, logicamente, a un amore cieco per il mercato, associato a un odio demenziale nei confronti della sinistra, dei sindacati e del mondo progressista.
Una vittoria che, comunque, presenta numerose contraddizioni. Infatti, il nuovo presidente (3), oltre a non avere a disposizione un partito organizzato, storicamente legato ai settori importanti della classe dominante, difende un programma economico ultra-liberista, molto controverso che asseconda tutte le richieste del mercato, in particolare quelle delle multinazionali statunitensi. Richieste che, però, rimettono in discussione le promesse populiste e le posizioni sovraniste difese nella campagna elettorale. Per esempio: Bolsonaro promette una crescita del 7%. Nello stesso tempo vuole abbassare i consumi con la cancellazione della tredicesima e della quattordicesima mensilità. Una proposta che colpirà non soltanto i lavoratori dell’industria e dei servizi, ma anche i funzionari pubblici che, insieme ai cosiddetti “colletti bianchi” (dagli impiegati ai direttori), sono una parte importante della classe media che ha votato Bolsonaro, credendo ciecamente ai due milioni di Fakenews distribuiti, quotidianamente nella rete via WhatsApp.

LE FIGARÒ: COMMISSIONE UE SPINGE ITALEXIT

https://scenarieconomici.it

I FRANCESI DI LE FIGARÒ SONO CONVINTISSIMI CHE LA REAZIONE DELLA COMMISSIONE UE AL MURO ITALIANO È QUELLA DI TRATTARE COME I GRECI UN POPOLO CHE, INVECE, È GIÀ PRONTO, NEL SILENZIO, PER USCIRE DALL’EURO E SBERTUCCIARLI
Questo il tweet che circola in Francia:

Très bonne analyse de @ohanasteve dans @FigaroVox sur l’erreur que commet la Commission en pensant qu’elle pourra imposer le modèle grec à
l’Italie, qui prépare silencieusement une sortie de l’euro… – avec des économistes comme @AlbertoBagnai.

il FRONTE SOVRANISTA ITALIANO, raccontato da Stefano D'Andrea, presidente FSI

IBM acquisisce Red Hat per 34 miliardi di dollari diventando il primo fornitore di cloud ibrido al mondo

https://www.marcosbox.org



IBM e Red Hat hanno annunciato oggi che le aziende hanno raggiunto un accordo definitivo in base al quale IBM acquisirà tutte le azioni ordinarie emesse e in circolazione di Red Hat per $ 190 per azione in contanti, per un valore aziendale totale di circa $ 34 miliardi.

Studenti. Roma. Liceo Virgilio occupato.



Ieri noi studenti del Liceo Virgilio abbiamo deciso di occupare il nostro istituto aderendo alla piattaforma politica cittadina che ha visto nell'occupazione del Liceo Mamiani di martedì il suo primo atto.
Nessun testo alternativo automatico disponibile.
Collettivo Autorganizzato Virgilio
  Se da una parte qualcuno dirà che è la solita pantomima che propiniamo ogni anno, il cui scopo è quello di perdere giorni di scuola, al contrario, rispondiamo che non si tratta di questo, ma di una lotta politica, compito che da sempre avrebbe dovuto avere questa forma di protesta.
Analizzate e comprese le circostanze attuali in cui si trova il nostro paese, insieme agli studenti di altre scuole romane, è nata la volontà di contestare e protestare contro le politiche dell'attuale governo. Abbiamo deciso di opporci con forza a chi ha costruito la propria carriera politica su xenofobia, razzismo, sessismo, omofobia, di contestare un esecutivo che non rispetta nè noi nè i diritti umani nè la Costituzione sulla quale il nostro paese è fondato. Allo stesso tempo, ci discostiamo in ogni modo dalla sinistra dei passati governi,quella stessa sinistra che ha favorito la precarizzazione del lavoro, che ha svilito la scuola pubblica con tagli alla didattica e all'edilizia e che ha promulgato la riforma della Buona Scuola. Una "sinistra" rappresentata da criminali come l'ex Ministro degli Interni Minniti, che ha causato la morte di migliaia di esseri umani in mare.
Ad oggi, però, questa protesta è diretta contro il governo Salvini-Di Maio, inaccettabile sotto ogni punto di vista. Il gravoso incremento di aggressioni ai danni degli stranieri in Italia non può essere tollerato.

Acqua pubblica, Zanotelli: "Il governo obbedisca alla volontà popolare"

I Movimenti convocati da Fico, presto discussione in Parlamento.


repubblica.it
Acqua pubblica, Zanotelli: "Il governo obbedisca alla volontà popolare""Noi speriamo che questo governo obbedisca a quello che il popolo italiano ha deciso con il referendum del 2011: l'acqua deve uscire dal mercato e non si può fare profitto sull'acqua". Lo ha detto Padre Alex Zanotelli a Napoli, a margine di un incontro del Comitato Civico dell'Acqua con Abc, l'azienda napoletana che gestisce la risorsa idrica.

Il missionario comboniano ha sottolineato che nella battaglia per l'acqua pubblica in Italia "c'è molto movimento dal basso in chiave nazionale, e infatti siamo stati invitati dal presidente della Camera Roberto Fico che a Roma riunirà tutte le realtà impegnate sull'acqua. Fico ha inserito l'acqua come tema urgente da affrontare e promette che entro dicembre ci sarà una prima discussione in Parlamento".

M5S e la metafora della rana bollita.

Alessandro Di Battista nei suoi comizi raccontava una interessante metafora.


"Immaginate una pentola di acqua bollente. Una rana non ci entrerebbe mai e se qualcuno ce la buttasse dentro, darebbe un colpo di zampa e si salverebbe. Ora immaginate la stessa rana in una pentola di acqua fredda. Il fuoco è acceso e l'acqua si scalda poco a poco. La rana non si preoccupa. Ma la temperatura sale ancora, l'acqua inizia a scottare. La rana ormai è debole, non ha più forza di reagire. Prova a sopportare. Poi non ce la fa più e muore bollita. Abituarsi è deleterio. Sono gli 'abituati' i cittadini più amati dal Governo. Io credo che siamo ancora in tempo a dare quel colpo di zampa prima di finire bolliti. Dipende soltanto da noi. A riveder le stelle!".
Ecco, ora immaginate se in uno dei tanti comizi e convegni appena qualche mese fa avessi raccontato questo.
"Il Movimento 5 stelle non fa alleanze, ma noi cambieremo il termine, ci alleeremo con la Lega e chiameremo questa alleanza "Contratto". Ricordate la bella presentazione dei ministri 5 stelle che vi avevamo chiesto di votare? Perché il Movimento presenta la sua squadra prima delle elezioni così il popolo può scegliere i suoi ministri. Ecco, non c'entra niente con la squadra di governo che verrà, ma voi non ci farete troppo caso.

Agricoltura & Criminalità. Reati agroalimentari, il cibo nutre anche la criminalità. Che fine ha fatto il ddl Caselli.

Avvocato ambientale e alimentare
Reati agroalimentari, il cibo nutre anche la criminalità. Che fine ha fatto il ddl CaselliAl XVII Forum dell’agricoltura e dell’agroalimentare, tenutosi qualche giorno fa a Cernobbio, il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha affermato che “lo scorso anno le notizie di reato nel comparto agroalimentare hanno registrato un balzo del 58% toccando tutti i principali segmenti del food dal biologico al vino, dall’olio d’oliva all’ortofrutta”.
In questo senso, dunque, ha ricordato che la riforma dei reati agroalimentari “resta una priorità per il nostro settore”. La bozza di riforma in questione fu elaborata da una commissione appositamente istituita a tal fine presso il ministero della Giustizia e presieduta da Gian Carlo Caselli, che concluse i suoi lavori ormai tre anni fa e consegnò all’allora ministro Orlando uno schema organico di disegno di legge.
Gli assi del lavoro della commissione erano due: da un lato, una razionalizzazione di un sistema normativo complicato e frastagliato come quello della materia agroalimentare, attraverso una ricostruzione delle fonti esistenti e una loro semplificazione; dall’altro, una modernizzazione e un adeguamento dell’uso dello strumento penale, calibrato su quella che dovrebbe essere (auspicabilmente) la nuova tavola di beni giuridici del terzo millennio, non più necessariamente ancorati solo al “terribile diritto”, quello di proprietà, e ai suoi satelliti.

Brasile all’estrema destra, una vendetta di classe.

Il Brasile, sesta economia al mondo, in mano a un presidente come Bolsonaro, sodale di Bannon, nostalgico della dittatura. Per il World Inequality Database non è su corruzione e sicurezza che la classe media l’ha scelto, quanto per paura di perdita di “lussi”, i ricchi per privatizzare terre e servizi.
 



Risultati immagini per brasile bolsonaro Il Brasile, la sesta economia del mondo, ha votato e nel secondo turno delle presidenziali di domenica 28 ottobre non ha invertito la rotta che sembra portarlo – e di corsa – verso una democrazia censuaria nel migliore dei casi.
I rischi per la tenuta stessa democrazia, una conquista che risale solo al 1985, rischi insiti nella vittoria dalla peggiore destra del continente incarnata nel capitano Jair Bolsonaro del Partito social liberal – neo liberale, amico di Steve Bannon, nostalgico della dittatura, ostile alle minoranze e in particolare agli indios e a tutte le tematiche ambientali –   non sono riusciti a modificare le intenzioni di voto già registrate dai sondaggi Datafolha.
Lo scarto con il candidato presidente del Pt Fernando Haddad si conferma molto ampio, dal 56 di Bolsonaro al 44 per cento di Haddad. Il Pt riesce a conquistare solo quattro governatorati concentrati nel Nord-est del Paese, una zona più povera e tradizionale roccaforte di Pt.

Cucchi. Sulla mia pelle: un Cristo contemporaneo tra Kafka e Pasolini.

La delinquenza – come anche, con essa, la tossicodipendenza – e la marginalità, la miseria, l’indigenza che spesso le determinano, all’interno di una società capitalistica e sviluppata, sono produttive. Producono cioè l’intero sistema legale, il conseguente apparato di sorveglianza e punizione (per rimandare a Foucault), nonché l’indotto complessivo, in termini culturali, sociali e repressivi. Ma, soprattutto, fanno comodo ai padroni.


«I padroni si servono della delinquenza: additando al disprezzo delle masse – servendosi dei loro giornali – i poveracci, i manovali del furto, quegli sbandati che, con la loro dottrina, hanno instradato al crimine. Si rifanno così una verginità, e abituano la gente a pensare che le uniche rapine, estorsioni, furti, omicidi, sono quelli fatti da questi disperati “pistola in pugno”, e non quelli che ogni giorno commettono (lor signori, ndr), con lo sfruttamento. Preparano l’opinione pubblica alla polizia che spara e uccide, condannando a morte senza processo, dietro il comodo paravento della “difesa della tranquillità dei cittadini”».
E ancora: «Il carcere è forse l’aspetto più evidente dello scopo di uccidere che si pone il capitalismo. È sempre stato usato per ricattare, spaventare, tenere sottomesso il popolo, e dove l’intimidazione non bastava, è servito per torturare, ridurre a larve umane, uccidere lentamente e legalmente, tutte le volte che i padroni non avevano la forza o il coraggio di fucilare o massacrare nelle piazze tutti quelli che non accettavano passivamente lo sfruttamento e la miseria».

Brasile. Potere al Popolo. Chi è Bolsonaro, nuovo presidente del Brasile?

1. “Pinochet avrebbe dovuto uccidere più persone.” Veja, 2 dicembre 1998
2.“Ho cinque figli. Quattro ragazzi, al quinto sono stato debole e ho avuto una femmina.” Discorso al Clube Hebraica, Rio de Janeiro, 3 aprile 2017


3.“Il mio consiglio e la mia condotta: evado quante più tasse è possibile. Se non ho bisogno di pagare qualcosa, non la pago.” Programa Câmera Aberta, Band RJ, 23 maggio 1999
4.“Sono favorevole alla tortura e voi lo sapete.” Programa Câmera Aberta, Band RJ, 23 maggio 1999
5.“Attraverso il voto non cambieremo mai niente in questo paese. Niente! Assolutamente niente! Sfortunatamente, cambieremo quando cominceremo una guerra civile. E a fare il lavoro che il Regime Militare non fece: ucciderne trentamila! […] Se qualche innocente morisse, capita; in ogni guerra muoiono innocenti. Io sarei felice di morire se altri trentamila morissero con me.” Programa Câmera Aberta, Band RJ, 23 maggio 1999
6.“La situazione del paese oggi sarebbe migliore se la dittatura avesse ucciso più persone.” Folha de São Paulo, 30 giugno 1999
7.“Quale debito storico avremmo con i neri? Io non li ho mai schiavizzati. I Portoghesi non hanno mai messo piede in Africa. I neri sono stati portati qui da altri neri.” Programa Roda Viva, 30 luglio 2018
8.“Non ho mai picchiato la mia ex moglie. Ma ho pensato di spararle più volte.” Revista IstoÉ, 14 febbraio 2000

Chi ha paura della France Insoumise?

La crisi di Macron e la sfida degli insoumis.es

L’attuale fase politica dell’Esagono è caratterizzata da un’agenda politica serrata per ciò che concerne il governo, impegnato ad affrontare alcuni dossier rilevanti, tra cui l’approvazione del corrispettivo francese del Documento di Programmazione Economico Finanziaria, il “budget”, ovvero la finanziaria d’Oltralpe.
Allo stesso tempo, questo periodo ha fatto emergere la capacità di contrasto della France Insoumise con l’elaborazione di proposte circostanziate sui singoli temi affrontati che stanno particolarmente a cuore alla popolazione dell’Esagono.
Due questioni hanno un ruolo di primo piano: la prima è relativa al programma di “transizione” ecologica che intende intraprendere il governo, dopo le dimissioni “a sorpresa” del suo popolare ministro Nicolas Hullot il 28 agosto scorso.
Le esplicite dichiarazioni di Hullot sul potere delle lobby nel processo decisionale governativo, che hanno minato la capacità di scelte coerenti con il programma annunciato riguardo alle tematiche ambientali, sono state un monito che ha ricevuto una particolare attenzione presso una opinione pubblica sempre più sensibile ai temi ecologici.
Spero che il governo trarrà delle lezioni”, aveva detto il ministro dimissionario contestualmente alla sua dipartita.

EU. Signor Moscovici, perché mente in modo così sguaiato?

Gentile Commissario Moscovici,
ho ascoltato attentamente la sua conferenza stampa dove spiega le motivazioni che hanno spinto a rigettare il budget del governo italiano per flagrante violazione delle cosiddette regole europee.

Non credo di sbagliarmi se le dico che l’argomento più forte da lei usato per motivare la grave decisione è che ogni italiano ha 37 mila euro di debito fin dal momento della sua nascita.
Mi consenta di spiegarle che la sua è una affermazione solo in parte vera, ricordandole peraltro che coloro che danno informazioni in parte vere – ed omettendo altre verità- mentono in una forma sofisticata che si chiama manipolazione.
Dovrebbe infatti ricordare che quel debito pubblico che tanto la preoccupa è per oltre il 60% detenuto dagli stessi italiani. Dunque, è sì vero, che gli italiani hanno una quota di debito pubblico pro capite pari a 37000 euro ma è altrettanto inoppugnabilmente vero che quegli stessi italiani sono creditori verso il proprio Stato per almeno 24000 euro a testa (in media, ovviamente). Ciò significa che il debito pubblico pro capite netto è al massimo di 13000 euro a testa.
Ma che cos’è questo debito pubblico che tanto la affligge Signor Moscovici? Provo a spiegarglielo brevemente: il debito pubblico non è nient’altro che la quota di risparmio che lo stato italiano chiede generalmente ai propri cittadini per pagare i servizi e le infrastrutture che offre ai suoi cittadini stessi.