sabato 27 ottobre 2018

L'Antitrust pone fine al monopolio SIAE

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Arriva dall’autorità Antitrust una decisione che riscriverà la storia della gestione dei diritti d’autore in Italia. L’AGCM ha infatti messo nero su bianco la valutazione secondo cui la SIAE avrebbe agito in regime di abuso di posizione dominante fin dal 2012. E se in questa vicenda c’è un chiaro sconfitto, ossia la SIAE, c’è anche un chiaro vincitore: Soundreef, il nome che prima e più di ogni altro ha creato il beneficio del dubbio circa il modo di agire della Società Italiana Autori ed Editori.
Fino all’odierno, storico, provvedimento.

SIAE, la fine del monopolio

Letteralmente:
Con provvedimento del 25 settembre 2018, l’Autorità ha accertato che la SIAE, almeno dal 1° gennaio 2012, ha posto in essere un abuso di posizione dominante in violazione dell’art. 102 TFUE, articolato in una pluralità di condotte complessivamente finalizzate a escludere i concorrenti dai mercati relativi ai servizi di gestione dei diritti d’autore non inclusi nella riserva originariamente prevista dall’art. 180 LDA, nonché a impedire il ricorso all’autoproduzione da parte dei titolari dei diritti, garantita dall’articolo 180, comma 4, LDA.
Si tratta di una decisione dal peso specifico pesantissimo poiché pone fine, nei fatti, a quello che la stessa AGCM definisce come un monopolio. Non si trattava di una posizione monopolistica di diritto, però, ma bensì raggiunta attraverso “una complessa strategia escludente che ha determinato, attraverso la pervicace affermazione di un monopolio non supportato dalla normativa, la compromissione del diritto di scelta dell’autore e la preclusione all’offerta dei servizi di gestione dei diritti d’autore da parte dei concorrenti“. L’AGCM dettaglia altresì le pratiche poste in essere per perseguire la propria strategia monipolistica:
  1.  l’imposizione di vincoli nell’offerta di servizi diversi tali da ricomprendere nel mandato relativo allo svolgimento dei servizi rientranti nella riserva legale esclusiva vigente fino al 15 ottobre 2017 anche servizi suscettibili di essere erogati in concorrenza, ostacolando la libertà dei titolari del diritto d’autore di gestire i propri diritti al momento dell’attribuzione, della limitazione o della revoca del mandato;
  2. l‘imposizione di vincoli volti ad assicurare alla SIAE la gestione dei diritti d’autore dei titolari non iscritti alla SIAE, anche persino là dove questi ultimi avevano espressamente manifestato la volontà di non avvalersi dei servizi da essa erogati;
  3. l‘imposizione di ostacoli nella stipulazione da parte degli utilizzatori – in particolare, emittenti TV nazionali e organizzatori di concerti live – di altri contratti di licenza d’uso delle opere con i concorrenti della SIAE;
  4. l’esclusione dei concorrenti dai mercati relativi alla gestione dei diritti d’autore di repertori esteri.

SIAE, una carezza in un pugno

Non senza una buona dose di saggezza, l’Antitrust usa “una carezza in un pugno” nel definire la propria condanna. Mentre pone fine ad una situazione monopolistica di lungo corso, infatti, l’AGCM limita a simbolici 1000 euro la sanzione alla società. Limitare la multa ad una cifra di piccolo tenore è motivato dalla complessità del contesto, nonché dal modo in cui la situazione è evoluta nel tempo.
Insomma: nell’agire della SIAE è stata ravvisata una forte attenuante: il baricentro della condanna sposta pertanto il peso della sentenza più sul futuro che non sul passato. E mentre mette una pietra su quanto avvenuto durante il periodo di monopolio, ridisegna gli equilibri futuri aprendo ad un orizzonte di mercato completamente differente nel quadro della gestione dei diritti d’autore.

SIAE: “una scelta irragionevole”

Per voce del nuovo presidente, Mogol, la SIAE ha fatto sapere di accettare di buon grado la limitata sanzione di 1000 euro, ma di considerare comunque irragionevole la decisione dell’Authority. La comunicazione diramata dalla società appare al momento intrisa di incertezza: da una parte v’è una condanna netta, che paventa con chiarezza la possibilità di un ricorso:
 è un provvedimento che non trova giustificazione nelle norme
Tale sensazione è avvalorata anche dalla sicumera con cui la SIAE riafferma la bontà del proprio comportamento passato:
SIAE è certa di poter dimostrare che nessuna violazione o abuso abbia avuto luogo e che il suo operato è stato sempre rispettoso della Legge sul diritto d’autore e delle norme in generale, anche in materia di concorrenza
Ma al tempo stesso nessun ricorso viene preannunciato e, anzi, si prende semplicemente tempo:
Leggeremo e valuteremo con grande attenzione il testo
Quello che l’Antitrust definisce monopolio, la SIAE lo chiama “leadership”: sfumature sostanziali sulle quali l’AGCM ha però espresso un’opinione estremamente chiara.
Fonte: AGCM

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