giovedì 31 ottobre 2013

i CITTADINI contro le mafie e la corruzione


Circolo di Bassano Romano

 Bassano Romano, 30 ottobre 2013
Come è noto, nel territorio del nostro comune è stata scoperta una discarica in località Prato Cecco di ben 7000 mq considerata dalla Regione Lazio  “sito inquinato di alta priorità”.
Questa discarica potrebbe determinare problemi d’inquinamento delle falde acquifere e dei fossi che poi si riversano nel fiume Mignone, il quale viene utilizzato anche per l’approvvigionamento di acqua potabile della popolazione di Civitavecchia.
Inoltre è da segnalare che nell’area prospiciente la discarica sono operative aziende agricole e zootecniche che possono utilizzare l’acqua dei pozzi per le attività d’impresa, mentre gli animali al pascolo potrebbero abbeverarsi ai fossi, con presumibili rischi. Appare inoltre una scelta alquanto  discutibile quella di aver coperto l’area della discarica con pannelli  fotovoltaici che se alla vista coprono questa discarica non possono evitarne gli effetti negativi e i rischi per la collettività.




Cremaschi: diktat contro di noi, e Napolitano esegue


Abbiamo corso il rischio di dover essere grati ai falchi berlusconiani. Nella disperata ricerca di rappresaglie contro il destino giudiziario del loro capo, hanno infatti provato a colpire in Parlamento il disegno di controriforma costituzionale. Purtroppo han fallito per pochi voti e grazie al soccorso prestato al governo dalla Lega, di cui è ben nota la sensibilità costituzionale. Così la riscrittura in senso autoritario della Carta uscita dalla resistenza antifascista prosegue. Anche questo dobbiamo mettere nel conto delle responsabilità del governo delle larghe intese e della sua guida assoluta, Giorgio Napolitano. All’attuale presidente della Repubblica sono oggi perdonate posizioni e scelte che non sarebbero mai state accettate da nessun suo predecessore. Tra questi va ricordato Francesco Cossiga, posto in stato d’accusa dal Pci per le sue ripetute prese di posizione a favore del cambiamento della Costituzione.
Napolitano il cambiamento non lo propaganda, lo pratica, fino al punto di fare le riunioni dei capigruppo di maggioranza come qualsiasi segretario di Napolitanopartito. Siamo diventati una repubblica presidenziale di fatto e credo abbiano fatto un grave errore i promotori della manifestazione del 12 ottobre a non dirlo con forza dal palco, raccogliendo un sentimento profondo di chi era in quella piazza. Le timidezze e le reticenze sul ruolo negativo del presidente della Repubblica indeboliscono la lotta in difesa dei principi di fondo della Costituzione. D’altra parte un pesantissimo colpo a quei principi è già stato assestato, ancora una volta principalmente da Pd, Pdl e Lega, con la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio. La riscrittura dell’articolo 81 è infatti la madre di tutte le controriforme, perché cancella di fatto tutti i principi sociali contenuti nella prima parte.

RADICI NEL CEMENTO - ECHELON

SCIOPERO DEI BANCARI


(Ansa)

(Ansa)

Sciopero dei bancari: quale è la posta in ballo? E, soprattutto, quali prospettive ci sono per una ripresa del confronto?

azione confetra

Lo sciopero non è reato!

collettivo militant

Riportiamo il comunicato dell’azione svolta in solidarietà ai lavoratori della logistica licenziati a seguito dello sciopero di venerdì scorso. Questa è la risposta che attende tutti coloro che, per reprimere la lotta sui posti di lavoro, ricorrono a decisioni arbitrarie e infami come è stato fatto con i 14 lavoratori di TNT e DHL sospesi a tempo indeterminato.
LO SCIOPERO NON E’ REATO!
GIU’ LE MANI DAI LAVORATORI DELLA LOGISTICA!

Emergenza abitativa. Un governo imbelle

  

  • Stefano Porcari

Emergenza abitativa. Un governo imbelle
C'è da rimanere stupefatti davanti alle "soluzioni" che il governo intende mettere in campo a fronte di una crescente e drammatica emergenza abitativa. Mentre a poche decine di metri da via della Stamperia - dove dalle 12.00 si è tenuto il vertice Stato-Regioni sull'emergenza casa - migliaia di persone, di sfrattati, senza casa, occupanti premevano sul blocco degli agenti di polizia posti a difesa del palazzo, poco più in là ministri e presidenti delle regioni avanzavano idee risibili e ridicole per affrontare un'emergenza sociale che da tempo ha cessato di essere tale solo nella grandi aree metropolitane per estendersi anche a città minori una volta prospere.

Populismo: cari politici, imparate il senso delle parole che pronunciate


Esistono alcune parole che, nell’attuale scenario in Italia, vengono spesso usate dai politici e dai mass media in modo per lo più improprio. Ci è possibile notare che più determinate parole sono inflazionate, più sono al tempo stesso usate in modo scorretto: con ciò la nostra classe politica, che è l’artefice spavalda di questa manipolazione, dimostra così di essere doppiamente miserevole, sia per la crassa ignoranza culturale, sia per l’abietta disonestà intellettuale. Un termine che rappresenta al meglio questa distorsione politico-mediatica è “Populismo”: questa è, almeno adesso, una delle parole maggiormente abusate nella scena politica e mediatica nazionale.
Dall’esplosione dello tsunami di Beppe Grillo e l’ingresso da gigante del Movimento Cinque Stelle dentro al Parlamento, la parola “populismo” è diventata una delle più storpiate da qualsiasi mezzo d’informazione e all’interno di qualsiasi discorso politico. Il dizionario Treccani afferma che per “populismo” si intende il “movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia” tra il 19° e 20° secolo, “che si proponeva di raggiungere […] un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, specialmente dei contadini e dei servi della gleba”. Attenendosi dunque al significato proprio e originario di questo termine, non vi troviamo assolutamente niente di negativo o di criticabile, mentre quando chicchessia usa questa parola oggi, le conferisce un significato dispregiativo, confondendola di fatto con un’altra parola, che in realtà è “demagogia“.

Per le scuole private i soldi si trovano


La Commissione Europea ribadisce il concetto: la spesa pubblica italiana per l'istruzione è una delle più basse d'Europa, soprattutto per quanto riguarda l'università: il 4,2 per cento del Pil a fronte del 5,3 per cento di media Ue. Il dato è ormai conosciuto, come quello sull'abbandono scolastico. L'Italia è infatti quartultima in Europa, anche se il Ministero dell'Istruzione sostiene che i giovani tra i 18 e i 20 anni che hanno abbandonato prematuramente gli studi sono scesi di 29mila unità rispetto al 2011: nel 2012 erano 758 mila. Il fenomeno è drammatico al sud, con punte del 25% in Sardegna e Sicilia. Per quanto riguarda i laureati tra i 30 e i 34 anni, sostiene la Commissione Ue, pur essendo cresciuta al 21,7 per cento nel 2012 dal 19 per cento del 2009, resta lontana dal 35,7% della media continentale. L'invito è sempre lo stesso: aumentare i fondi, bloccare gli abbandoni, investire sulla formazione «terziaria» (cioè quella dei laureati) e valorizzare gli insegnanti.

In questo contesto si sta discutendo alla Camera sul decreto Istruzione. Il decreto dev'essere approvato entro l'11 novembre, e deve ancora passare al Senato, ma la discussione ieri si è arrestata perché nelle larghe intese non c'è intesa sul reperimento delle risorse. Il governo vorrebbe prendere una buona parte dei 400 milioni necessari per assumere 69 docenti e personale Ata, e 26 mila insegnanti di sostegno, aumentando le accise sugli alcolici. Per protesta il relatore del provvedimento, Giancarlo Galan (Pdl) si è dimesso. La Commissione Bilancio ha inoltre trovato ben 25 incongruità economico-finanziarie. 

Brunetta propone Iva al 58% per filtri e cartine: cosa si è fumato??

Il Pdl, in un emendamento firmato da Brunetta e Galan, propone di alzare l’iva al 58 per cento per cartine e filtri, un vero salasso per i fumatori.
C’è da chiedersi cosa si sia fumato Brunetta prima di proporre un tale provvedimento…
Probabile che dietro una tale assurdita’ vi sia infatti il solito proibizionismo ideologico del centrodestra (non sanno che cartine e filtri si usano per lo più per farsi le sigarette e risparmiare?). Magari servirebbe far cassa colpendo le multinazionali del tabacco o dell’alcool o del gioco, non i poveri consumatori. [Paolo Ferrero]

Roma. Cariche e lacrimogeni contro i senza casa


Roma. Cariche e lacrimogeni contro i senza casaSono alcune migliaia le persone che dalle 11 e 30 circa di questa mattina si sono radunate, provenienti da Roma ma anche da altre città italiane, nel centro della capitale per esigere dal governo un piano che metta fine alla piaga degli sfratti e dopo anni di latitanza e privatizzazioni del patrimonio pubblico decida un programma di edilizia pubblica opportunamente finanziato.
Una manifestazione che, dopo quella di Firenze del 25 ottobre, è in piena continuità con la campagna iniziata nelle scorse settimane e che ha avuto nella manifestazione nazionale del 19 ottobre il suo momento più alto, capace di strappare al ministro Lupi un incontro poi però rivelatosi inconcludente. Tanto da obbligare i movimenti di lotta per la casa e i sindacati di base a tornare in piazza oggi in occasione della Conferenza Stato Regioni che si sta tenendo nella sede del Consiglio dei Ministri, in Via della Stamperia, in un centro città completamente blindato dalle forze dell’ordine.

Il colpo di Stato di banche e governi


I governi europei hanno risposto alla crisi in due modi: camuffandone le cause (attribuite all'eccessivo debito degli Stati anziché ad un sistema bancario fuori controllo) e imboccando la strada dell’autoritarismo emergenziale. Ma qual era il loro obiettivo? Lo spiega l'ultimo libro di Luciano Gallino “Il colpo di stato di banche e governi” (Einaudi), un appassionano grido d'allarme contro l'"attacco alla democrazia" in corso in Europa. Per gentile concessione dell'editore ne anticipiamo un estratto. 


di Luciano Gallino
Dal 2010 in poi, e intervenuto nei Paesi dell’Unione europea un paradosso: i milioni di vittime della crisi si sono visti richiedere perentoriamente dai loro governi di pagare i danni che essa ha provocato, dai quali proprio loro sono stati colpiti su larga scala. Il paradosso è una catena che comprende diversi anelli. (...)

La Repubblica: due pesi, due misure


La Repubblica: due pesi, due misureUn vistoso esempio di come lavorano i media mainstream contro i movimenti che "disturbano" il saccheggio del territorio per fare opere inutili a tutto, tranne che al profitto privato di pochi costruttori e degli Amministratori/politici che si prestano a fare da "spalla".
Lettera aperta al direttore di La Repubblica Ezio Mauro

Tessere Pd, una "infezione nazionale"


Boom di iscrizioni all'ultimo minuto nei giorni dei congressi locali. Accuse incrociate. L'ultima guerra all'interno del Partito Democratico si gioca anche sulle adesioni. E si combatte tra cavilli, carte bollate e sospetti di brogli


Tessere Pd, una infezione nazionale



«Una coda di pensionati in fila, con in mano il documento e la lista di chi dovevano votare. Gente mai vista prima, né in sezione né ai seggi. Molti conosciuti come ex militanti e elettori democristiani, anche Pdl, dai vecchi compagni. Una sezione storica in Tiburtina. Uno scandalo a cielo aperto». E' lo sfogo di Francesco, militante piddino, sulla pagina Facebook dedicata alle attività della federazione romana democratica. Alla chiusura delle urne che hanno raccolto il voto degli iscritti al Partito Democratico per il congresso provinciale della Capitale, l’immagine che Francesco tratteggia non è né l’unica, né la peggiore fra le infinite storie di brogli elettorali che si stanno accavallando nelle cronache locali. Filo conduttore, da un capo all’altro d’Italia, un inatteso ed inspiegabile picco di iscrizioni nei giorni stessi dei congressi.

mercoledì 30 ottobre 2013

KAOS 1984 "Paolo e Vittorio Taviani" - film completo

Anche i bancari in piazza, giovedì 31 sciopero nazionale

   

(Labitalia) - Uno "sciopero importante contro l'egoismo dei banchieri e dei manager, per indurre l'Abi a fare un passo indietro dopo lo schiaffo inferto ai sindacati con la disdetta, uno schiaffo a cui non abbiamo porto l'altra guancia e ora lotteremo per riconquistare il contratto". Così Agostino Megale , segretario generale della Fisac-Cgil, ha definito la protesta delle sigle sindacali del credito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Dircredito, Ugl, Uilca e Sinfub, nei confronti dell'Abi, prevista per giovedì 31 ottobre

Il 31 ottobre a Roma tornano in piazza i movimenti: “serve un piano di alloggi popolari”

 

Il 31 ottobre a Roma tornano in piazza i movimenti: “serve un piano di alloggi popolari”
"Il 19 ottobre non è che l'inizio di un percorso", e così è stato. Dopo la manifestazione di Roma, dopo l'acampada di Porta Pia e l'assedio all'assemblea nazionale dell'Anci a Firenze, la prossima tappa è per il 31 ottobre, appuntamento davanti Montecitorio, quando si riunirà la conferenza Stato Regioni. All'ordine del giorno un unico punto: l'emergenza abitativa. Ed è proprio sul terreno della casa che l'iniziativa dei movimenti si sta intensificando in queste settimane, obiettivo il blocco degli sfratti. A Roma, ieri mattina, Anna, una signora di 77 anni, è stata sfrattata per morosità incolpevole da una casa cartolarizzata della Cassa del Notariato.

Pink Floyd a Venezia 1989

Il Club di Sofia: falsa Europa, in guerra contro di noi


Quello che, per molti decenni, è stato considerato il cuore della civilizzazione europea è il modello sociale europeo. Esso viene ora demolito dall’offensiva neo-liberistica delle politiche estreme di austerità. L’istituto della famiglia come sorgente naturale di valori morali e come strumento essenziale di educazione e di socializzazione della persona umana è stato anch’esso demolito. Queste politiche minacciano l’idea stessa di Europa. L’imperativo presente è di ritornare alle radici dell’Europa unita, che nacquero già 200 anni fa, come idee di pace e di cooperazione. Come europei che credono nell’importanza dei diritti umani, noi sosteniamo l’idea di una Europa che muova verso valori sociali, democratici, pacifici e rispettosi dell’ambiente naturale, un’Europa del popoli e dei cittadini. Una tale visione dell’Europa è incompatibile con ogni forma di egemonismo, di xenofobia, di razzismo e di nazismo.
Ora la competizione, che è stata la macchina dello sviluppo degli ultimi tre secoli, sta diventando la macchina che produce laguerra. Ciò è l’effetto Europadei limiti dello sviluppo, nel frattempo emersi, e della fine dell’“era dell’abbondanza”. Ciò si sta verificando in condizioni di profonda e generale disuguaglianza: nel campo della potenza militare; nel campo delle tecnologie; nel campo del consumo e dei redditi; nel campo del denaro; nel campo delle risorse, nel campo delle istituzioni. Se questi vincoli noi li mettiamo assieme alla vecchia idea della competizione è ovvio che il mondo sarà fatalmente spinto verso l’uso della forza. È ciò cui stiamo assistendo: coloro che sono più forti saranno spinti dalla circostanze a usare la loro forza. Lo faranno. Lo hanno già fatto. Lo stanno facendo ora in Siria. Chi sarà il prossimo della lista?

Al-Qaeda non serve più, e gli Usa “licenziano” i sauditi


Brennan, il nuovo capo della CiaDopo aver  minacciato e “insultato” la Russia e la Cina, l’Onu e persino gli Usa, l’Arabia Saudita – che ha deciso di continuare ad alimentare la guerra civile in Siria nonostante il disgelo tra Washington e Mosca persino sull’Iran – ora rischia grosso: il suo petrolio non è più così indispensabile, e in ogni caso l’America non lo comprerebbe sotto ricatto, cioè in cambio della cessione a Riyadh della sua politica in Medio Oriente. Qualcosa di fondamentale sta accadendo, avverte su “Megachip” il giornalista indipendente Thierry Meyssan: per la prima volta, dopo tanti anni, gli Usa stanno abbandonando il loro più decisivo alleato occulto, il network del terrore chiamato “Al-Qaeda”, emanazione diretta dell’intelligence saudita. Agli occhi del nuovo capo della Cia, John Brennan, «lo jihadismo internazionale deve essere ridotto a proporzioni più deboli», tenuto in vita solo come carta di riserva da usare «in alcune occasioni». Lo dimostra la rinuncia della Casa Bianca – di fronte alla fermezza di Putin – a scatenare in Siria l’inizio di una possibile Terza Guerra Mondiale. I terroristi usa e getta? Probabilmente non serviranno più.

Viale: lavoro e beni comuni, per un’opposizione europea


Da tempo non siamo più cittadini italiani, ma sudditi di un “sovrano” che si chiama governance europea: un’entità mai eletta, che risponde solo al “voto” dei “mercati”. E’ un governo di fatto, che impone la sua politica ai paesi dell’Ue che gli hanno ceduto la loro sovranità. Fino a concedere, con l’accordo Two-Packs, un controllo preventivo sui propri bilanci. Visto che siamo ridotti a questo, dice Guido Viale, per non rassegnarsi a continuare ad ascoltare all’infinito ritornelli come “ce lo chiede l’Europa”, c’è una sola cosa da fare: organizzare un’opposizione europea, in nome dei diritti calpestati – dignità e lavoro, reddito e casa, salute e istruzione, cultura, vecchiaia serena. Banco di prova: le elezioni europee del maggio 2014. Stop ai vincoli-capestro dell’austerity, che producono solo disoccupazione. Più spesa pubblica, dunque, per rilanciare il lavoro: non impieghi qualsiasi, ma quelli fondati sulla riconversione “green” dell’economia. Premessa: serve una nuova classe dirigente, che possa recepire le idee dei movimenti e innescare le procedure di salvezza.
«La crisi in corso non dipende solo da politiche sbagliate», scrive Viale sul “Manifesto”, in un editoriale ripreso da “Micromega”. La grande depressione Guido Viale«è causata soprattutto dal deterioramento morale e culturale dell’establishment europeo: non solo quello politico, ma anche quelli manageriali, imprenditoriali e accademici». Problema: non solo manca un programma preciso, ma al momento non c’è neppure «la forza per metterlo in marcia». Dove trovarla? «Non si può contare sulle forze politiche esistenti, o su una loro svolta radicale». Unica bussola possibile, «una crescita quantitativa e qualitativa degli organismi e dei movimenti che alimentano il conflitto sociale giorno per giorno». Filo conduttore per raccogliere le energie attualmente disperse: «Una politica fondata sui beni comuni». Missione, salvare il sistema sociale dallo sfacelo, che ha due facce: lo smantellamento delle imprese e del lavoro, con tutte le competenze acquisite, e la mancanza di opportunità per giovani e precari, disoccupati di oggi e di domani.

Un altro NO all’embargo


BloqueoCuba2012
188 voti a favore, 2 contro, 3 astenuti. Votazione da record ieri alle Nazioni unite, per chiedere l’abolizione dell’embargo degli Stati Uniti contro Cuba. Contro la fine del «bloqueo» si sono espressi solo gli Stati Uniti e Israele. Il voto dell’Assemblea Generale sull’embargo a Cuba si tiene ogni anno da 21 anni, come un rituale al quale non seguono mai i fatti. Però il fronte dei paesi critici nei confronti delle misure restrittive che gli Usa mantengono ormai da oltre 50 anni cresce di anno in anno e stavolta la novità è rappresentata dal numero dei «sì». Il progetto di risoluzione che è stato sottoposto all’Assemblea richiama all’eliminazione delle sanzioni che danneggiano enormemente l’economia dell’isola, con effetti sociali devastanti in settori come quello della salute e dell’educazione. 

Aumenti per filtrini, birra e cartine di sigarette? Stangata a firma del Pdl

A costare di più sarebbero anche birra, filtrini e cartine per le sigarette e se a passare sarà un emendamento firmato Pdl. Un emendamento che dunque vuole colpire i giovani.

Il documento, che vedrebbe la firma di Renato Brunetta, e anche del presidente della commissione Cultura e Scuola Giancarlo Galan, prevederebbe infatti l’Iva al 58,5% sulle cartine e sui filtri per preparare le sigarette.

Il decreto sulla scuola inoltre prevederebbe come copertura anche l’aumento delle accise sulla birra. E sarebbe su questo che intervverrebbe l’emendamento del Pdl a doppia firma del capogruppo alla Camera, Brunetta, e anche del presidente della commissione Cultura e Scuola, che poi proporrebbero in alternativa l’aumento dell’Iva sino al 58,5% su “le cartine e i filtri per arrotolare le sigarette”.

La riforma del Condominio (2012)

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Analisi dell'acqua da giugno a ottobre 2013

Data campionamento: 22/10/2013
Punto di prelievo: Fontana leggera P.zza Regina Elena - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera Piazzale Ortonelli  - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera Via Ungheria  - Rapporto: 
Data campionamento: 10/09/2013
Punto di prelievo: Fontana leggera Via Unità D'Italia - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera P.zza Benedetto Croce - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera Via del Salvatore - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera Via Nervi - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera Via Ungheria - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera Piazzale Ortonelli - Rapporto: 
Data campionamento: 30/08/2013
Punto di prelievo: Uscita serbatoio Via del Salvatore - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana Via della Rocca - Rapporto: 
Data campionamento: 18/07/2013
Punto di prelievo: Sorgente Mola Maggiorana - Rapporto: 
Punto di prelievo: Serbatoio - Rapporto: 
Punto di prelievo: Uscita pozzo Via del Salvatore - Rapporto : 
Data campionamento: 14/06/2013
Punto di prelievo: Fontana leggera  Via del Salvatore - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera  Via Nervi - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera  Via Ungheria -  Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera  Piazza Benedetto Croce - Rapporto: 
Punto di prelievo: Fontana leggera  Via Unità D'Italia -  Rapporto: 

martedì 29 ottobre 2013

David Bowie - Rebel Rebel

Produrre senza il Padrone

autogestione




sono 36 esperienze di variegata autogestione dell’attività d’impresa in cui gli operai, gli impiegati, i tecnici e, alle volte, anche alcuni dirigenti hanno investito il loro TFR [la liquidazione], per poi accedere al credito di banche tipo Etica o Unipol e rimettere in moto le vecchie linee di produzione o sperimentarne di nuove.

Esperienze di autogestione della produzione in Grecia e Italia

di Bz
29 / 10 / 2013

Nelle crisi economiche, in ogni epoca storica, ha fatto capolino l’autogestione della produzione e delle fabbriche, quale tentativo di dare una risposta alla logica padronale di abbandono delle stesse, dopo la rapina delle ricchezze prodotte collettivamente, per garantire un reddito ai lavoratori, per costruire un circuito alternativo che superasse le logiche del mercato capitalistico, per stare dentro lo stesso mercato con una prospettiva di redistribuzione egualitaria del reddito.

Jp Morgan si prepara alla cura-Cipro anche negli Usa?


Collasso imminente del sistema bancario e rischio-Cipro anche per gli Usa? Non è ancora calato il sipario sul teatrino dell’innalzamento del tetto del debito pubblico, che già i media americani rilanciano la notizia dello scandalo della Jp Morgan Chase, il colosso finanziario che detesta le Costituzioni antifasciste europee così piene di fastidiosi vincoli democratici. Attenzione: a vacillare – mettendo in pericolo anche l’economia reale – è la più grande banca statunitense per patrimonio, la seconda al mondo dopo l’Hsbc, con attivi da 2,3 trilioni di dollari e filiali in 60 paesi: un americano su sei è suo cliente, annota l’economista russo Valentin Katasonov. A settembre, la super-banca ha patteggiato con le autorità britanniche e statunitensi, riconoscendo di aver commesso reati analoghi a quelli della Lehman Brothers, che occultò perdite per 50 miliardi ed esibì ricavi inesistenti per ingannare clienti, partner e autorità di vigilanza, fino a finire in bancarotta e far collassare Wall Street e il resto del mondo. Ora ci risiamo: il caso “London Whale” rivela che la filiale inglese della Morgan «sopravvalutò il portafoglio crediti dei titoli derivati per nascondere 6,2 miliardi di dollari di perdite».
La frode, spiega Katasonov in un post su “Strategic Cultuire” ripreso da “Come Don Chisciotte”, è stata realizzata all’interno dell’unità incaricata di Jamie Dimon, "ceo" di Jp Morgan Chasemigliorare le attività di “gestione del rischio”, compresa la supervisione sui depositi. «Le spericolate trovate contabili sarebbero state architettate per coprirsi dai rischi su altri investimenti, ma si risolsero solo in ingentissime perdite». La filiale inglese aveva acquistato una tale quantità di derivati “illiquidi”, cioè virtuali e rimasti senza compratori, che il suo responsabile per il trading Bruno Iksil fu soprannominato la “balena di Londra” (London whale, appunto) per la sua condotta spregiudicata. Poi la banca ha ammesso che i dipendenti londinesi avevano compiuto la frode utilizzando i depositi coperti dall’assicurazione statale. Risultato: capitolazione della Jp Morgan Chase, che accetta di pagare più di un miliardo di dollari, in risarcimenti e multe, a cinque autorità di vigilanza. Spiccioli, dice Katasonov, rispetto alle dimensioni di quei colossi. Il danno, semmai, è d’immagine: chi ci assicura che altri trucchi contabili, non ancora scoperti, non possano far esplodere il sistema?

Bombe e stragi: così Israele spiega la prossima guerra


Succederà fra dieci anni, o magari domani. Il comandante di divisione aprirà gli occhi alle quattro del mattino, svegliato dal suo capo di stato maggiore. Un missile avrà colpito il centro nevralgico della Kira, la difesa israeliana, quartier generale dell’Idf. E magari un cyber-attacco paralizzerà i servizi di tutti i giorni, dai semafori alle transazioni bancarie. Esploderà una bomba in un asilo, introdotta attraverso un tunnel sotterraneo disseminato di trappole esplosive. O ci sarà un massiccio attacco di arabi in una località israeliana vicino al confine, magari sul Golan, dove – dopo quasi quarant’anni di quiete – la frontiera con Siria e Libano è ridiventata instabile e violenta. Scenari realistici: un ordigno esplosivo contro i soldati e un missile anticarro sparato contro una pattuglia israeliana lungo il confine, proprio come nel 2006 quando si scatenò la guerracontro Hezbollah. Tre soldati verranno catturati, uno dei quali comandante di battaglione. Una organizzazione jihadista rivendicherà l’attacco. Così si infiammerà un’altra volta la frontiera di Israele.
Non è il tema di un war-game apocalittico. Sono parole autentiche, pronunciate l’11 ottobre 2013 dal capo supremo delle Israel Defence Forces, Il generale Gantzil luogotenente generale Benny Gantz. Il generale spiega così le modalità della “prossima guerra” che attende lo Stato ebraico, e lo fa di fronte agli studenti assiepati nel centro di studi strategici Begin-Sadat, ospitato nel campus dell’università Bar Ilan, vicino a Tel Aviv. Ha parlato a braccio, riferisce Roy Tov su “The Truth Seeker”, in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”. Avvertimento all’opinione pubblica: non rilassatevi, il nemico ci minaccia sempre e oggi dispone di nuove capacità operative, niente più scontri frontali tra eserciti ma insidiose azioni di guerriglia, con combattenti mescolati ai civili. Per Israele, conterà «la prova delle azioni», cioè – tanto per cambiare – la capacità di colpire duro e senza esitazioni. Il generale anticipa lo scenario studiato dai suoi strateghi: Hezbollah sparerà salve di razzi sulla Galilea, colpendo le città, mentre le milizie jihadiste «proveranno ad annientare i posti di blocco al confine con Gaza». Forti contraccolpi anche nelle retrovie: una vasta guerra cibernetica coinvolgerà i sistemi militari e anche quelli civili.

Raddoppiati i poveri: 5 milioni. Ferrero: "Vergogna! Subito patrimoniale e reddito minimo"

Pessime notizie riguardo al disagio economico degli italiani provocato dalla recessione. Dal 2007 al 2012 infatti il numero di persone in stato povertà assoluta è raddoppiato, fino a raggiungere oggi i 4,8 milioni. A rilevarlo è l'Istat nella persona di Antonio Golini in audizione al Senato sulla Legge di stabilita'.
Se poi ci soffermiamo sull'ultimo anno va repcisato che l'aumento è andato a colpire anche una parte di popolazione che presenta una diffusione del fenomeno più contenuta per il tipo di lavoro svolto e/o grazie al reddito del coniuge.

"Il peggioramento è particolarmente marcato quando la persona a capo della famiglia non e' occupata - l'allungamento della durata della disoccupazione rende la situazione di chi e' alla ricerca di lavoro particolarmente critica, - per le famiglie numerose, soprattutto quelle con almeno tre figli, in particolare se minori, e per le famiglie monoparentali".

A peggiorare è stato anche l'indicatore di grave deprivazione materiale che ha infatti mostrato un deterioramento già nel 2011 e che e' poi raddoppiato in due anni.

Il 31 ottobre a Roma tornano i movimenti: "serve un piano di alloggi popolari"


«Il 19 ottobre non è che l'inizio di un percorso», e così è stato. Dopo la manifestazione di Roma, dopo l'acampada di Porta Pia e l'assedio all'assemblea nazionale dell'Anci a Firenze, la prossima tappa è per il 31 ottobre, appuntamento davanti Montecitorio, quando si riunirà la conferenza Stato Regioni. All'ordine del giorno un unico punto: l'emergenza abitativa.
Ed è proprio sul terreno della casa che l'iniziativa dei movimenti si sta intensificando in queste settimane, obiettivo il blocco degli sfratti. A Roma, ieri mattina, Anna, una signora di 77 anni, è stata sfrattata per morosità incolpevole da una casa cartolarizzata della Cassa del Notariato. Grazie agli attivisti di Asia-Usb e dei Blocchi Precari Metropolitani, che si sono arrampicati sulla statua del Marco Aurelio in Campidoglio, la vicenda è arrivata all'attenzione del sindaco Marino che si è impegnato a trovare una sistemazione emergenziale e a chiedere ancora una volta al governo una moratoria sugli sfratti. 

Agora99. Incontro euromediterraneo a Roma

Dal 1 al 3 Novembre a Roma si incontrano movimenti europei e dell'area mediterranea, per discutere di debito, diritti, democrazia. Un anno dopo Agora 2012 a Madrid.
Che cos’è?
Agora99 è un incontro euro-mediterraneo su debito, diritti e democrazia inteso a dare corso a un processo ampio e condiviso verso l’Europa del comune. La prima Agora99 si è tenuta dal 1 al 4 novembre 2012 a Madrid, a seguito di una proposta emersa durante l’assemblea internazionale di Blockupy Frankfurt 2012. La prossima Agora99 si terrà dal 1 al 3 novembre 2013 a Roma.

Lupi il ministro surfista e l’onda lunga dei movimenti per l’abitare.

 

Giovedì 31 ottobre la Conferenza Stato Regioni è chiamata ad approvare il piano casa. Sarà assediata dai movimenti di lotta per l’abitare.
“Problematiche ed intenti nel campo delle politiche abitative”. Questo il secco, ed unico, punto all’ordine del giorno per l’incontro del 31 ottobre della Conferenza Stato-Regioni. Andando sul sito della Conferenza[...] , di questa convocazione, ancora però, non c’è traccia. Comunque si terrà perché, questa volta, l’agenda la hanno scritta i movimenti del diritto all’abitare, il popolo del 19 ottobre che, assediando il Ministero delle Infrastrutture e costringendo il ministro Lupi a riceverli, ha posto precise domande su un nuovo modo di intendere l’abitare.