La situazione del Popolo delle Libertà verso una nuova crisi. Il segretario seguito (tra gli altri) da Formigoni e Giovanardi fino a Sacconi che chiede il rinvio della direzione del partito.
“A queste condizioni io in Forza Italia non ci entro, è un errore. E con me sono in tanti”. Angelino Alfano tenta il tutto per tutto e si oppone alla rottamazione del Popolo della libertà. Dopo una notte di telefonate e messaggi, il segretario chiede e ottiene un faccia a faccia con Silvio Berlusconi prima dell’ufficio di presidenza convocato per le 17. Un incontro breve a Palazzo Grazioli, durante il quale Alfano, racconta una fonte a lui vicina, ha ripetuto a Berlusconi il ritornello delle ultime settimane: no a una Forza Italia “estremista”apertamente ostile al governo Letta. Il segretario del Pdl ha chiesto al Cavaliere di rallentare il processo messo in moto e spinto dai falchi del Pdl. Alfano e i “lealisti” sono in questo momento a colloquio – da poco dopo le 14 – con il Cavaliere a Palazzo Grazioli. La delegazione governativa dovrebbe poi tornare a riunirsi per fare il punto della situazione. Nel frattempo anche i lealisti del partito sono riuniti nella casa di un parlamentare: presenti, tra gli altri, Raffaele Fitto, Mariastella Gelmini, Gianfranco Rotondi e Stefania Prestigiacomo. La loro linea non cambia: avanti col passaggio a Forza Italia e leadership ben salda nella persona di Berlusconi.
La situazione sembra di nuovo precipitare dopo giorni di calma piatta. “Oggi transizione verso Forza Italia – aveva tentato di convincere il capogruppo alla Camera Renato Brunetta – Tutti uniti”. Macché. Alfano non è affatto solo. L’intenzione del vicepresidente del Consiglio è quindi di chiedere un rinvio dell’ufficio di presidenza per aprire una fase di riflessione. Messaggio che arriva, nero su bianco, dall’ex ministro Maurizio Sacconi: “L’organismo – dichiara – pur formalmente corrispondente alla lettera statutaria, non riflette nella sua composizione né la storia né l’attualità del nostro movimento politico, tanto nella dimensione politica quanto in quella istituzionale”. Sacconi si riferisce al fatto che l’organismo direttivo è composto per lo più dai duri e puri, i “falchi”. Quindi – è l’ipotesi – meglio il Consiglio nazionale.
Se la richiesta di rinvio venisse respinta, la contromossa sarebbe la diserzione. E già Roberto Formigoni e Carlo Giovanardi hanno annunciato che comunque non parteciperanno. Potrebbero però essere in tanti a disertare l’appuntamento: non solo sono in forse Alfano e Sacconi, ma anche Renato Schifani che è un battitore libero, ma si danna da settimane per riunire le correnti principali, guidate da Berlusconi da una parte e Alfano dall’altra. Il segretario, secondo quanto raccontano le agenzie di stampa, sta riunendo i ministri pidiellini a palazzo Chigi. Poco prima è partita una raccolta di firme a sostegno del segretario Alfano.
Ma non è l’unica “petizione”: anche i lealisti sono al lavoro per evitare che l’accelerazione sul ritorno a Forza Italia subisca uno stop e stanno raccogliendo le adesioni su un documento a favore dell’unità del partito ma perché si proceda comunque con la rinascita di Forza Italia e l’azzeramento delle cariche. Una raccolta di firme che coinvolge non solo i parlamentari ma anche il territorio, con un tam tam che ha già coinvolto diverse regioni. Tra questi Francesco Nitto Palma cerca di rimandare la palla nel campo dei governativi: “Ho l’impressione - dice il coordinatore regionale della Campania – che si stia drammatizzando oltre misura l’ufficio di presidenza che si terrà tra qualche ora, tanto da chiederne unilateralmente il rinvio nonostante che la sua convocazione, come da statuto, sia stata meditatamente decisa dal presidente Berlusconi. Ma quale è il problema? Che si sancisca il passaggio dal PdL a Forza Italia? Ma non eravamo tutti d’accordo? Non siamo stati tutti immortalati sorridenti il giorno della inaugurazione della sede di San Lorenzo in Lucina?“.
Nessun commento:
Posta un commento