giovedì 31 ottobre 2013

Emergenza abitativa. Un governo imbelle

  

  • Stefano Porcari

Emergenza abitativa. Un governo imbelle
C'è da rimanere stupefatti davanti alle "soluzioni" che il governo intende mettere in campo a fronte di una crescente e drammatica emergenza abitativa. Mentre a poche decine di metri da via della Stamperia - dove dalle 12.00 si è tenuto il vertice Stato-Regioni sull'emergenza casa - migliaia di persone, di sfrattati, senza casa, occupanti premevano sul blocco degli agenti di polizia posti a difesa del palazzo, poco più in là ministri e presidenti delle regioni avanzavano idee risibili e ridicole per affrontare un'emergenza sociale che da tempo ha cessato di essere tale solo nella grandi aree metropolitane per estendersi anche a città minori una volta prospere.

Sfratti e pignoramenti si stanno abbattendo ormai su decine di migliaia di famiglie in tutto il paese. Ieri a Roma per sfrattare una donna con tre figli nel quartiere di Centocelle hanno dovuto mobilitare ben sei blindati e sei macchine della polizia. In pratica una operazione militare per eseguire uno sfratto. Ma gli sfratti esecutivi sono almeno 60mila. E allora?
Qui di seguito due agenzie con le dichiarazioni, dei ministri Lupi e Delrio al termine del vertice, ci danno una idea della inettitudine del governo a fronte del problema:
Il rifinanziamento di due fondi contro L'emergenza casa: il primo per l'affitto, attualmente a 100 milioni, ed il secondo per i morosi incolpevoli. E poi l'istituzione di un terzo fondo a garanzia dei proprietari di immobili. È Quanto ha annunciato questo pomeriggio il ministro delle infrastrutture, maurizio lupi, al termine di una riunione unificata con regioni, province e comuni, nell'ambito della conferenza stato-regioni, per contrastsre l'emergenza casa. "Quello di oggi- ha spiegato il ministro- e il primo di un rapidissima serie di incontri operativi che portanno il governo a fare un secondo provvedimento per svilppare i punti concordati: per l' emergenza a breve è necessario affrontare i due anelli deboli della catena: chi non riesce a pagare l'affitto non per sua colpa da un lato, e i proprietari delle case dall'altro".
"La priorità assoluta del governo è quella di aumentare il fondo a sostegno degli inquilini morosi e incolpevoli" che sono sottoposti alle procedure di sfratto. A spiegarlo è stato il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, in una conferenza stampa al termine della riunione della conferenza unificata che oggi ha affrontato il tema delle politiche abitative. Delrio ha anche ricordato che nel provvedimento legislativo di riforma dell'imu "c'è un forte impegno a sostenere i percorsi di accompagnamento per i soggetti sottoposti agli sfratti".
Quindi il governo propone due provvedimenti poco più che assistenziali a fronte di una emergenza sociale strutturale. Una logica fuori da ogni logica se non quella di tenere aperte tutte le strade per consentire che sulla casa sia ancora dominante la speculazione, la rendita fondiaria senza mettere mano a misure risolutive per mettere fine al problema dell'abitare come emergenza.
I ministri forse non sanno che, in via della Stamperia, a pochi metri dal palazzo dove hanno tenuto il vertice, ce n'è un altro al centro di una inchiesta giudiziaria. Quel palazzo in un solo giorno era passato di mano - tramite il senatore Conti del Pdl e l'Ente previdenziale degli psicologi - creando dalla mattina alla sera una plusvalenza di ben 18 milioni di euro tra acquisto (la mattina a 26 milioni) e vendita (la sera stessa a 44 milioni). Di fronte a questa dimensione della speculazione finanziaria sulla casa e l'immobiliare, il governo mette a disposizione un fondo di .... 100 milioni. Ci sarebbe da disperarsi, ma la gente scesa in piazza anche oggi ha affermato che per la disperazione non c'è più posto e - per affermare diritti e dignità - si è passati all'organizzazione e al conflitto sociale. Difficile sapere se l'acre odore dei lacrimogeni tirati dalla polizia o dei fumogeni lanciati dai manifestanti abbia schiarito le idee a ministri e presidenti di regione. Ma è certo che l'inerzia e i palliativi non sono la risposta necessaria ai problemi posti dai movimenti per il diritto all'abitare.

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