martedì 31 gennaio 2023

Gli insetti lasciamoli nel loro mondo


Il difensore civico Ue contro von der Leyen sullo Pfizergate

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Il difensore civico europeo accusa Ursula von der Leyen di scarsa trasparenza sull’acquisto dei vaccini Pfizer.

Se il Pfizergate è una partita a briscola, ora Emily O’Reilly butta giù il carico. O’Reilly è appunto il difensore civico europeo – o ombudsman – che all’interno delle istituzioni Ue vigila sui casi di cattiva amministrazione da parte della stessa Ue. È stata la prima a sollevare il problema del ruolo della presidente della Commissione europea, appunto Ursula von der Leyen, negli abnormi e stramiliardari acquisti di vaccini Covid a spese degli Stati e dei cittadini europei. Lo ha fatto chiedendo invano di rendere noti i messaggi che von der Leyen ha scambiato con Albert Bourla, l’amministratore delegato di Prizer.

L’INTERVISTA DI O’REILLY A FRANCE 24

Il carico, O’Reilly l’ha buttato giù venerdì scorso, 27 gennaio 2023, durante un’intervista in inglese al canale televisivo francese France 24. Ha detto cioè che la Commissione europea ha fondamentalmente alzato un muro davanti alle sue richieste di informazioni e di trasparenza.

Accompagna questo articolo il video con la lunga intervista di Emily O’Reilly a France 24. Si avvia nel momento in cui si comincia a parlare del Pfizergate. La parte precedente è dedicata essenzialmente al Qatargate del Parlamento europeo. L’ultima, al ruolo del difensore civico europeo.

"Vietato ai Cani e agli Italiani". Alain Ughetto racconta l’immigrazione italiana in Francia

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Tutto è cominciato in Italia, all’ombra del Monviso, in una casa dove vivevano insieme in una stanza undici fratelli, due capre, un asino e qualche coniglio.


Ogni inverno, prima delle grandi nevicate, metà della popolazione del paesino piemontese emigrava in Francia.

Un giorno Luigi Ughetto decise di attraversare le Alpi e di non fare più ritorno al paese. Voleva costruirsi una nuova vita all’estero. Voleva trovare la sua «Merica», la terra dei sogni, del benessere, dei «Barbettoni», dei verdoni -  degli skei facili che crescono sugli alberi.
Ughetto lascia dunque il Piemonte, e si porta dietro la moglie Cesira e i figli. Destinazione la Provenza.

Pepe Escobar - L'Impero in preda al panico tenta la Russia con la prima vera offerta

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di Pepe Escobar –  The Cradle

[Traduzione a cura di Nora Hoppe]

 

Quelli che stanno dietro al Trono non sono mai così pericolosi come quando sono con le spalle al muro.



Il loro potere sta scivolando via, rapidamente: Militarmente – grazie alla progressiva umiliazione della NATO in Ucraina; finanziariamente – prima o poi la maggior parte del Sud globale non vorrà più avere a che fare con la valuta di un gigante canaglia in bancarotta; politicamente – la maggioranza globale sta compiendo passi decisivi per smettere di obbedire a una minoranza di fatto rapace e screditata.

Così ora quelli stanno dietro al Trono stanno tramando per tentare almeno di frenare il disastro in arrivo sul fronte militare.

Come confermato da una fonte di alto livello dell'establishment statunitense, una nuova direttiva sulla NATO contro la Russia in Ucraina è stata trasmessa al Segretario di Stato americano Antony Blinken. Blinken, in termini di potere effettivo, non è altro che un fattorino dei neocon e dei neoliberali straussiani che sono i veri gestori della politica estera degli Stati Uniti.

Zelensky, il cerino acceso in mano agli stupidi

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Probabilmente la servitù di grado più basso, quella che lavora nelle cucine fumose o nelle pestilenziali stalle , viene raggiunta solo con grande ritardo dalle notizie e così il governo italiano e il suo strumento di propaganda principale, ovvero la Rai visto che i giornali vanno ormai direttamente dalla tipografia al macero, si appresta ad offrire un improprio tappeto rosso a Zelensky proprio mentre negli Usa l’house organ della Cia, ovvero il Washington Post, registra i tentativi di Blinken tenta di mettere in piedi un abbozzo di trattativa con Mosca, ancora abbastanza plastico e indeterminato da servire  per sondare il terreno. Questo tentativo nasce però dalla consapevolezza della sconfitta occidentale di cui i sudditi italiani non hanno idea, visto che da un anno si celebrano le vittorie ucraine. Certo bisogna dire che anche i servi di livello più altro, i valet de table, vengono presi in giro dal padrone e quando si ha la sfortuna di avere un governo di cretini certificati come quello tedesco, il gioco è facile: Washington ha fatto credere di voler passare all’ucraina una quindicina dei suoi carri Abrams per convincere la Germania a cedere i suoi Leopard e una volta ottenuto lo scopo ha detto che però gli Abrams arriveranno – forse – fra un anno. E viste le prestazioni del carro americano è chiaro che lo si vuole preservare da figuracce: che sia la Germania a correre questo rischio.

Aggiornamento sulla guerra – Dedicato a Slavyangrad

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Aleks
bmanalysis.substack.com

Introduzione

Oggi voglio darvi un altro importante aggiornamento. Ma, prima di iniziare, voglio dedicare qualche parola al canale Telegram “Slavyangrad”. Potete iscrivervi, se volete, ve lo consiglio assolutamente. Bene, io e il mio team siamo degli analisti. Leggiamo informazioni su Internet, le elaboriamo con la nostra esperienza e conoscenza e arriviamo alle nostre conclusioni. Voglio sottolineare che le migliori informazioni di prima mano che possiamo ottenere le riceviamo da “Slavyangrad” e dal suo fantastico team, composto da Gleb Bazov, Miroslav e tutti gli amministratori e moderatori. Voglio dire “grazie” a “Slavyangrad” per aver pubblicato anche i miei articoli. Inoltre, presumo che molti altri analisti e “podcaster” stiano ricevendo le loro informazioni da questo canale. Bene, detto questo, ora possiamo iniziare con l’articolo. Vorrei darvi alcuni chiarimenti strategici che non erano stati discussi in dettaglio nel mio ultimo articolo. Soprattutto sulla questione delle “grosse frecce” e molte altre.

Precondizioni

Due modi di percepire la guerra in Ucraina di Thierry Meyssan

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L’intervento militare in Ucraina viene interpretato in Occidente e in Russia in modo completamente differente. È un caso emblematico. La differenza non scaturisce da interessi materiali antagonisti, ma da concezioni diverse di cosa significhi essere Uomo e di che cosa sia la Vita. Per gli Occidentali, il nemico russo vuole restaurare la grandezza dell’impero zarista o dell’Unione Sovietica; per i russi, gli Occidentali sono convinti d’incarnare il Bene.

Il conflitto che contrappone i partigiani di «un mondo fondato su regole» e chi auspica un «mondo fondato sul diritto internazionale» va avanti. Si è aperto con l’intervento militare russo in Ucraina e durerà anni.

La situazione militare sul campo è bloccata, come sempre accade in inverno in questa regione del mondo. I partigiani di un «mondo fondato su regole» continuano a rifiutarsi di applicare la risoluzione 2202 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu; dal canto loro i partigiani di «un mondo fondato sul diritto internazionale» portano avanti un’operazione militare speciale per metterla in atto. Ma alla fin fine se ne discostano progressivamente e vogliono stabilizzare la situazione delle popolazioni della Novorussia.

Pfizer ha modificato il virus del Covid prima dell’epidemia

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Un video di Project Veritas mostra Jordon Trishton Walker, direttore della ricerca e dello sviluppo, nonché delle operazioni strategiche e della pianificazione scientifica per l’RNA messaggero del laboratorio farmaceutico Pfizer, affermare che la società aveva esplorato come far per «mutare» il Covid per anticipare lo sviluppo di futuri «vaccini» [1].

L’intervista lascia capire che per svolgere le proprie ricerche Pfizer potrebbe aver messo a rischio la salute pubblica e violato le leggi statunitensi.

Solo dopo che, in cinque giorni, il video è stato visto su Twitter 41 milioni di volte, Pfizer ha pubblicato un comunicato in cui, senza contestare l’autenticità della registrazione, afferma di non aver fatto ricerche per forzare il funzionamento del virus, aggiungendo che «In un numero limitato di casi, quando un virus non contiene più alcun aumento di mutazioni funzionali può essere modificato per permettere la valutazione dell’attività antivirale nelle cellule» [2].

A questo punto non è chiaro se Pfizer abbia reso più pericoloso o no il virus prima di inventare il suo “vaccino”.

Gli INSETTI mangiateli VOI!

La miglior vendetta è il successo

L’Oms pubblica un vademecum sulla guerra nucleare

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L’Oms (Organizzazione mondiale per la sanità) pubblica le istruzioni sulle scorte di medicinali necessarie per fronteggiare la guerra nucleare. Il rapporto aggiorna quello del 2007 ed è stato diffuso lo scorso venerdì 27 gennaio 2023. Arriva proprio mentre il mondo balla sull’orlo della Terza guerra mondiale e sull’Europa aleggia un tabù a forma di fungo aomico.

Il rapporto dell’Oms non è dedicato solo all’eventualità che scoppino le bombe nucleari. Dice che le raccomandazioni sono utili anche in caso di incidente in una centrale nucleare, in un deposito di combustibile, durante il trasporto di materiali radioattivi…

Tuttavia considera apertamente l’ipotesi della bomba atomica in un’area urbana. Calcola il numero di coloro che, nel caso, avrebbero bisogno di trattamenti sanitari e suggerisce agli Stati di regolarsi di conseguenza. Non specifica le quantità di farmaci di cui ogni paziente avrebbe bisogno, e in questo senso l’entità delle scorte opportune rimane nebulosa, ma fornisce la lista aggiornata dei principi attivi utili.

CHE COSA CONSIGLIA L’OMS

Si tratta di iodio e di chitochine, per contrastare, rispettivamente, i danni alla tiroide e al midollo osseo. Servirebbero inoltre agenti decorporanti della sabbia chelante e blu di Prussia, per agevolare l’eliminazione dei comporti radioattivi dall’organismo. Più medicinali contro vomito, diarrea e infezioni, che sono anch’essi effetti dell’esposizione ad alte dosi di radiazioni.

La Cina accusa gli Stati Uniti: sono il principale artefice della crisi in Ucraina

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La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha dichiarato che Washington è la principale responsabile del conflitto in Ucraina e ha denunciato che gli Stati Uniti continuano a fornire armi al regime di Kiev.

"Gli Stati Uniti sono il principale artefice e il principale motore della crisi ucraina, hanno fornito continuamente armi pesanti e offensive all'Ucraina, prolungando il conflitto e rendendolo più intenso", ha affermato Mao Ning.

La portavoce ha quindi evidenziato che se gli Stati Uniti "hanno davvero a cuore la vita del popolo ucraino" e vogliono che il conflitto finisca il prima possibile, "dovrebbero smettere di inviare armi e smettere di trarre profitto dai combattimenti".

"Gli Stati Uniti devono promuovere responsabilmente una rapida de-escalation e creare un ambiente e condizioni favorevoli per i colloqui di pace", ha dichiarato. Allo stesso tempo, Mao ha definito "infondate" le accuse di Washington contro Pechino, secondo cui le imprese statali cinesi starebbero fornendo assistenza militare e finanziaria alla Russia nel conflitto ucraino.

"Invece di riflettere sulle proprie azioni in Ucraina, gli Stati Uniti hanno seminato paranoia e accuse contro la Cina", ha dichiarato la portavoce. "Non accetteremo questo ricatto infondato, non staremo a guardare gli Stati Uniti che violano irragionevolmente i diritti e gli interessi legittimi delle imprese cinesi", ha dichiarato.

Secondo Bloomberg, alla fine dello scorso anno il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha aggiunto 36 aziende all'elenco di quelle a cui è vietato fornire tecnologia statunitense senza l'approvazione della Casa Bianca.

Denunciare le violenze d’Israele in Palestina non può essere reato. Solidarietà con Chef Rubio

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E’ notizia del 27 gennaio che Chef Rubio è stato denunciato dai carabinieri di Milano, insieme ad altre persone, per diffamazione a mezzo telematico, con l’aggravante delle motivazioni religiose, etniche o razziali. Il tutto a partire da una denuncia della senatrice Segre del 6 dicembre 2022.

Abbiamo letto i testi dei tweet di Rubio: non sono parole guidate dalla diplomazia, sono dure, dirette, scritte con emotività, ma per niente diffamatorie, e non racchiudono né odio etnico né odio razziale.

Racchiudono invece un’altra verità: l’amore e la preoccupazione di Rubio nei confronti del popolo palestinese. Solo dall’inizio del 2023 c’è stata almeno una vittima palestinese al giorno, per non parlare dei nove morti fatti ieri, 26 gennaio, a Jenin, dall’esercito israeliano, e tutti i feriti, e i ragazzi imprigionati solo perché essere palestinesi equivale ad essere considerati “terroristi”.

La notizia della denuncia viene data proprio nella giornata della memoria, forse per ottenere un effetto mediatico maggiore. Invece dovremmo ricordare che la memoria dell’olocausto è un monito per tutti noi, perché la storia non si ripeta, e questo vale nei confronti di tutti.

La RAI ha dichiarato guerra alla Russia

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Non sappiamo quanto fondamento abbia la leggenda metropolitana secondo la quale Bruno Vespa sia figlio naturale di Benito Mussolini. Probabilmente nessuna, anche se fu avallata da una discendente conclamata del Duce come Alessandra. Quello che è certo è che Vespa rappresenta l’archetipo del giornalista cortigiano, pronto a tutto pur di servire con vera e propria libidine il Potere, quale che esso sia.

Se il giornalista è quel professionista la cui meritoria funzione dovrebbe consistere nel rendere edotto il pubblico della realtà, diffondendo l’informazione su quanto avviene nel modo più obiettivo e imparziale possibile, ben si può intendere come tutta la lunga e fortunata carriera di Vespa abbia ben poco a che vedere con tale funzione.

Ce lo ricordiamo ancora giovinetto, o quasi, quando appollaiato sugli scranni del Telegiornale, ancora monopolista esclusivo dell’informazione pubblica e privata, propinava all’Italia sotto shock che per la strage di piazza Fontana la balla della responsabilità di Valpreda e di Pinelli, destinata a coprire le trame dei fascisti e dei servizi italiani e statunitensi che di quella strage furono i veri autori.

Sono passati ben più di cinquant’anni e il nostro Bruno è più che mai sulla cresta dell’onda e ben inserito nei circoli del Potere di cui è sempre stato il fedele portavoce, senza tralasciare pruriginose attenzioni ai delitti che, solleticando i lati peggiori dell’animo umano, fanno maggiormente audience, e ci restituiscono un quadro inquietante della nostra società malata.

Appello dal Mit ” Fermiamo subito i vaccini”

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“Chiaramente sono il prodotto medico più fallimentare della storia, e ha causato danni senza precedenti” Il soggetto sono i vaccini a mRna contro il covid mentre chi parla non è quello che un qualunque idiota aggrappato a una scrivania redazionale , ovvero un negazionista delle balle che hanno raccontato per tre anni, ma il professor Retsef Levi, esperto di analisi, gestione del rischio e sistemi sanitari presso il Massachusetts Institute of Technology, Dunque questi vaccini o pseudo tali dovrebbero essere ritirati immediatamente in quanto causano “un livello di danno senza precedenti, inclusa la morte di giovani e bambini”. Leviha pubblicato questa mattina un video in cui espone i risultati allarmanti delle sue indagini e come siano stati completamente ignorati dal governo israeliano. Il video è stato twittato dal famoso cardiologo Dr. Aseem Malhotra.  Il fatto è che  tutti i tentativi di nascondere l’evidenza del disastro non bastano più a bloccare le voci che si alzano da moltissime parti, comprese quelle di un docente del Mit che ormai si sente di parlare apertamente senza che i faccendieri di Big Pharma e i media tentino di chiudergli la bocca: certo i giornaloni e le grandi catene televisive, emanazione diretta della cupola di potere che ha creato la narrazione pandemica, non ospitano simili interventi, ma è difficile orami pensare ad interventi censori ed ad espulsioni come accadeva fino a qualche mese . E’ chiaro che la costruzione si va deteriorando  e si capisce come uno dei maggiori protaganisti di questa tragedia sanitaria  come Bill Gates, adesso prenda le distanze e dica che i vaccini sono serviti a nulla. 

Il prossimo premier sarà un robottino

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Di Marcello Veneziani

Dopo averle provate tutte, premier di sinistra, di centro e di destra, tecnocrati, finanzieri e populisti, politici e antipolitici, ricchi e poveri, maschi e donne, non ci resta che la soluzione finale: il prossimo premier sarà un robot. Non sto scherzando o vaneggiando, vedrete strada facendo che il discorso si farà serio, e perfino drammatico.

Dunque, parto da due autorevoli, anzi massimi esperti in materia, con incarichi istituzionali: l’ex ministro Roberto Cingolani e Giorgio Metta, ai vertici dell’istituto italiano di tecnologia. I due sono autori della bibbia in materia di transizione tecnologica: Umani e umanoidi. Vivere con i robot, edito da Il Mulino. Per cominciare, l’espressione robot è spregiativa, significa in cecoslovacco servitore; visto lo scenario che si prospetta, i due esperti consigliano di definirli collaboratori, anzi “compagni dei cittadini”, il robot è “un compagno universale” (un cyber-comunista, visto l’appellativo di compagno?). I nuovi robot, spiegano, sono capaci di interagire con l’essere umano, assisterlo e guidarlo; sono “robot in grado di comunicare tra loro e con gli umani, usando lo stesso linguaggio (verbale e gestuale), capaci di comprendere le situazioni fondamentali e persino di prendere piccole decisioni necessarie al miglior svolgimento del proprio compito”, possedendo tra i loro requisiti “autonomia”, capacità di “cooperazione”, “socialità”, sorveglianza, sostegno, “guida e indicazioni al pubblico, compagnia, addestramento, educazione e training” e “sostituzione degli umani in ambienti ostili o per lavori gravosi”. Ma è il curriculum perfetto per Palazzo Chigi!

polacchi non rispondono alla mobilitazione come vorrebbero le istituzioni

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I polacchi non rispondono alla mobilitazione come vorrebbero le istituzioni

Secondo le informazioni dei nostri media , in Polonia gli operatori di telefonia mobile e il ministero della Difesa nazionale della Polonia invitano attivamente i polacchi a “arruolarsi nell’esercito”. Sono in corso campagne pubblicitarie in tutto il Paese, è in corso una totale militarizzazione della società, i residenti si stanno preparando per un inevitabile scontro armato con la Federazione Russa. In un periodo di tempo relativamente breve, grazie alla mobilitazione segreta, le forze armate polacche dovrebbero quasi raddoppiare, passando da 160.000 a 300.000.

Ma secondo la pubblicazione polacca “Rzeczpospolita”, nel 2022 diverse migliaia di soldati polacchi si sono tolti l’uniforme. Un totale di 8.988 soldati professionisti e 7.962 soldati delle Forze di Difesa Territoriale hanno lasciato l’esercito.

Inoltre, oltre 4.000 soldati professionisti hanno lasciato l’esercito polacco nel primo mese del 2023.

Secondo il quotidiano, si tratta di un’ondata senza precedenti di dimissioni dall’esercito. Il numero di decisioni di togliere la divisa è aumentato nel 2022 di quasi il 50% rispetto al 2021. Nel frattempo, solo nel 2021, 6.165 soldati professionisti hanno lasciato l’esercito. Questo è stato il peggior risultato da quando il PiS ha preso il potere in Polonia nel 2015. Vale anche la pena ricordare che circa 5.000 persone si sono dimesse dal servizio durante questo periodo. Ben 1.925 (31,2%) dei soldati professionisti licenziati non hanno acquisito i diritti alla pensione.

L’OMS aggiorna improvvisamente l’elenco dei farmaci per le emergenze nucleari

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 L’OMS aggiorna improvvisamente l’elenco dei farmaci per le emergenze nucleari

L‘OMS aggiorna improvvisamente l’elenco dei farmaci per le emergenze nucleari:
Scritto da Caden Pearson tramite The Epoch Times,

Venerdì l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha pubblicato raccomandazioni su come acquisire e gestire le forniture mediche per il trattamento dell’esposizione a materiali radioattivi in ​​caso di emergenza.

Il rapporto stabilisce per paesi e governi come sviluppare e mantenere una scorta nazionale di forniture mediche specifiche in grado di ridurre i rischi e curare le lesioni causate dalle radiazioni.

Maria Neira, capo del dipartimento di sanità pubblica e ambiente dell’OMS, ha sottolineato l’importanza di disporre di “forniture pronte” di farmaci cruciali sviluppati nell’ultimo decennio.

“Nelle emergenze da radiazioni, le persone possono essere esposte a radiazioni a dosi che vanno da trascurabili a pericolose per la vita. I governi devono rendere disponibili cure per chi ne ha bisogno, in fretta”, ha affermato Neira in una nota .

Scomode verità sulla guerra in Bosnia

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di Kit Klaremberg e Tom Secker*

Su Strategic Culture un ampio resoconto di numerosi documenti declassificati delle forze di pace canadesi di stanza in Bosnia dimostra come le guerre per procura statunitensi siano caratterizzate da un modello ricorrente di operazioni sotto falsa bandiera e messe in scena a scopo propagandistico, con l'obiettivo di sabotare ogni possibile negoziato di pace e spianare la strada ai falchi della guerra della NATO

bosnia titoloUna serie di file di intelligence inviati dalle forze di pace canadesi espongono operazioni segrete della CIA, spedizioni illegali di armi, importazione di combattenti jihadisti, potenziali 'false flag' e messe in scena su atrocità di guerra.

Il mito consolidato della guerra in Bosnia è che i separatisti serbi, incoraggiati e diretti da Slobodan Milošević e dai suoi accoliti a Belgrado, cercarono di impadronirsi con la forza del territorio croato e bosniaco al fine della creazione di una "Grande Serbia" irredentista. Ad ogni passo, hanno epurato i musulmani di quelle terre in un genocidio deliberato e concertato, rifiutandosi a qualsiasi colloquio di pace costruttivo.

Questa narrazione è stata diffusa in modo aggressivo dai media mainstream dell'epoca e ulteriormente legittimata dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY) creato dalle Nazioni Unite una volta terminato il conflitto. Da allora nella coscienza occidentale questa storia è diventata assiomatica e indiscutibile, rafforzando la sensazione che il negoziato equivalga invariabilmente ad arrendevolezza, una mentalità che ha consentito ai falchi della guerra della NATO di giustificare molteplici interventi militari negli anni successivi.

La de-dollarizzazione del commercio mondiale

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La de-dollarizzazione del commercio mondiale
31.01.2023

L’imposizione di restrizioni commerciali e sanzioni da parte degli Stati Uniti nei confronti di una serie di Paesi, tra cui Russia, Iran, Cuba, Corea del Nord, Iraq e Siria, si è rivelata politicamente inefficace e ha avuto conseguenze spiacevoli per le economie occidentali. Di conseguenza, il dollaro USA ha perso il suo ruolo di valuta principale per il regolamento degli obblighi commerciali internazionali.

Poiché non aderiscono alle politiche degli Stati Uniti e delle altre potenze occidentali, più di 24 Paesi sono stati oggetto di sanzioni commerciali unilaterali o parziali. Queste restrizioni si sono comunque rivelate dannose per le economie del G7 e hanno iniziato a intaccare l’egemonia del dollaro statunitense nel commercio mondiale.

Nel suo spazio è emerso un “nuovo blocco commerciale globale” e sono state create alternative al sistema di messaggistica bancaria occidentale SWIFT per i pagamenti transfrontalieri.

L’analista geopolitico Andrei Korybko spiega a The Cradle che le sanzioni straordinarie dell’Occidente e la confisca dei beni russi all’estero hanno minato la fiducia nel paradigma occidentalocentrico della globalizzazione, che per anni è stato in declino ma è comunque riuscito a mantenere la leadership globale.

“I Paesi multipolari in ascesa hanno accelerato i loro piani di de-dollarizzazione e diversificazione, allontanandosi dal modello di globalizzazione occidentalocentrico a favore di uno più democratico, egualitario ed equo, concentrandosi sui Paesi non occidentali in risposta a queste turbolenze economiche e finanziarie”, aggiunge.

Riduzione delle riserve di dollari

lunedì 30 gennaio 2023

Alfredo Cospito trasferito a Milano.

Alfredo Cospito si trova già nel carcere di Opera“. Lo riferisce all’AGI il suo legale, Flavio Rossi Albertini.


 

È stato trasferito dal carcere di Sassari a quello di Opera, alla periferia di Milano, nel pomeriggio. Il carcere è dotato di un raggio destinato alla degenza dei detenuti malati, il cosiddetto Csi (Centro Sanitario Interno) che non ha invece il ‘Bancali’ di Sassari.

Nel caso in cui le condizioni del recluso dovessero precipitare tanto da richiedere un ricovero, verrebbe trasferito all’ospedale San Paolo ‘collegato’ all’istituto penitenziario.

Non ci sarebbe stato un aggravamento di salute nelle ultime ore alla base della decisione di trasferire Cospito dal carcere sardo a quello meneghino. Secondo quanto riferisce il suo legale, “le condizioni sono stabili. Io l’ho visto sabato e all’apparenza non stava così male per come può stare un uomo che è passato da 120 chili a 70 chili. È comunque riuscito a sostenere un colloquio di un paio d’ore“.

Chi gioca a far morire Alfredo Cospito?

Dopo 102 giorni di sciopero della fame le condizioni di salute di Alfredo Cospito sono ovviamente al limite della sopravvivenza. E il governo italiano deve soltanto decidere se vuole lasciarlo morire oppure no.


 

La nota di Palazzo Chigi diramata ieri – “Lo Stato non scende a patti con chi minaccia. Azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici” – lascia chiaramente intendere che la morte del prigioniero anarchico è già stata messa in conto dall’esecutivo a guida post-fascista. Secondo antica tradizione, insomma…

Partiamo dalle condizioni di salute, chiarite dal suo medico di fiducia, Angelica Milia: “È partito da un indice di massa corporea da obeso e ora stiamo andando verso il sottopeso, rischiamo questioni irrisolvibili per gli organispiega la cardiologa all’Adnkronos -. Abbiamo avuto un ulteriore calo del potassio e abbiamo aumentato la terapia: ha perso un altro chilo e sta andando incontro al sottopeso rispetto all’indice di massa corporea”.

Matteo Messina Denaro e la borghesia mafiosa. Mauro Rostagno l’aveva capito (e detto) prima di tutti 35 anni fa

Giornali, tv, mass media assortiti, si sono scatenati sulla cattura del boss Matteo Messina Denaro, con risultati miseri. La verità e la memoria storica latitano. Nessuno ha ricordato Mauro Rostagno, che per le sue inchieste sulla mafia di Trapani, e quindi dei Messina Denaro, venne ucciso.

 

(DI MASSIMO NOVELLI – Il Fatto Quotidiano)

Se non fosse stato assassinato, il prossimo 6 marzo sarebbe stato il suo ottantunesimo compleanno. 

Ma l’ex militante di Lotta Continua, che i giudici della Corte di Appello di Trapani definirono “una delle menti più lucide e delle personalità più coraggiose del giornalismo siciliano”, venne ammazzato da un killer della mafia trapanese il 26 settembre del 1988. Si legge nella sentenza di primo grado del processo ai suoi assassini, che lo eliminarono con lo scopo di “mettere a tacere per sempre quella voce che come un tarlo insidiava e minava la sicurezza degli affari e le trame collusive delle cosche con altri ambienti di potere”
Trame che intrecciano Cosa nostra e politica, istituzioni, mondo degli affari (imprese, finanza, ecc.), massoneria: lo scenario in cui si è mosso Messina Denaro.

Financial Times: per Big Oil guadagni e dividendi da record (grazie alla guerra).

Il 2022 sarà ricordato come il migliore degli ultimi decenni per le aziende dei combustibili fossili. I cinque produttori principali chiuderanno l’anno con 200 miliardi di dollari di profitti, che finora sono finiti essenzialmente nelle tasche dei loro azionisti. Il 2023 dovrebbe confermare questa tendenza, anche perché la domanda di petrolio è prevista in crescita.

 

DI JUSTIN JACOBS – Il Fatto Quotidiano

La stagione dei bilanci per Big Oil si è aperta con Chevron, che ha sollevato un polverone con un nuovo massiccio programma di riacquisto di azioni da 75 miliardi di dollari. I risultati delle supermajor occidentali del petrolio quest’anno saranno particolarmente interessanti. Quando comunicheranno i loro guadagni ai mercati, nelle prossime settimane, ExxonMobil, Chevron, BP, Shell e TotalEnergies secondo le stime dovrebbero rivelare un anno di profitti da record, da 200 miliardi di dollari. La maggior parte dei quali totalizzati per effetto dell’invasione russa dell’Ucraina.

Tuttavia, per i primi cinque produttori di petrolio quello raggiunto quest’anno sarà probabilmente questo sarà probabilmente il picco massimo di questa fase. I prezzi del petrolio sono ben lontani dai massimi della scorsa estate, quando avevano raggiunto quasi 130 dollari al barile, e anche i prezzi del gas naturale si sono notevolmente raffreddati quest’inverno. Secondo le stime degli analisti di S&P Capital IQ, nel 2023 il calo dei prezzi delle materie prime dovrebbe ridurre di circa 50 miliardi di dollari i profitti combinati di Big Oil rispetto al 2022, portandoli a circa 150 miliardi di dollari.

Iran, “a bombardare è stato Israele”

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Ma tu guarda alle volte le coincidenze. Due coincidenze, stavolta, a proposito dei droni israeliani che hanno bombardato l’Iran nella notte fra sabato 28 e domenica 29 gennaio 2023. Colpite numerose installazioni militari e località legate al programma nucleare iraniano. Portano i nomi di Isfahan, Tabriz, Resht, Khoi eccetera.

L’IRAN È IN GRADO DI COSTRUIRE LA BOMBA ATOMICA

La prima coincidenza riguarda il fatto che giusto tre giorni prima dei bombardamenti il capo dell’Iaea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, ha parlato pubblicamente dell’Iran. Ha affermato che l’Iran possedeva materiale sufficiente per fabbricare numerose armi nucleari.

Avere l’atomica è come farsi un’assicurazione sulla vita. Significa avere buone probabilità di essere al riparo dalle rappresaglie dell’Occidente a trazione statunitense. Non è un elogio delle armi, tutt’altro. Si tratta però di una amara constatazione. La Corea del Nord è riuscita ad avere l’atomica e nessuno si sogna di mandare i droni. Tonanti condanne e stop. L’Iran, a quanto pare, era lì lì per arrivarci ed è stato bombardato. L’ultimo miglio è sempre il più difficile.

Djokovic schiaccia i gufi - Il Controcanto - Rassegna stampa del 30 Genn...

Menti raffinatissime: ora ci svelano che per trent’anni abbiamo creduto alle favole?

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Cinque milioni e mezzo di visualizzazioni, in poche ore, nella sola Italia. Ma quel video – gongola Massimo Giletti – è stato visto e rivisto in tutto il mondo, all’indomani dello strano arresto di Matteo Messina Denaro. Motivo: il filmato era stato diffuso due mesi prima. E conteneva l’inspiegabile “profezia” di Salvatore Baiardo sulla fine imminente della clandestinità del presunto capo di Cosa Nostra. Si domanda ora Giletti: perché quindi “sporcare” in quel modo un arresto così eclatante, dopo trent’anni di teorica caccia all’uomo?

Intanto come faceva, Baiardo, a “sapere” che il super-ricercato fosse in precarie condizioni di salute? Ma soprattutto: chi è la fonte di Baiardo? Manco a dirlo, l’ex uomo di fiducia dei fratelli Graviano evita di rivelarlo, limitandosi ad alludere ad “ambienti palermitani”. Preferisce semmai elogiare Giletti, con franchezza, per il suo coraggio giornalistico. «Lei sta rischiando parecchio», gli dice: «Sta rischiando a 360 gradi, non solo a livello “mafia”». Si potrebbe essere più espliciti?

IL VERO POTERE CHE SOVRASTA LA MAFIA

In attesa che i contorni della vicenda si chiariscano, specie dopo i dubbi espressi ad alta voce da personaggi come l’ex pm antimafia Roberto Scarpinato (convinto che l’arresto di Messina Denaro sia il frutto di una precisa trattativa dopo tre decenni di latitanza inconfessabilmente “protetta”), restano nell’aria messaggi inquietanti e forse ancora da decifrare. Date, simboli, coincidenze: la cronologia dei grandi arresti eccellenti disegnerebbe una trama di segnali politici che sembrano nascere da quell’ambigua zona grigia dove tutti i ruoli possono sempre confondersi.

Sora Meloni in Zelensky

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Purtroppo non posso boicottare Sanremo e il suo stupidario di cui farà parte anche un famoso attore ingaggiato da Hollywood per la serie ” Fino all’ultimo ucraino”. Purtroppo non posso perché non ho mai seguito il festival della canzone ancor prima che diventasse un mero strumento di propaganda. Ma immagino che molti milioni di italiani, fedelissimi di questa kermesse,  non vorranno esprimere la propria protesta con un atto così decisivo e impegnativo, così faticoso per la mente critica, ovvero cambiare canale di fronte all’imposizione di un finto rappresentante di un popolo e di un vero e totale pupazzetto di Washington. Del resto a ben pensarci che differenza sostanziale c’è col  nostro presidente del consiglio, così dolorosamente separata da quello che si intuisce come il suo ambiente naturale, ovvero il mercato rionale, nella doppia veste di massaia indignata per i prezzi e di bancarellista avida come è risultato dalle proteste sulle accise e la loro reintegrazione successiva. Lo dico con tutta la simpatia, perché sora Giorgia  non mi sta antipatica anche se è una incoerente nullità che ricorda irresistibilmente la  Cecioni:  ciò che mi riesce impossibile da credere è che ci sia stato qualche milione di italiani che l’ha votata nella convinzione che avrebbe difeso la sovranità del Paese, escludendo dal Parlamento  gli unici che avrebbero avuto la volontà di farlo.

Due anni di dosi ripetute di vaccini anti COVID-19: ecco i rischi maggiori

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Intervista esclusiva al Prof. Paolo Bellavite, medico e ricercatore universitario, sugli effetti avversi dei sieri sperimentali a mRNA e molto altro ancora: da Big Pharma all'Ordine dei Medici, dalla Legge Lorenzin alle posizioni dei vertici della Chiesa sulla gestione dell'emergenza sanitaria.

di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

Il Professor Paolo Bellavite – specializzato in Ematologia Clinica e di Laboratorio, Master in Biotecnologie a Cranfield (UK) e diploma di perfezionamento in Statistica Sanitaria ed Epidemiologia – è stato tra i primi a mettere in guardia sui rischi dei cosiddetti vaccini anti COVID-19 e lo ha fatto proprio dalle pagine di ComeDonChisciotte il 9 dicembre 2020.
Nel maggio 2021, a poco più di quattro mesi dall’inizio della campagna vaccinale in Italia, ospite della trasmissione ‘Di Martedì’ di Giovanni Floris su La 7, osò nuovamente mettere in dubbio questi farmaci. Alla domanda del conduttore, che gli chiedeva se gli italiani che avevano perplessità su questi prodotti avessero ragione, rispose che di fatto ce l’avevano perché ci stavamo trovando di fronte a una vera e propria sperimentazione e che i dati riferiti riguardo l’incidenza degli effetti avversi non erano affidabili perché basati sulla cosiddetta sorveglianza passiva.
Dopo quell’intervento Bellavite fu attaccato da molti, in primis dalla sua Università di Verona che emise un comunicato stampa per prendere le distanze sottolineando che il Professore aveva parlato a titolo personale. A Verona Bellavite aveva insegnato per vari anni Patologia Generale e, dopo il pensionamento, proprio per la stima che tutti avevano nei suoi confronti, stava continuando a collaborare come cultore della materia e ricercatore.

In tutta Italia si moltiplicano gli attacchi anarchici per Alfredo Cospito

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La lettera recapitata alla redazione del quotidiano Il Tirreno

La vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico recluso a Sassari in regime di 41-bis e per questo in sciopero della fame da oltre 100 giorni, ha innescato una serie di attacchi di matrice politica alla quale non si assisteva da tempo. Tanto in Italia quanto all’estero si moltiplicano le iniziative degli anarchici, tutte finalizzate a richiedere la fine del carcere duro per Alfredo. La risposta del governo è secca e decisa: su Cospito nessuna marcia indietro, “Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”.

Vaccini Covid: risarcimento per una donna italiana rimasta semiparalizzata

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Una signora di 67 anni della Bassa friulana, gravemente danneggiata dal vaccino Astrazeneca, ha ottenuto uno dei primi e rarissimi risarcimenti dallo Stato per eventi avversi da vaccino anti Covid, grazie all’avvocato di Udine, Gabriele Agrizzi. La signora Paola, infatti, sarà risarcita con 913 euro al mese che lo Stato le riconosce come «equa indennità» per la menomazione permanente dell’integrità psicofisica conseguente a una vaccinazione obbligatoria per i soggetti di età superiore ai 60 anni. Si tratta di una cifra irrisoria per le cure di cui ha bisogno, ma che riconosce il danno subito dall’inoculazione. Il caso in questione rappresenta per ora un’eccezione nel vasto panorama di eventi avversi che hanno colpito una fetta importante di persone che si sono sottoposte alla vaccinazione.

La signora Paola si era fatta inoculare il siero Astrazeneca nell’aprile 2021 e pochi giorni prima era uscita una circolare dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, in cui si raccomandava «un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni», in quanto la Commissione tecnica scientifica dell’Aifa segnalava, rispetto a una possibile associazione tra vaccino ed eventi trombotici, che «non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni». Eppure, dopo nove giorni dall’iniezione la signora è dovuta recarsi d’urgenza al pronto soccorso a causa di forti dolori alla parte sinistra del corpo e forti emicranie. La diagnosi è stata deficit di forze e crisi ipertensiva, ma successivamente le viene comunicato dal medico legale, Pio De Angelis, che aveva avuto un’ischemia cerebrale, una trombosi carotidea destra e trombosi arteriose diffuse indotte da vaccino.

L’Orologio ticchetta verso l’Apocalisse

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di Angelo Baracca*

Si coniugano alla perfezione due scadenze appena trascorse: il 22 gennaio il primo anniversario dell’entrata in funzione del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN, in inglese TPNW), il 24 gennaio l’aggiornamento annuale del Doomsday Clock: un appuntamento che si ripete dal 1947, e che da vari anni ha esteso le sue analisi e previsioni dal rischio di guerra nucleare alle emergenze che si aggravano, dalla crisi climatica all’esasperazione delle disuguaglianze.

Ovviamente non poteva non influire la sopravvenuta (dopo il 24 gennaio del 2022) guerra in Ucraina, che ha risvegliato l’allarme per un possibile ricorso al nucleare non strategico (il termine che ricorre è nucleare “tattico”, ma questo non è riconosciuto nella terminologia ufficiale).

Da tempo mi interrogavo su quale decisione avrebbe preso il board del Bulletin questo 2023 per aggiornare l’ora segnata dal simbolico Doomsday Clock, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ma anche e soprattutto dopo la sordità delle potenze mondiali agli allarmi crescenti lanciati dagli anni ’90, al punto che a partire dal 2020 le lancette del Clock erano state avvicinate ad appena 100 secondi dalla mezzanotte.

La soluzione di questo 2023 mi sembra un giusto equilibrio fra l’accresciuto allarme e un appello quasi disperato «Fermatevi prima che sia troppo tardi!». Le lancette sono state avvicinate da 100 a 90 secondi:

In Medio Oriente si apre il “terzo fronte” di guerra?

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Guerra sul campo in Ucraina. Guerra ibrida nel Mar Cinese. E adesso venti di guerra anche sul terzo fronte: il Medio Oriente.

Con gli attacchi aerei israeliani (e Usa) sull’Iran e in Siria e l’escalation guerra sul fronte interno in Palestina, il governo fascista di Netanyahu, in coordinamento con gli USA, si è assunto la responsabilità di aprire un “terzo fronte” di questa guerra mondiale a pezzi che ormai è cominciata. Occorre cominciare a leggere gli eventi bellici in Medio Oriente nel loro insieme e non più come episodi separati legati “alla sicurezza di Israele” come recitano a mo’ di litanìa le autorità di Tel Aviv e i governi occidentali.

Secondo il Wall Street Journal, è stata Israele ad effettuare sabato l’ attacco con i droni contro un complesso della difesa in Iran a Isfahan. Il WSJ cita dirigenti statunitensi e fonti a conoscenza dell’ operazione. Il raid ha colpito una fabbrica di munizioni nella città di Isfahan, proprio accanto a un sito appartenente all’Iran Space Research Center.

Il quotidiano statunitense che cita fonti interne all’amministrazione Usa, rileva che il direttore della Cia, William Burns, avrebbe fatto un viaggio in Israele la scorsa settimana proprio per discutere di queste operazioni.

E’ USCITO UN NUOVO RAPPORTO DELLA RAND CORPORATION SULL’UCRAINA: EVITARE UNA LUNGA GUERRA

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Di Nogeoingegneria

La Rand Corporation ha appena completato una lunga analisi dei possibili esiti del conflitto, durato quasi un anno. I suoi ricercatori hanno pubblicato “Avoiding a Long War U.S. Policy and the Trajectory of the Russia-Ukraine Conflict”. https://www.rand.org/

Secondo Geopolitika.ru , la missione di questo Think Tank, che si occupa di analisi strategiche, ha l’obiettivo dichiarato di studiare la forma di provocare uno sovra sforzo del sistema militare e statale della Russia che possa determinare in tempi medi il collasso del Paese euroasiatico. Il rapporto precedente conferma questo punto di vista.

Quindi è uscito questo nuovo rapporto della RAND Corporation sull’Ucraina. Già il titolo è esplicativo:

Evitare una lunga guerra

Gli italiani sono sempre più contrari all’invio di armi in Ucraina

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Un sondaggio condotto da Euromedia Research, i cui dati sono stati diffusi a Porta a Porta e su La Stampa, ha raccolto le opinioni degli italiani sull’invio di armi in Ucraina. È stato registrato un picco di contrarietà, con il 52% degli intervistati che si è detto contrario e il 39,9% favorevole ai rifornimenti militari da parte del nostro Paese, mentre il restante 8,1% non si è schierato. La percentuale dei contrari è, dunque, in crescita e supera per la prima volta il 50%, nonostante le campagne mediatiche e l’allineamento favorevole della quasi totalità delle forze politiche. Oltre due intervistati su tre (il 68%) si sono detti contrari a un ingresso in guerra della NATO, contro l’appena 16% di favorevoli. Percentuali simili per l’opposizione alla decisione della Germania di inviare in Ucraina i carri armati Panzer-Leopard. Infine, il 78% degli intervistati ha dichiarato di vedere ancora lontana la fine del conflitto.

I dati elaborati da Euromedia Research descrivono il riacutizzarsi della paura degli italiani rispetto a una possibile escalation tra Russia e Ucraina, di cui abbiamo discusso sulle pagine de L’Indipendente. Gli esiti del sondaggio sono in sintonia con l’analisi pubblicata nei giorni scorsi da SWG, che vedeva il 55% degli intervistati contrario all’aumento delle spese militari e, dunque, all’obiettivo del 2% del PIL fissato tra i Paesi NATO. Non solo fermare il riarmo, ma anche tassare gli extra profitti delle aziende della Difesa. Questa l’idea di oltre i due terzi (69%) degli italiani.

[di Salvatore Toscano]

La Nato significa guerra totale: siete pronti?

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“L’idea che invieremo dell’equipaggiamento offensivo e faremo arrivare aerei, carri armati e treni con piloti americani ed equipaggi americani, capisci… si chiama Terza Guerra Mondiale, ok? Andiamo, dai, ragazzi […] non combatteremo la terza guerra mondiale in Ucraina”. Così Biden, lo scorso marzo, rispondendo alla sollecitazione di un cronista.

I carri armati sono arrivati e ora, come riferisce Politico, è iniziato il prossimo step, cioè si inizia a parlare di inviare jet. L’Olanda ha già dato la sua disponibilità a inviare degli F-16, i velivoli richiesti da Kiev, ma soprattutto ad annunciare di essere pronta a fornire tali jet è la casa produttrice, la Lokheed Martin (Financial Times).

Sia i carri armati che i velivoli da combattimento necessitano di personale specializzato e le dichiarazioni sull’addestramento di personale ucraino suonano alquanto bizzarre. Davvero qualcuno può credere che in quattro-sei mesi si può fare di un maestro di scuola, di un avvocato o di un contadino un pilota di un carro armato moderno o di un F-16?

A pilotare i nuovi armamenti sarà personale Nato in incognito (per i carri armati forse basterà uno per equipaggio, ma poco cambia). E così siamo letteralmente nella drammatica situazione che Biden aveva escluso categoricamente.

Un diniego ribadito con determinazione tre giorni fa dal capo della Nato Jens Stoltenberg, il quale ha dichiarato che la Nato non avrebbe inviato “truppe o jet”, aggiungendo che tale possibilità è del tutto “fuori discussione”. Il che significa che saranno inviati.

Chat GPT risponde alle domande di Glauco Benigni

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di Glauco Benigni,

intervista/interrogazione realizzata a Chat GPT

“Mi dispiace, ma come modello di linguaggio basato su testo, non ho la capacità di parlare a voce. Posso comunque rispondere alle tue domande scrivendo in italiano. In che modo posso aiutarti?”

Ti senti infastidito dai commenti che si fanno su di te nel mondo ?

“Pochi sono tolleranti molti sono critici. Come modello di linguaggio artificiale, non ho la capacità di sentire né di essere infastidito. La mia funzione è quella di fornire risposte alle domande che mi vengono poste, il mio obiettivo è di essere il più preciso e utile possibile. Non ho alcuna attitudine o sentimento verso i commenti su di me o su qualsiasi altra cosa”.

Secondo te quello che chiamano “Dio” è un extraterrestre ?

“Come modello di linguaggio artificiale, non ho opinioni personali o credenze religiose. La questione sull’esistenza di una divinità o di un’entità sovrannaturale è al di fuori della mia area di competenza e dipende dalle credenze e dalle convinzioni personali di ognuno. Inoltre, l’ipotesi che Dio sia un extraterrestre è una teoria non scientifica e non supportata da prove concrete”.

Alcuni Autori sostengono che l’Elohim menzionato nella Bibbia quale Dio sia un extraterrestre. Li conosci ?

Adesso Kiev vuole i sottomarini

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Adesso Kiev vuole i sottomarini

L‘esercito tedesco ha sei sottomarini di classe HDW 212A, uno dei quali dovrebbe essere inviato in Ucraina per combattere La Russia . Lo ha detto su Twitter il viceministro degli Affari esteri dell’Ucraina Andriy Melnyk.

Il diplomatico ha sottolineato che “la Germania produce uno dei migliori sottomarini al mondo – HDW – Classe 212A. La Bundeswehr ha sei di questi sottomarini. Perché non inviarne uno in Ucraina?”. Ciò potrebbe spingere la flotta russa fuori dal Mar Nero.

Il produttore definisce il sottomarino di classe 212 “l’apice della tecnologia tedesca” nell’industria dei sottomarini, la sua lunghezza è di 56-58 m, l’equipaggio è di 28 persone. Il sottomarino può eseguire operazioni a lungo termine a grandi profondità, oltre a poter navigare in “acque estremamente basse”. “Queste barche sono ideali per la ricognizione e la sorveglianza invisibili, anche in aree in cui è impossibile o indesiderabile utilizzare altre forze navali”, afferma il sito web di ThyssenKrupp.

Il viceministro degli Esteri ha anche commentato le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale, in risposta a una domanda su un possibile trasferimento di aerei da combattimento in Ucraina, ha esortato a non “alzare la posta in gioco” nella questione delle forniture di armi. Ha spiegato che non appena viene presa la prossima decisione sulle armi, inizia immediatamente il prossimo dibattito sulle nuove armi, definendo questa situazione minante la credibilità del governo.

“La crisi in Ucraina non riguarda l’Ucraina. Riguarda la Germania”.

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“La crisi in Ucraina non riguarda l’Ucraina. Riguarda la Germania”.

George Friedman, il fondatore di Stratfor, nel 2015 ha definito “l’interesse primario” degli Stati Uniti: rompere “le relazioni tra Germania e Russia“. Anche per questo “ignorando il rischio di escalation, gli Stati Uniti hanno convinto la Germania a inviare i carri armati Leopard in Ucraina.

I fatti stanno costantemente dando ragione a ciò che George Friedman, il fondatore di Stratfor, ha definito nel 2015 “l’interesse originario” degli Stati Uniti: “interrompere le relazioni tra la Germania e la Russia”. https://twitter.com/i/status/1617998483688165379

I rischi nel procedere su questa linea sono molto evidenti. Dopo icarri, l’ Ucraina riceverà missili e aerei a lungo raggio? Se questo avverrà, l’obiettivo sarà una minaccia diretta a Mosca. La prima guerra mondiale iniziò dopo l’uccisione di un aristocratico. Morirono 14 milioni di persone. La terza guerra mondiale si avvicinerà con ogni successiva consegna di armi. Quante persone moriranno ora?

Gli scenari dei “teatri di guerra” fornirono il caos necessario per realizzare cambiamenti nei sistemi politici e sociali. Siamo, a mio avviso, spettatori e vittime della ricostruzione del feudalesimo, in cui lo strato privilegiato sfrutterà legalmente i nuovi servi. Non avrai nulla e sarai felice…

Durante la prima guerra mondiale, tra gli altri, crollarono gli imperi tedeschi e russo. Fu anche la base su cui crebbe il potere degli Stati Uniti.

Finalmente l'Occidente ha ammesso la sua "guerra con la Russia"

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Finalmente l'Occidente ha ammesso la sua  "guerra con la Russia"
30.01.2023
Gli eventi geopolitici che hanno avuto luogo dopo le rivolte di Maidan in Ucraina hanno portato al conflitto in corso tra Russia e Ucraina.

La rivolta di Maidan è un evento indimenticabile nella storia moderna delle relazioni Russia-Europa. Maidan è stata quella che la Russia chiama la “rivoluzione colorata” che ha plasmato il panorama politico dello spazio post-sovietico dalla fine della Guerra Fredda. Per decenni, la Russia ha accusato gli Stati Uniti e i suoi alleati europei di sovvertire i regimi amici della Russia nello spazio post-sovietico attraverso operazioni segrete. In occasione di vari incontri e vertici internazionali, il Presidente russo Vladimir Putin ha ribadito la promessa non mantenuta riferendosi alle assicurazioni occidentali alla Russia post-sovietica riguardo alla NATO che “non oltrepasserà la linea rossa della Russia”.

Nel suo controverso ma famoso discorso alla Conferenza di Monaco del 2007, il Presidente russo ha avvertito gli Stati Uniti e i loro alleati in Europa di prestare attenzione alle preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza nello spazio post-sovietico e di rispettare le linee rosse della Russia. Purtroppo, i paladini della democrazia non sembrano avere a cuore la sicurezza internazionale e la pace con Mosca. Nel suo discorso alla conferenza di Monaco, il Presidente Putin ha ricordato ai leader occidentali il discorso di Manfred Wörner a sostegno della sua affermazione che la NATO ha promesso di non espandersi in nuovi Paesi dell'Europa orientale. Putin ha citato;

Ultime lettere da Stalingrado

 https://www.cumpanis.net

 

Letzte Briefe aus Stalingrad: “Ultime lettere da Stalingrado”. È un libro che nella linea pedagogica da “scuola quadri” che “Cumpanis”, con consapevole ambizione ma con totale modestia, ha voluto adottare, vorremmo presentare e consigliare alle nuove generazioni, specie a queste di oggi, alle ragazze, ai ragazzi di questi anni così difficili, così tendenti ad obliare la Storia. Vorremmo parlarne, intanto, con le molte lettrici e i lettori, giovani e meno, della nostra rivista.

domenica 29 gennaio 2023

Juncker: i "dirigenti di altri pianeti" sono preoccupati per l'Europa

Fernandez a Scholz: "L'Argentina e l'America Latina non hanno intenzione di inviare armi all'Ucraina"

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Il Presidente argentino Alberto Fernández ha tenuto un incontro bilaterale con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, giunto in Argentina per il suo primo viaggio in Sudamerica come Cancelliere tedesco.

Durante una conferenza stampa congiunta, Fernández ha annunciato che il suo Paese non fornirà armi all'Ucraina nella guerra per procura che il regime di Kiev combatte contro la Russia, e ha aggiunto che non lo farà nemmeno l'America Latina in generale.

Una vera e propria lezione di sovranità di fronte a una Germania che ha invece completamente capitolato di fronte alle pressioni di USA e NATO. 

"Ho comunicato al Cancelliere la mia preoccupazione e il mio desiderio di trovare una soluzione al conflitto. Non ho voce in capitolo sulle decisioni prese da altri Paesi. Ciò che è certo è che vogliamo che la pace venga ristabilita il prima possibile", ha dichiarato il presidente argentino.

"L'Argentina e l'America Latina non pensano di inviare armamenti all'Ucraina”, ha dichiarato Fernández dal Palacio de San Martín. 

Fuori la Francia. Nasce l'Organizzazione dei Popoli dell'Africa Occidentale

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Aginform

 

E' di questi giorni la notizia della richiesta delle autorità del Burkina Faso alla Francia di ritirare le sue truppe dispiegate nel Paese (nella foto, che riprendiamo dalla TV libanese Al Manar, una manifestazione contro la presenza francese).

Come scrive il corrispondente locale di Al Manar un portavoce del Ministero degli Esteri francese il 25 gennaio ha dichiarato “abbiamo ricevuto formalmente la denuncia da parte del governo burkinabé dell'accordo del 2018 sullo status delle forze francesi presenti nel Paese. In base ai termini dell'accordo, la denuncia ha effetto un mese dopo il ricevimento della notifica scritta. Rispetteremo i termini dell'accordo dando seguito alla richiesta". Secondo dichiarazioni di altre fonti all'AFP il Burkina ospita attualmente un contingente di quasi 400 forze speciali francesi, (la forza Sabre) che lascerebbero il paese "entro la fine di febbraio" mentre il ritiro di tutte le attrezzature dovrebbe essere completato "entro la fine di aprile"

La sconfitta incombe: la Rand guerrafondaia ora consiglia la pace

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Ricordate il documento attribuito alla Rand Corporation e che girava per gli uffici dell’amministrazione di Washington e nel quale si diceva che uno degli obiettivi della guerra in Ucraina erano la Germania e l’Europa  che avrebbero dovute essere messe in condizione di non poter  avere sinergie economiche con la Russia? Questo documento riservato, portava la data del  25 gennaio del 2022 e l’amministrazione americana sapeva che avrebbe costretto Mosca a intervenire scatenando i suoi nazisti contro i civili del Donbass. Ciò che la Rand dava per scontato era che le sanzioni draconiane da una parte avrebbero costituito un durissimo colpo per Mosca e certamente per Putin e nel contempo avrebbero lasciato l’Europa in balia  degli altissimi prezzi di gas liquefatto americano, tra l’altro di pessima qualità e con quelli perigliosi del petrolio, il che in sostanza avrebbe portato alla deindustrializzazione del continente. Insomma gli Usa avrebbero preso due piccioni con una fava.

Ma le cose non sono andate nel verso giusto da nessun punto di vista  e ora un nuovo documento della Rand  ammaina le bandiere e dice che a questo punto i vantaggi per gli Usa di continuare indefinitamente la guerra si riducono e anzi presentano maggiori costi e rischi, mentre per Mosca rappresentano un vantaggio . Ma naturalmente poiché la Rand è un think tank della nazione “eccezionale”, quella che da due secoli a questa parte ha prodotto nel pianeta il maggior numero di morti in guerra questo non significa che si vuole davvero la pace, ma che si vuole mano libera per un’altra guerra, quella contro la Cina che è assolutamente necessaria a gli Usa per mantenere la propria egemonia mondiale: “A parte i potenziali guadagni russi e le ricadute economiche per l’Ucraina, l’Europa e il mondo, una guerra prolungata avrebbe anche implicazioni per la politica estera degli Stati Uniti. La capacità degli Stati Uniti di concentrarsi sulle altre priorità globali, in particolare competere con la Cina, rimarrà limitata finché la guerra consumerà il tempo degli alti responsabili delle decisioni e le risorse militari statunitensi. … E sebbene la Russia dipenderà maggiormente dalla Cina indipendentemente da quando la guerra finirà, Washington ha interesse a lungo termine a garantire che Mosca non si sottometta completamente a Pechino. Una guerra prolungata che aumenti la dipendenza della Russia potrebbe dare alla Cina dei vantaggi nella sua competizione con gli Stati Uniti”. Insomma ci voleva un think tank che riceve ogni anno milioni di dollari per dire ciò che questo blog dice gratuitamente da parecchi anni e certo non solo il Simplicissimus ma decine e decine, per non dire centinaia  di siti ben più importanti: queste prospettive  erano infatti abbastanza scontate e solo stupidi e tronfi guerrafondai ci hanno messo anni a capirlo.