sabato 28 gennaio 2023

La canzone della guerra: Zelensky “canta” a Sanremo per gli americani

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Sanremo è sempre Sanremo, ma non questa volta… Quest’anno del 2023 non sarà un Sanremo qualunque, per prima cosa perché in Europa da un anno è in corso una guerra, iniziata in verità molti anni fa, più specificatamente nel 2015 a Kiev con un colpo di Stato “nero” ordito e preparato nei minimi dettagli dall’Occidente euro-atlantico, a cui è seguita una aggressione al popolo del Donbass che ha resistito per 8 anni, pagando un duro prezzo con migliaia di morti, soprattutto civili, passando per gli accordi di Minsk del 2016 fatti fallire per ammissione della stessa Angela Markel, perché l’Ucraina aveva bisogno di riorganizzarsi e preparare il suo esercito e le sue milizie nazifasciste per sconfiggere la Resistenza del popolo del Donbass e poi ancora sino all’intervento diretto della Russia del 24 febbraio dello scorso anno, per stroncare i preparativi di un assalto finale del riorganizzato ed addestrato esercito ucraino con il massiccio supporto della Nato e della stessa prevista entrata dell’Ucraina nella Nato.


Ma cosa c’entra Sanremo con tutto questo? C’è lo hanno fatto entrare, perché esso, Sanremo, è un palco che attira l’attenzione di milioni di italiani e non solo, quindi un palcoscenico appetibile pure per far passare i messaggi che il sistema vuole che arrivino nelle case e nella mente della popolazione. Quindi, quale miglior palcoscenico per il comandante in capo Zelensky per lanciare il suo messaggio di “Pace” della serie più armi all’Ucraina per combattere fino all’ultimo ucraino, per riconquistare la Crimea e il Donbass a costo del massacro delle popolazioni residenti e magari per chiedere all’Italia e all’Europa di entrare in guerra contro la Russia?

Non vorrei essere troppo pessimista e non escludo nemmeno che il tizio di avanspettacolo possa giocare una carta a sorpresa, scenica, ma i fatti, i fatti pesanti, ci dicono che Zelensky chiede armi, armi moderne, che il suo esercito malconcio non sa nemmeno usare, chiede sangue, chiede che la Nato intervenga magari inviando un supporto di militari polacchi o dei Paesi baltici. Il cosa dirà Zelensky già crea attesa, più probabile che l’audience aumenti, che non diminuisca per “l’ardita” per quanto in “buona fede” professata parola d’ordine “Boicottiamo Sanremo”,siamo sull’orlo di una terza guerra mondiale e che facciamo noi? Facciamo un click sul telecomando. Un po’ poco direi.

Nonostante quest’ aria rassegnata e di riflusso che gira da oltre un ventennio, qualche coraggioso ha preso l’iniziativa: ebbene sì, a Sanremo l’11 febbraio ci sarà una manifestazione indetta dal CLN (denominazione impegnativa da Resistenza, “Comitato di Liberazione Nazionale”), dal Comitato nazionale No Guerra No Nato (Manlio Dinucci) e di un buon numero di singole persone fra cui Alessandro Di Battista e a cui ha fatto seguito l’adesione del “Fronte del Dissenso” e speriamo presto di altre organizzazioni, fra cui io mi auguro quelle di area comunista, per l’uscita dell’Italia dalla Guerra, dal sistema Nato che la promuove, per una Italia sovrana e neutrale, così come dovrebbe essere un Paese che ai sensi della Costituzione RIPUDIA LA GUERRA. L’11 febbraio quindi impegniamoci per far riuscire non solo la manifestazione che si svolgerà a Sanremo, ma anche organizzando manifestazioni in tutti i capoluoghi di Regione sotto le sedi della RAI per la Pace, contro la Guerra, contro l’invio di nuove e più pericolose armi all’Ucraina. No alle sanzioni alla Russia che fanno più danni all’Italia e all’Europa che non alla Russia stessa, No all’allargamento della Nato ad est e tanto meno di una Nato globale sino al Pacifico, apertura di una trattativa seria con la Russia che significa riconoscimento della sovranità dei popoli del Donbass e della Crimea.

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