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La notizia è letteralmente esplosa come una bomba: Pfizer in realtà si dedica alla fabbricazione di nuove varianti del virus del Covid per poi trovare dei vaccini contro di queste. Sebbene la multinazionale farmaceutica chiami questo modo di procedere “evoluzione diretta per evitare un effetto nocebo, si tratta del famoso guadagno di funzione praticato a lungo da Fauci e dai suoi amici che esprime tutta l’insensatezza di queste ricerche e ha certamente coperto in molti casi la ricerca di armi biologiche cui del resto i ricercatori della Pfizer collaborano in molti biolaboratori segreti sparsi per il mondo. . E in questa dimensione ambigua che tenta di trasformare la ricerca di armi biologiche in qualcosa di umanitario la cosa ha almeno una qualche logica, certo deviante e terribile, ma tuttavia comprensibile. Però che senso ha provocare delle mutazioni casuali nel coronavirus che con tutta probabilità non si verificheranno mai nella realtà, visto che le variazioni possibili sono dell’ordine delle centinaia di migliaia per la sola proteina spike per poi preparare vaccini con cui eventualmente immunizzare ( forse) le persone nella remota ipotesi che proprio quella variante si diffonda? Che senso ha soprattutto per una multinazionale che ha il profitto come sua stella polare? Per come la si volti e la si giri questa sarebbe sarebbe un’operazione in totale perdita a meno che … le mutazioni virali non sfuggissero e non ci fosse poi bisogno del vaccino
In ogni caso la rivelazione di queste attività parallele della Pfizer è venuta da parte dei giornalisti investigativi statunitensi di ” Project Veritas ” In un video girato con una telecamera nascosta, il direttore della ricerca del colosso farmaceutico, Gordon Tristhon Walker, confessa che stanno lavorando per far mutare il Covid in modo controllato per quindi sviluppare nuovi vaccini: “Una delle idee che stiamo attuando è perché il virus non lo mutiamo noi in modo da poter sviluppare preventivamente nuovi vaccini? Quindi è quello che dobbiamo fare. Tuttavia, se lo facciamo, c’è il rischio, come puoi immaginare, che nessuno voglia che un’azienda farmaceutica muti quei dannati virus. Quindi non dirlo a nessuno, devi promettermi che non lo dirai a nessuno.” . E’ evidente da queste parole che il direttore della ricerca non ha una formazione scientifica, il che naturalmente è abbastanza sorprendente, ma lo è ancora di più il paradosso logico che viene sviluppato: se l’operazione virus è volta a fin di bene, perché non rivelarlo o si teme che molti capiscano che la cosa è priva di senso e comincino a domandarsi se per caso non si vogliano fabbricare varianti, magari più aggressive per continuare nello smercio di vaccini, che è l’unica cosa che abbia senso in questa storia.
Tanto più che lo stesso Walker esprime la medesima idea: alla domanda del giornlista di Project Verita che proprio questo sarebbe il modello ideale di business il dirigente Pfizer ha risposto “Si, se funziona, penso che l’intera ricerca sui virus e la loro mutazione sarebbe l’ultima vacca da mungere.“. Del resto Walker sostiene apertamente l’idea che il coronavirus originario non sia affatto qualcosa di naturale, ma provenga da un laboratorio: “Bisogna fare molti controlli per assicurarsi che questo virus mutante non si traduca in qualcosa che si diffonda ovunque. Sospetto che sia così che abbia avuto origine il virus Wuhan, a dire il vero. Non ha senso che questo virus sia apparso dal nulla. Questa è una stronzata. . Da quello che ho sentitogli scienziati di Pfizer lo stanno ottimizzando [il processo di mutazione, ma stanno procedendo lentamente perché tutti sono molto attenti. Penso che stiano anche cercando di farlo solo come misura esplorativa, perché ovviamente non vuoi pubblicizzare che stai trovando mutazioni future “. Dunque Big Pharma ci sottopone al pericolo di fughe di laboratorio per poter continuare nella vendita di vaccini per malattie che lei stessa potrebbe provocare. Ed è un pericolo concreto visto che uno dei dirigenti della Pfizer crede alla fuga del virus dal laboratorio di Wuhan o forse da qualche altro sito di ricerca. E’ in più c’è anche la constatazione che si tenta di arginare la diffusione di questo colpo giornalistico: il primo tweet di Project Veritas ha raggiunto 12 milioni di persone in poco più di 12 ore e ha prodotto nell’immediato altri articoli sulla vicenda, uno dei è apparso sul Daily Mail, ma solo per qualche ora, ma poi è scomparso. Anche altri articoli sono poco raggiungibili perché Google ha messo alla frusta i propri famigerati algoritmi per far sparire il più possibile questa storia dl web: insomma la cosa deve rimanere nascosta mentre tutta la narrazione sta crollando.
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