lunedì 30 gennaio 2023

Iran, “a bombardare è stato Israele”

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Ma tu guarda alle volte le coincidenze. Due coincidenze, stavolta, a proposito dei droni israeliani che hanno bombardato l’Iran nella notte fra sabato 28 e domenica 29 gennaio 2023. Colpite numerose installazioni militari e località legate al programma nucleare iraniano. Portano i nomi di Isfahan, Tabriz, Resht, Khoi eccetera.

L’IRAN È IN GRADO DI COSTRUIRE LA BOMBA ATOMICA

La prima coincidenza riguarda il fatto che giusto tre giorni prima dei bombardamenti il capo dell’Iaea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, ha parlato pubblicamente dell’Iran. Ha affermato che l’Iran possedeva materiale sufficiente per fabbricare numerose armi nucleari.

Avere l’atomica è come farsi un’assicurazione sulla vita. Significa avere buone probabilità di essere al riparo dalle rappresaglie dell’Occidente a trazione statunitense. Non è un elogio delle armi, tutt’altro. Si tratta però di una amara constatazione. La Corea del Nord è riuscita ad avere l’atomica e nessuno si sogna di mandare i droni. Tonanti condanne e stop. L’Iran, a quanto pare, era lì lì per arrivarci ed è stato bombardato. L’ultimo miglio è sempre il più difficile.

IL TERREMOTO A KHOI

E poi c’è un’altra coincidenza. Quasi contemporaneamente ai droni, un forte terremoto ha colpito Khoi, una delle località del programma nucleare iraniano prese di mira dai bombardamenti. Distruzione, feriti, alcune vittime. Potrebbe davvero trattarsi di un caso: l’Iran è terra ballerina, i terremoti non sono rari. Però non possono non venire in mente i forti terremoti verificatisi in Corea del Nord in seguito a un test atomico sotterraneo.

Di qui in poi, è terreno minato. Si può notare che si è verificata una concomitanza temporale fra due fatti, il bombardamento e il terremoto. Non si può affermare che esistano gli elementi per tratteggiare una connessione di causa-effetto. Del resto, sono scarne le notizie sui bombardamenti subìti dall’Iran e sulle caratteristiche esatte dei bersagli presi di mira.

“È STATO ISRAELE A BOMBARDARE L’IRAN”

Una cosa, tuttavia, è nota. Le ipotesi delle prime ore tendevano ad inquadrare l’attacco sull’Iran come la “punizione” per i droni venduti alla Russia e, più in generale, per la stretta vicinanza politica e commerciale alla Russia impegnata nella guerra in Ucraina. Ma si trattava di ipotesi errate.

È stato Israele a mandare i droni e ad effettuare i bombardamenti. Mirava a contenere le ambizioni nucleari dell’Iran e ad impedirgli di possedere armi in grado di colpire il suo territorio. Lo dicono sia il New York Times sia il Wall Street Journal, due testate note per esprimere il punto di vista dell’establishment ed avere con esso ottime connessioni.

GIULIA BURGAZZI

 

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