giovedì 31 dicembre 2015

"Passo ma non chiudo". Sara, licenziata senza pietà dalla Coop, fa gli auguri a tutti.

Gli auguri quest'anno li abbiamo affidati a Sara, commessa licenziata dalla Coop senza pietà. Mamma di 3 figli che ha perso l’unico reddito familiare di circa 700 euro al mese. Un licenziamento brutale, come solo i padroni lo sanno essere.
Loro, e quelle parole di plastica, quella retorica da "panna spray". Non se la caveranno. Lo sanno. E' per questo che sono così nervosi. #iostoconsara. E con tutti quelli che guardano al 2016 con tanta voglia di lottare. Sono parole, quelle di Sara, con l'accento al posto giusto. Parole vere che sconfiggono qualsiasi falso buonismo di maniera. Buona lettura e tanti auguri a tutti.
"Passo, ma non chiudo. Ho da portare nel 2016 qualcosa che ha segnato il mio 2015: la mia famiglia, i miei colleghi, i miei compagni del sindacato, ma soprattutto me, lavoratrice, madre e donna.
Nel 2016 che sta per iniziare affronterò il percorso legale presso il Tribunale del Lavoro di Livorno, dove verrà giudicato il mio licenziamento. Mi faccio forza e coraggio, attraversando spesso giorni bui e apatici, che non hanno senso, perché i miei giorni erano pieni del mio lavoro anche se part time, come addetta, come delegata sindacale e poi, anche dopo i turni, anche nei momenti con i miei figli, il legame con il mio posto di lavoro non si spezzava mai. E spesso sono crollata in questo lungo mese e mezzo. Ma come dicevo, ho intorno persone che da lontano ogni giorno hanno pensato a me.
Mi hanno scritto, telefonato, suonato al campanello, fatto foto con il cartello “Io sto con Sara” e postate su questa pagina. E soprattutto portato quello che doveva essere il mio stipendio di dicembre. Il gesto di questi miei colleghi ha per me un valore assoluto, perché io so cosa significhi aspettare i cosiddetti mesi doppi, significa sdebitarsi di qualche bolletta arretrata, niente di più, perché i nostri stipendi non permettono follie.
Non so come andrà a finire, continuo a sperare in tutto ciò che di buono ho fatto nei miei 13 anni di lavoro, e nel desiderio di poter tornare su quel banco a fare il mio lavoro che tanto mi piaceva. Spero che arrivi presto il verdetto. L’oblio, l’incertezza economica… Essere licenziati così è devastante. Però io cammino a testa alta e il mio orgoglio è sempre vivo così come la mia voglia di battermi contro le ingiustizie.
A tutti quelli che mi danno solidarietà e sostegno voglio fare i migliori auguri per un 2016 sereno, pieno di salute e di cose belle.
Buon anno colleghi amici e compagni. Sara"

Tom Waits - Anywhere I Lay My Head

Buon anno da Linux

Technology - Linux  Wallpaper

Politica: unire le forze progressiste, salvare la Costituzione e battere Renzi

fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/31/politica-unire-le-forze-progressiste-salvare-la-costituzione-e-battere-renzi/2342056/

renzi 675C’è un imperativo categorico politico e morale, dopo l’approvazione del jobs act e delle controriforme renziane: sconfiggere il Partito Democratico, mandarlo all’opposizione ovunque sia possibile. Questo partito è oggi la quintessenza di quanto di peggio abbia prodotto il liberismo in economia e la degenerazione del sistema partitico in Italia. Viviamo una crisi senza precedenti, una crisi economica strutturale e di lunga durata che ha impoverito milioni di persone che non hanno lavoro, che non possono raggiungere la pensione e che oggi vedono anche compromessi i propri risparmi a causa dei fallimenti delle banche. Non c’è da illudersi purtroppo siamo solo all’inizio del fenomeno.

L’Istat: mortalità in forte aumento. Dobbiamo morire prima?

fonte http://www.libreidee.org/2015/12/listat-mortalita-in-forte-aumento-dobbiamo-morire-prima/

coccodrilloLa guerra in casa, contro la propria popolazione. Il programma “dovete morire” messo in campo dall’Unione Europea (e non solo) va avanti alla grande. I nostri lettori ricorderanno come più volte abbiamo sintetizzato con questo slogan – “dovete morire prima” – diversi provvedimenti del governo che tagliavano bilanci della sanità, prestazioni mediche e sociali (ultimo esempio le 208 prestazioni diagnostiche dichiarate “inappropriate” dalla scienziata senza laurea che dirige il relativo ministero), pensioni, allungamento dell’età lavorativa, ecc. Il ragionamento che proponevamo era semplice, quantitativo, ma inoppugnabile: se si va ad intaccare i livelli di welfare e i diritti del lavoratore conquistati nel dopoguerra si diminuisce immediatamente, e ancor più nel corso degli anni, l’aspettativa di vita della popolazione. Ed ecco che le statistiche ufficiali arrivano a confermare la facile previsione. Diciamo che siamo rimasti colpiti anche noi dalla rapidità con cui quello che era solo un ragionamento si è andato trasformando in realtà. Macabra.
L’Istat, pochi giorni fa, ha reso noti i dati sul bilancio demografico relativo ai primi otto mesi del 2015. E il primo numero che balza letteralmente alla gola è quello dei morti, in drastico aumento: +45.000 rispetto allo stesso periodo del 2014, con un tendenziale annuale che arriva a +68.000; 666mila morti nel 2015 contro i 598mila dello scorso anno. Un aumento dell’11,3% che trova analogie solo con gli anni della guerra. Della guerra sul nostro territorio, per esser chiari. I dati non sono ancora disaggregati (per età, posizione sociale, cause, ecc), ma si sa già che l’aumento riguarda soprattutto la componente femminile (+41.000), presumibilmente nella fasce più anziane. Le altre cause di morte di cui si hanno le statistiche (incidenti stradali o sul lavoro) presentano variazioni minime, ben lontane da quelle riguardanti l’intera popolazione.

Detriti spaziali dal 1957 al 2015

Almost 20,000 pieces of space debris are currently orbiting the Earth. This visualisation, created by Dr Stuart Grey, lecturer at University College London and part of the Space Geodesy and Navigation Laboratory, shows how the amount of space debris increased from 1957 to 2015, using data on the precise location of each piece of junk ( from https://www.space-track.org ).

To see the full story, visit the Royal Institution advent calendar at: http://rigb.org/christmas-lectures/ho... 

Find out more at http://www.stugrey.com or http://www.twitter.com/stugrey

Debian piange la scomparsa di Ian Murdock, il fondatore di Debian

fonte http://www.marcosbox.org/2015/12/debian-piange-la-scomparsa-di-ian-murdock.html

Lutto in casa Debian che piange la scompara di Ian Murdock, sostenitore del software libero e open source nonché padre di Debian.

Fu infatti Ian Murdock ad avviare il progetto Debian nell'agosto del 1993. Scrisse il manifesto Debian mentre studiava all'università di Purdue, università dove conseguì successivamente la sua laurea in informatica. Scelse il nome Debian unendo le prime tre lettere del suo nome con le prime tre lettere del nome dell'allora fidanzata Debra.

Non sono state rese note le cause della morte, tuttavia alcuni siti suggeriscono si sia trattato di suicidio visto che, nella giornata di ieri, sul suo profilo Twitter erano apparsi alcuni inquietanti tweet. Su Reddit trovate un topic dove alcuni utenti stanno raccogliendo tutte le info che riescono a reperire per capire cosa sia accaduto.

fonte http://www.marcosbox.org/2015/12/debian-piange-la-scomparsa-di-ian-murdock.html

DA CASERTA AL LAZIO: ECCO CHI DETIENE IL MONOPOLIO DELLE FARMACIE PUBBLICHE.

Anche l'associazione antimafia Antonino Caponnetto ha denunciato l'intera vicenda presentando un esposto a tutte le prefetture del Lazio.
 
osservatorelaziale.it di Chiara Rai - Ivan Galea - Alberto De Marchis - Angelo Parca
immagine Nel Lazio le nuove farmacie comunali di Bracciano, Gaeta e Castel Madama saranno gestite da privati di Caserta e dintorni che partiti dalla loro terra hanno tirato sù un impero tanto da vantare il monopolio delle farmacie di oltre 24 Comuni campani. Adesso si mira al Lazio a tal punto che le farmacie pubbliche previste nei tre Comuni laziali rimangono di fatto pubbliche soltanto sulla carta perché in realtà sono controllate da alcuni casertani che ne detengono l’80% della proprietà attraverso un giro societario tra cui, anche se non direttamente, figura anche il farmacista simbolo dell’anticamorra Luigi Mascolo al quale la criminalità organizzata uccise il padre.
L’ingresso dei casertani nel Lazio L’ingresso di questi signori inizia con i primi passi mossi da Bracciano Comune alle porte nord di Roma che di recente è stato commissariato a seguito della dimissione di massa di 10 consiglieri di maggioranza più il sindaco Pd Giuliano Sala. La fuga dalle poltrone è avvenuta pochi giorni dopo una perquisizione dei carabinieri in Comune, allargata alle case di alcuni imprenditori perché la Procura di Civitavecchia ha rilevato irregolarità in alcuni appalti pubblici.
Dunque succede che Bracciano vende la farmacia comunale nel 2013 e nel 2014 gli viene in mente di riaprine una nuova tant’è che ottiene le autorizzazioni dalla Regione Lazio e con delibera di consiglio comunale in accordo col Comune di Gaeta capofila costituisce un consorzio intercomunale denominato Coifal.
L’anomalia della gara indetta dal consorzio di Comuni Ma da qui la storia s’infittisce di ombre perché questo consorzio indice un bando per affidare la gestione dei servizi delle farmacie nonché i costi vivi per l’apertura delle stesse. L’intento della gara è trovare un partner privato che insieme al consorzio Coifal costituisca una società mista, dove il privato deterrà ben l'80% di quote, che di fatto avrà in mano tutte le attività del servizio farmaceutico dei comuni consorziati . Fin qui tutto chiaro se non fosse che il consorzio pubblico Coifal a giugno 2015 indice la gara e a vincerla è una società che si costituisce subito dopo la pubblicazione del bando. La fortunata partecipante si chiama Servizi Farmaceutici Integrati Srl e si costituisce per l’appunto soltanto il 9 Luglio 2015. Quest’ultima - Servizi Farmaceutici Integrati Srl -  rappresenta il privato che insieme al Coifal andrà a costituire la Laziofarma-Farmacie Pubbliche Laziale SpA., società a capitale misto.
Ed ecco che compaiono i soliti noti. Questo neo privato, la Servizi Farmaceutici Integrati Srl è controllato dalla società Mages Srl che ne detiene il 100% delle quote.
L’anello di congiunzione tra Campania e Lazio Mages srl è nient’altro che l’anello di congiunzione tra la Campania e il Lazio, si trova esattamente al centro della galassia societaria che abbiamo esplorato e che abbiamo descritto nel grafico allegato a questo articolo.

In Campania questo “scandalo”delle farmacie ha riempito le cronache Ciò che non si sapeva è che la mano campana sia arrivata oltre le porte di Roma. La società Mages Srl con sede legale a Caserta, controlla quindi il 100% della società Servizi Farmaceutici Integrati Srl che a sua volta detiene l'80% della partecipazione in Laziofarma Spa.
LinK Articolo Integrale. 

Che tu ci creda o no, l'importante non è "crederci".

TRAININGIn questi giorni mi è capitato di rivedere Ogni maledetto Natale, una commedia italiana in cui, tra le altre cose, un ragazzo "tranquillo" viene catapultato in una famiglia un po' "sopra le righe", e per questo viene subito etichettato come "infelice". Mosso a compassione verso di lui, uno dei protagonisti lo incita dicendogli più volte: "ce devi crede!". La battuta sottolinea quell'uso di fare appello alla fiducia in se stessi e di esaltare il "credo" personale come elementi risolutivi nelle sfide della vita.
Anche in altri ambiti il mantra si ripete: nello sport, ad esempio, l'atleta che vince una gara rivela di aver creduto fortemente nella possibilità di vittoria e quello che perde ammette di non averci creduto abbastanza. A me, a dire il vero, la raccomandazione suona sempre un po' enigmatica, innanzitutto perché le persone - a differenza di come si vuole rappresentarle - già possiedono, in realtà, una certa dose di fiducia in se stesse. L'elemento dell'autostima è insito in ogni umana attività: nessun professionista potrebbe svolgere il proprio lavoro se non credesse in se stesso, così come nessun atleta si presenterebbe ad una gara senza una buona dose di convinzione, e - credetemi - nessun giovane talento dello spettacolo potrebbe avventurarsi in un talent show senza un po' di narcisismo e senso della sfida... Anzi, in verità, la "convinzione" non manca quasi mai, anche in difetto di doti artistiche.

Sfratto capitale, il regalo avvelenato di un ente pubblico a "Un ponte per...".

2015-12-03-1449151125-2096434-unponteper2.jpgNell'indifferenza delle istituzioni di Roma e del Lazio, ci troveremo presto sotto sfratto a causa di un ente pubblico nonostante la volontà di corrispondere un giusto canone adeguato agli attuali valori di mercato.

Presidente dell’associazione Un ponte per…
Proprio mentre siamo impegnati nella nostra campagna di Natale dedicata a raccogliere fondi per i minori siriani e iracheni in fuga dalla guerra, si sta materializzando una brutta storia a cui non avremmo voluto assistere.
La sede storica di Un ponte per..., Ong impegnata dal 1991 nella solidarietà con vittime della guerra, è in piazza Vittorio Emanuele II a Roma ed è di proprietà dell'Istituto Santa Maria in Aquiro (Isma), ente autonomo controllato dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma. La sede è affittata alla Casa dei diritti sociali, nota associazione dell'accoglienza romana che da sempre fa spalla ai carenti servizi istituzionali, a cui Un ponte per... è da sempre federato. L'Isma ha deciso di cedere l'abitazione a privati e toglierla a due associazioni no profit che operano da più di 25 anni per la solidarietà nel Lazio e a livello internazionale.
A nulla sono valse le continue richieste fatte negli ultimi 10 mesi al Presidente dell'Ente Massimo Pompili, figura di spicco del Pd romano, ed al Segretario generale Basile, ex capo di gabinetto di Gianni Alemanno al Comune, di un incontro per favorire conoscenza reciproca e trovare una soluzione pacificatrice. A nulla è valsa la nostra piena disponibilità a pagare un canone di locazione adeguato al mercato o di dare ampia visibilità all'Ente che ha tra le finalità statutarie la protezione dei bambini. Il dado è tratto, l'Ente pubblico ribadisce la volontà di cacciare Un ponte per... e la sua storia dalla sua sede e affidarla a privati.

Olio d’oliva extravergine o contraffatto: il confronto tra costi al pubblico e profitti per il produttore (onesto o truffatore).

A fare la differenza le spese per manodopera e, soprattutto, materia prima: chi produce 100% made in Italy ha margini di guadagno bassissimi. Chi truffa, invece, incassa sei, sette volte di più. Ecco come riconoscere in casa quale prodotto è stato acquistato.

Olio d’oliva extravergine o contraffatto: il confronto tra costi al pubblico e profitti per il produttore (onesto o truffatore)Un litro di olio extravergine? Deve costare al pubblico almeno 9 o 10 euro, se certificato territorialmente e con la tracciabilità. Nonostante ciò i margini di guadagno sono minimi e spesso ci si copre solo le spese. Mentre invece chi “lavora” con costi e profitti della contraffazione, immettendo nel proprio prodotto solo un decimo di extravergine, riesce a incassare almeno sei/sette volte di più, allungando il tutto anche con coloranti e miscugli di vario genere. Viaggio de ilfattoquotidiano.it nel mondo dei produttori di olio, dove le regole non valgono sempre per tutti e dove il malaffare di pochi rischia di mettere a repentaglio il buon nome e la qualità complessiva del made in Italy. Dati alla mano, quanto costa produrre olio italiano e con olive solo italiane (e non marocchine o spagnole)? Lo dice Vito Rosato, Presidente del Frantoio Sociale Cooperativo di Locorotondo, in provincia di Bari. L’olio della Valle d’Itria, rigorosamente con olive raccolte nelle campagne di Alberobello, Martina Franca e appunto Locorotondo “è di tipo collinare, con un’altezza di 400 metri dal mare e soprattutto non è tagliato con altre olive”.
PRODOTTO MADE IN ITALY AL 100%: COSTI ALTI, PROFITTI BASSI
Link Articolo Integrale 

Smog, Verdi: "Il Governo ha partorito il nulla".

"La riunione di Galletti ha partorito il nulla. Il ministro dell'Ambiente continua ad essere imbarazzante e inadeguato e farebbe meglio a farsi da parte. Uno stanziamento di 12 milioni di euro e' semplicemente offensivo: si tratta di una cifra che equivale, a malapena, al costo di un chilometro di autostrada. L'Italia ha bisogno di provvedimenti strutturali che si possono adottare solo con scelte economiche e infrastrutturali".

controlacrisi.org redazione
Così Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, che bolla come "pannicelli caldi" i provvedimenti emersi dalla riunione del ministero dell'Ambiente.
"La lotta all'inquinamento e' la piu' importante infrastruttura di cui l'Italia, oggi, ha bisogno- spiega l'esponente ecologista- La riunione di oggi per responsabilita' del ministro dell'Ambiente Galletti e' stata un'occasione perduta. Perche' a questo incontro non e' stato convocato congiuntamente al ministro dei Trasporti Del Rio, dell'Economia Padoan e dello Sviluppo economico Guidi? Per affrontare l'emergenza smog noi Verdi chiediamo investimenti per 23 miliardi in 5 anni per, cifra che rappresenta esattamente la meta' dei danni che ogni anno subiamo per l'inquinamento che l'Agenzia europea per l'Ambiente in 47 miliardi di euro -. Con queste risorse si possono realizzare 200 km di rete tram e metro superficie, si possono acquistare 1.000 treni per i pendolari, concedere bonus trasporti nel contratto pubblico e privato a qualunque livello per i lavoratori che lasciano al macchina a casa; realizzare almeno 5 mila boschi urbani, incentivare acquisto auto elettriche, per l'efficientamento energetico di tutto il patrimonio edilizio, per la realizzazione di vie ciclabili e finanziare la mobilita' condivisa, potenziare le agenzie regionali protezione ambiente per i controlli ambientali a partire dalle aree industriali".

Clima, gli esperti: "Contenimento sotto i due gradi o sarà la fine. Tra qualche decennio diranno che questi sono stati anni freddi".

Risultati immagini per clima Con una media di 6,6 gradi il dicembre 2015 e' un "mese da record", il terzo piu' caldo degli ultimi due secoli dopo quelli del 2014 e del 1872 con 6,9 gradi. A sostenerlo sono gli esperti dell'Osservatorio geofisico del dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari (Dief) dell'Universita' di Modena e Reggio Emilia.
"Riferendoci ad una soglia di temperatura media dicembrina di 6 gradi- spiega Luca Lombroso dell'Osservatorio- ritroviamo solo quattro episodi dal 1830 al 1999 con queste temperature, mentre dal 2000 in poi ben nove mesi di dicembre su 15 sono stati anomali caldi. Potremmo dire che quello che era l'eccezione nel passato, oggi e' la norma". Passando alle piogge, il mese che si sta per chiudere ne ha registrato 2,3 millimetri "anche se non si tratta di vera pioggia- spiegano gli esperti dell'Unimore- bensi' delle cosiddette 'precipitazioni occulte della nebbia', ovvero nebbia che, condensando, fa attivare il pluviometro posto nell'Osservatorio geofisico di piazza Roma a Modena". Solo in sei annate, dal 1830 a oggi, in dicembre le piogge sono state cosi' scarse. Per quanto riguarda il 2015 nel suo complesso, la temperatura media risulta di 16,1 gradi: e' dunque il secondo anno piu' caldo di sempre dopo il 2014, quando la temperatura media fu di 16,3 gradi.

"Ecco perché sulla riduzione della bolletta il Governo sta prendendo in giro gli italiani". La denuncia M5S.

"La riduzione della bolletta elettrica e del gas e' l'ennesima sparata a vuoto del governo Renzi: 57 euro in meno all'anno per famiglia, ovvero meno di 5 euro al mese, pari all' 1,2% quando poteva essere del 5% pari almeno di 20 al mese se si fosse evitato di favorire i venditori di energia e gas, cioe' le solite A2A, Iren, Hera, Acea, Enel, Eni..."
Cosi' Gianni Girotto, senatore del Movimento 5 Stelle membro della Commissione Industria commenta gli ennesimi annunci del governo. "Una piccola mancia di Capodanno con la quale il premier del "Salva Banche" spera di riguadagnare le simpatie degli italiani", spiega Girotto.
"Si sarebbe potuto sfruttare meglio il calo dei prezzi delle materie prime di energia per alleggerire di un bel po' le pesanti spese degli italiani. Ma Renzi ha preferito aiutare i grandi venditori di luce e gas", prosegue Girotto. "La discesa del costo dell'energia e di alcune componenti degli oneri contenuti nella bolletta, vengono infatti vanificati dall'incremento della voce commercializzazione dovuta per far fronte alla riforma del mercato elettrico attualmente non ancora entrata in vigore ma in discussione nell'esame del DDL concorrenza in commissione industria del Senato " spiega l'esponente pentastellato.

mercoledì 30 dicembre 2015

Gherardo Colombo: la Costituzione spiegata ai bambini

Canapa in cucina, dal formaggio alle crepes. Ma l’ultima frontiera è il gelato dedicato a Bob Marley

fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/30/canapa-in-cucina-dal-formaggio-alle-crepes-ma-lultima-frontiera-e-il-gelato-dedicato-a-bob-marley/2336689/

bob marley 675x905Ora c’è anche il gelato, l’ultima frontiera della canapa in cucina. È dedicato all’icona della musica raggae Bob Marley, infatti, il gelato confezionato in un negozio di Alassio (Savona) e ormai pronto per il debutto di San Silvestro. I produttori ne elencano le proprietà benefiche: “I semi di canapa sono ricchi di omega 3 e omega 6 e aiutano a combattere arteriosclerosi e disturbi cardiovascolari”. È la conferma che in Italia oggi l’uso della canapa in cucina è un vero e proprio trend. La coltivazione per la produzione di semi a scopo alimentare nel Belpaese è consentita solo dal 2011, ma ci sono già molte leccornie, acquistabili anche online: si va dal formaggio alle crepes. Rispetto a un anno fa si può parlare dell’ultima moda della cucina gourmet e sempre più aziende la coltivano. Molti gli chef che dedicano alla canapa almeno qualche piatto. E poi ci sono gli eventi ad hoc. A Roma, per esempio, a febbraio si svolgerà “Canapa Mundi, Fiera internazionale della Canapa”: all’uso alimentare della canapa saranno dedicati 1500 metri quadrati di stand. Per la felicità di celiaci e vegani.
Il gelato dedicato a Bob Marley

Tom Waits 1978 - (Meet Me In) Paradise Alley

Politica industriale: non mancano i soldi ma le idee.

Beh, certo: al di là delle apparenze, a questo malcapitato ‘imprenditore’ dovrebbe mancare un poco il fiato: se fosse un signore cui, d’improvviso, cadesse addosso questa sorta di eredità da uno zio d’America, verrebbe fatto di pensare che le prime reazioni siano condite da qualche improperio verso il sullodato zio: potrebbe anche darsi che le sue prime reazioni si vengano ad orientare verso quello ‘sbocco’ dall’elettroencefalogramma piatto caratteristico del mondo burocratico.

Ingegnere
Renault, fabbricazione nuovo motore elettrico R240 a Cléon, FranciaMa, per fortuna non è così: il nostro racconto prevede che questo ‘imprenditore’ abbia una reazione adulta e ferma e cerchi prima di tutto di capire quali possibilità egli potrebbe avere di dipanare questa aggrovigliata e ormai quasi assurda matassa.
Mettiamola così: il precedente Stato Maggiore è stato azzerato da una bomba proprio mentre era in riunione plenaria: non è rimasto nessuno: e lui è il nuovo – e solitario – Capo di Stato Maggiore che deve governare una forza dispiegata e notevole ma – a lui – del tutto sconosciuta.

La prima cosa da farsi è quella di capire almeno su quanti e quali ‘Corpi d’Armata’ può contare: rileva che ne possiede tre, dalle caratteristiche diverse l’uno dall’altro.

"Se l'Italia esce dall'élite dei Paesi industrializzati".

 
Intervento di Roberto Romano
 
controlacrisi.org 
La recente notizia del Center for Economics Business and Research (Gran Bretagna) che l’Italia uscirà dall’élite dei Paesi industrializzati (G8) non è una sorpresa. Le previsioni a lungo termine (2030-2050) non sono mai da prendere troppo sul serio, troppe le variabili che possono condizionare il corso dello sviluppo, ma la storia recente del Paese e le politiche economiche adottate negli ultimi 15 anni hanno eroso quel che di buono era stato fatto negli anni dello sviluppo economico. I paesi che hanno un minimo di politica economica e programmazione continueranno la crescita – Stati Uniti, Cina, India, Brasile, Gran Bretagna, Germania, ecc. -, gli altri rallenteranno – Italia e Francia - e, aspetto ben più pericoloso, perderanno il sapere e il saper fare necessario per governare lo sviluppo. Inoltre, a proposito di programmazione, l'afflusso dei migranti aiuterà la Germania a mantenere la sua forza nel consesso internazionale.
Altra news: Codacons denuncia la crescita di tariffe e prezzi indotta dai provvedimenti del governo per 551 euro a famiglia. È un problema? Lo diventa solo se i salari non crescono della stessa misura. Tutte le associazioni dei consumatori guardano al dito che indica la luna, ma sono oscurati dalla matrice interpretativa neoclassica dei fenomeni economici e, quindi, non possono aiutare a trovare una soluzione dei problemi. Vedono solo le politiche dal lato dell’offerta: prezzo e quantità marginale. Un altro problema culturale che si aggiunge a quelli che dobbiamo affrontare quotidianamente.

"Apologia del capitalismo e distruzione sistematica del pianeta". Riflessioni post-Cop 21 di Rob Urie.

In concomitanza con gli incontri regolari tra i rappresentanti delle multinazionali per lo sfruttamento dei combustibili fossili e del settore finanziario, che fingono di affrontare il cambiamento climatico, e qualche gruppo delle loro vittime, attualmente COP21, Oxfam ha pubblicato un’analisi che sostiene che “la disuguaglianza” è una causa centrale della crisi climatica.
Di fronte al valore in senso ampio di quest’affermazione, la replica tecnocratica occidentale è che se emettono tutti circa la stessa quantità di anidride carbonica, a risolvere la questione sarà un “democratico” suicidio di massa. Il contingente “sviluppato” in COP21 fa di questa formulazione il principio motivante: diffondere il consumismo occidentale nel mondo vista l’impossibilità di un consumo “pulito”.

L’intuizione di base del rapporto di Oxfam, che profila la catastrofe ambientale quale prodotto del consumismo occidentale, colpisce quasi il bersaglio. La questione della genesi del consumismo punta agli ampi sforzi di considerare l’acquisto capitalista come fatto naturale, mentre l’atto medesimo di vendere crea una contraddizione: perché consumare energia vendendo ciò che è naturale?
Prima del XIX secolo la storia era colma di disuguaglianza nella ricchezza, cosa che però ha contribuito molto poco in termini di emissioni di gas serra. La disuguaglianza nella distribuzione economica è l’impianto del capitalismo. Il colpevole della crisi ambientale è la disuguaglianza associata alla produzione economica capitalistica.

martedì 29 dicembre 2015

Qimo ovvero Ubuntu per bambini da 3 anni in su

L'associazione Campagnano R@P è lieta di presentare il PC con Qimo - Ubuntu per bambini
informazioni presso la sede dell'associazione il sabato mattina

In pensione ancora più tardi, anche se crollano le "aspettative di vita"

fonte http://www.contropiano.org/politica/item/34505-in-pensione-ancora-piu-tardi-anche-se-crollano-le-aspettative-di-vita

pensioni copiaTra gli auguri di buon anno, non poteva mancare l'arrivo di un altro “scalino” pensionistico. Pubblichiamo qui di seguito l'analisi dettagliata di Davide Grasso, pubblicata nel sito de “Il sindacato è un'altra cosa” (la componente di opposizione interna alla Cgil), che dà conto di tutti i dettagli “tecnici”.
Noi vorremmo però indirizzare l'attenzione dei lettori sulla contraddizione che comincia a diventare palese tra le ragioni addotte per “riformare le pensioni” dai vari governi criminali degli ultimi decenni e la dinamica reale degli andamenti demografici.

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''Nativi digitali'' sempre meno competenti per colpa di tablet e smartphone?

fonte http://www.zeusnews.it/n.php?c=23796

Se siete fra quelli che comprano tablet e smartphone al neonato perché così diventerà sicuramente un cittadino digitale competente, forse ho una brutta notizia da darvi.
nativi
Secondo uno studio condotto in Australia per la valutazione delle competenze degli studenti di 12 e 16 anni su un campione di 10.500 individui, la crescente diffusione degli smartphone e dei tablet nelle case e nelle scuole sta ritardando lo sviluppo delle competenze informatiche.

I risultati mostrano infatti un declino drastico rispetto agli stessi dati raccolti nel 2008 per i dodicenni; i dati per i sedicenni sono al minimo storico.

Come si spiega? Secondo gli autori della ricerca, i dispositivi mobili usati oggi dai giovani richiedono competenze differenti e modalità d'insegnamento altrettanto diverse rispetto al passato.

Per esempio, oggi sono più importanti le competenze nella comunicazione online ed è meno indispensabile la capacità di modificare fisicamente i dispositivi, sempre più da usare a scatola chiusa e senza parti sostituibili.

La Stampa inizia a rilasciare gli articoli in Creative Commons

fonte http://www.miamammausalinux.org/2015/12/la-stampa-inizia-a-rilasciare-gli-articoli-in-creative-commons/

Creative Commons
Qualche giorno fa, il quotidiano La Stampa, ha comunicato che avrebbe iniziato a rilasciare alcuni suoi articoli tramite la licenza Creative Commons.
E' possibile identificare gli articoli sotto questa licenza tramite la dicitura, che il quotidiano pone a fine articolo, "by nc nd alcuni diritti riservati".
Questo specifico "sottoinsieme" della licenza Creative Commons prevede che, a fronte dell'utilizzo dell'articolo, si sia vincolati alle seguenti regole:
  • by - E' necessario citare la fonte dell'articolo (in questo caso, il quotidiano)
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Mille civili uccisi in un anno. L'Isis? No la polizia statunitense.

Gli agenti di polizia statunitensi hanno sparato e ucciso quasi 1.000 civili nel 2015. E' quanto emerge da uno studio del Washington Post che arriva mentre si riaccendono le polemiche sulla polizia dopo il caso di Chicago, dove un agente ha ucciso due afroamericani. 

Redazione Contropiano.org
Mille civili uccisi in un anno. L'Isis? No la polizia statunitenseIl Washington Post ha lanciato un progetto globale per registrare ogni sparatoria fatale da parte polizia nel 2015. Sono stati usati i database di cronaca e i risultati a livello nazionale, in tempo reale, utilizzando i report di stampa e altre fonti pubbliche. Il Washington Post  ha compilato lo studio usando dati relativi a ogni morte, tra cui la razza delle vittime, sia che fossero armate o meno e le descrizioni degli eventi. Nel mese di ottobre, il direttore del Fbi, James B. Comey, aveva detto che è "inaccettabile" che i giornalisti siano diventati la principale fonte di informazioni sul tema. Il progetto ha avuto inizio dopo l’uccisione da parte della polizia di Michael Brown a Ferguson, Missouri, nel mese di agosto 2014, che provocò diverse notti di scontri e settimane di proteste in tutto il paese.

L’Unione Bancaria nuoce all’Italia. Consulta e Cassa Depositi intervengano.

A causa delle pessime regole dell'Unione Bancaria decise dalla Commissione Europea sotto dettatura del governo tedesco, il risparmio italiano e l'intero sistema bancario nazionale sono a rischio. Dopo che i buoi sono scappati dalla stalla – ovvero dopo che migliaia di ignari e innocenti piccoli risparmiatori hanno perso tutti i loro soldi, come è successo nel caso delle quattro banche regionali Banca Marche, Carife, Popolare Etruria e CariChieti – Matteo Renzi, leader maximo del governo italiano, si lamenta che la Unione Europea usa due pesi e due misure: uno per la Germania e l'altro per l'Italia (e per gli altri paesi cosiddetti periferici dell'eurozona). La Germania fa quello che vuole non solo sulle banche, ma anche sull'immigrazione e sull'energia e sul business con la Russia. Renzi se ne accorge solo ora? Meglio tardi che mai!



micromega di Enrico Grazzini

Lamentarsi – magari per cercare di recuperare i voti del crescente malcontento – non basta: per riuscire veramente a uscire dalla morsa teutonica, occorre che in prospettiva il governo imponga la revisione degli idioti, unilaterali e anticostituzionali trattati europei, a partire da quello sull'Unione Bancaria. Nell'immediato bisogna invece emettere nuova moneta fiscale e nazionalizzare almeno una grande banca italiana con l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti. Questa sarebbe la vera difesa del risparmio italiano! Uscire dalla trappola della liquidità e salvare le banche.

Renzi ha approvato senza fiatare trattati europei anti-costituzionali, tra cui l'Unione bancaria. Oggi però si lamenta che i due capi del governo tedesco, Merkel e Gabriel, fanno solo ed esclusivamente gli interessi del loro paese. Ma la verità era nota anche prima: una Unione Bancaria senza un fondo pubblico europeo di garanzia, penalizza solo i risparmiatori che vengono resi colpevoli del fallimento delle banche in cui depositano i loro soldi. E che pagano per il fallimento delle loro banche.

L'unione monetaria con l'euro ci ha già tolto la sovranità sulla moneta nazionale – non possiamo più fare manovre espansive in tempo di crisi, e quindi siamo condannati alla crisi perpetua –. E l'unione bancaria ci sta togliendo anche la sovranità sui risparmi e sul credito. Per uscire dalla stretta monetaria occorre che il governo decida di emettere titoli/moneta complementari all'euro. Inoltre, per reagire all'attacco europeo al nostro sistema creditizio e al risparmio, occorre che lo stato diventi azionista di una banca, in forma diretta o indiretta.

Il governo non può quindi limitarsi a polemizzare con la “cattiva” Germania. Dovrebbe avviare una decisa politica pubblica per difendere il sistema creditizio nazionale. Anche perché questo è davvero a rischio. La partita vera si gioca sulle sofferenze bancarie e sulla possibilità per il governo di intervenire a favore di un sistema bancario gravato da forti perdite, attuali e potenziali.

Roma Capitale. Mafia a Ostia, nessuno vuol tradurre i dialoghi del clan rom e il processo si blocca.

Interpreti frenati dalla paura di ritorsioni. L'impasse emersa durante l'udienza contro Carmine Spada, cugino dei Casamonica. Il presidente del Tribunale scrive al ministro Orlando. A rischio blocco decine di inchieste contro la criminalità organizzata romana.


Mafia a Ostia, nessuno vuol tradurre i dialoghi del clan rom e il processo si bloccaROMA - "Il processo può subire uno stop: non ci sono interpreti disposti a tradurre i dialoghi in sinti tra gli imputati". L'allarme è rimbalzato da un'aula di tribunale al ministro della Giustizia Andrea Orlando: ci sono procedimenti penali e indagini che rischiano di arenarsi perché i traduttori in grado di comprendere dialoghi in lingua rom di clan della capitale non vogliono tradurre. Il caso finisce così in mano al ministro della Giustizia. È a lui che il presidente del tribunale di Roma Mario Bresciano si rivolge con una lettera-appello in cui spiega la difficile situazione che la procura di Roma si trova ad affrontare. "La questione degli interpreti che hanno timore di ritorsioni dei clan e dunque si rifiutano di tradurre è gravissima. Quando mi è stato rappresentato il caso ho scritto a tutti i presidenti distrettuali. I colleghi di tutta Italia hanno lo stesso problema. Chiedo dunque al ministro della Giustizia di intervenire. Basterebbe un cambio della normativa o un'estensione della legge riservata ai collaboratori sotto copertura per garantire anonimato a questi interpreti rom".

lunedì 28 dicembre 2015

Il “Perfect day” di un "imperfect job"

 dinamopress
Riccardo Carraro
A Natale, se si vuole passare qualche pomeriggio o serata nelle sale cinematografiche, si è spesso costretti a fare slalom tra film di dubbia qualità. Quest'anno, se non vi appassiona Star Wars (“perché non sarà mai come la prima serie” ovviamente) e se non volete un retorico Spielberg in versione guerra fredda o i soliti cinepanettoni, c'è un’alternativa valida e inaspettatamente piacevole.

Kurdistan - Appello urgente alla solidarietà ed all’azione


 turchia

global project
26 / 12 / 2015
Pubblichiamo un appello internazionale fatto da Gültan Kışanak, membro del Peace and Democracy Party (BDP), co-presidente del GABB (Unione dei Comuni del Sud-Est Anatolia e co-sindaco di Municipalità Metropolitana di Diyarbakir, in seguito all'incessante attacco militare del governo turco nei confronti della popolazione curda.

Scuola. MARINA BOSCAINO - Dall'ANP (Assoziazione Nazionale Dirigenti Scolastici e Alte professionalità) un vergognoso attacco alla democrazia scolastica

mboscainoIn un paese normale ci si sarebbe aspettati delle scuse accalorate ed il tentativo di allontanare in tutti i modi accuse e sospetti. Ma il nostro – il paese di Mussolini, Tambroni, Scelba, Pomicino, De Michelis, Craxi, Berlusconi, Scilipoti, Renzi – non è un paese normale. È accaduto che l’ANP (Assoziazione Nazionale Dirigenti Scolastici e Alte professionalità) abbia pubblicato delle slides per la formazione, che nei giorni scorsi hanno suscitato un grande e ragionevole scandalo. Veniva infatti in esse segnalato un identikit di “docente contrastivo” (leggi pensante, divergente, critico, dialettico, incapace di ossequio e di acquiescenza) indesiderabile nella “Buona Scuola”.

micromega m.boscaino
Non solo. Il materiale per la formazione passava dalla compiaciuta considerazione che gli insegnanti “non avranno la certezza di una scuola vita natural durante, come adesso”, all’ossimorica celebrazione del dirigente “specialista del generale”.
Il deprecato regime della collegialità e dell’elettività – per ANP fortunatamente superato dall’attuale centralità del DS, normata dalla “Buona Scuola” – avrebbe consentito agli insegnanti di approvare nei Collegi e nei Consigli di istituto atti di indirizzo viziati addirittura da “conflitto di interessi”. Occorre dunque spazzare via le prerogative degli organi collegiali, sembra indicare il vademecum e liberarsi di tutta la residuale democrazia scolastica. Come intervenire? Semplice. È tutto descritto nelle slides: il Ptof va portato in Collegio Docenti "quando vi siano le condizioni per raccogliere il consenso" per "una discussione da contenere quanto più possibile" ed "evitando mozioni di tipo ostruzionistico e comunque illegittime"; e poi in Consiglio di Istituto cui spetta, secondo la 107, "approvare" il testo. E qui l'ANP si preoccupa perché "potrebbe significare che può modificarlo": "si tratta di un evento da evitare con ogni cura" e allora "il Dirigente avrà preparato accuratamente la delibera" "che sostanzialmente dovrà essere una ratifica". Ecco, in un’unica, sapiente mossa, spazzato via il diritto di rappresentanza di docenti, genitori, studenti, personale Ata, casomai anche tra questi ci fosse qualche “contrastivo”.

Contro lo smog diciamo stop alle auto. Per sempre.

imageNon è solo smog.

di Alberto Fiorillo 



Metto un po' di numeri in fila.
24 mesi di riduzione dell’aspettativa di vita nelle aree urbane più inquinate a causa dello smog prodotto dal traffico.  
8220 decessi prematuri l’anno, solo nelle 13 principali città italiane, attribuibili a concentrazioni di PM10 superiori ai 20 μg/m3. Circa 60.000 vittime l'anno in tutto il Paese per esposizione a concentrazioni elevate di PM2,5.
Visto che l'emergenza smog è figlia soprattutto del traffico automobilistico, queste cifre dovrebbero - da sole - imporre ai decisori pubblici la necessità di realizzare un nuovo modello di mobilità nelle aree urbane.
Per giunta queste cifre sono solo uno degli aspetti di un'emergenza più generale che ha la medesima origine: l'uso e l'abuso dell'auto per muoversi.
In Italia, nel 2014, le vittime della strada sono state 3.381 e i feriti (molti dei quali con danni permanenti) 251.147. E il 76% degli incidenti stradali si verifica proprio in città.

Renzi, il bilancio trionfale del premier ignora clima e ambiente.

Il messaggio compiaciuto di fine d’anno di Matteo Renzi è che l’Italia non è più arenata per il semplice motivo che “il governo ha messo mano a tutti i dossier che impantanavano il paese”. L’elenco va da sé e mette rigorosamente ai primi posti Italicum, Senato, Imu, art.18, “la scommessa vinta” di Expo e poi a seguire gli interventi sulla giustizia (con la prescrizione in alto mare e il falso in bilancio altamente “lacunoso”), i successi in politica estera, le domus restaurate a Pompei, l’inaugurazione della variante di valico…

Esperta di giustizia, liberacittadinanza.it
Tra i temi totalmente ignorati dal bilancio delle meraviglie, nei giorni in cui a Milano si gira con le mascherine e l’intera area della pianura padana è in una morsa di smog, spiccano vistosamente quelli ambientali nonostante siano diventati un’emergenza costante per “un paese di sogno”, come non si stanca di sottolineare il nostro presidente del Consiglio, dove però secondo l’Aea si sono registrati nel 2012 84.400 decessi da inquinamento su un totale europeo di 491.00.

smog675E non c’è bisogno di essere “gufi” per prevedere come i dati che saranno elaborati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente per il 2015 saranno ancora più allarmanti visto che, secondo le segnalazioni di tutti gli esperti e le nostre constatazioni empiriche di questi giorni, in quest’anno dall’estate torrida e dall’inverno per ora assente, abbiamo superato di un grado pieno la media globale di riferimento con le drammatiche conseguenze di “aria irrespirabile”.

Banche, profili modificati e rendimenti abbassati: tutti i trucchi per rifilare prodotti rischiosi ai clienti a loro insaputa.

Banca Etruria offriva ai piccoli risparmiatori obbligazioni subordinate a un tasso del 3,5%, mentre gli investitori istituzionali, consapevoli del rischio, ottenevano di più. E l'istituto ha anche falsato i risultati del questionario Mifid di un centinaio di clienti per poter vendere loro strumenti complessi. Nel 2013, poi, chi aveva bond subordinati si è visto concedere per venderli solo 48 ore a cavallo delle feste natalizie.

Banche, profili modificati e rendimenti abbassati: tutti i trucchi per rifilare prodotti rischiosi ai clienti a loro insaputa

“Non è vero che la nuova banca non risponde per quanto accaduto nel vecchio istituto di credito, perché c’è continuità nei rapporti fra il passato e il futuro”. Lucio Golino, avvocato specializzato nei temi della tutela del risparmio e vicepresidente dell’Adusbef, smonta così la tesi secondo cui le “good bank” subentrate a Etruria, Marche, Cariferrara e Carichieti non possano essere oggetto delle pretese dei precedenti soci e obbligazionisti subordinati, come vorrebbe il presidente Roberto Nicastro. “Se nella nuova realtà si trasferiscono i rapporti attivi come conti correnti o i contratti di deposito titoli, allora succedono anche gli obblighi contrattuali e quindi anche gli inadempimenti”, precisa l’avvocato dell’associazione dei consumatori, in prima linea nella battaglia a difesa dei risparmiatori truffati. Con queste premesse, si annuncia un duro braccio di ferro per i sottoscrittori di prodotti subordinati che, in conseguenza della linea intrapresa dall’esecutivo e da Nicastro, dovrebbero contare solo sul fondo ad hoc che ha una dotazione di appena cento milioni. Intanto più passa il tempo dal decreto Salva-banche, più si allunga la lista degli espedienti messi in atto dagli istituti di credito per truffare migliaia di risparmiatori. Complice anche la fiducia dei clienti nelle banche e nei loro impiegati, soprattutto nelle realtà di provincia dove il legame con il territorio è più intenso e fa abbassare la guardia al compratore.
Per i piccoli risparmiatori danno e beffa: rendimento più basso per “camuffare” il rischio -

ASSEDIO A BANCA ETRURIA. Risparmiatori danneggiati provano a entrare nella sede di Arezzo: "Rivogliamo i soldi".

EtruriaBanca Etruria, protesta dei risparmiatori davanti alla sede: "Rivogliamo i nostri soldi".

Una cinquantina di risparmiatori si è radunata stamani, come annunciato dal comitato 'Vittime del salva-banche', davanti alla sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo. Gli ex obbligazionisti di Banca Etruria, che hanno perso i loro soldi, sono arrivati in treno e auto, sfidando il freddo e la nebbia, per protestare contro quella che definiscono "una truffa" ai loro danni. Hanno issato striscioni e cartelli con scritto "Qui giace la fiducia nel sistema bancario" e "Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato".
I risparmiatori hanno cercato di entrare dentro la sede centrale dopo aver colpito con pugni più volte la porta a vetri d'ingresso. Al grido di "ladri", "ladri", un gruppo ha quindi provato a forzare anche il secondo accesso dopo aver guadagnato l'atrio, ma non è riuscito ad entrare fino nella sede della banca. I contestatori sono circondati dalle forze dell'ordine. La strada dove si trova la banca è bloccata dai vigili urbani.
Link Articolo Integrale 

Il "piano" di Schaeuble: devastare i sistemi bancari del resto d'Europa.


L'Unione Europea è un dispositivo “comunitario” costrittivo senza alcuna regola uguale per tutti. Più sei piccolo e/o debole, meno potere contrattuale ti spetta.

contropiano.org Claudio Conti
Il "piano" di Schaeuble: devastare i sistemi bancari del resto d'EuropaPeggio ancora, è una fisiologia che non funziona e che produce anticorpi potenti.
È noto che non esiste un metodo di risoluzione dei problemi e dei contrasti. O meglio, un metodo si è affermato nel tempo, nella prassi. Consiste nell'arrivare a un punto di crisi quasi devastante e a quel punto “trovare una quadra” tra interessi anche nazionali divergenti, sotto la spinta dei capitali multinazionali più forti che devono necessariamente imporsi attraverso soggettività politiche dominanti nell'Unione. Il ruolo della Germania si è rafforzato in questo modo, sul piano politico-istituzionale, di pari passo con la ristrutturazione di molte filiere produttive intorno alle imprese o alla finanza “based in Germany”.
In filosofia politica questo metodo ha avuto – non per caso – un teorico naturalmente tedesco e decisamente reazionario. Il Carl Schmitt di “sovrano è chi decide nello stato di eccezione”. Nel momento di massima crisi, in altri termini, la soluzione è imposta (orientata, suggerita, preparata) dal più forte. Non dal più giusto, più “corretto”, più “rispettoso delle regole”.

Classe Operaia. Schiavi nell'oceano. Multinazionali senza legge. Seconda puntata dell'inchiesta "Mare di nessuno".

Maltrattamenti, ingenti debiti, scarsa sicurezza, falsi salari: sono alcuni dei problemi che ruotano intorno allo sfruttamento del lavoro in alto mare. E sono diverse le storie di uomini, vittime di questi abusi, raccontate da Ian Urbina nei suoi reportage. Li definisce “sea slaves” – gli schiavi del mare – intrappolati all'interno di un sistema senza scrupoli che, in nome del profitto, sfrutta gli esseri umani e le situazioni svantaggiose in cui essi vivono. Perché alla base c'è l'inganno e, di conseguenza, la falsa speranza di poter dare alla propria vita una nuova direzione. La seconda puntata dell'inchiesta di Controlacrisi "Mare di nessuno" tratta appunto di lavoro. E dello strapotere delle multinazionali della filiera alimentare (e non solo) che stanno rendendo il mare, appunto, quel "luogo di nessuno" in cui non vale nessuna legge e in cui il padrone ha diritto di vita e di morte sui lavoratori.  
Sono “viaggi della disperazione” per uomini che si trovano su queste imbarcazioni quasi per caso, incoraggiati dalla speranza di trovarsi presto al sicuro, fuori dal proprio Paese, con un lavoro che possa aiutarli a sostenere le famiglie lontane. Viaggi testimoniati da chi a quella drammatica esperienza è riuscito a sopravvivere e ha potuto raccontarla, portando alla luce un problema importante ai più sconosciuto, come se le onde del mare ne avessero inghiottito ogni traccia.
Sulle imbarcazioni vi sono anche migranti “invisibili” in cerca di una vita migliore, che scelgono la via del mare, spesso con l’aiuto dell’equipaggio della nave. E si ha come l’impressione di trovarsi lì, attraverso le interviste e le parole di Ian Urbina, in mezzo ai mari e agli oceani, a bordo delle prigioni-peschereccio, dove i marinai vengono sottoposti a maltrattamenti e dove, a volte, vengono uccisi.

I pescherecci illegali scelgono per lo più la pesca ad ampio raggio, motivo per cui le imbarcazioni trascorrono tempi molto lunghi – talvolta anche anni – in mare aperto fuori dal controllo delle autorità, una situazione che consente di violare liberamente e indisturbatamente le norme sui diritti dei lavoratori marittimi.
Il lavoro forzato è molto diffuso nei mari del sud-est asiatico e riguarda principalmente le flotte thailandesi, in cui la carenza di marinai viene colmata attraverso lo sfruttamento di migranti, spesso sprovvisti di documenti d'identità, provenienti soprattutto da Cambogia e Myanmar. Parte di loro viene reclutata dai trafficanti e talvolta si tratta della prima esperienza come pescatori e marinai in alto mare.