il manifesto Geraldina Colotti
Dopo l’approvazione di Camera e Senato, la presidente del Cile, Michelle Bachelet, ha firmato la legge che stabilisce la gratuità del sistema educativo a partire dal 2016. Le università pubbliche saranno gratuite. Un provvedimento che interessa 178.000 universitari fra i più poveri, ma che — nelle intenzioni di Bachelet — potrà interessare tutti gli altri studenti entro il 2020.
Una riforma che non soddisfa i movimenti
studenteschi, che spingono per veder realizzate riforme di sostanza, ma
che rappresenta un passo avanti. Gli istituti professionali e i centri
di formazione tecnica non sono interessati dal provvedimento per il
2016, ma il governo ha stabilito che per loro verranno erogate 140.000
borse di studio (dai 1.000 ai 1200 dollari). Questi istituti dovrebbero
entrare a far parte del sistema di gratuità in modo progressivo in un
lasso di tre anni. La legge fa parte della riforma educativa promessa in
campagna elettorale da Bachelet ai movimenti popolari.
Un passo avanti verso l’abolizione del
sistema educativo ereditato dalla dittatura di Augusto Pinochet
(1973–1990), che ha obbligato le università pubbliche ad autofinanziarsi
e gli studenti a pagare migliaia di dollari all’anno di tasse.
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