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26 / 12 / 2015
Pubblichiamo
un appello internazionale fatto da Gültan Kışanak, membro del Peace and
Democracy Party (BDP), co-presidente del GABB (Unione dei Comuni del
Sud-Est Anatolia e co-sindaco di Municipalità Metropolitana di
Diyarbakir, in seguito all'incessante attacco militare del governo turco
nei confronti della popolazione curda.
Unione delle Municipalità della Regione
dell’Anatolia sudorientale- Nel corso del conflitto armato che è ricominciato
nella regione curda della Turchia dopo le elezioni politiche del giugno 2015,
almeno186 civili sono morti – la maggioranza dei quali donne e bambini – e
centinaia di essi sono rimasti feriti e migliaia di persone sono state
arrestate.
Per quanto riguarda i co-sindaci che sono parte della nostra
unione da luglio 2015, 17 di essi sono stati arrestati, mentre 25 sono stati
sospesi dal loro incarico e a 6 è stato emesso un mandato di cattura. Allo
scopo di porre fine alla violazione dei diritti umani nella nostra regione, vi
è una necessità urgente di rivitalizzare i colloqui di pace per una risoluzione
della questione curda in Turchia.
Da agosto di quest’anno, come reazione alle politiche repressive
dello stato turco che sono riemerse, le assemblee popolari in molti paesi e
città curde hanno dato voce alle loro richieste di autogoverno. A queste
richieste per l’autogoverno – che puntano ad ottenere una trasformazione
strutturale decentrata opposta il centralismo – è stato risposto dal governo
turco con una violenza sproporzionata promossa dallo stato. Nelle città curde
dove le richieste di autogoverno sono state portate avanti, specialmente a Cizre,
Sur, Silvan, Nusaybin, Dargecit, Silopi e Yüksekova, il governo turco ha
dichiarato coprifuochi che sono proseguiti per settimane durante i quali civili
sono stati uccisi dalle forze di sicurezza, mentre prosegue una migrazione di
massa di residenti delle città sotto coprifuoco. Per giorni non è stato
consentito nemmeno di seppellire i corpi dei civili uccisi dallo stato turco e
sono stati tenuti nelle abitazioni. Oltre a questo, decine di civili sono stati
presi di mira dai cecchini turchi, mentre ai feriti è impedito l’accesso alle
cure sanitarie da parte delle forze di sicurezza.
Sfortunatamente
questi sviluppi si ripresentano giorno dopo giorno nelle città sopra
menzionate. Come conseguenza dei conflitti armati in corso più di 200.000
persone hanno dovuto emigrare
dalle zone di conflitto e questo numero aumenta ancora. Inoltre anche gli edifici storici nel distretto di Sur nella città di Diyarbakir, che è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio mondiale, a causa dei conflitti in corso sono in pericolo. Finora le moschee Kursunlu Mosque e Pasha Hamam costruite nel 16° secolo sono state prese di mira dalle forze di sicurezza turche e materialmente distrutte al punto che gli sforzi di restauro in futuro non saranno mai sufficienti.
dalle zone di conflitto e questo numero aumenta ancora. Inoltre anche gli edifici storici nel distretto di Sur nella città di Diyarbakir, che è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio mondiale, a causa dei conflitti in corso sono in pericolo. Finora le moschee Kursunlu Mosque e Pasha Hamam costruite nel 16° secolo sono state prese di mira dalle forze di sicurezza turche e materialmente distrutte al punto che gli sforzi di restauro in futuro non saranno mai sufficienti.
A seguito della recrudescenza del conflitto armato hanno subito
il coprifuoco 18 città con una popolazione di circa 100.000 persone e 5 di
queste città al 21 dicembre 2015 sono ancora zona di coprifuoco. Ma cosa ancora
più importante, i conflitti armati in corso nelle zone urbane hanno raggiunto
una nuova fase dannosa il 14 dicembre 2015. I carri armati e gli armamenti
pesanti che sono utilizzati solo in guerra convenzionale, ora vengono
utilizzati dalle forze armate turche nelle zone dove vivono centinaia di
migliaia di civili.
Il numero dei poliziotti e dei soldati sono aumentati
drasticamente nelle scorse settimane nella nostra regione. Secondo le
statistiche fornite dalle autorità dello stato turco 14 generali, 26 colonnelli
e 10.000 soldati sono stati trasferiti solo per la città di Sirnak e altri
5.000 soldati saranno trasferiti nei giorni successivi. In aggiunta a questo il
Direttorato dell’Educazione Nazionale a Cizre e a Silopi ha effettuato una
chiamata ufficiale agli insegnati affinché lascino quelle città. Il Ministero
della Salute ha inviato un comunicato ufficiale agli ospedali nella nostra
regione per avere più personale impegnato e più attrezzature per la cura
sanitaria in magazzino. Anche tutte le manifestazioni pacifiche per protestare
contro il coprifuoco e la violazione dei diritti umani si confrontano con la
brutalità della polizia e alla repressione.
Tutti questi sviluppi ci fanno pensare che la clamorosa
violazione dei diritti umani che ha avuto luogo nei mesi scorsi continuerà e
diventerà addirittura più grave. Perciò questo è un appello a tutte le forze a
favore della democrazia in tutto il mondo per opporsi alle misure
antidemocratiche adottate dallo stato turco.
Per essere in grado di impedire altre morti e violazioni dei
diritti prima che sia troppo tardi, avanziamo queste richieste concrete:
È urgente che:
– I media
internazionali, i reporter e i giornalisti vengano nella zona di conflitto allo
scopo di vedere e riportare che cosa sta succedendo sul terreno.
– Sia le organizzazioni governative che quelle non governative che lavorano per i diritti umani mandino delegazioni per rilevare e riportare le violazioni dei diritti nella zona di conflitto.
– Le delegazioni internazionali vengano a visitare i co-sindaci arrestati e a monitorare le loro condizioni di detenzione, così come il processo giudiziario.
– Un appello di tutti gli attori internazionali per chiedere a tutte le parti coinvolte di ritirare le forze armate dalle zone urbane e gli armamenti pesanti per rendere possibile un cessate il fuoco.
– Tutti i governi coinvolti rompano il silenzio per quanto sopra citato per riavviare i colloqui di pace che sono proseguiti per 2,5 anni ma sono terminati nel luglio del 2015.
– Sia le organizzazioni governative che quelle non governative che lavorano per i diritti umani mandino delegazioni per rilevare e riportare le violazioni dei diritti nella zona di conflitto.
– Le delegazioni internazionali vengano a visitare i co-sindaci arrestati e a monitorare le loro condizioni di detenzione, così come il processo giudiziario.
– Un appello di tutti gli attori internazionali per chiedere a tutte le parti coinvolte di ritirare le forze armate dalle zone urbane e gli armamenti pesanti per rendere possibile un cessate il fuoco.
– Tutti i governi coinvolti rompano il silenzio per quanto sopra citato per riavviare i colloqui di pace che sono proseguiti per 2,5 anni ma sono terminati nel luglio del 2015.
Gültan Kisanak
Co-presidente del
GABB
Co-sindaco della Municipalità Metropolitana di Diyarbakir
Co-sindaco della Municipalità Metropolitana di Diyarbakir
NOTA:I dati utilizzati in questa lettera si basano sui rapporti
e i comunicati stampa rilasciati dall’Associazione dei Diritti Umani e
Dell’Associazione Forense di Diyarbakir
Appendice 1: Informazioni di base sulle zone del coprifuoco al 21
Dicembre
Cizre/Sirnak
Il coprifuoco è stato dichiarato per 5 volte. L’ultima volta è
iniziato il 14 di dicembre 2015 e da allora è proseguito. In totale Cizre è
rimasta sotto coprifuoco 21 giorni. Dal luglio 2015, 39 persone sono morte a
Cizre mentre 7 persone sono state uccise durante l’ultimo coprifuoco.
Silopi/Sirnak
l coprifuoco è stato dichiarato 3 volte. L’ultima volta è
iniziato il 14 dicembre 2015 e da allora continua. In totale Silopi è rimasta
sotto il coprifuoco per 10 giorni. Da Luglio 2015 25 persone sono morte mentre
10 persone sono state uccise durante l’ultimo coprifuoco.
Nusaybin/Mardin
Il coprifuoco è stato dichiarato 7 volte. L’ultimo è iniziato il
14 dicembre 2015, ed è in corso da allora. In totale Nusaybin è rimasta sotto
coprifuoco per 38 giorni. Da luglio 2015, 22 persone sono morte a Silopi mentre
2 persone sono state uccise durante l’ultimo coprifuoco.
Dargeçit/Mardin
Il coprifuoco è stato dichiarato per 2 volte. L’ultima volta è
iniziato l’11 dicembre 2015 e da allora è proseguito. In totale Dargeçit è
rimasta sotto coprifuoco per 14 giorni. Da luglio 2015 4 persone sono morte a
Dargeçit mentre due persone sono state uccise durante l’ultimo coprifuoco.
Sur/Diyarbakir
Il coprifuoco è stato dichiarato 6 volte. L’ultima volta è
iniziato il 2 di dicembre 2015, e da allora è proseguito. In totale Sur è rimasta
sotto coprifuoco per 30 giorni. Da luglio 2015, 10 persone sono morte a Sur,
mentre 5 persone sono state uccise durante l’ultimo coprifuoco.
Appendice 2: Dati generali sui recenti conflitti armati e i
massacri
A partire dal 10 dicembre, il numero di guerriglieri, dei
soldati e dei poliziotti morti è di circa 400.
100 persone sono morte durante gli attacchi ad Ankara durante la Marcia della pace che ha
avuto luogo il 10 ottobre 2015.
33 persone sono morte durante l’attentato a Suruç che ha preso
di mira i giovani socialisti il 20 Giugno 2015.
8 civili sono morti a seguito degli attacchi aerei lanciati
dagli aerei da guerra turchi sulle montagne di Qandil nel villaggio di Zergele
il 12 Agosto 2015.
In totale 186 civili sono morti durante il coprifuoco, le
proteste e le esecuzioni da luglio 2015.
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