Un certo Massimo Carminati.
Lo conosce bene lei…
Sì, me lo sono portato dietro quando feci il primo attentato con i tubi innocenti. Un ragazzo serio.
È Carminati a volerla morto?
Anche, ma non solo lui. Nel corso del tempo ho ricevuto molti segnali. Carminati sicuramente è uno di quelli, poi ci sono gli apparati deviati. Quando, dopo la mia confessione, sono stato arrestato, mi hanno spedito a Spoleto, poi volevano mandarmi a Poggioreale. E lì era detenuto Carminati per il furto al caveau della Cassazione. Lo evitai per un soffio. Ma anche quando ero in Sudamerica, sempre in carcere e prima che collaborassi, mi misero in cella con un avvocato che aveva per sé, nella prigione, un appartamento. E sono certo che mi stavano per far fuori.
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