giovedì 30 aprile 2015

Tom Waits - "Hell Broke Luce"

Blocco delle pensioni? Incostituzionale e arbitrario

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Blocco delle pensioni? Incostituzionale e arbitrarioGoverni della Troika, governi incostituzionali. Non solo o non tanto nel meccanismo formale della loro formazione, quanto proprio nella “testa”. Ovvero nel modo di concepire l'azione di governo come finalizzata al raggiungimento di obiettivi estranei e “nemici” del patto costituzionale vigente dentro un paese.
La sentenza con cui oggi la Corte Costituzionale ha bocciato il blocco della “perequazione delle pensioni” - deciso dal governo Monti-Fornero pochi giorni dopo il proprio insediamento, a dicembre 2011, con il famoso “decreto Salva-Italia – è una plastica dimostrazione di questa estraneità.
La storia aveva suscitato opposizione sociale ma, com'è ormai regola dei governi decisi a Bruxelles e imposti da Giorgio Napolitano, se ne sono fottuti allegramente. In pratica, tutti coloro che ricevono un assegno pensionistico di un importo “tre volte superiore al minimo” (da 1.217 euro netti in su) si sono visti fermare per un periodo indefinito l'adeguamento all'inflazione. Le esigenze del bilancio pubblico, di fatto, sono state considerate in quel caso prevalenti su ogni diritti acquisito, ovvero su ogni altra legge dello Stato.

NoExpo Mayday 2015

NO EXPO MAYDAY

MaydayDEFbassa

Il Vaffanculicum di Renzi e la robbbetta di opposizione

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di Paolo Flores d'Arcais 

Sulla legge elettorale “Italicum” (che la Boschi della vignetta del geniale Mannelli suFatto quotidiano ribattezza “Vaffanculicum”) Matteo Renzi va allo scontro frontale. 

Quando stampa e tv non siano totalmente plaudenti, due tamburellanti interrogativi caratterizzano i commenti: perché il Premier cerca questo “scontro finale” su un tema che interessa poco e niente alla stragrande maggioranza degli italiani? E fare dell’Italicum/Vaffanculicum una sorta di piccolo armageddon della politica nostrana è segno di forza o di debolezza? 

Sul primo punto la risposta è facilissima: Renzi cerca la battaglia campale su un tema i cui contenuti non interessano, e quindi sfuggono ai più, proprio per questo: che sarà vissuta come una battaglia in cui i contenuti contano pressoché zero, e dunque per i cittadini conteranno solo le “posture” e le “virtù” che in tale battaglia si manifesteranno: la coerenza dei propositi contro la tradizione delle lungaggini, l’energia contro la palude, il nuovo contro il vecchio, la riforma contro la conservazione, il coraggio di rischiare contro la vocazione a rassicuranti compromessi, ecc. Insomma la durlindana rottamatrice contro la melmosità delle nomenklature. 

Dieci bugie nella “verità” di Renzi

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« La verità, solo la verità, sull’Italicum», scrive Renzi nella let­tera pub­bli­cata da La Stampa , dalla quale ripren­diamo i pas­saggi fon­da­men­tali per sot­to­porli a veri­fica dei fatti.
«Que­sta legge elet­to­rale pre­vede un bal­lot­tag­gio come per i sindaci»…
Nel caso dei comuni si tratta di un bal­lot­tag­gio tra due soli can­di­dati a sin­daco. L’elettore può cono­scerli e può sce­gliere. Nel caso dell’Italicum ci sarà un bal­lot­tag­gio tra liste con in palio i 93 seggi del pre­mio di mag­gio­ranza. L’elettore voterà 93 aspi­ranti depu­tati che non può conoscere.
…«Con­sen­tendo un pic­colo mar­gine di sicurezza»…
L’Italicum garan­ti­sce almeno 340 seggi al primo par­tito. Le simu­la­zioni sulla base dei son­daggi più recenti asse­gnano 344 seggi al Pd, 101 al M5S, 68 alla Lega, 64 a Forza Ita­lia e molti meno a tutti gli altri.
…«Più o meno la metà degli eletti sarà espres­sione di un col­le­gio grande poco meno di una pro­vin­cia media»…
Si tratta dei capi­li­sta bl

nutrire il pianeta

Full Circle Magazine n. 86 italiano

Expo, Farinetti: “In 5 anni boom di export e turisti”. Agnoletto: “Rischio Atene”.

Expo, Farinetti: “In 5 anni boom di export e turisti”. Agnoletto: “Rischio Atene”Confronto tra il numero uno di Eataly e il critico della globalizzazione sull'evento al via a Milano. L'imprenditore: "Con i soldi di McDonald's e Coca Cola sono stati costruiti padiglioni dedicati ai prodotti dei Paesi poveri. Vogliamo aiutare i Paesi in difficoltà a seminare la propria biodiversità, insomma a costruirsi da soli il cibo". Il docente: "Se avessero voluto 'nutrire il pianeta' come recita lo slogan, dovevano affidarsi a piccoli agricoltori e organizzazioni contadine".

Il grande obiettivo: “Nutrire il pianeta“. Le sponsorizzazioni di McDonald’s e Coca Cola. L’eredità della manifestazione e le sue ricadute di lungo periodo, economiche e non. L’utilità dell’evento nell’immediato. Expo 2015, il “più grande evento mondiale sull’alimentazione” come lo definiscono gli organizzatori, apre venerdì i battenti a Milano: riuscirà a coniugare la filosofia – “creare le linee guida per avere nel futuro cibo sano, sicuro, sostenibile e sufficiente per tutti” – con la pratica? Sarà una bolla mediatica o un evento in grado di indicare un nuovo modo di intendere il rapporto tra alimentazione e ambiente? Si rivelerà una vetrina per multinazionali o un laboratorio di idee per un futuro sostenibile? Abbiamo messo a confronto i pareri di Oscar Farinetti, imprenditore, fondatore di Eataly, ex proprietario di Unieuro, e Vittorio Agnoletto, medico, docente di “Globalizzazione e politiche della salute” all’Università degli Studi di Milano.
Come si coniuga la filosofia alla base di Expo (“Nutrire il pianeta”) con le metodologie scelte: ha suscitato grande clamore mediatico la presenza di sponsor come McDonald’s e Coca Cola.

La Consulta boccia il blocco delle pensioni della Fornero: lo stop pesa 5 miliardi

Risultati immagini per immagini forneroLa norma del Salva Italia ha congelato l'adeguamento degli assegni al costo della vita per i trattamenti superiori di tre volte il minimo. Inps: 64 pensioni su 100 sono inferiori a 750 euro. In media, cresce l'importo medio erogato a 825,06 euro.

repubblica.it 

MILANO - La Corte Costituzionale boccia la norma Fornero del 2011, contenuta nel Salva Italia del governo Monti, che bloccava l'adeguamento delle pensioni al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps (1.443 euro). E' una decisione pesante che, per l'Avvocatura dello Stato, ha un impatto sui conti pubblici di circa 1,8 miliardi per il 2012 e altri 3 miliardi per il 2013. Il blocco della perequazione per le pensioni oltre tre volte il minimo "non fu scelta mia", dice oggi Elsa Fornero ricordando che fu una decisione "di tutto il Governo" presa per fare risparmi in tempi brevi. "Vengo rimproverata per molte cose - dice ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più".

Libertà di informazione: Italia 65′ su 199′, restiamo la pecora nera d’Europa.

Freedom House, l’organizzazione non governativa statunitense che dal 1980 mappa e monitora lo stato della libertà di informazione nel mondo, ha appena pubblicato il rapporto 2015, relativo allo scorso anno.

Docente, avvocato e giornalista
I dati relativi all’Italia sono assai poco confortanti: il nostro Paese resta, in termini di libertà di informazione, 65° su 199 ma, soprattutto, nella schiera degli Stati che Freedom House definisce “parzialmente liberi” in termini di libertà di informazione.

Cannabis terapeutica, assurda condanna a Roma.

Vi racconto una storia.Vera.

Cannabis less deadly than alcohol

Un giovane di venticinque anni ha avuto modo di incontrare uno dei nostri avvocati durante una pubblica manifestazione. Gli si è avvicinato, ha chiesto di potergli parlare e gli ha raccontato quanto gli era da poco accaduto. L’avvocato, mio collega da tanto tempo e dunque anche mio amico personale, me lo descrive come un bravo ragazzo, un lavoratore, un tantino timido, una persona responsabile.
Il ragazzo ha perso il papà quando aveva dodici anni. La mamma ha una salute assai minata. Tra varie altre patologie, ha un problema di epilessia. Il figlio si prende cura di lei con affetto. Tempo fa il medico prescrive alla donna derivati della cannabis. Se si può soffrire di meno, perché non farlo? Ma in Italia non è certo facile comprare cannabinoidi alla luce del sole e nel rispetto delle leggi. Il giovane, sapendo di averne un bisogno continuato e non sporadico, decide di coltivare quattro piantine.
Questa storia finisce con un anno di galera.

Brasile: polizia contro insegnanti in sciopero, centinaia di arresti e feriti.

La situazione sociale in Brasile si fa sempre più incandescente.

Brasile: polizia contro insegnanti in sciopero, centinaia di arresti e feritiMentre il governo del Partito dei Lavoratori è alle prese con una ondata di scandali per corruzione che sta dando fiato alla propaganda della destra liberista e filoamericana, nel sud del paese poche ore fa una manifestazione degli insegnanti in sciopero è stata attaccata dalle forze di sicurezza. Ne sono seguiti durissimi scontri, tra i più duri nella storia recente del paese.
A Curitiba, nello stato del Paranà, migliaia di professori manifestavano davanti al parlamento regionale contro la legge – in esame proprio in queste ore – che autorizza il governatore ad utilizzare i fondi pensione della categoria per fare cassa in un momento in cui la pubblica amministrazione si è vista sottrarre ingenti finanziamenti e non è quindi in grado di far fronte agli investimenti e spesso neanche alle spese correnti.

Tap, la Puglia contro il governo. Vendola annuncia battaglia: “Reagiremo”.

Tap, la Puglia contro il governo. Vendola annuncia battaglia: “Reagiremo”Il contestatissimo gasdotto ha ricevuto ieri l’ok dal Consiglio dei ministri. L’atto destinato ad essere impugnato è l’autorizzazione unica che il ministero dello Sviluppo Economico ha in grembo e probabilmente varerà la prossima settimana. Il cantiere dovrà partire entro e non oltre il 16 maggio 2016.

Si fa presto a dire Tap: il Consiglio dei ministri dà la sua benedizione al gasdotto con approdo sulla costa del Salento, ma ora si prepara la guerra di carte bollate. La causa attiene ai dubbi sulla procedura seguita. È stata adottata quella semplificata, nonostante non sia prevista per i metanodotti, esclusi dall’applicazione dell’art.57 comma 3 bis del DL 5/2012, così come modificato dall’ultima legge di Stabilità. Sull’acceleratore, però, si è spinto lo stesso. Il motivo? Si legge più volte nei verbali delle sedute convocate presso la Presidenza del Consiglio, come quella del 24 marzo scorso: “Nell’attuale fase, la tempistica deve essere ormai stringente per la strategicità dell’opera”. È la formula chiave che spiana la strada al progetto della Trans adriatic pipeline, l’infrastruttura che servirà a portare in Europa, via Lecce, l’oro blu estratto dai giacimenti di Shah Deniz, in Azerbaijan.

Expo 2015, corteo studenti e antagonisti: striscioni, vernice e fumogeni. Alfano: “Diritto manifestare, non rovinare festa”.

Risultati immagini per immagini corteo no expo milanoIl giorno prima dell'inaugurazione dell'esposizione i "No Expo" sfilano per le strade del centro di Milano: "Un altro mondo è possibile", recitano le scritte. Imbrattate le sedi di Enel e Unicredit. Il presidente della Lombardia Maroni in seguito ai blitz della Digos nel quartiere Giambellino: "Sono violenti e devono essere fermati".

F.Q.
Striscioni con le scritte “No Expo”, “Expo=mafia”, ma anche “Un altro mondo è possibile” o “Grande evento uguale grande bufala”. Poi lanci di vernice colorata e fumogeni. Studenti e antagonisti hanno sfilato in corteo per le strade di Milano il giorno prima dell’inaugurazione dell’esposizione. Due manifestanti sono saliti sulla struttura di “Expo Gate” e hanno srotolato uno striscione. Poco dopo è stata imbrattata la sede dell’Enel in via Broletto e due grosse scritte con vernice rossa sono state tracciate in piazza Duomo e davanti alla sede di Unicredit in piazza Cordusio.

L'Istat sbugiarda ancora Renzi. La disoccupazione in Italia aumenta mentre in Europa è stabile.

Mentre in Europa la disoccupazione resta stabile in Italia aumenta. L'Italia vede un rialzo, dal 12,7% di febbraio al 13% di marzo. Una perdita di più di cinquantamila posti di lavoro, un’altra tessera che si aggiunge al puzzle del disastro.
A poco serve quel lievissimo incremento dei contratti a tempo indeterminato, tanto sbandierata dal ministro Poletti, effetto sicuro del Jobs act che in realtà sta trasformando le varie tipologie di precariato in una occupazione “instabile della durata di tre anni”. Insomma, Renzi ne esce con le ossa rotte. E proprio nel momento di maggiore esposizione mediatica tra Expo e Italicum. Tutte le fandonie sulla ripresa del lavoro vengono allo scoperto. "In realtà non c'è nessuna notizia - taglia corto l'economista Roberto Romano -- Che la situazione reale del paese fosse questa lo sapevavamo. Anzi, è pure peggio perché se si va a dare una occhiata ai numeri si scopre che nell'incremento di Pil previsto dal Governo (0,7%) lo 0,5 è in relazione al QE, come sottolinea Bankitalia. E quindi ci si chiede dove è l'effetto positivo indotto dai provvedimenti del Governo tra Jobs act e "80 euro". E stiamo parlando del 2015".

Expo, il Governo manda l'esercito. Da ieri in piazza per le "Cinque giornate di Milano".

Renzi va a Milano con l’elmetto. Il Consiglio dei ministri ieri sera ha autorizzato, con due distinti provvedimenti, "l'utilizzazione delle organizzazioni di volontariato della protezione civile e di personale militare per il supporto operativo necessario allo svolgimento dell'Esposizione universale".
Che vuol dire? Vuol dire che più che una esposizione universale sarà una trincea. Da ieri si respira aria pesante. La polizia si è lanciata in una cosiddetta “azione preventiva” con arresti, fermi e perquisizioni. Al suo fianco avrà il sistema mass mediatico che non vede l’ora di “mettere l’obiettivo” sopra qualche vetrina infranta. Cosa ci sarà mai da raccontare, infatti, di questa kermesse targata Mc Donald’s tra una pastasciutta aglio pomodoro e basilico e un ovetto Kinder?

Stamattina la polizia ha scoperto, pensate un po’, un “covo freddo”. Proprio così, una casa popolare abbandonata dove non è stato trovato manco un coltello da cucina. Eppure il mass media system parla proprio di “covo freddo”. Chi lo dice, la questura? No, le immancabili e preziose “indiscrezioni”.

mercoledì 29 aprile 2015

The Doors - R-Evolution 2013 (Official DVD Release)

"Expò, la fiera della schiavitù che si inaugura il Primo Maggio!". Intervento di Giorgio Cremaschi

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Questo Primo Maggio sarà senza l'articolo 18. Basterebbe questa constatazione per sottolineare che ogni vuota e retorica celebrazione della ricorrenza, ogni sanremese Concertone, sono oramai totalmente fuori contesto . Il Primo Maggio è nato come data di lotta e ora torna ad esserlo. Giornata di lotta per i tanti lavoratori che rischiano i diritti, il salario o il proprio lavoro, ultimi quelli della Whirpool e dell'Auchan, che il Primo Maggio saranno costretti a lavorare in attesa di essere licenziati.
Questo Primo Maggio sarà prima di tutto una giornata di lotta contro il governo. Renzi ha dimostrato quanto fosse vera l'affermazione di Giuseppe DiVittorio che la Costituzione doveva entrare nelle fabbriche per realizzarsi davvero. Completando l'opera avviata dal suo grande sponsor Marchionne e dai suoi predecessori, l'attuale presidente del consiglio con il Jobsact ha definitivamente abolito ogni libertà di chi lavora e garantito all'impresa un potere assoluto di stampo medievale. Reduce da questo successo, il governo ha quindi iniziato a procedere allo smantellamento anche della costituzione formale, dopo aver cancellato quella reale. L'Italicum e le altre riforme cancellano l'equilibrio tra i poteri previsto dalla nostra Carta e creano la figura di un capo del governo padrone assoluto delle istituzioni del paese. Si chiude così il cerchio, dalla fabbrica, alla società, alle istituzioni.

Media world chiude sette punti vendita. Usb: "Ecco gli effetti del Jobs act"

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Media World, catena di elettronica di consumo leader del mercato europeo, annuncia la chiusura di 7 punti vendita sul territorio nazionale. Le chiusure previste sono a Nola, Napoli, Roma, Genova, Milano, Beinasco e Settimo Milanese.
Mentre da un lato progetta nuove aperture in Italia, dall'altro Media World dichiara chiusure ed esuberi che impatteranno sulle condizioni materiali di circa 700 donne e uomini, a cui si prospetta un futuro di disoccupazione.
“Ecco gli effetti delle liberalizzazioni e del Jobs Act - attacca Francesco Iacovone, dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato - la politica degli annunci è un grande bluff, la realtà la vediamo tutti i giorni con le grandi crisi occupazionali di questo Paese, dalla Indesit all'Auchan, dalle grandi Coop fino ad arrivare all'elettronica di consumo e a Mediamarket”.
“Non è accettabile - sottolinea il rappresentante USB – che in territori dove l'occupazione è preziosa, e a volte sottrae manovalanza alla criminalità organizzata, queste multinazionali drenino risorse, sfruttino la manodopera per poi dileguarsi al primo accenno di difficoltà”.

«Poletti a lavorare gratis vacci tu». Nuova contestazione alla festa dell’Unità

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Bologna. Manganellate contro il collettivo Hobo che intendeva contestare il ministro del lavoro per le sue affermazioni sul lavoro gratuito ai mercati generali degli studenti
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Nuova con­te­sta­zione ad un rap­pre­sen­tante del governo Renzi alla festa dell’Unità di Bolo­gna. Dopo il mini­stro dell’Istruzione Gian­nini, lunedì sera è toc­cato al mini­stro del lavoro Poletti impe­gnato in un dibat­tito, senza con­trad­dit­to­rio, con il respon­sa­bile eco­no­mia del Pd Filippo Tad­dei. Un gruppo di atti­vi­sti del col­let­tivo Hobo ha espo­sto all’ingresso del parco della Mon­ta­gnola in via Irne­rio lo stri­scione: «Festa dell’unità chiusa per mafia. Poletti a lavo­rare gra­tis vacci tu. Noexpo». Allu­sione pole­mica alle dichia­ra­zioni di Poletti che si è detto favo­re­vole al lavoro «estivo» e a vacanze più brevi per gli stu­denti delle scuole. Gli atti­vi­sti hanno lan­ciato ortaggi su un cor­done di agenti di poli­zia delle cas­sette di ver­dura. Sono stati cari­cati. «Un com­pa­gno — si legge in un comu­ni­cato del col­let­tivo — è stato vio­len­te­mente man­ga­nel­lato alla testa, ripor­tando un taglio pro­fondo e per­dendo abbon­da­mente san­gue». «Le cari­che e le minacce (al grido «vi ammaz­ziamo» e «froci di merda» sono con­te­nu­tate per tutto il parco e sulle scale, men­tre le forze dell’ordine cer­ca­vano di allon­ta­nare i gior­na­li­sti».

Ttip e piccole e medie imprese: diamo i numeri?

Ttip e piccole e medie imprese: diamo i numeri?La Commissione europea ha lanciato una nuova campagna di comunicazione per convincerci che il Trattato transatlantico di liberalizzazione di regole e mercati tra Usa e Ue è decisamente conveniente per la nostra economia stagnante.

Campagna Stop TTIP Italia
Come fare? Sostenere che è un’occasione imperdibile per le piccole e medie imprese (Pmi) del vecchio continente, molte delle quali sono alla canna del gas da diversi anni. La crescita della produttività in Italia si è ridotta in media ogni anno nel ventennio 1994-2014 di 1,32 punti percentuali rispetto al periodo precedente. Sull’arco dei venti anni significa una perdita cumulata di produttività di 26,4 punti. Secondo i dati Eurostat, in Italia, il peso dell’industria manifatturiera, tradizionalmente sede di processi innovativi e di ricerca e sviluppo, è diminuito dal 26% del valore aggiunto e dell’occupazione nel 1990, al 23% nel 1999; il calo si accentua con la crisi del 2008: la produzione industriale scende di oltre un quinto tra il 2007 e il 2012; oggi è circa il 16,7% del totale del valore aggiunto, rispetto al 22,3% della Germania, l’11,5% della Francia, e il 16,6% dell’Eurozona.

Italicum e fiducia, Faq

Italicum e fiducia 
in dieci puntiCome sempre, le Faq di questo blog non hanno pretesa di oggettività: sono una proposta di interpretazione, un punto di vista. Spero tuttavia che siano utili al confronto e anche a capire qualche pezzo in più di quello che sta succedendo.

 
blog di alessandro gilioli
Perché Renzi ieri ha messo la fiducia sull'Italicum, nonostante i voti sulle pregiudiziali avessero mostrato che aveva già una maggioranza tranquilla? Non ne aveva bisogno.
Per due motivi, uno mediatico e uno di strategia politica. Quello mediatico è la prova di forza: ha voluto dare, come sempre, l'impressione di un leader determinato, che ama le sfide e le vince; tra l'altro fra poche settimane in diverse regioni si vota e Renzi sa quanto agli italiani piacciano gli uomini forti. Quello di strategia politica è polverizzare la minoranza interna.
Come polverizzare? Si sono tutti compattati contro.
Sì, nelle dichiarazioni di fuoco all'Ansa o su Twitter. In realtà sono completamente divisi tra loro su cosa fare oggi stesso e soprattutto nel futuro a breve. C'è chi vota no alla fiducia mettendosi di fatto all'opposizione, chi a favore nonostante tutto, chi esce dall'aula, chi è per il sì nei voti di fiducia e per il no al voto finale sull'Italicum etc. Soprattutto, c'è chi pensa alla scissione e chi la esclude categoricamente. Un casino totale. La mossa di Renzi - mettere la fiducia - li ha fatti esplodere, altro che ricompattarli.
Qualche esempio?
Francesco Boccia: «Sto riflettendo se votare la fiducia o no». Cesare Damiano: «Voterò la fiducia ma questa forzatura non era necessaria». Pippo Civati: «Se non vado via io mi cacceranno loro». Roberto Speranza: «Non uscirò mai ma questo strappo tradisce valori fondanti». Nico Stumpo: «Non tolgo la fiducia al governo ma non so se voterò la legge». Rosy Bindi, con doppia litote: «Non si può non prendere in considerazione un voto contro una legge resa immodificabile». E così via.

Così l’umano può difendersi dal postumano.

Verrà il giorno, si dice, in cui ci libereremo del corpo e saremo tutt’uno con il computer. Perché, allora, molti scienziati chiedono di valutare criticamente tecnoscienza e robotica? Pubblichiamo una sintesi della lezione tenuta il 23 aprile da Stefano Rodotà all’università di Perugia.



Stefano Rodotà, da Repubblica

Nel 1950 Norbert Wiener pubblica le sue riflessioni su cibernetica, scienza e società, e sceglie come titolo L’uso umano degli esseri umani. Parole in cui si coglie l’eco di un tempo cambiato dalla bomba atomica, che indurrà nel 1956 Guenther Ander a dire che L’uomo è antiquato, e a scrivere: «Come un pioniere, l’uomo sposta i propri confini sempre più in là, si allontana sempre più da se stesso; si “trascende” sempre di più — e anche se non s’invola in una regione sovrannaturale, tuttavia, poiché varca i limiti congeniti della sua natura, passa in una sfera che non è più naturale, nel regno dell’ibrido e dell’artificiale». Questo congedo dall’umano era cominciato almeno un quarto di secolo prima.

Guerre nel Mondo. Kiev: "Usa verso intervento militare diretto". I minatori ancora in piazza


Mentre il Presidente ucraino Petro Poroshenko dichiara che la guerra nel Donbass potrebbe esplodere da un momento all'altro con rinnovata intensità, dagli Stati Uniti i mezzi di informazione scrivono che, se e quando ciò avverrà, gli attuali seicento “consiglieri militari” americani, canadesi e britannici oggi già al lavoro in Ucraina per addestrare la Guardia nazionale potrebbero essere raggiunti da interi reparti di truppe regolari.

 contropiano.org Fabrizio Poggi
Kiev: "Usa verso intervento militare diretto". I minatori ancora in piazza Secondo quanto riportato dalla agenzia Tass, l'esperto internazionale e giornalista Finian Cunningham osserva che Washington, con una ben orchestrata campagna di disinformazione da parte del Dipartimento di Stato e nei più diversi modi sta tentando di provocare Mosca ad azioni a cui gli Stati Uniti dovrebbero dare una risposta immediata, tale da comportare l'intervento diretto statunitense in Ucraina. Un esempio è quello della recente pubblicazione su twitter, da parte dell'ambasciatore USA a Kiev, Jeffrey Pajetta, di una foto del complesso missilistico “Buk-M2”, accompagnata dal commento su una presunta “alta concentrazione di sistemi antiaerei russi in Ucraina”. Ma la foto, a quanto sembra, risalirebbe a due anni fa, scattata al salone avio-cosmo internazionale “Maks” a Mosca.
Intanto a Kiev si attendono nuove proteste da parte dei minatori, dopo quelle della scorsa settimana. Il Sindacato indipendente dei minatori ucraini (NPGU) sta organizzando assemblee fuori dell'edificio del Ministero per l'energia, dopo che gli è stato rifiutato il permesso di riunione all'interno del palazzo, anche se l'assemblea riguardava solo i rappresentanti del sindacato e non la massa degli iscritti, che erano confluiti a Kiev la settimana scorsa e che poi si erano allontanati dalla capitale. Non sembra infondato il sospetto che si vogliano trattenere i sindacalisti all'esterno del palazzo, per consentire un più agevole intervento della polizia – che intanto ha già iniziato i primi arresti di minatori in sciopero per “attentato all'integrità territoriale dell'Ucraina”! – quando non direttamente dei battaglioni nazionalisti che venerdì scorso, alla maniera fascista, avevano aggredito i singoli minatori quando già le assemblee si erano sciolte e i lavoratori si stavano allontanando individualmente dalla piazza di Kiev antistante la Rada.

Roma. Contestati i “paraculi” del lavoro gratuito all'Expo.


Roma. Contestati i “paraculi” del lavoro gratuito all'Expo

La vergogna e l'illegalità del lavoro gratuito messo in campo per gestire la grande truffa dell'Expo a Milano, viene ormai contestata su più fronti. Tre settimane fa è stato consegnato un esposto del Forum Diritti Lavoro all'ufficio milanese del Ministero del Lavoro. Questa mattina invece attivisti e sindacalisti del Forum Diritti Lavoro hanno contestato la conferenza stampa alla Camera dei deputati della nomenklatura del terzo settore, che proprio sull'ambiguità tra lavoro gratuito e volontariato intende ampliare le proprie fortune.


Alla sala stampa della Camera infatti, grandi organizzazioni del No profit (?) come Ciessevi, Csvnet e Cnv, vere e proprie holding del volontariato, avevano organizzato una conferenza per raccontare “come il volontariato sarà protagonista di Expo Milano 2015” ma soprattutto di presentare “le differenti forme con le quali circa 20.000 volontari saranno presenti e declineranno il tema guida di Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Il laboratorio Expo si sta concretizzando come un micidiale laboratorio di sperimentazione e legittimazione del lavoro gratuito, ormai spesso mascherato da volontariato. Un mix perverso di motivazione e sfruttamento messo a disposizione non più di azioni solidali e caritatevoli ma dei centri del big business, una differenza di sostanza.

Carpi in Serie A: la favola diventa modello low cost. Ma non ditelo a Claudio Lotito.

Carpi in Serie A: la favola diventa modello low cost. Ma non ditelo a Claudio LotitoSei anni fa era in quinta serie, da oggi è nell'olimpo del pallone italiano. Grazie a un'organizzazione societaria esemplare (rispetto all'anno scorso budget ridotto del 40%), a un gruppo di imprenditori che fanno calcio per passione e divertimento e a una squadra con soli quattro stranieri. Dall'eden emiliano possono dare lezioni: "Il vero problema del sistema è chi non paga gli stipendi o ha un bilancio in rosso. Ecco perché ci siamo sentiti offesi dalle parole del presidente della Lazio".

Sei anni fa era in Serie D, ha chiuso l’ultimo bilancio con un attivo di 51mila euro, la scorsa estate ha ridotto il budget del 40 per cento e scorrendo la rosa si rintracciano appena quattro nomi stranieri. Benvenuti a Carpi, reginetta della Serie B, città dove sport, successo e fatica si intrecciano nelle storie del maratoneta Dorando Pietri e del nuotatore Gregorio Paltrinieri. E dove il calcio ha disegnato un’altra storia di sacrificio che mescola favola e programmazione. Il confine lo traccia il deus ex machina della promozione in A dei carpigiani, il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, arrivato quando il sogno più grande che si potesse cullare nella Bassa Modenese era ritornare in terza serie per rinverdire i magnifici anni Novanta di Gianni De Biasi e Gigi De Canio: “Abbiamo fatto in modo che la realtà collimasse con l’immaginazione”. Il campionato lo hanno semplicemente dominato.

Lista Falciani, la Cassazione: “Utilizzabile come prova contro i presunti evasori”.

Lista Falciani, la Cassazione: “Utilizzabile come prova contro i presunti evasori”La Suprema corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro la commissione tributaria di Milano che aveva deciso per il no all'utilizzo dell'elenco che prende il nome da Hervè Falciani, il dipendente infedele della banca svizzera che consegnò al fisco francese 81.458 identità in totale. Tra questi anche 7.499 italiani.

C’è chi ha scampato una “condanna” per evasione fiscale già molto tempo fa. Perché si era consolidata la convinzione, anche giuridica, che essendo stata trafugata, la lista Falciani, non fosse utilizzabile come prova. Ma l’elenco dei contribuenti italiani clienti della filiale svizzera di Hsbc, 7.499, è utilizzabile nei processi fiscali. Al verdetto è arrivata la Cassazione che ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro la commissione tributaria di Milano che aveva deciso per il no all’utilizzo della lista che prende il nome da Hervè Falciani, il dipendente infedele della banca svizzera che trafugò la lista dei clienti dell’istituto bancario per venderla al fisco francese: 81.458 identità in totale. Era stata la giustizia francese la prima a decretarne l’inutilizzabilità nel marzo del 2011. La corte d’Appello di Parigi aveva dato ragione a un contribuente francese, che aveva fatto ricorso contro una perquisizione, perché l’elenco di nomi era risultato di un furto, ovvero ottenuto in maniera illecita.

"E' l'ora per i nuovi partigiani di salvare questo paese". Intervento di Paolo Andreozzi.

Ancora ieri quel pericoloso cialtrone di Salvini, in tour pre-elettorale stavolta nelle Marche, ha fatto in modo di essere bersaglio – davanti a cronisti, microfoni e telecamere – di lanci di pomodori e uova. Sembra ormai questo il suo solo cliché, come quello di vecchie e bollite band di heavy metal che non credendo più in niente – se non nella saccoccia – esagerano col satanismo (pagliaccesco, beninteso) e sbarcano il lunario offrendosi a spettatori in vena di tirar mondezza sul palcoscenico.
Con la differenza, però, sostanzialissima, che mentre tutto il pubblico di quei tristi buffoni si esaurisce nelle piccole platee dei c'era-una-volta tour, quello dei guitti politici sulla breccia come Salvini è esteso quanto l'intero bacino mediatico nazionale ed è continuamente alimentato dalla rincorsa all'audience tra canali e tra testate (per far salire il prezzo da richiedersi ai rispettivi inserzionisti pubblicitari, ovviamente). Inoltre, considerate questa differenza ulteriore – ancor più importante, decisiva: a differenza del povero chitarrista imbolsito davvero e dannato per finta, che gli spettatori alla fine non prendono sul serio (stanno lì solo per divertirsi un po', e dopo si torna alla vita vera), nel caso del cialtrone leghista i destinatari di tutto quel suo marketing razzista e inumano (i destinatari del marketing, non i bersagli degli slogan: cioè gli italiani-medi, non i migranti o i rom o in generale i povericristi) sono davvero dannati alla stupidità da un paio di generazioni di decerebrazione indotta, tanto che gli è ormai estraneo il principio di realtà (quello con cui un adulto sa separare la verità dalla finzione), e per di più si ritrovano l'anima bolsa e priva di quei nervi basici che chiamiamo empatia, dignità, coraggio, civiltà.

"Se pensate che la scuola sia costosa provate con l'ignoranza". Cresce il fronte di lotta del #5M. Anche la Fiom in piazza

La giornata del 5 maggio si appresta a diventare la più classica delle battaglie campali per il governo Renzi. E così tra uno strappo sull’Italicum, interno al Pd, e un redde rationem sulla scuola, ecco che il Vietnam della crisi politica di maggioranza ed esecutivo non sembra più essere una ipotesi così strampalata.
Intanto il cosiddetto ddl di riforma rischia seriamente di non stare nei tempi preventivati, con il risultato che il punto più delicato, l’assunzione dei precari, torni ad essere soltanto una delle tante promesse dell’ex sindaco di Firenze.
Ieri la segreteria nazionale della Fiom-Cgil ha deciso di sostenere l’iniziativa di lotta per fermare la riforma della scuola invitando tutte le strutture della Fiom “a promuovere la partecipazione assieme a tutti i lavoratori della scuola, agli studenti, ai lavoratori e ai cittadini alle manifestazioni di Milano, Roma, Bari, Cagliari, Palermo e Catania".
Il 5 maggio il sindacato di Maurizio Landini partecipera' alle manifestazioni "per rivendicare una scuola che sia pubblica, gratuita, non precaria, sicura, autogovernata, democratica, formativa, laica e libera”.
Sempre in vista del 5 maggio, l'Unione degli universitari ha organizzato per oggi 29 aprile un flash mob in tutta Italia. “Faremo un flash mob in tutte le università italiane per ribadire al Governo lo stato disastroso delle nostre università, per ribadire che se si pensa di affrontare i temi dell'Università come si è fatto per la buona scuola il 5 maggio sarà solo la prima di tante date di mobilitazione", dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell'Unione degli Universitari. Il percorso sulla Buona Università che ha preso forma a partire dal 26 Febbraio allo 'YouniversityLab' e che doveva coinvolgere i diversi soggetti protagonisti quali gli studenti non è il percorso che ci prefiguriamo considerato che si è risolto in un documento esclusivo delle parti sociali e che in pochi hanno avuto la possibilità di leggere.

martedì 28 aprile 2015

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Italicum, il governo pone la fiducia. Rabbia delle opposizioni. Renzi: “Se la Camera vuole, mi può mandare a casa”.

RenziAll'annuncio in Aula Montecitorio si trasforma. Le minoranze esplodono in urla e insulti nei confronti di Boschi e Boldrini. M5s a Rosato: "Coglione, vai a fare in culo". Bianconi contro l'esecutivo: "Branco di maiali, infami, rottinculo". Sel lancia crisantemi. Brunetta parla di "fascismo renziano". Minoranza Pd annichilita, molti non parteciperanno al voto.
Hanno gridato “fascisti” dai banchi del Movimento Cinque Stelle. I deputati di Sel hanno lanciato crisantemi. Renato Brunetta parla di “fascismo renziano” e arriva a citare il “bivacco di manipoli” del Duce. E poi una valanga di insulti: ai deputati del Pd, al ministro Maria Elena Boschi e alla presidente Laura Boldrini. La Camera dei deputati si è trasformata in un’osteria fumosa appena la Boschi ha annunciato che il governo avrebbe posto la questione di fiducia sull’Italicum“Ci prendiamo la nostra responsabilità – è la sfida del presidente del Consiglio Matteo Renzi in un paio di tweet – La Camera ha tutto il diritto di mandarmi a casa, se vuole”. In precedenza l’Italicum aveva superato i primi ostacoli senza particolari problemi, ma al governo non è bastato.
Non è bastato a Renzi. Ha voluto evitare rischi e ha voluto fare presto. Aveva promesso di chiudere la partita senza ferite entro le elezioni regionali, piccolo crinale della storia sia del Pd con il nuovo dna renziano sia del governo stesso. Così l’esecutivo ha impiegato pochi minuti per riunirsi e dare il via libera alla fiducia. La Boschi è uscita dalla riunione e ha preso la porta dell’Aula di Montecitorio per blindare il testo della riforma elettorale. Fin lì l’Italicum aveva superato tutte le prime prove (tra le quali le pregiudiziali di costituzionalità), alcune delle quali con il voto segreto. Aspetti tecnici che però avevano mostrato una certa solidità della maggioranza. 

Italicum, ma che paura avete?

Italicum, ma che paura avete?I deputati chiamati a votare Sì o No all’Italicum dovrebbero portarsi in aula due libriccini. Uno, piuttosto noto, s’intitola Costituzione della Repubblica Italiana ed è stato scritto fra il 1946 e il 1947 da un’Assemblea costituente appositamente eletta dai cittadini con il sistema elettorale più democratico che esista: il proporzionale. Il secondo, piuttosto ignoto, è il Discorso sulla servitù volontaria dello scrittore francese Etienne de la Boétie, che lo ultimò intorno al 1549 ma poté pubblicarlo clandestinamente, solo nel 1576, e con un altro titolo, Il Contra uno.

Direttore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
E basta leggerne qualche riga per capire il perché: “Vorrei soltanto riuscire a comprendere – scrive De la Boétie – come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi”.
Il pensatore francese, che è un po’ il papà di tutti gli anarchici, sosteneva che il potere diventa tirannide non tanto per la prava volontà dei dittatori, quanto piuttosto per la supina condiscendenza dei cittadini che diventano sudditi senza neppure accorgersene. E incoraggiava tutti gli spiriti liberi alla resistenza passiva contro i regimi autoritari che li opprimevano, rassicurandoli sul fatto che non avrebbero dovuto versare neppure una goccia di sangue: bastava che non collaborassero. “Non c’è bisogno di combattere questo tiranno, né di toglierlo di mezzo; si sconfigge da solo, a patto che il popolo non acconsenta alla propria servitù. Non occorre sottrargli qualcosa, basta non dargli nulla”. E tutto il suo enorme potere verrebbe giù come un castello di carte al primo soffio di vento. “Sono dunque i popoli stessi che si lasciano incatenare, perché se smettessero di servire, sarebbero liberi. È il popolo che si fa servo, si taglia la gola da solo e, potendo scegliere tra servitù e libertà, rifiuta la sua indipendenza e si sottomette al giogo: acconsente al proprio male, anzi lo persegue”.

Dis-coll 2015, nuovi ammortizzatori sociali per i co.co.co e co.co.pro

Dis-coll 2015, nuovi ammortizzatori sociali per i co.co.co e co.co.proHanno diritto all'assegno di disoccupazione gli iscritti alla gestione separata Inps che abbiano perso il lavoro quest'anno e versato almeno tre mesi di contributi. L'importo è pari al 75% del reddito medio mensile nel caso la cifra non superi i 1.195 euro. Sale (ma fino a un tetto massimo di 1.300 euro) se gli introiti erano superiori. La domanda va inoltrata per via telematica o cartacea, scaricando il modulo dal sito dell'istituto.

E’ finalmente possibile richiedere la Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per co.co.co. e co.co.pro. prevista dal Jobs act. Il 27 aprile, infatti, l’Inps ha pubblicato la circolare che chiarisce il meccanismo attraverso il quale ottenere l’assegno, avviato in via sperimentale per il 2015.
A chi spetta - La Dis-coll intende assicurare un sostegno a co.co.co. e co.co.pro., esclusi amministratori e sindaci, che hanno perso il lavoro tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2015. Per comprovare il proprio status di disoccupato, il richiedente deve prima presentarsi al centro per l’impiego, dichiarare l’attività lavorativa appena cessata e l’immediata disponibilità a trovare lavoro. I beneficiari devono essere iscritti solo alla gestione separata dell’Inps, non possono essere pensionati né avere partita Iva. Inoltre, devono avere versato almeno tre mesi di contributi a partire dal 1 gennaio 2014, di cui una mensilità nel 2015. Quest’ultimo requisito sarà soddisfatto anche con un mese di lavoro che abbia generato un reddito pari ad almeno 647,83 euro. Bisogna poi considerare che la Dis-coll sostituisce l’indennità una tantum prevista dalla legge Fornero. Pertanto le domande di questo ammortizzatore presentate tra l’1 gennaio e il 27 aprile 2015, che facciano riferimento a una perdita di lavoro avvenuta quest’anno, saranno gestite come richieste di Dis-coll.

Giornata mondiale vittime dell’amianto 2015. In Italia ancora 4mila morti l’anno.

Giornata mondiale vittime dell’amianto 2015. In Italia ancora 4mila morti l’annoPiù di vent'anni dopo il bando, la "fibra killer" continua a mietere vittime. 15mila i casi di mesotelioma pleurico diagnosticati nel nostro Paese dal '93 al 2008. E resta aperto il problema delle bonifiche.

La decima Giornata mondiale per le vittime dell’amianto è l’occasione per ricordare le tante persone che hanno perso la vita a causa della fibra killer e per tenere alta l’attenzione sui modi per affrontare una drammatica emergenza ancora incorso. Domani mattina in Senato ci sarà un incontro, organizzato dal Coordinamento nazionale amianto, di cui fa parte anche Legambiente, introdotto dal senatore Felice Casson (vicepresidente della Commissione Giustizia) e Fulvio Aurora (Coordinamento Nazionale Amianto), cui parteciperanno, tra gli altri, il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, giuristi, tecnici e medici, associazioni, sindacalisti, professionisti, parlamentari e consiglieri regionali.

Roberto Romano: Spending review, detra­zioni fiscali nel mirino.


Risultati immagini per salvadanaio Il governo nasconde la pol­vere sotto il tap­peto. Teso­retto? La realtà è duris­sima: se non tagliamo 16 miliardi di spesa pub­blica per il 2016, scat­terà la clau­sola di sal­va­guar­dia, con un aumento di tasse equi­va­lente (Iva e accise). Yoram Gut­geld e Roberto Perotti stanno lavo­rando con dedi­zione al taglio della spesa pub­blica. Sono molte le voci inte­res­sate. La più deli­cata è la revi­sione delle age­vo­la­zioni fiscali, ovvero il taglio di dedu­zioni, detra­zioni ed esen­zioni che ridu­cono il carico fiscale per un con­tro valore di 253 miliardi (Com­mis­sione Vieri Ceriani). Sono almeno 10 i miliardi da trovare.
il manifesto Roberto Romano
Sono in can­tiere non meno di 52 voci di age­vo­la­zioni fiscali da col­pire, ma il governo si affretta a dire che per ora sono solo simu­la­zioni. Tra i temi più deli­cati, oltre al bonus edi­li­zio, ci sono le detra­zioni per spese medi­che e per le badanti. Dovrebbe pro­gres­si­va­mente scom­pa­rire, all’aumento del red­dito, la detra­zioni (attual­mente al 19% per tutti) per le spese medi­che, così come quella dei con­tri­buti pre­vi­den­ziali per l’assistenza per­so­nale e fami­liare. Nel mirino tor­nano altre voci più volte chia­mate in causa negli anni scorsi: spese fune­bri a veterinarie.
Sono ipo­tesi che si scon­trano con l’indicazione del Par­la­mento che ha chie­sto, espli­ci­ta­mente, che l’intervento sulle tax expen­di­tu­res sia rivolto a eli­mi­nare dop­pioni e age­vo­la­zioni non giu­sti­fi­cate dal punto di vista eco­no­mico o sociale, sal­va­guar­dando però le voci più sen­si­bili, in par­ti­co­lare quelle per i red­diti da lavoro dipen­dente, i red­diti di imprese minori e quelli da pensione.

Due professori al fianco (e non al posto) di Varou­fa­kis.

Risultati immagini per Varou­fa­kisLa sua mossa per sbloc­care i nego­ziati Tsi­pras l’ha fatta. Potrebbe essere l’ultima nella dire­zione di un “ono­re­vole com­pro­messo”. Se i cre­di­tori non coglie­ranno l’occasione, allora Atene sarà costretta dai fatti a esa­mi­nare atten­ta­mente l’eventualità di fare scelte dram­ma­ti­che. Lo ha ripe­tuto l’altro ieri il vice pre­si­dente del con­si­glio Yan­nis Dragasakis.
 
il manifesto Dimitri Deliolanes
La prima ini­zia­tiva è stata quella di raf­for­zare il gruppo di nego­zia­tori. Accanto a Yanis Varou­fa­kis viene riva­lu­tata la figura dell’economista Euclide Tsa­ka­lo­tos (uni­ver­sità di Kent), che ne assume il coor­di­na­mento, men­tre a capo del gruppo che trat­terà con i con­trol­lori del Brus­sels Group (ex troika) è stato posto l’economista Gior­gos Hou­lia­ra­kis (uni­ver­sità di Man­che­ster), che diri­gerà anche il con­si­glio degli esperti del mini­stero delle Finanze.
Se quindi Varou­fa­kis è stato accu­sato di essere un «acca­de­mico incon­clu­dente», ecco altri due pro­fes­sori di prima gran­dezza a con­fu­tare i deliri neo­li­be­ri­sti di Wol­fgang Schau­ble. Al suo fianco e non al suo posto. Non si potrà più agi­tare lo spet­tro del mini­stro rock per bloc­care le trat­ta­tive e il governo greco dimo­stra di non per­met­tere a Ber­lino di sce­gliere i suoi mini­stri: «Le posi­zioni soste­nute da Varou­fa­kis non sono per­so­nali ma rispet­tano in tutto gli orien­ta­menti del governo», ha pre­ci­sato il por­ta­voce dell’esecutivo Sakellaridis.