controlacrisi.org fabio sebastiani
Bisogna dire che la sinistra
italiana non ha mai vissuto un periodo come questo. Ha vissuto periodi
difficili e di contrasto tra le varie anime, che alla fine trovavano
sempre un’intesa. Questa volta vedo che c’è uno sfilacciamento
preoccupante. Anche perché questo Governo sta facendo quello che vuole.
Noi come Anpi siamo nettamente contrari alla riforma della Costituzione e
alla riforma elettorale perché non permette ai cittadini di esprimere
il prorio volere. Se tu pensi che la riforma del Senato che fino ad oggi
è stato elettivo da domani sarà nominativo. Quindi la democrazia si va a
far benedire. I cittadini non possono più esprimere il loro volere.
Questa è la realtà. E questo è un bruttismo segnale perché può aprire la
strada a qualunque avventura negativa. Noi lo temiamo e ci battiamo
fino all’inversomile perché gli italiani capiscano che questa è una cosa
che demolisce la democrazia. E va nel senso contrario a quello che
volevano i partigiani quando volevano cambiare il nostro Paese. Volevano
un paese in cui al centro ci fosse l’essere umano senza distinzioni e
dove ognuno trovasse la sua collocazione. E inv ece con questo sistema
qui c’è una nomenclatura, ristretta, che decide tutto al posti di tutti,
cioè della democrazia.
Si ma i militanti del Partito democratico non sembrano voler reagire a tutto questo. Lo prevedevi o ti ha sorpreso?
No, non mi ha sorpreso. Purtroppo lo prevedevo. E prevedo anche cose peggiori. Mi auguro che ci sia qualcuno che rifletta dentro il Governo. Devono capire che così gli italiani si allontanano defintivamente dalla politica. Io sono tra quelli che ancora crede nel valore die partiti. Credo, insomma, che la politica sia importante. Però credo pure che fare una lotta contro i partiti sia fare un lotta contro la democrazia.
Nel vostro sforzo di attualizzazione del messaggio della Resistenza avete aperto le sedi ai giovani. Che bilancio fate di questi anni?
Giovani e donne, per la precisione. Più di quaranta circoli a Roma. Siamo l’unica associazione che rappresenta un punto di riferiemento per gli antifascisti che sempre di più aumenta gli iscritti e la partecipzione. L’Anpi è la casa degli antifascisti. E’ bene che tutti lo sappiano. E quindi rispettiamo e onoriamo quella memoria. L’Italia che si è ribellata agli invasori nazisti e ai servitori fascisti.
Oggi si tocca con mano la frattura con le Brigate ebraiche. Che possibilità di uscita vedi da questa situazione fastidiosa?
A noi questa cosa fa male, perché con il mondo ebraico abbiamo avuto sempre buoni rapporti. Con la brigata ebraica un ottimo rapporto, con l’Aned uguale. Quest’anno non so cosa sia realmente accaduto. Loro si lamentano perché sono presenti le bandiere palestinesi. Voglio ricordare che nel nostro statuto al punto due si dice che noi dobbiamo stare vicino ai popoli che lottano per la propria libertà. Noi rispettiamo il nostro statuto. E non che diamo spazio , o cose varie, a queste realtà. Oggi chi parla dal palco saranno i partigiani. E ci racconteranno il loro 25 aprile di 70 anni fa. Oggi quattro associazioni di partigiani sono presenti. A noi dispiace molto che abbiano deciso di non venire. Noi abbiamo invitato la Brigata ebraica. La comunità ebraica non l’abbiamo mai invitata perché noi facciamo l’appello di venire a tutti gli antifascisti. E chi si sente antifascista bene. L’invito lo facciamo alle realtà che hanno combattuto la guerra di liberazione.
L’Europa è percorsa continuamente da rigurgiti di fascismo. E la vicenda Ucraina è emblematica…
Il problema è che l’Europa è troppo debole. Il punto è che non ha nel suo habitus mentale l’antifascismo. Come in Italia, non abbiamo mai affrontato il tema del fascismo. In Germania l’hanno sviscerato coinvolgendo tutti. E sono arrivati alla conclusione che è stato qualcosa di deleterio per la Germiania. Se lì tu fai un saluto nazista ti arrestano. Se lo fai qui non ti dice niente nessuno. Come è successo con l’ultimo striscione Rsi sul lungotevere. Questo Stato ha fatto due leggi, Scelba e Mancino e devono essere applicate. Questi fanno come gli pare, dapertutto. I Catelli Romani sono diventati un feudo della destra. C’è troppa tolleranza. E non è democrazia questa. La democrazia è un’altra cosa. Questo paese ha combattto contro il nazismo e il fascismo e ha vinto. E ha fatto nascere la Costituzione. Ha fatto nascere un paese democratico e allora per favore lo rispettassero.
Si ma i militanti del Partito democratico non sembrano voler reagire a tutto questo. Lo prevedevi o ti ha sorpreso?
No, non mi ha sorpreso. Purtroppo lo prevedevo. E prevedo anche cose peggiori. Mi auguro che ci sia qualcuno che rifletta dentro il Governo. Devono capire che così gli italiani si allontanano defintivamente dalla politica. Io sono tra quelli che ancora crede nel valore die partiti. Credo, insomma, che la politica sia importante. Però credo pure che fare una lotta contro i partiti sia fare un lotta contro la democrazia.
Nel vostro sforzo di attualizzazione del messaggio della Resistenza avete aperto le sedi ai giovani. Che bilancio fate di questi anni?
Giovani e donne, per la precisione. Più di quaranta circoli a Roma. Siamo l’unica associazione che rappresenta un punto di riferiemento per gli antifascisti che sempre di più aumenta gli iscritti e la partecipzione. L’Anpi è la casa degli antifascisti. E’ bene che tutti lo sappiano. E quindi rispettiamo e onoriamo quella memoria. L’Italia che si è ribellata agli invasori nazisti e ai servitori fascisti.
Oggi si tocca con mano la frattura con le Brigate ebraiche. Che possibilità di uscita vedi da questa situazione fastidiosa?
A noi questa cosa fa male, perché con il mondo ebraico abbiamo avuto sempre buoni rapporti. Con la brigata ebraica un ottimo rapporto, con l’Aned uguale. Quest’anno non so cosa sia realmente accaduto. Loro si lamentano perché sono presenti le bandiere palestinesi. Voglio ricordare che nel nostro statuto al punto due si dice che noi dobbiamo stare vicino ai popoli che lottano per la propria libertà. Noi rispettiamo il nostro statuto. E non che diamo spazio , o cose varie, a queste realtà. Oggi chi parla dal palco saranno i partigiani. E ci racconteranno il loro 25 aprile di 70 anni fa. Oggi quattro associazioni di partigiani sono presenti. A noi dispiace molto che abbiano deciso di non venire. Noi abbiamo invitato la Brigata ebraica. La comunità ebraica non l’abbiamo mai invitata perché noi facciamo l’appello di venire a tutti gli antifascisti. E chi si sente antifascista bene. L’invito lo facciamo alle realtà che hanno combattuto la guerra di liberazione.
L’Europa è percorsa continuamente da rigurgiti di fascismo. E la vicenda Ucraina è emblematica…
Il problema è che l’Europa è troppo debole. Il punto è che non ha nel suo habitus mentale l’antifascismo. Come in Italia, non abbiamo mai affrontato il tema del fascismo. In Germania l’hanno sviscerato coinvolgendo tutti. E sono arrivati alla conclusione che è stato qualcosa di deleterio per la Germiania. Se lì tu fai un saluto nazista ti arrestano. Se lo fai qui non ti dice niente nessuno. Come è successo con l’ultimo striscione Rsi sul lungotevere. Questo Stato ha fatto due leggi, Scelba e Mancino e devono essere applicate. Questi fanno come gli pare, dapertutto. I Catelli Romani sono diventati un feudo della destra. C’è troppa tolleranza. E non è democrazia questa. La democrazia è un’altra cosa. Questo paese ha combattto contro il nazismo e il fascismo e ha vinto. E ha fatto nascere la Costituzione. Ha fatto nascere un paese democratico e allora per favore lo rispettassero.
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