martedì 28 aprile 2015

Due professori al fianco (e non al posto) di Varou­fa­kis.

Risultati immagini per Varou­fa­kisLa sua mossa per sbloc­care i nego­ziati Tsi­pras l’ha fatta. Potrebbe essere l’ultima nella dire­zione di un “ono­re­vole com­pro­messo”. Se i cre­di­tori non coglie­ranno l’occasione, allora Atene sarà costretta dai fatti a esa­mi­nare atten­ta­mente l’eventualità di fare scelte dram­ma­ti­che. Lo ha ripe­tuto l’altro ieri il vice pre­si­dente del con­si­glio Yan­nis Dragasakis.
 
il manifesto Dimitri Deliolanes
La prima ini­zia­tiva è stata quella di raf­for­zare il gruppo di nego­zia­tori. Accanto a Yanis Varou­fa­kis viene riva­lu­tata la figura dell’economista Euclide Tsa­ka­lo­tos (uni­ver­sità di Kent), che ne assume il coor­di­na­mento, men­tre a capo del gruppo che trat­terà con i con­trol­lori del Brus­sels Group (ex troika) è stato posto l’economista Gior­gos Hou­lia­ra­kis (uni­ver­sità di Man­che­ster), che diri­gerà anche il con­si­glio degli esperti del mini­stero delle Finanze.
Se quindi Varou­fa­kis è stato accu­sato di essere un «acca­de­mico incon­clu­dente», ecco altri due pro­fes­sori di prima gran­dezza a con­fu­tare i deliri neo­li­be­ri­sti di Wol­fgang Schau­ble. Al suo fianco e non al suo posto. Non si potrà più agi­tare lo spet­tro del mini­stro rock per bloc­care le trat­ta­tive e il governo greco dimo­stra di non per­met­tere a Ber­lino di sce­gliere i suoi mini­stri: «Le posi­zioni soste­nute da Varou­fa­kis non sono per­so­nali ma rispet­tano in tutto gli orien­ta­menti del governo», ha pre­ci­sato il por­ta­voce dell’esecutivo Sakellaridis.

La seconda mossa è di con­te­nuti. Il governo greco con­ti­nua stre­nua­mente a respin­gere le pres­sioni per tor­nare alla pre­ce­dente poli­tica di auste­rità. Ma sta esa­mi­nando la pos­si­bi­lità di attuare alcune misure che potreb­bero sod­di­sfare parte delle richie­ste dei debi­tori. In con­creto, si esa­mina la pos­si­bi­lità di rego­la­men­tare i casi di pen­sione anti­ci­pata, di tagliare le pen­sioni com­ple­men­tari più con­si­stenti e di aumen­tare l’Iva nelle isole del turi­smo di lusso, come Mykonos.
Non sono misure facili, anche dal punto di vista tec­nico. Ora­mai le pen­sioni anti­ci­pate riguar­dano solo madri con figli minori, men­tre quelle com­ple­men­tari hanno subito tanti tagli che è vera­mente dif­fi­cile tro­vare dei pri­vi­le­giati da “punire”. Quanto al’Iva nelle isole, rischia di tra­dursi in un boo­me­rang: meno turi­sti, meno con­sumi e quindi meno entrate per lo stato. E’ già suc­cesso nel trien­nio 2010– 2013. Alla fine per­fino la destra al governo ha preso l’eroica deci­sione di abbas­sare l’Iva ai vec­chi livelli, igno­rando le pro­te­ste della troika e facendo decol­lare il flusso turi­stico insieme con le entrate.
Tsi­pras ostenta otti­mi­smo e preme a livello poli­tico affin­chè all’eurogruppo di mer­co­ledì ci siano risul­tati con­creti. E per risul­tati con­creti ad Atene si intende che gli euro­pei ver­sino l’ultima tran­che del debito del 2012, cioè i fami­ge­rati 7,2 miliardi. Altri­menti, le rate del debito rischiano di non essere pagate.
Men­tre gli occhi di tutti sono rivolti verso i nego­ziati, ad Atene il governo con­ti­nua a legi­fe­rare. Dopo aver aumen­tato, rispetto alle pre­vi­sioni della finan­zia­ria, le entrate fiscali e con­tri­bu­tive gra­zie alla rateiz­za­zione dei debiti, si con­ti­nua senza sosta.
Oggi sarà appro­vata la legge che ripri­stina la radio­te­le­vi­sione pub­blica ERT (bru­tal­mente chiusa dalla destra nel 2013) e domani sarà la volta della legge che aumenta dal primo otto­bre la retri­bu­zione minima nel set­tore pri­vato dagli attuali 586 a 650 euro. In com­mis­sione si discute una legge che mette ordine nel mondo del cal­cio, ora regno incon­trol­lato degli oli­gar­chi, con tele­ca­mere e accesso con­trol­lato, tra­spa­renza negli arbi­traggi, bilanci veri­fi­cati per le società. Lo stesso si cerca di fare anche nel campo delle emit­tenti pri­vate, altro feudo oli­gar­chico: già si chiede il ver­sa­mento di tasse arre­trare dal 2011 men­tre saranno ridi­stri­buiti i per­messi per le fre­quenze digi­tali, ora occu­pate a un prezzo simbolico.

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