La situazione sociale in Brasile si fa sempre più incandescente.
contropiano .org Marco Santopadre
A Curitiba, nello stato del Paranà, migliaia di professori manifestavano davanti al parlamento regionale contro la legge – in esame proprio in queste ore – che autorizza il governatore ad utilizzare i fondi pensione della categoria per fare cassa in un momento in cui la pubblica amministrazione si è vista sottrarre ingenti finanziamenti e non è quindi in grado di far fronte agli investimenti e spesso neanche alle spese correnti.
Mentre il contestatissimo provvedimento veniva approvato dai deputati dello Stato del Paranà, fuori dall’edificio i manifestanti hanno tentato di scavalcare e oltrepassare le barriere poste a protezione del Parlamento. A quel punto la polizia, in assetto antisommossa, ha cominciato un fitto lancio di lacrimogeni contro gli insegnanti e altri lavoratori e attivisti della sinistra scesi in piazza, e sono partite varie cariche nel tentativo di disperdere i dimostranti. Molti dei quali, però, hanno tenuto duro rispondendo con lanci di oggetti e di pietre. A quel punto la polizia ha fatto entrare in azione anche gli idranti mentre gli agenti sparavano proiettili di gomma ad altezza d’uomo e lanciavano granate stordenti.
Al termine oltre 220 manifestanti sono rimasti feriti (ben 45 quelli ricoverati negli ospedali locali) o contusi e secondo i bilanci più aggiornati ben 190 persone sarebbero state fermate o arrestate. Anche alcuni bambini che si trovavano in una scuola vicino al luogo degli scontri hanno avuto bisogno di cure mediche dopo che si erano sentiti male a causa della grande quantità di gas lacrimogeno sparato nelle strade.
"E' una tragedia annunciata. E' ormai da 48 ore che stiamo denunciando la possibile reazione sproporzionata da parte della Polizia Militare. E' ora che l'Assemblea Legislativa e il governo statale ristabiliscano la normalità" ha denunciato il sindaco di Curitiba, Gustavo Fruet, mentre i sindacati degli insegnanti - che da lunedì erano accampati davanti al Centro Civico dove ha sede il parlamento locale - parlano di inaudita e ingiustificata violenza da parte delle forze dell'ordine e denunciano quella che definiscono una 'dittatura regionale'.
All'opposto il governo dello Stato di Paranà ha condannato quelli che ha definito «gli atti di aggressione e vandalismo causati dai manifestanti», distinti nella nota dai professori in sciopero, nel tentativo di incolpare degli scontri presunti 'black block'.
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