Il 27 aprile 1937 moriva Antonio Gramsci in seguito al lungo periodo
di carcere a cui l’aveva costretto il fascismo. Gramsci si rifiutò
sempre di chiedere la grazia a Mussolini: questa è la dirittura morale
dei comunisti. Gramsci usò il tempo del carcere per riflettere e per
scrivere i quaderni: leggiamoli, perché quell’intelligenza così profonda
e così temuta da fascisti e padroni non resti inutilizzata.
rifondazione.it
Paolo Ferrero
L’ideologia nuovista che caratterizza l’attuale fase cerca di delegittimare in ogni modo la nostra proposta politica mettendola letteralmente “fuori dalla storia”. Viceversa noi sappiamo che l’attuale fase di passivizzazione sociale, in cui proliferano le destre neoliberiste di Renzi e Salvini, è una parentesi destinata a chiudersi con la ripresa del protagonismo di massa e con la ricostruzione della dignità del popolo italiano. Proprio come avvenne con fascismo e grazie alla lotta partigiana, che è la roccia solida da cui avanzare la proposta di una riforma intellettuale e morale dell’Italia, la proposta del Socialismo del XXI secolo. Non ci pieghiamo, non ci vendiamo e usiamo tutta la nostra intelligenza per costruire l’alternativa a questo sistema ingiusto! Come fecero i partigiani. Come fece Gramsci.
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