martedì 30 aprile 2013

Dopo i saggi di Napolitano, arriva la Convenzione. Anche Letta sottrae al Parlamento le cose che contano

La vera sorpresa, almeno per me, del discorso di Enrico Letta è la sua proposta di avviare una Convenzione per le Riforme. 

L'Huffington Post
La sorpresa non deve essere stata solo mia dal momento che lo stesso Premier, nella sua replica finale si è detto colpito dal silenzio dei parlamentari della Camera su questa idea. Forse non era silenzio; forse era sorpresa, anche la loro.
Questa Convenzione è in effetti il cuore politico del progetto che Letta ha presentato. La sua importanza è sottolineata dal fatto che alla durata dei suoi lavori, 18 mesi, e alle sue conclusioni viene legata la vita stessa della legislatura, come ha ripetuto il Premier. Eppure, nonostante questo organismo debba assolvere il compito più importante per la politica, cioè fare quelle riforme istituzionali che ridiano senso e autorevolezza al nostro sistema, lo si forma come entità terza, e con l'aggiunta di personalità esterne, nella tradizione dei Saggi di Napolitano, cui si richiama.
Vediamo le parole esatte di Letta.

Afghanistan: dalla Cia un fiume di denaro a Karzai


Afghanistan: dalla Cia un fiume di denaro a Karzai
Un fiume di denaro, per oltre un decennio, ha raggiunto in segreto gli uffici del presidente afghano Hamid Karzai: valigette, zaini o anche buste di plastica piene di dollari inviate quasi ogni mese dalla Cia, per 'oliare' il suo accesso al Palazzo di Kabul.
I risultati, però, non sembrano essere affatto quelli sperati. Si tratta di decine di milioni di dollari, secondo quanto ha rivelato oggi il quotidiano statunitense New York Times, utilizzati dalla Central Intelligence Agency per 'comprare influenza', ma che invece hanno alimentato la corruzione e il potere di signori della guerra e di alcuni uomini politici che hanno collegamenti con il traffico della droga e con i talebani, ostacolando di fatto la 'exit strategy' degli Usa dall'Afghanistan.
Nel giro di alcune ore, Karzai ha replicato affermando in un comunicato di aver ricevuto effettivamente negli ultimi 10 anni aiuto finanziario dagli Usa per il suo Consiglio di Sicurezza Nazionale, ma si é trattato di cifre ''ragionevoli'' e non ''esorbitanti'', che sono state usate con differenti finalità, compresi ''trattamenti per gli agenti feriti, affitto di sedi e altri obiettivi operativi''.

Crisi. In quattro anni boom di suicidi per motivi economici


Crisi. In quattro anni boom di suicidi per motivi economici
Negli ultimi quattro anni i suicidi dovuti a motivazioni economiche sono aumentati in Italiadel 20-30%, al contrario restano piccoli i numeri totali dei suicidi in paesi come il nostro. Lo afferma il direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, a margine della presentazione del rapporto Osservasalute 2012.

I dati emergono dal Rapporto Osservasalute 2012, presentato questa mattina all'Università Cattolica di Roma, secondo il quale il consumo di farmaci contro la depressione è quadruplicato in dieci anni, passando da 8,18 (dosi giornaliere ogni mille abitanti) del 2000 a 36,1 del 2011, complice anche la "facilità di utilizzo" di questo tipo di medicinali, spesso prescritti anche "in caso di depressione lieve". Altro dato 'osservato speciale' è il tasso dei suicidi, in continuo aumento negli ultimi anni, che nel biennio 2008-2009 si é attestato a 7,23 per 100.000 residenti dai 15 anni in su (nel 2009 se ne sono registrati 3870 contro i 3.607 del 2006). Un dato che "può essere un segno, oltre che di patologia psichiatrica, del crescente disagio sociale", si legge nel Rapporto, e che "va monitorato con attenzione anche al fine di prevedere un rafforzamento delle attività preventive e della presa in carico sanitaria e sociale di soggetti a rischio".

Krugman: fine della farsa, solo il deficit ci salva dall’incubo


Sarebbe davvero tanto facile mettere fine alla piaga della disoccupazione? Ebbene sì. Basta aumentare la spesa pubblica a deficit per creare subito posti di lavoro. Problema: «Chi ha il potere in mano non ci vuole credere». Qualcuno di quei potenti, scandisce il Premio Nobel americano per l’economia, Paul Krugman, «ha una sensazione viscerale che la sofferenza sia un bene». Lo dicevano anche alcuni “padri” dell’Eurozona, come l’ex ministro prodiano Tommaso Padoa Schioppa, che auspicava «riforme che vi facciano soffrire». La mania delle élites? Far pagare (a noi) un prezzo per i “peccati” del passato, «anche se i peccatori di allora e chi soffre oggi sono dei gruppi sociali di persone completamente diverse». Qualcuno di quei potenti, accusa Krugman, vede nella crisi una magnifica opportunità per smantellare tutta la rete di sicurezza sociale. «E quasi tutti, nelle élites politiche, prendono le parti di una minoranza benestante che in realtà non sta sentendo molto dolore».
In un intervento sul “New York Times” ripreso da “Come Don Chisciotte”, Krugman indica nella clamorosa sconfessione pubblica dei guru di Harvard Paul Krugmanil possibile punto di arresto del cataclisma che ha falcidiato i diritti sociali, in tutto l’Occidente neoliberista e in particolare nell’Eurozona, dove la spesa pubblica è sostanzialmente “vietata” da norme inaudite come il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio. Misure che paralizzano Stati già impoveriti e neutralizzati, nella loro capacità finanziaria, dalla perdita della facoltà sovrana di gestire la moneta per soccorrere la popolazione nei momenti di crisi, riattivando l’economia. «Quelli di noi che hanno passato anni a dibattere contro una austerità fiscale avventata hanno appena passato due belle settimane», ammette Krugman, riferendosi allo studio con il quale l’università del Massachusetts ha appena “smontato” il famosissimo studio di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, secondo cui i tagli al bilancio pubblico producono crescita.

Per Bruxelles siamo solo bestiame: fanno zootecnia sociale


Tanto rumore per il solito commissariamento del governo italiano. Si dà grande risalto mediatico al fatto che Pd e Pdl si mettano insieme, per nascondere la vera notizia: «Lo fanno per imporre decisioni prese al di fuori dell’Italia, sebbene si dimostrino rovinose». Ci portano al macello: con metodi di “allevamento” sperimentati precisamente nella zootecnia. Parola di Marco Della Luna, scettico nei confronti del governo Letta per un motivo semplicissimo: «Il potere politico è nelle mani di chi ha le leve macroeconomiche, soprattutto di decidere quanta moneta mettere in circolazione, a chi darla, a che tassi, a che condizioni, e di decidere se e quanto lo Stato possa investire, anche a deficit, per indurre l’attivazione dei fattori di produzione, l’occupazione, la crescita», oltre che «decidere sulla regolazione dei cambi valutari e regolamentare le importazioni di beni, servizi e capitali». Quindi, il conflitto d’interessi «non è tra Pd e Pdl, ma tra chi impone quelle decisioni e la gente che ne subisce gli effetti». 
Uno Stato senza più potere di spesa può solo “tirare un po’ la coperta”, e stop. L’ennesimo governo “commissariato” dal super-potere che condiziona Enrico Lettal’Italia potrà al massimo «spostare un po’ di soldi da un capitolo all’altro della spesa pubblica», magari alleggerire il peso fiscale trasferendolo da una categoria all’altra, «ma non può intervenire sulla recessione strutturale». I paesi dell’Eurozona, ricorda Della Luna, hanno devoluto questi poteri, interamente, ad organismi esterni, in primis la Bce per quanto riguarda il controllo della moneta. E la missione della Bce non è evitare la recessione, ma solo proteggere il potere d’acquisto dell’euro: quindi Francoforte «non può comprare titoli pubblici dai governi, cioè non può finanziarli direttamente, diversamente da altre banche centrali, come la Fed». A differenza della Federal Reserve, la Bce «non può intervenire per invertire una recessione strutturale, né per riequilibrare le disponibilità monetarie e creditizie nei vari paesi dell’Eurozona». Al più, Draghi lancia allarmi e interviene comprando titoli sui mercati secondari di quei paesi che rischiano, col loro default, di far saltare in aria l’euro.

Macelleria Italia: tagli selvaggi, stipendi ai livelli del 1979


Tagliare gli sprechi della spesa pubblica, gonfiati dalla “casta” del pubblico impiego? Balle: l’Italia è scesa al di sotto della media Ocse per numero di occupati nella pubblica amministrazione. Dal 2006 al 2011, lo Stato ha tagliato 232.000 dipendenti pubblici. Una drastica “spending review” sostanziale, in ossequio all’ideologia neoliberista di Bruxelles, cominciata molto prima delle invettive di Brunetta contro i “pelandroni” o l’allarme scatenato da Grillo. Oltre alla salutare denuncia di sprechi intollerabili, la strana stagione delle crociate contro i privilegi della “casta” ha prodotto il disastro definitivo del tecno-governo “nominato” dalla Troika. A conti fatti, stanno letteralmente “smontando” lo Stato, costantemente sotto ricatto finanziario a partire dall’adesione all’Eurozona. Ora siamo alla “terza fase” dell’austerità, quella senza ritorno: devastazione dell’economianazionale e, naturalmente, privatizzazione lucrosa dei servizi pubblici, a danno dei cittadini.
 
La crescita del precariato nella pubblica amministrazione, e in particolare nei settori sensibili del welfare, cioè scuola e sanità, secondo Roberto Prodi: il primo a mettere in crisi in pubblico impiegoCiccarelli, analista di “Micromega”, è avvenuta proprio negli anni in cui iniziava la campagna mediatica anti-casta. Risultato: l’espulsione di oltre 200.000 persone dal sistema: «Il blocco del turnover non permetterà l’assunzione di nuovo personale, compresi i precari che attendono nel limbo una stabilizzazione impossibile». La virulenta campagna anti-casta ha funzionato come specchietto per le allodole: «Ha nascosto il processo di ridimensionamento del lavoro pubblico, in particolare nei settori che assicurano la riproduzione intellettuale e la cura della persona», rendendo proibitivo l’accesso al lavoro «in un mercato che è stato spogliato di ogni regola: a partire dallo Stato, il più grande sfruttatore di precari».

Il ragazzo che ha smentito Harvard salvando il mondo dall’austerità

di Federico Rampini, da Repubblica, 29 aprile 2013
È apparso come star nel popolare talkshow di satira politica The Colbert Report. Se l’è meritata davvero questa fama Thomas Herndon, che prepara la sua tesi di Ph.D. alla University of Massachussetts di Amherst.

Il premio Nobel dell’economia Paul Krugman gli dà atto di avere «confutato lo studio accademico più autorevole degli ultimi anni». Scoprendovi degli errori banali, imbarazzanti per gli autori. Le vittime di Herndon sono due tra gli economisti più stimati del mondo: Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. Loro due insegnano in una super-università, Harvard, ben più prestigiosa di quella dove studia il 28enne dottorando che li ha messi al tappeto. Rogoff, che è stato economista anche al Fondo monetario internazionale e alla Federal Reserve, insieme con la sua collega Reinhart pubblicò “Growth in a Time of Debt”, una ricerca conclusa proprio quando stava scoppiando la crisi della Grecia. In quel testo vi era la “prova scientifica”, secondo gli autori, che se il debito pubblico di una nazione raggiunge la soglia del 90% del Pil, diventa un ostacolo insuperabile alla crescita. 

Quella cifra “magica” venne adottata come un dogma, istantaneamente ripresa da organizzazioni internazionali e governi: da Angela Merkel alla Commissione europea, fino al partito repubblicano negli Stati Uniti. Lo stesso Krugman ricorda che «ebbe un ruolo cruciale nella svolta delle politiche economiche, con l’abbandono delle manovre anti- recessive sostituite prontamente con politiche di austerity ». La tesi di Krugman è che c’erano già poderose correnti ideologiche in azione per interrompere le manovre anti-recessive, e tuttavia quello studio divenne un regalo insperato, una pietra miliare, il fondamento teorico per l’austerity.

Richard Stallman a Biella giorno 2 Maggio ospite dell'associazione Hipatia


Grazie alla segnalazione di un utente Anonimo (firmateviii :P) vi segnalo il seminario dal titolo Dalla Conoscenza libera al software libero si terrà giorno 2 Maggio 2013 a Biella. Il seminario gratuito vedrà come ospite il nostro amato Richard Stallman. Ecco il comunicato stampa:

Dalla conoscenza libera al software libero

Biella, 2 Maggio 2013


Il progetto Guri dell'associazione Hipatia organizza un seminario pubblico rivolto a tutti i docenti delle scuole secondarie di secondo grado, in cui eminenti esperti nel campo dell'Istruzione e delle Tecnologie dell'Informazione presenteranno la filosofia della conoscenza libera e del software libero e la loro applicazione in ambito scolastico.
Verranno inoltre approfondite le implicazioni etiche e sociali dell'adozione di software libero nelle scuole e presentate politiche volte a favorire la partecipazione attiva degli studenti al proprio percorso formativo e lo sviluppo di competenze sul territorio.
Il seminario si terrà nel pomeriggio del 2 Maggio presso l'aula magna dell'istituto IIS "Q. Sella" a Biella alle ore 15.

Richard Stallman a Benevento l'8 Maggio 2013


Cari fan del software libero che risiedete in Campania tenetevi forte e segnatevi questa data.
Il Giorno 08 Maggio 2013 alle ore 09:30, presso la Sala Convegni S. Agostino dell’Università degli Studi del Sannio in Via G. De Nicastro Benevento (BN), l’Associazione LILIS e l’Associazione universitaria Uning, in collaborazione con l’Università degli studi del Sannio e con il patrocinio morale di Comune e Provincia di Benevento organizzeranno un seminario con il principale esponente del movimento del Software Libero e padre del progetto GNU Richard Stallman!

Il titolo del seminario, che è ovviamente gratuito è: “The Free Software Movement and the GNU/Linux Operating System (Il Movimento del Software Libero e il sistema operativo GNU/Linux)”
Come sempre Richard Stallman terrà il suo discorso è in inglese ma è prevista la traduzione simultanea.
Nel corso della mattinata, oltre al saluto delle Associazioni LILIS e Uning, è previsto anche l’intevento di Luca Martinelli, giornalista free-lance beneventano ma trasferito a Roma, amministratore di Wikipedia e socio di Wikimedia Italia, emanazione dell’Associazione che sostiene Wikipedia in tutto il mondo, che illustrerà, uno dei più grandi, famosi e di successo progetti del mondo, collegato al progetto GNU ovvero Wikipedia e i contenuti liberi, (Open Content).

Alex Zanotelli APPELLO ACQUA PUBBLICA E LIBERA DAL PROFITTO


Napoli,24/04/2012  Ripubblicizziamo, dal bassso!           


 
Oggi,24 aprile ,Giornata mondiale  delle ripubblicizzazioni, abbiamo voluto celebrare insieme      
(Comitati campani dell’acqua e Comune di Napoli) , nella splendida cornice di Castel dell’Ovo, la nascita di ABC(Acqua Bene Comune)-Napoli. Lo abbiamo fatto in un’intensa giornata di studio con la presenza sia dei comitati acqua coordinati da Consiglia Salvio, sia del Comune rappresentato dal Sindaco L. De Magistris, nonché dal presidente di ABC prof. U. Mattei e dall’ex-assessore all’acqua, prof. A. Lucarelli. “Napoli è l’unica grande città in Italia-così ha aperto i lavori il Sindaco- ad aver obbedito al Referendum.” Infatti, grazie alla forte pressione del comitato acqua, il Comune di Napoli ha deciso di trasformare l’azienda che gestisce la propria acqua,ARIN Spa, trasformandola in ABC-Napoli, azienda speciale che per sua natura, non può fare profitto. E’ quanto prevede il Referendum del 2011, che ha sancito che non si può fare profitto sull’acqua.

Cgil-Cisl-Uil: "Cremaschi non deve parlare"

Cgil-Cisl-Uil: "Cremaschi non deve parlare"  

I direttivi riuniti di Cgil, Cisl e Uil, che dovevano limare la decisione definitiva suille "regole della rappresentanza", negano la parola a Giorgio Cremaschi, membro del Direttivo Cgil. Lui occupa il palco e loro staccano la luce... Intanto, fuori del palazzo dell´Inali "prestato" per l´occasione, delegati e dirigenti dell´Usb volantinavano il testo che segue. contropiano.org
Il testo del volantino che la USB sta distribuendo davanti la sede della direzione centrale INAIL in piazzale Pastore a Roma dove si riuniscono i direttivi congiunti di CGIL, CISL e UIL proprio per dare il via libera all accordo con Confindustria sulla rappresentanza e che sarà formalmente sottoscritto il 6 maggio.

Bangladesh, strage di lavoratori tessili. E le foto “accusano” Benetton

A Dacca mercoledì un palazzo di otto piani è crollato e sono morti almeno 381 operai. Lavoravano in assenza delle più elementari condizioni di sicurezza e producevano capi per conto di multinazionali tra cui anche l'azienda di Treviso e di altre aziende.

Abbiamo volutamente aspettato che fossero noti i marchi mondiali della moda che facevano produrre nella fabbrica di Dacca prima di pubblicare questa notizia . Abbiamo sperato che non fossero coinvolte aziende italiane e invece pare proprio che ce ne siano. Una in particolare, un colosso che ormai ha interessi in differenti settori strategici in Italia: Benetton. Vorremo che il nuovo governo metta subito mano alla definizione di una legge che obblighi a indicare la filiera produttiva, inserendo l'obbligo di un marchio di qualità sociale per poter vendere in Italia. Una filiera verificabile da tutti i cittadini e non un semplice simbolo acquisibile aggirando facilmente norme, per lo più a carattere volontario, che le aziende esibiscono per qualificarsi come responsabili e socialmente sostenibili. Non vogliamo indossare camicie e maglioncini prodotti da bambini, donne e uomini ridotti in schiavitù per gratificare il nostro gusto estetico, magari a poco prezzo. Perchè da qualche parte del mondo qualcuno stà pagando un prezzo inaccettabile per tutte le persone libere e non c'è nessuna legge sul libero commercio che lo possa giustifcare. Ricordiamo un bambino packistano Iqbal Masih, venduto ad un fabbricante di tappeti e costretto a lavorare legato al telaio. Iqbal un giorno riusci a fuggire e raccontò la sua storia. Da allora ricevette riconoscimenti e anche premi in denaro. Ma non diventò un imprenditore, costruì una scuola. Il 16 aprile del 1995 fu assassinato: aveva 13 anni.

(ndr) redazione diffusa campagnanoR@P 

ilfattoquotidiano.it di
Bangladesh

Una camicia di colore scuro, sporca di polvere, fotografata tra le macerie. Sul tessuto, l’etichetta verde acceso, inconfondibile: “United Colors of Benetton“, recita la scritta. Dalle macerie del Rana Plaza, il palazzo di otto piani alla periferia di Dacca, in Bangladesh, che lo scorso mercoledì si è sbriciolato uccidendo almeno 381 operai, cominciano ad affiorare le prime verità. 

Cambio l’auto: il metano eco-scelta, in attesa dell’elettrico accessibile

Un tempo la scelta era limitata a benzina o gasolio, oggi il range di possibilità è molto più ampio per risparmiare e rispettare l’ambiente, a cominciare dalle auto a gas, ormai inserite nei normali listini di tutte le Case. Quale scegliere, aspettando che l’auto “che si ricarica in casa” sia economicamente più accessibile?

Cambio l’auto: il metano eco-scelta, in attesa dell’elettrico accessibile

La primavera è tradizionalmente il momento dell’anno in cui si pensa di cambiare l’auto. Marca da scegliere, tipologia, modello, famiglie in subbuglio nel classico dibattito interno. Ma da qualche tempo, per effetto della crisi economica, si è inserito forzatamente un elemento in più nella discussione: che tipo di alimentazione scegliere. La vecchia benzina? Oggi ha qualche chance in più, considerato che la ricetta del cosiddetto downsizing consente di avere motori sempre più piccoli (per esempio i miracolosi tre cilindri di ultima generazione), con prestazioni di tutto rispetto e bassi consumi impensabili fino a qualche anno fa. Il solito diesel? Scelta rassicurante: è arrivato praticamente alla sua massima evoluzione, è sicuro, affidabile, tutto sommato parco e facilmente rivendibile a fine carriera.

Primo nodo da sciogliere per Letta Berlusconi: l'Imu va abolita o non ci stiamo. Delrio: pensiamo di alleggerirla

Silvio BerlusconiO l'Imu viene abolita o non ci stiamo.
rainews24.it  E' quanto dichiara l'ex premier Silvio Berlusconi dopo che in mattinata il ministro Dario Franceschini aveva dichiarato che l'Imu non verra' tolta ma solo prorogata per quanto riguarda il mese di giugno.  A stretto giro di boa, il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio aveva puntualizzato che "la rata dell'Imu giugno "verra' sospesa in attesa di un nuovo regime che possa aiutare le famiglie meno abbienti. Il lavoro sara' fatto con il Parlamento". Delrio ha poi rilevato che "c'e' da affrontare un problema di liquidita' dei Comuni".
Per il Pdl anche Matteoli era sceso in campo sulle dichiarazioni di Franceschini. "Le parole del ministro sull'Imu non le possiamo condividere e chiediamo al presidente del Consiglio Letta che chiarisca le intenzioni del governo in sede di replica al Senato prima del voto di fiducia".

Governo Letta, sì alla fiducia dal Senato. Ma è scontro Pd-Pdl sull’Imu

Voto di Palazzo Madama favorevole al nuovo esecutivo, con 233 sì, 59 no e 18 astenuti. Scoppia però la polemica sull'imposta. Franceschini: "Non sarà tolta, ma prorogata". Berlusconi: "Abolirla o niente sostegno a premier". Ue: "Rispettare i target senza nuovo debito". Il presidente del Consiglio: "Nessuna alternativa allo stare insieme".

Berlusconi: “Mi vedo bene come presidente della Convenzione”“Mi chiedete se mi vedo bene come presidente della Convenzione per le riforme. Io sono sempre più bravo in tutto, è certo che mi vedo bene” anche in questo ruolo. Silvio Berlusconi arriva al Senato e rilancia la sua candidatura alla guida della futura Convenzione per le riforme proposta dal governo Letta. 

Enrico Letta

Dopo la fiducia ottenuta ieri dalla Camera con 453 sì, 153 no e 17 astenuti, il governo Letta ottiene il via libera anche dal Senato: 233 sì (Pd, Pdl, Sc, Gal, Svp), 59 no (M5S e Sel), 18 astenuti (Lega). Nel Pd si sono distinti Lucrezia Ricchiuti, che non ha partecipato al voto, e Corradino Mineo, che pur votando sì in Aula ha fatto un discorso molto critico su un governo appoggiato da una maggioranza in cui siedono uomini “che non hanno voluto leggi contro concussione, reato di scambio, corruzione e conflitto di interessi”. Dal canto suo Enrico Letta nella sua replica al dibattito sulla fiducia ha ribadito la necessità di una Convenzione per le riforme. E ha affermato che vista la “situazione di grandissima emergenza” e l’esito elettorale “non ci sono alternative allo stare insieme”. Ma sullo stare insieme di Pd e Pdl, oggi si sono già registrate le prime incrinature, visto che sull’Imu è scoppiata la polemica, con Silvio Berlusconi che minaccia: “O verrà abolito o non sosterremo il governo”.
Scontro Pd-Pdl sull’Imu

lunedì 29 aprile 2013

Imu, tagli ai partiti, esodati, riforme costituzionali: Letta si dà 18 mesi e un programma di legislatura


Il premier chiede la fiducia Camera: "Serve il coraggio di Davide", la fionda è il sostegno dei partiti.

Senza crescita e senza coesione l'Italia è perduta. L'Italia invece può farcela. (...) La riduzione fiscale senza indebitamento sarà un obiettivo a tutto campo, innanzi tutto sul lavoro". Così Enrico Letta nel discorso con il quale il premier ha chiesto la fiducia alla Camera. Atteso poco dopo le 20 il voto, domani nel primo pomeriggio il via libera del Senato.
rainews24.it
Enrico Letta alla CameraUltima chance
Dopo aver ringraziato Giorgio Napolitano per lo "straordinario spirito di dedizione alla comunità nazionale con il quale ha accettato la rielezione al secondo mandato" e i presidenti delle Camere per la collaborazione di questi giorni, Letta ha ricordato le parole del capo dello Stato, che ha concesso ai partiti "un'ultima opportunità" di servire il Paese. E' un "linguaggio sovversivo della verità", che Letta ha detto di fare proprio, ringraziando per la lealtà e il sostegno avuto Pierluigi Bersani.
L'Italia sta male
"La prima verità è che la situazione economica dell'Italia è ancora grave, il debito pubblico rischia di schiacciare per sempre le generazioni future". Il Governo Monti ha fatto molto, ma bisogna recuperare margini di manovra riorientando alla crescita l'azione dell'Unione europea.
"L'Europa è in crisi di legittimità ed efficacia proprio quando tutti i cittadini ne hanno più bisogno. Non ci possono essere vincitori e vinti se l'Europa fallisce questa prova. Se otterrò la vostra fiducia da domani, immediatamente, visiterò Bruxelles e Berlino", ha detto Letta rivolgendosi ai deputati.
Di austerity si può morire
"Questo Parlamento ha già mostrato di poter dare un contributo innovativo all'Europa. (...) Di solo risanamento l'Italia muore. Dopo più di un decennio, le politiche per la crescita non possono più attendere, tante famiglie sono nello scoramento" che rischia trasformare il disagio sociale in atti irresponsabili, come dimostra, ha ricordato Letta, la sparatoria di ieri davanti a Palazzo Chigi.
Meno tasse sul lavoro
"Vogliamo ridurre le tasse sul lavoro: quello stabile, quello sui giovani e sui neo assunti".

Scuola, Cobas: Ministra robotica, ma di scuola quanto sa?

Cara ministra Carrozza, innanzitutto complimenti per la rapidissima carriera politica, appena ieri capolista del PD in Toscana, evitando primarie e guerre per bande; e oggi già ministra della (Pubblica, speriamo) Istruzione. Ma ancor più congratulazioni per la sua biografia professionale “picomirandolesca”. Scienziata di fisica nucleare, bio-ingegnera (noi femminilizziamo i titoli) robotica e meccatronica, esperta di domo-robotica e neuro-robotica, risparmio energetico, biotecnologie e biomeccatronica; e in più rettora di Scuola superiore e supervisora di dottorandi e ricercatori, nonché conferenziera globale.

cobas.it | Autore: Piero Bernocchi*
Di fronte a tanta scienza, ogni dubbio sulla sua nomina dovrebbe sparire. Eppure un interrogativo ci è venuto in mente: ma di scuola-scuola, delle materne, elementari, medie e superiori, delle condizioni di lavoro e di studio negli istituti, di precari e inidonei, docenti ed Ata, quanto ne sa al momento? E per stare alla stretta attualità, come si concilia la ministra robotica con gli indovinelli Invalsi, con il Sistema di (s)valutazione, con la scuola-quiz e la scuola-miseria, triste realtà che si apre davanti a milioni di giovani, al di fuori dei “fasti” del modello Sant’Anna?
E cosa ne pensa della farsa che dal 7 al 16 maggio si ripeterà nelle nostre tormentate scuole con i quiz Invalsi, divenuti metri di misura della qualità dell’istruzione? E contro cui – oltre ad altri temi - abbiamo convocato uno sciopero di tre giorni (il 7 alle elementari, il 14 alle medie e il 16 alle superiori) di tutto il personale della scuola? Qualora non fosse in materia preparata come nella enorme gamma di sue competenze, la inviteremmo a leggere l'Appello (vedi www.cobas-scuola.it) che abbiamo lanciato contro la scuola-quiz e che ha raccolto già molte migliaia di firme di docenti di scuola e Università, uomini e donne della cultura e delle arti - tra i/le quali Pietro Barcellona, Cesare Bermani, Marina Boscaino, Maria Grazia Campari, Luciano Canfora, Donatella Della Porta, Giorgio Israel, Romano Luperini, Moni Ovadia, Riccardo Petrella, Salvatore Settis e Guido Visconti.

Tutti contro l'amianto, parte la campagna


Tutti contro l'amianto, al via la campagna (immagini di Attilio Cristini)

Il 28 aprile è la Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro. Prende il via la campagna "Liberi dall'amianto" in 14 piazze simbolo, da Casale Monferrato a Civitavecchia. In Italia di amianto si continua a morire. 

rassegna.it di Marco Togna
Di amianto ci si continua ad ammalare, e a morire. In Italia ci sono ancora 75 mila ettari di territorio contaminato, che non sono stati mai bonificati. E il numero delle patologie di asbesto denunciate all’Inail, ai fini del riconoscimento e dell’eventuale indennizzo, cresce senza sosta: erano 2.250 nel 2011, il 18 per cento in più nell’ultimo quinquennio (erano 1.900 nel 2006) e ben il 50 per cento nell’ultimo decennio (erano 1.500 nel 2001).

Fino al 10 luglio lavoriamo per pagare le tasse


Aumenta il carico fiscaleNel 2012 la data era stata fissata al 3 luglio, quest'anno gli italiani dovranno lavorare
ancora di più, fino al 10 luglio, per finire di pagare tutte le tasse che gravano sulle loro spalle e cominciare a mettersi in tasca i proventi della loro attività.
Questa l'indicazione che emerge dal calendario 2013 del giorno della 'liberazione' dalle tasse elaborato dalla Fondazione per le riforme europee e dall'Istituto economico Molinari in base a dati della Ernst&Young reso noto oggi.
Rispetto al 2012, l'Italia ha scalato un posto nella classifica dei Paesi dove bisogna
lavorare più a lungo prima di finire di pagare tutte le tasse.
Nella graduatoria di quest'anno il nostro Paese è risultato in sesta posizione contro la settima dello scorso anno in seguito all'arretramento segnato dalla Svezia.
In cima alla classifica resta il Belgio, dove bisogna lavorare fino all'8 agosto prima di cominciare a guadagnare per sé, invece che per lo Stato. Al secondo posto si trova la
Francia (26 luglio), seguita da Austria (23 luglio), Ungheria (16 luglio) e Germania (13 luglio).

domenica 28 aprile 2013

Sparatoria a Palazzo Chigi, Pdl: “Colpa di chi semina odio”. M5S: “Contro la violenza”

Si accende la polemica con dichiarazioni in serie di Alemanno, La Russa, Gasparri, De Girolamo. Ma anche da sinistra. Gasbarra (Pd): "Basta con vaffaday, arrendetevi, siete morti". Veltroni: "Sbagliato chiamare in causa i Cinque Stelle". Vendola: "Il regime incolpa chi è contro l'inciucio".

Sparatoria a Palazzo Chigi, Pdl: “Colpa di chi semina odio”. M5S: “Contro la violenza”

Non è ancora chiaro cos’è avvenuto di preciso davanti a Palazzo Chigi e già si accende la polemica politica. Nessuno lo cita apertamente, con l’eccezione di Francesco Storace, ma tutte le allusioni portano al Movimento Cinque Stelle. A dare il via è stata una dichiarazione del sindaco di Roma Gianni Alemanno: “E’ il gesto di un pazzo e di uno squilibrato – dice - ma non ci dobbiamo stupire quando si inveisce continuamente contro il Palazzo, come se fosse da abbattere”. Ma ai cronisti che gli chiedono se si riferisca ai Cinque Stelle replica: “Non mi riferisco a nessuno”. I capigruppo del Movimento Vito Crimi e Roberta Lombardi cercano di stemperare subito l’atmosfera riconfermando l’atteggiamento sempre inserita in una cornice costituzionale della forza politica rappresentata in Parlamento oltre 160 deputati e senatori: “A nome di tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle esprimiamo la nostra ferma condanna per il folle gesto di violenza perpetrato poco fa davanti a Palazzo Chigi ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà umana e civile ai tre Carabinieri in servizio ed al passante feriti. La democrazia non accetta violenza”.

Governo Letta, un piatto avvelenato


Chissà come devono sentirsi gli otto milioni e mezzo di elettori del Pd che lo scorso febbraio avevano pensato di votare contro Berlusconi e che ora si ritrovano al governo proprio con il Pdl di Berlusconi.
Un tradimento politico che non ha precedenti nella storia repubblicana, sancito solennemente dal presidente Giorgio Napolitano, vero, unico, grande regista dell’operazione quando stringendo a sé come un figlioccio che deve fare il bravo il premier Enrico Letta ha detto e ribadito che questo è ungoverno politico” sancito da “un’intesa politica”. Che poi questo ibrido mostruoso degno del dottor Frankenstein sia ingentilito da un qualche nome di prestigio in più (Emma Bonino, Fabrizio Saccomanni) e da qualche impresentabile in meno è la conferma dell’imbroglio.
L’assenza dei pezzi da novanta, da Brunetta a Schifani, da Monti a D’Alema non è una buona notizia per il nipote di Gianni Letta (zio molto presente nelle trattative) perché non offre sufficiente riparo politico al governo politico che, in men che non si dica, potrebbe trovarsi ridotto a rango di governo balneare. Molto dipende da Berlusconi che ha già piazzato il fido Alfano su due poltrone (vicepremier e ministro degli Interni) tanto perché si sappia che comanda davvero. E anche se la Giustizia è toccata al “tecnico” Cancellieri, al Caimano giustamente preoccupato per l’esito dei suoi numerosi processi non mancheranno gli interventi da larghe, anzi larghissime intese di Csm, Cassazione e Consulta. Ancora una volta, l’uomo di Arcore “a un passo da piazzale Loreto” (Giuliano Ferrara), grazie al suicidio del Pd e agli errori di Grillo (non votare Prodi) può giocarsi due carte pesanti. Sfruttare il più a lungo possibile la svolta di Napolitano e approfittare fino all’osso di un governo di cui è azionista di riferimento. Oppure condurre fino in fondo la battaglia per l’abolizione dell’Imu: formidabile calamita di voti nel caso decidesse di staccare la spina e di prendersi tutto il piatto con le elezioni anticipate già nel prossimo autunno.

Disoccupazione, in cinque anni 1,24 milioni di persone senza lavoro in più


Dal 2007 il numero degli italiani senza posto è quasi raddoppiato (+82,2%): una persona su due che cerca lavoro è al sud, ma in percentuale l’incremento maggiore si rileva al nord (+121,3%)

In cinque anni la disoccupazione media in Italia è quasi raddoppiata (+82,2%): una persona su due che cerca lavoro è al sud, ma in percentuale l’incremento maggiore si rileva al nord (+121,3%). E’ quanto emerge dalle elaborazioni dell’Adnkronos, sulla base degli ultimi dati pubblicati dall’Istatsulla media annuale del numero di persone in cerca di lavoro a partire dai 15 anni.
Secondo gli aggiornamenti dell’Istituto di statistica i disoccupati, nella media annuale del 2012, sono stati 2,74 milioni, un record storico da quando, nel 1993, è iniziato il monitoraggio. Esaminando gli anni della crisi emerge che lo scorso anno si è registrato un boom del numero di disoccupati, che sono aumentati del 30,2% (+636.000 unità). Osservando l’andamento degli anni precedenti si rileva che il forte incremento dello scorso anno segue a un anno di sostanziale stallo (nel 2011 l’incremento era stato solo dello 0,3%).
Una sosta, però, che arrivava dopo tre anni di incrementi sostenuti: +8,1% nel 2010, +14,9% nel 2009 e e +12,3% nel 2008. La disoccupazione a livello nazionale nel 2012 è aumentata di 4,6 punti percentuali, rispetto al dato del 2007, con picchi di 6,2 punti al sud, che portano il tasso delle persone in cerca di occupazione al 17,2 per cento. Va meglio al centro e al nord, dove si registrano rispettivamente incrementi del 3,8% e del 3,9%, che fanno salire il dato complessivo al 9,5% e 7,4 per cento.

Cronache dal futuro: Berlusconi Presidente della Repubblica e Pd cancellato


2015. Silvio Berlusconi è il nuovo presidente della Repubblica italiana. Assieme alla first Lady, Francesca Pascale (e una vagonata di calippi) sta prendendo posto negli appartamenti del Quirinale. Soltanto poche settimane fa, l’ex presidente Napolitano è stato raggiunto dal treno di sfiga che un’ampia fetta d’Italia gli ha lanciato nell’aprile 2013.
Come era prevedibile, dopo aver stravinto le politiche del 2014 – favorito dall’autodistruzione del Pd – il partito del Cavaliere ha potuto contare su una larga maggioranza per l’elezione del nuovo capo dello Stato. Fumata bianca subito per Silvio presidente grazie anche al sostegno della Lega Nord, guidata dal neosegretario Renzo “Il Trota”.
Decisiva per il successo alle politiche del Cavaliere si è rivelata ancora una volta la legge elettorale, che il Governissimo di Letta nel suo breve anno di vita non è stato in grado di riformare a causa di una lunga paralisi governativa.
“Ma come ci siamo finiti ad avere un Governo Pd-Pdl?”, domandano alcuni elettori in stato confusionale. La risposta va cercata nell’aprile 2013, quando Bersani, trascurando la volontà del popolo e le leggi della natura, supplicava Napolitano di restare altri sette anni.

Enrico Letta e la sanità, se tanto mi da tanto…


Come ci informa Quotidiano Sanità opportunamente, Enrico Letta nel 2009, quando era responsabile nazionale welfare durante la segreteria Franceschini, ebbe a dire. “la sanità, come le pensioni, è finanziata a ripartizione. Sono, cioè, gli attivi a pagare per tutti. E come per le pensioni, dobbiamo scrivere un quadro di regole per la formazione di un pilastro privato complementare, tanto per la fiscalità quanto per il finanziamento degli strumenti”. Nell’occasione di questa esternazione, Letta fece riferimento all’incidenza dei problemi relativi all’invecchiamento e quindi – integriamo noi – alla cronicità, nell’economia generale di una sanità pubblica in crisi. La sottolineatura del peso economico e socio-sanitario della gestione dei problemi della terza età, in particolare della terza età fragile e marginalizzata dall’esclusione sociale e dalla povertà, ci trova d’accordo.

Ciò che non ci trova d’accordo è il ricorso a un pilastro privato complementare nella ristrutturazione dell’edificio della sanità pubblica che ha subito, negli ultimi anni, dei colpi mortali. Vorremmo informare Gianni Letta, vista la responsabilità che si accinge ad assumere, e i ministri del Welfare e della Sanità che nel frattempo la Sanità pubblica è stata fatta pressoché a pezzi. Se la mannaia di altri due miliardi di ticket, come sembra, cadrà sulla sua testa, in Italia sarà economicamente più vantaggioso, per chi potrà farlo, curarsi privatamente che usufruendo del servizio pubblico.

Governo, le voci fuori dal coro che non ascolterete in tv e leggerete sui giornali. Ferrero, Ingroia, Vendola, Grillo

Un governo bellissimo, giovane, competente, politico ma anche tecnico. Insomma la cosa più bella possibile. Così sarà descritto il governo Letta nei prossimi giorni sulla stampa del potere. Le voci fuori dal coro, quelle contro, saranno scientificamente zittite.

Noi, come al solito, daremo spazio proprio a loro.

Paolo Ferrero sceglie l'ironia e lo fa sulla sua pagina facebook: "Ultime dal Commissariamento dell'Italia: Letta ha sciolto le riserve e avremo il secondo monocolore della Trilateral Commission. L'innovazione principale è che domani il governo presta giuramento alla borsa di Milano invece che al Quirinale".

Si risente anche Ingroia, che attacca: "Sembra di assistere a una brutta replica del 'Gattopardo'. Tutto doveva cambiare ma nulla è cambiato. La maggioranza che sostiene il governo è la medesima dell'ultimo anno e mezzo e anche il presidente della Repubblica è rimasto lo stesso". Ingroia sottolinea la 'mescolanza' strana: "Cosa ci fanno nello stesso esecutivo Quagliariello e Orlando, Alfano e Franceschini - spiega - lo sa solo chi ha shekerato questo cocktail indigeribile. Gli italiani chiedevano un cambiamento, invece si è rafforzata, trasformandosi da tecnica a politica, una formula di governo fondata su un'intesa politica tra Pd e Pdl che non risolverà i sempre più drammatici problemi dei cittadini. Il tutto utilizzando il vecchio schema del manuale Cencelli. Povera Italia, poveri italiani".

Vendola mantiene la sua contrarietà: "Questo governo una rivoluzione? Lasciamo perdere. Rivoluzione era dal mio punto di vista continuare con il metodo Boldrini e andare in terre incognite a perlustrare nell'area del movimento 5 stelle. Oggi questo è un modo intelligente di gestire la restaurazione".

Un bel Governo delle banche

Governo: 21 ministri, 7 donne,un recordNasce il governo di Enrico Letta, finalmente le classi dominanti hanno chiuso il cerchio in Italia ottenendo quello che volevano. Con l'avallo delle grandi famiglie del Partito Socialista Europeo e del Partito Popolare Europeo, che hanno siglato oramai un accordo di ferro nel vecchio continente, per gestire la crisi per l'Italia si apre lo stesso schema della Grecia. Letta inizia a leggere la lista dei ministri  annunciando che il segretario del Pdl Angelino Alfano sarà vicepremier e ministro degli Interni, il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni sarà all'Economia e la leader radicale Emma Bonino agli Esteri. Mauro alla Difesa, Saccomanni all'Economia, Zanonato allo Sviluppo Economico, Lupi a Infrastrutture e Trasporti, l'Agricoltura alla Di Girolamo, l'Ambiente a Orlando. Il ministro del Lavoro sarà il presidente dell'Istat Giovannini. Alla Salute Beatrice Lorenzin. E' un Governo pensato per presantarsi bene ma per fare malissimo, cioè per continuare il lavoro sporco che ci chiede l'Europa. Un elettore medio del PD potrebbe anche approvare il fatto che non c'è Berlusconi nella squadra e che una come Emma Bonino è una garanzia nel rapporto internazionale, che uno come Saccomanni è una garanzia per l'Europa e per i mercati, e che con Zanonato si potrà mettere mano ad affrontare la crisi. Un Governo giovane, dove le donne sono tantissime e dove tra esse c'è anche la democratica di origine congolese Cecile Kyenge farà dire a molti che una squadra del genere si potrebbe anche digerire.

Enrico Letta ammette: Faccio parte del Bilderberg


Il futuro premier ha pubblicato un post su Facebook. Il Bilderberg è un club mondiale esclusivo che ha avuto un ruolo in stragi e colpi di Stato in tutto il mondo
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Enrico Letta, il presidente del Consiglio in pectore, frequenta le riunioni del gruppo Bilderberg. Lo ha dichiarato lui stesso, scrivendolo sulla sua pagina di Facebook. In effetti, Letta risulta tra i presenti alla riunione del gruppo Bilderberg, a Chantilly in Virginia, ai primi di giugno 2012. Inoltre, egli è un membro della Trilateral.
In base a quanto rivelato dall’ex magistrato Ferdidando Imposimato, «il gruppo Bilderberg riveste un ruolo chiave nelle stragi e nella strategia della tensione, come rivela un documento nelle mani di Franco Ventura, terrorista di Ordine nuovo».
Il gruppo Bilderberg è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici. Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida in Olanda. I nomi dei partecipanti sono resi pubblici attraverso la stampa, ma la conferenza è chiusa al pubblico e ai media.

Grecia, al via licenziamenti pubblici di massa. Entro fine 2014 saranno 15.000

La troika ha ordinato il licenziamento di migliaia di dipendenti pubblici e ora quelli di massa sono pronti a partire.

Dopo la riunione del Consiglio governativo per la Riforma Amministrativa, che si è svolta sotto la presidenza del premier Antonis Samaras, il ministero competente si è dichiarato pronto a accelerare le procedure utili per allontanare migliaia di dipendenti. 

I licenziamenti di massa, dunque come è stato annunciato negli ultimi mesi, verranno mascherati come intervento punitivo nei confronti di dipendenti statali “irregolari” o inadempienti rispetto ai nuovi requisiti fissati dall’esecutivo.

Entro la fine di luglio, ha spiegato il ministro per la Riforma Amministrativa Antonis Manitakis, il piano per il ”nuovo settore pubblico” sarà ultimato. 

In base a questo piano, concordato con i rappresentanti della troika, entro la fine del 2014 dovranno essere licenziati 15.000 dipendenti di cui i primi 4.000 entro la fine del 2013 e i restanti 11.000 entro il 2014.