Che c'entra Beatrice LOrenzin con la salute dei cittadini? Niente. La sua esibizione a Ballarò sul caso Ilva è eloquente. E deve aver convinto Enrico Letta che non c'era di meglio per chiarire la linea del nuovo governo.
La tesi della signora inopinatamente ministro è semplice: il governo decide su tutto, sempre, e la magistratura si deve ben guardare dall'interferire anche quando l'azione del governo va contro le leggi esistenti e persino quando è in gioco la vita dei cittadini (non dice "sudditi", ma si capisce che potrebbe scapparle la parola).
Una buona ricostruzione della sua "collocazione" dentro il nuovo governo tratta da Ecoblog viene ripresa qui sotto.
La tesi della signora inopinatamente ministro è semplice: il governo decide su tutto, sempre, e la magistratura si deve ben guardare dall'interferire anche quando l'azione del governo va contro le leggi esistenti e persino quando è in gioco la vita dei cittadini (non dice "sudditi", ma si capisce che potrebbe scapparle la parola).
Una buona ricostruzione della sua "collocazione" dentro il nuovo governo tratta da Ecoblog viene ripresa qui sotto.
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Beatrice Lorenzin in forza al PdL è il neo ministro per la Salute. Vi dicevo riguardo il think net VeDrò che si sta rivelando il serbatoio di Enrico Letta per la scelta delle donne e degli uomini nei dicasteri chiave del suo governo come nel caso della scelta di Nunzia Di Girolamo e Andrea Orlando. Ebbene anche Beatrice Lorenzin fa parte di VeDrò e ha preso parte allo scorso incontro che si è tenuto dal 26 al 29 agosto 2012 alla centrale elettrica parzialmente in uso “Fies-Ambienti per la produzione di performing art” di Dro (Trento)
Nel merito della sua nomina alla Sanità c’è da considerare la sua opinione riguardo l’Ilva per cui per il neo ministro diventa importante sostenere la mediazione portata avanti dall’ex ministro per l’Ambiente, Corrado Clini nel sostenere con il decreto salva Ilva l’acciaieria dei Riva a Taranto. Definisce il caso Ilva paradossale per la bocciatura della bonifica da parte della magistratura. Pone la questione sul “chi ci guadagna” con l’Ilva chiusa e addirittura propone che l’AIA sia trasformata in decreto. E tira la stoccata alla magistratura che entra in conflitto con lo Stato.
D’altronde ripercorre con linea di continuità già solcata dall’ex ministro Renato Balduzzi, suo predecessore, che evidenziava come il decreto salva Ilva contenesse prescrizioni molto rigide che rappresentavano il rispetto di quanto prescritto dalla magistratura di Taranto:
nessun conflitto tra Governo e magistrati: siamo stati attenti a non invadere lo spazio dell’autonomia della Magistratura, ma abbiamo voluto trovare il modo per far sì che quanto indicato nell’Autorizzazione integrata ambientale sia rispettato davvero”. Per il Ministro quelle contenute nella nuova Aia “sono prescrizioni più rigide del passato, ed è determinante che per la prima volta siano state inserite esplicite indicazioni di tipo sanitario” alle quali “farà seguito un vero e proprio Piano salute per Taranto e la già annunciata costituzione dell’Osservatorio in raccordo con la Regione Puglia”. Si tratta di “un progetto più mirato proprio perché Taranto ha un bisogno sanitario più forte di altri territori”.
fonte EcoBlog.it
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