Il 28 aprile è la Giornata mondiale per la
sicurezza sul lavoro. Prende il via la campagna "Liberi dall'amianto" in
14 piazze simbolo, da Casale Monferrato a Civitavecchia. In Italia di
amianto si continua a morire.
rassegna.it di Marco Togna
Di amianto ci si continua ad ammalare, e a morire. In Italia ci sono
ancora 75 mila ettari di territorio contaminato, che non sono stati mai
bonificati. E il numero delle patologie di asbesto denunciate all’Inail,
ai fini del riconoscimento e dell’eventuale indennizzo, cresce senza
sosta: erano 2.250 nel 2011, il 18 per cento in più nell’ultimo
quinquennio (erano 1.900 nel 2006) e ben il 50 per cento nell’ultimo
decennio (erano 1.500 nel 2001). Una strage silenziosa, su cui i sindacati vogliono riportare l’attenzione di tutti, dedicando la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro di domenica 28 aprile (celebrazione istituita nel 2003 dall’Organizzazione internazionale del lavoro e dalla confederazione dei sindacati internazionali Ituc) alla diffusione in tante piazze italiane della campagna “Liberi dall’amianto”, realizzata appunto dai sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl), assieme alle associazioni di familiari di esposti all’amianto Afeva e Aiea alla Fondazione Anmil “Sosteniamoli Subito”.
“Su questo tema non riscontriamo la giusta attenzione né un’adeguata informazione, ancora oggi si sottovaluta l’effetto che la presenza di amianto provoca sulle persone e nei territori, da qui la necessità di avviare questa campagna di sensibilizzazione per rendere tutti consapevoli del pericolo” spiega Claudio Iannilli, responsabile Cgil nazionale per le politiche dell’amianto e per la sicurezza sul lavoro nella contrattazione di secondo livello. Il cahier de doléances sottolineato dal sindacato è molto lungo: “Occorre ricordare – continua Iannilli – che ancora a oggi non ci sono le mappature territoriali dei siti contenenti asbesto, che gli edifici pubblici necessitano di bonifiche, che il territorio è fortemente inquinato da discariche abusive, che non ci sono investimenti per la ricerca sia delle malattie correlate sia dei metodi di inertizzazione dell’amianto, per non parlare della necessità di superare la logica delle discariche, cercando quindi di non lasciare questo problema ai nostri figli”.
Domenica 28 aprile, dunque, è la giornata scelta da sindacati e associazioni per lanciare, o meglio ri-lanciare (il battesimo, infatti, è del 23 novembre scorso, in occasione della Conferenza nazionale amianto che si tenne aVenezia) la campagna “Liberidall’amianto”. Nel corso della giornata verranno organizzate iniziative pubbliche e allestiti gazebo per la distribuzione di materiali informativi in 14 luoghi simbolo: Casale Monferrato (Alessandria), Broni (Pavia), Monfalcone (Gorizia), Taranto, Ferrara, La Spezia, Padova, Ravenna, Matera, Civitavecchia (Roma), Nuoro, Pisa, Siracusa e Bari. Presso ogni punto informativo, inoltre, sarà prevista una campagna di screening gratuito grazie alla presenza di un medico esperto.
Le iniziative saranno precedute da una conferenza stampa a livello nazionale e da incontri a livello territoriale, in modo da assicurare il massimo coinvolgimento della cittadinanza e dell’associazionismo locale. “Occorre far sapere a tutti – aggiunge Iannilli – che il picco di mortalità per le malattie correlate all’amianto si avrà nel 2025: in Europa si passerà dai 30 mila decessi di oggi a ben 300 mila. Il peggio, insomma, deve ancora venire. Per queste ragioni la campagna non si fermerà certo il 28 aprile, ma proseguirà con il massimo impegno per tutto l’anno in corso”.
Le iniziative di domenica prossima, dunque, sono all’interno di una campagna più vasta, formalizzata da sindacati, associazioni e Anmil con un Protocollo d’intesa. Una partnership che arriva dopo un anno di incontri ed elaborazioni, nel quale i promotori hanno individuato le due linee guida su cui puntare: la divulgazione di tutti i temi relativi all’amianto, con particolare attenzione ai rischi connessi alle bonifiche e allo smaltimento del materiale; il sostegno alla ricerca medicoscientifica, da realizzare mediante una raccolta fondi con cui finanziare progetti specifici per la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura delle malattie asbesto correlate.
I progetti verranno scelti da un Comitato scientifico costituito ad hoc, composto di professionisti (medici e ingegneri) ed esperti, cui spetta “il delicato compito di individuare, monitorare e supervisionare le iniziative di ricerca meritevoli di essere finanziate con i soldi che verranno raccolti”. La mobilitazione di fund raising (che si accompagna a specifiche iniziative rivolte alle Asl, alle scuole e al mondo dello sport) si avvale di una specifica campagna pubblicitaria, denominata “Asbestus Free” e iniziata nel gennaio scorso, realizzata dai vincitori di un concorso nazionale lanciato da Fondazione Anmil, Università La Sapienza di Roma e agenzia pubblicitaria Roncaglia.
Tema della campagna è il tatuaggio, “come linguaggio – spiegano i promotori – sempre più diffuso e praticato tra i ragazzi e in quanto forma d’arte ‘fisica’, legata al corpo, così come fisiche sono le conseguenze derivanti dall’esposizione all’amianto”. La campagna si articola nella distribuzione di un milione di card e pieghevoli informativi, uno spot televisivo e uno specifico profilo Facebook. Le donazioni vengono raccolte attraverso conti correnti bancario (Iban IT45E0200805284000102057742) e postale (n. 1006240137). Tutte le informazioni, infine, si possono trovare sul sito www.sosteniamolisubito.it.
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