Il combattente "artista" Ed Reep ha immortalato tra i primi i muri di Palazzo d'Accursio dove venivano fucilati i partigiani. L'intervista che gli ha fatto la figlia verrà proiettata al cinema Lumiere mercoledì 24 aprile alle 20
Siamo abituati a pensare ai soldati solo come a combattenti, dimenticando che tra le fila di un esercito si trovano spesso anche uomini che combattono la guerra con altre armi, come la macchina fotografica, lo stetoscopio o il pennello. E’ il caso di Ed Reep, pittore di guerra, che partecipò alla Seconda Guerra Mondiale e ne dipinse alcuni momenti cruciali. Partecipò alla Liberazione di Bologna unendosi alle bande partigiane e fotografò, tra i primi, il muro di Palazzo d’Accursio lungo il quale venivano fucilati i partigiani. L’intervista, ancora inedita, è stata registrata nel 2012 e propone suggestioni storiche di grande interesse sul periodo finale del secondo conflitto mondiale a Bologna.
I racconti inediti di questo testimone oculare li ha raccolti sua figlia Susan che li ha poi consegnati all’Istituto Storico Parri di Bologna che, assieme alla Cineteca di Bologna, li ripropone mercoledì 24 in esclusiva alle ore 20 al cinema Lumiere (ingresso libero), nell’ambito della retrospettivaResistenza!.
Edward Reep (1918-2013) si arruolò come volontario nell’esercito americano nel 1941, qualche mese prima dell’attacco su Pearl Harbor. Venne inquadrato come pittore di guerra e con questa qualifica venne presto inviato in Nord Africa e in Italia. Durante queste circostanze Reep riuscì, in mezzo ai combattimenti, a dipingere un crudo ritratto della vita militare durante la guerra. I suoi dipinti hanno un grande valore non solo per la rappresentazione della devastazione della guerra in Europa, ma anche per la puntuale documentazione dell’esperienza del soldato al fronte che riescono a trasmettere. Molte delle opere realizzate da Reep in questo periodo appartengono al Dipartimento di Guerra del Pentagono e allo Smithsonian, Museo Nazionale d’Arte Americana di Washington. Appena tornato dal fronte italiano riprese subito la sua attività artistica e intraprese una lunga carriera come insegnante d’arte. Durante gli anni ‘50 lavorò anche per l’industria cinematografica come illustratore e artista di scena. Nel 1987 pubblicò il libro A Combat Artist in World War II, testimonianza del suo incarico come artista di guerra sul fronte nordafricano ed europeo.
Qualche anno fa Susan Reep scoprì tra le carte del padre Edward una serie di rullini nascosti in una scatola di sigari e un album con vecchie fotografie che la famiglia aveva sempre ignorato. Dopo questo casuale ritrovamento Ed incominciò a raccontarle la storia della sua permanenza sul fronte italiano ed in particolare la vicenda che lo vide protagonista nei giorni dell’aprile del 1945, durante la liberazione di Bologna. In questo modo vennero alla luce le fotografie che Ed Reep scattò a Bologna con una macchina Hasselblad frutto di un baratto con una confezione di caffè. In quei giorni la sua attenzione si era immediatamente concentrata sul muro di Palazzo d’Accursio su cui le donne bolognesi avevano cominciato spontaneamente ad appuntare foto, quadretti, nastri, ritagli di giornale, fiori in ricordo dei partigiani fucilati in quel luogo. La prima immagine che Ed fissò è quella del muro di mattoni ancora spoglio e rigato di sangue. Gli scatti successivi testimoniano la celebrazione dei partigiani fucilati da parte della cittadinanza bolognese. Da questi scatti Ed, tornato negli Stati Uniti, realizzò nel 1946 lo struggente dipinto The Shrine, custodito attualmente allo Smithsonian Museum di Washington.
L’Istituto Storico Parri ha chiesto a Susan di realizzare un’intervista esclusiva con il padre per ricordare i giorni della liberazione e la sua esperienza a Bologna. Durante la chiacchierata il padre racconta alla figlia l’intera vicenda in cui fu coinvolto, il suo arrivo in città, i combattimenti a fianco dei partigiani del Comitato di Liberazione Nazionale, l’acquisto della macchina fotografica e la scoperta del muro durante i giorni della liberazione. Una video intervista inedita e assolutamente originale capace di trasmettere nuove suggestioni su una drammatica fase della nostra storia. Edward Reep è morto in California il 27 febbraio del 2013, pochi mesi dopo aver registrato l’intervista.
Al Lumiere la programmazione della rassegna Resistenza! proseguirà alle ore 21, con il documentario di Matteo Pasi, Un solo errore – Bologna, 2 agosto 1980, per ricordare il più grave attentato terroristico della storia repubblicana e l’orgogliosa reazione della nostra città. Mentre giovedì 25 aprile alle ore 20.15, chiuderà il film La mia bandiera. La Resistenza al femminile di Giuliano Bugani e Salvo Lucchese.
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