martedì 22 dicembre 2015

Libro. Michela Marzano: “La teoria gender? Un attacco omofobico”.

Il suo “Papà, mamma e gender” genera polemiche. Per i tradizionalisti cattolici è il libro di Satana mentre, secondo la filosofa, il suo testo mette chiarezza contrastando falsificazioni: “I gender studies combattono le discriminazioni e le violenze subite da chi viene considerato inferiore solo in ragione del proprio sesso ed identità”.


Poi minaccia di lasciare il Pd se venisse ulteriormente svuotato il ddl Cirinnà (“Mi aspettavo più coraggio sui diritti civili”) e critica l’appello di "Se non ora quando": “Sono diventate le migliori amiche del centrodestra”.

 

intervista a Michela Marzano di Giacomo Russo Spena

“Potrei lasciare il Pd”, il vaso è colmo. L’ultimatum arriva sul ddl Cirinnà sulle unioni civili. “L’attuale testo è il minimo sindacabile, se verrà modificata la parte relativa alla stepchild adoption non voterò la legge”. Riusciamo a parlare telefonicamente con la poliedrica Michela Marzano – filosofa, scrittrice, docente alla Sorbona di Parigi, editorialista di Repubblica e parlamentare – tra una presentazione e l’altra in giro per l’Italia. Il suo ultimo scritto – “Papà, mamma e gender” (Utet, 151pp) – divide, genera polemiche. Per i fondamentalisti cattolici è il libro di Satana, le sue parole un oltraggio alla famiglia tradizionale. Pura perversione. Secondo lei siamo alla propaganda della parte più oscurantista della Chiesa: “La teoria gender non esiste”. E cita Albert Camus: “Nominare in maniera corretta le cose è un modo per tentare di far diminuire la sofferenza e il disordine che ci sono nel mondo”.

Professoressa Marzano, il suo libro fa discutere. Chiariamo subito: esiste davvero un’ideologia gender? Ed è vero che d’ora in poi non si parlerà più di padre e madre ma di “genitore 1” e “genitore 2”?

Mera disinformazione, una falsificazione riconducibile all’omofobia. Nulla più. Si è generata una teoria ad hoc – banalizzando le posizioni in campo – volta a creare un nemico immaginario, a cui contrapporsi, che minerebbe i valori della nostra società. La stessa scelta di utilizzare il termine in inglese, anziché la parola in italiano “genere”, è un modo per creare confusione.

Allora di cosa stiamo parlando?

Dagli anni ’60 ci sono i gender studies, al plurale perché le posizioni al proprio interno sono molteplici ed eterogene. Ma hanno un denominatore comune: lo scopo di combattere le discriminazioni e le violenze subite da chi viene considerato inferiore solo in ragione del proprio sesso, orientamento sessuale ed identità. Uno studio sul rapporto uomo/donna, omosessualità/eterosessualità e un tentativo di focalizzarsi sul principio dell’uguaglianza, nonostante le differenze.

Eppure nelle scuole permane ad oggi una reale preoccupazione tra i genitori. Perché crede che ciò sia accaduto? Dove si è sbagliato?

Ci ho messo del tempo a capire cosa stesse succedendo ed ho sottovalutato l’ampiezza del fenomeno. Come me, tanti altri. La campagna di disinformazione è stata dirompente ed ha effettivamente generato paura tra i genitori che si sono visti raccontare gli studi di genere come un’ideologia volta a confondere i principi dei figli e a stravolgere le loro menti. C’era persino chi agitava lo spettro della legalizzazione della pedofilia o dell’insegnamento della masturbazione precoce già negli asili. Una psicosi, il trionfo dell’irrazionalità. Con strumenti manipolatori, vogliono cancellare la realtà, cioè le famiglie esistenti che non corrispondono allo stereotipo di papà, mamma e figli. È una presa di posizione fortemente omofobica.

Chi c’è dietro questa campagna sull’ideologia gender? Quali interessi minaccia?

Il movimento anti-gender è nato in Francia alla fine del 2012 quando si è iniziato a discutere il progetto di legge sul “matrimonio paritario”. Si chiamava Manif Pour Tous ed inglobava una parte reazionaria della Chiesa. Circolavano libri e pamphlet polemici contro il gender nei quali si mischiavano i concetti di sesso, identità di genere e pratiche sessuali. Hanno osteggiato il provvedimento parlando di cattiva educazione per i bimbi. Secondo loro si trattava di lavaggio del cervello, non di una legge per tutelare soggetti deboli. Subito dopo l’approvazione, il movimento si è sgonfiato non riuscendo né a bloccare la legge né a condizionarla, malgrado la campagna sociale e mediatica. Nel frattempo la protesta si è trasferita in Italia dove l’associazione ProVita sta facendo la parte del leone. Appena si è ventilata l’ipotesi di una legge sulle unioni civili, hanno impugnato gli stessi argomenti della Manif Pour Tous. Il gender come un’entità giunta dall’esterno, dallo spazio per condizionare i nostri bambini. Ovviamente pongono la questione sull’educazione perché l’omosessualità non si può attaccare frontalmente, furbescamente utilizzano la teoria del gender nelle scuole.

Quindi l'offensiva antigender cui stiamo assistendo nasconderebbe la volontà di bloccare il ddl Cirinnà sul riconoscimento delle unioni civili e la legge contro l'omofobia?

Senza alcun dubbio. La proposta di legge sull'omofobia - dopo esser stata approvata alla Camera – è ferma al Senato dal 19 settembre 2013, più di due anni. E parliamo, tra l’altro, di un testo – su cui mi sono astenuta andando contro il mio gruppo, il Pd – passato a Montecitorio con alcuni emendamenti che l’hanno stravolto e svuotato di senso. Ancora una volta avevano prevalso i pregiudizi e l’intolleranza: da un lato i cittadini di serie A, gli eterosessuali; dall’altro lato quelli di serie B, gli omosessuali e i trans che, siccome non-conformi alle norme, venivano considerati come “anormali” e “devianti”. Adesso vogliono sabotare la legge sulle unioni civili eliminando il passaggio sulla stepchild adoption, ovvero l’estensione della responsabilità genitoriale sul figlio biologico del partner. L’obiettivo è ostacolare ogni avanzamento nel Paese sul piano dei diritti civili. Inoltre dobbiamo tornare a parlare di genere e di contrasto alle discriminazioni come stabilito dalla Convenzione di Istanbul la quale stabilisce il “programma delle 3P”: Punizione per i colpevoli, Protezione delle vittime, Prevenzione tramite l’educazione.

È vero che se nel caso venisse stralciata la parte sulle adozioni sarebbe intenzionata a lasciare il Pd?

Se verrà modificata la parte relativa alla stepchild adoption non voterò la legge, a quel punto non avrebbe senso rimanere nel Pd. Ho accettato la candidatura per occuparmi di diritti ma se non si attuano sostanziali progressi… la mia presenza in Parlamento può venire meno.

Si aspettava maggiore coraggio da Matteo Renzi?

Mi aspettavo maggior coraggio da parte di tutto il Pd. E comunque più attenzione e più sensibilità su questi temi da parte del premier. Pensavo che la sua voglia di cambiamento permettesse anche di “cambiare verso” in materia di diritti civili. Vedremo cosa succederà nei primi mesi.

Lo scorso 14 novembre, a Padova, il sindaco leghista Massimo Bitonci le ha impedito la presentazione del suo libro, così ha subito diverse critiche durante i suoi numerosi giri per l’Italia. Le contestazioni la stanno limitando?

Sono diventata bersaglio di attacchi e insulti sistematici e continui. Ma, dall’altra parte, va riconosciuto l’enorme manifestazione di affetto: alle varie presentazioni ci sono molte persone interessate al dibattito, che vogliono capire ed informarsi. Io, nel mio piccolo, cerco di nominare la pluralità del reale e in cambio ricevo la riconoscenza di chi si sente emarginato e non considerato dalla politica. Cerco di dar voce alla loro sofferenza e richiesta di uguaglianza.

In tema dei diritti civili, l’Italia è un Paese arretrato rispetto all’Europa. Colpa del Vaticano? Come tutelare la laicità dello Stato?

Siamo rimasti l’ultimo Paese in Europa a non legiferare in materia di unioni civili ma non credo sia dovuto alla presenza del Vaticano. Guardiamo alla cattolicissima Irlanda che è stata la prima nazione al mondo ad introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso nella Costituzione, grazie ad un recente referendum. Da noi c’è un enorme problema di arretratezza culturale. Siamo prigionieri di stereotipi: pensiamo ancora che l’omosessualità sia una malattia o qualcosa di perverso e da correggere. Scrivo il libro da persona cattolica, non a caso come incipit c’è una frase del cardinale Martini, per dimostrare come il mondo della Chiesa sia estremamente complesso e variegato. Mi piacerebbe, ad esempio, che la sinistra sposasse i messaggi di carità, la Chiesa dei poveri, e non le idee contrastanti coi veri valori evangelici.

È in corso un dibattito sulla maternità surrogata. Che ne pensa dell’appello pubblicato dal movimento “Se non ora quando”? Parliamo di un diritto o della compravendita del corpo femminile?

Quando ho visto l’appello sono rimasta sotto shock. In un momento così delicato e di scontro in Parlamento sul ddl Cirinnà, potrebbe avere come conseguenza quella di cancellare la stepchild adoption dal testo definitivo. Ha prestato il fianco a facili strumentalizzazioni mentre la questione è altra. Tutti coloro che l’hanno firmato sono diventati i migliori amici del centrodestra e dei tradizionalisti cattolici.

(21 dicembre 2015)

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