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Mentre in Europa soffia il vento sovranista, Francia e Germania
tentano il colpo di coda. Il Presidente della Repubblica francese Macron
e la Cancelliera tedesca Merkel hanno firmato ad Aquisgrana
un Trattato bilaterale che prevede principalmente (ma non unicamente)
una maggiore cooperazione tra i due Paesi soprattutto nel campo
dell’economia. Fallito il progetto di un Super Stato Europeo, Francia e
Germania puntano almeno ad una Super Nazione capace di
condizionare l’intero Vecchio Continente. Viene peraltro da chiedersi se
il Trattato non presenti per entrambi i Paesi profili di
incostituzionalità, perché prevede ad esempio che un membro del
governo di un Paese prenda parte al Consiglio dei ministri dell’altro
una volta ogni tre mesi: si tratta chiaramente di una forte cessione di
sovranità. Cavoli loro, si dirà, ma c’è dell’altro che ci riguarda.
L’accordo prevede che la Super Nazione decida regole di bilancio e fiscali in apparenza vincolanti solo per i due Paesi, ma che in realtà si cercherà di estendere all’Unione.
I due leader politici europei sanno benissimo che l’austerità non è
più un percorso che gli altri Stati europei sono disposti in silenzio
ad accettare, quindi aggirano l’ostacolo col Trattato bilaterale
mettendo gli altri partner europei di fronte al fatto compiuto.
L’ondata sovranista che, in un modo o nell’altro, farà ingresso nel
Parlamento europeo a partire da maggio in avanti, porterà con sé
l’istanza di riformare in senso democratico i Trattati europei, cioè il
funzionamento delle Istituzioni e della moneta unica. Argomenti che i
franco-tedeschi non intendono prendere in considerazione.
La procedura di riforma dei Trattati Ue è disciplinata dall’art. 48 del Tue,
e in sostanza prevede una condivisione politica praticamente unanime
all’interno del Consiglio europeo, quell’organismo sovranazionale
composto dai Capi di Stato e di Governo degli Stati membri.
L’Europarlamento, nella procedura di revisione, conta quanto il due di
picche. Tutto è sostanzialmente in mano agli Stati
membri. Per impedire un percorso che riformi euro e Bce, Merkel e Macron hanno formato ad Aquisgrana una cabina di regia che consentirà
loro di presentarsi alle sedute del Consiglio europeo post-elezioni con
decisioni già blindate dall’asse Parigi-Berlino.
Lo scopo del Trattato di Aquisgrana non è solo quello di rafforzare l’asse franco-tedesco, bensì
di dar vita a un centro di potere politico – solidificato dalla firma
di un Trattato – che faccia da cortina di ferro contro le istanze
riformatrici provenienti soprattutto dei Paesi del Sud Europa, in primis
l’Italia. Il governo italiano infatti, già nei mesi scorsi,
aveva avanzato la riforma dello statuto della Bce proponendo che questa
diventi prestatrice illimitata di ultima istanza, cioè che garantisca
l’intero ammontare del debito pubblico di tutti gli Stati dell’eurozona.
Proposta che né Macron né Merkel intendono assecondare. Per evitare
che dopo le elezioni europee, in virtù di una forte affermazione
elettorale sovranista, gli Stati del Sud avanzino proposte di revisione
dei Trattati che prevedano la modifica di euro e Bce, Francia e
Germania si sono ora già messi d’accordo per giungere alle sedute del
Consiglio europeo con decisioni impacchettate che rendano impossibile
qualsiasi mutamento di rotta dell’Unione.
Per questo riteniamo che la Lega debba prestare maggiore attenzione
al tema europeo. Occorre essere più incisivi. Ad esempio non c’è
ancora una bozza di programma elettorale per le elezioni di maggio.
Bisogna inoltre essere realistici: anche un buon risultato alle
elezioni, di per sé può cambiare poco. Se Francia e Germania si
organizzano per ingabbiarci ancor di più di quanto non
lo siamo già oggi, è bene che il governo italiano – in primis Matteo
Salvini, visto il grande consenso popolare di cui gode – prepari un
piano alternativo proponendo ad esempio un analogo trattato di
cooperazione economica tra l’Italia e i Paesi del Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), al quale anche l’Austria (essendo il nodo cruciale per l’interscambio con i Paesi del Visegrad) potrebbe aderire.
di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero del 24 gennaio 2019.
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domenica 27 gennaio 2019
Ecco il vero obiettivo del Trattato di Aquisgrana (di P. Becchi e G. Palma)
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