https://www.libreidee.org
Sappiamo che la sostenibilità del debito esiste a due condizioni. Il
debitore deve essere messo in condizione di pagare il debito: il che
accade quando il suo reddito cresce (e non diminuisce) e quando il tasso
d’interesse è più basso del tasso di crescita dell’economia.
Nessuna di queste due condizioni è rispettata, da decenni. Per questo
motivo la gente si è impoverita e la classe media è scomparsa. Siamo
tutti indebitati: anche gente come me, alto funzionario dello Stato. Non
dico che dovrei navigare nell’oro, perché – se uno fa il suo lavoro
onestamente – nella pubblica amministrazione non può e non deve navigare
nell’oro. Però mi pesa da morire un mutuo, perché a quei tempi i valori
immobiliari erano diversi, così come la prospettiva di reddito – tutte
cose che non si sono confermate, anche per la semplicissima ragione che
il tasso di crescita dell’economia
è insufficiente (il Pil non cresce, perché in queste condizioni non può
crescere). Gli italiani cosa stanno facendo, per sopravvivere? Stiamo
intaccando i nostri risparmi, mentre il nostro reddito è in diminuzione.
Pensiamo anche ai nostri figli e nipoti, disoccupati o sottopagati. Io a
vent’anni campavo benissimo con 147.000 lire al mese: ne pagavo solo
45.000 di affitto. Le mie figlie hanno stipendi da 500 euro al mese, che
ovviamente non bastano.
Per fare una politica di bassi salari bisognava avere bassi affitti, niente assicurazioni, welfare
funzionante a livello di sanità, formazione e trasporti pubblici.
Allora potevi anche dire: paghiamo poco i lavoratori. Ma come si fa se
gli affitti sono cari, i mutui
sono cari, e nel conto bisogna aggiungere le assicurazioni, le spese
condominiali e le bollette? Per non parlare delle tasse: quelle fisse le
pagano tutti. Insieme alla fatturazione elettronica, la mazzata finale
sarebbe l’aumento dell’Iva al 23%. Una follia: il sogno di ogni
tributarista è quello di veder aumentare il gettito diminuendo la
pressione fiscale; qui invece si rischia non solo di aumentare la
pressione fiscale, cioè di finire di ammazzare quelli che le tasse le
pagano, ma veder diminuire il gettito, avendo quindi sul collo il fiato
dei vari criminali dell’Unione Europea.
Il punto è: cosa vogliamo proporre? Sicuramente c’è una ricetta
macroeconomica: il Pil deve crescere più dei tassi d’interesse. Invece
il tasso d’interesse sui titoli del debito pubblico (che sono più del
Pil) è più elevato della crescita del Pil. Dovremmo cioè avere un Pil
che cresce del 4-6% all’anno, in media, per sostenere questa situazione
debitoria. Ma vale pure per le famiglie: la gente non riesce ad arrivare
alla fine del mese. Molti alla fine del mese ci arrivano, ma non ce la
fanno a pagare il mutuo. Molti vedono che, per pagare il mutuo, i debiti
e le bollette, hanno sempre meno risorse a disposizione.
Tranne una piccola parte di “ricchi”, il resto della popolazione è
estremamente povera, o si sta impoverendo in modo drammatico. Senza
contare la situazione dei protestati. Dieci anni fa io scrissi un libro,
“Il grande mutuo”. In quel libro spiegavo che, proprio in base ai
parametri che ho appena citato, ci sarebbe stata una grande crisi finanziaria. Pochi mesi dopo, la crisi è effettivamente esplosa: e così è cresciuta la mia notorietà, però le banche me l’hanno giurata. Hanno detto: ma questo stronzo come faceva a sapere che ci sarebbe stata la crisi
finanziaria, mentre noi – che gestiamo il mondo – non ce n’eravamo
accorti? E invece di dirmi “professor Galloni, collabori con noi per
raddrizzare il sistema”, m’hanno messo nel librone nero, con tutte le
conseguenze del caso. E ci può stare. Ma il punto è che, in quel libro,
io dimostravo – oltre ogni ragionevole dubbio –
che un abbattimento del 40% dei debiti (motivato anche dal recupero
della mancata crescita di reddito e di Pil, di cui dicevo prima) non
avrebbe danneggiato le banche.
Anzi, paradossalmente le avrebbe aiutate. Infatti, le avrebbe aiutate a
non accumulare i “non performing loans”, cioè le sofferenze.
Ovviamente sappiamo che la banca, quando fa un prestito, crea moneta.
Ed è finta: sei tu che la rendi vera quando paghi le rate con la vita,
col lavoro e con i tuoi beni, e quindi arricchisci le banche. Tutto questo, senza dimenticare la storia delle banche,
che nel 1300 ha comportato grandi progressi per l’umanità: senza la
partita doppia, senza la creazione monetaria da parte delle banche,
se fossimo stati legati all’emissione di moneta in base all’oro e non
in base al credito moderno, forse non avremmo fatto neanche la
rivoluzione industriale e saremmo ancora a mangiare una patata a
famiglia. Invece oggi ci siamo liberati della scarsità. Dopo gli anni
‘60 ci siamo liberati della scarsità anche grazie al capitalismo – che
ne ha fatte di tutti i colori (cose terribili e violente, anche a
livello militare) – però in effetti ci siamo trovati, per la prima volta
nella nostra storia,
liberi dalla scarsità. Ma se siamo liberi dalla scarsità materiale,
dato che produciamo più di quello che serve, visto che la produzione di
moneta è a costo zero, perché si arricchiscono solo le banche, e invece la gente non ha di che sfamarsi?
Secoli fa, la crisi
economica dipendeva dal raccolto del grano: se mancavano il pane e la
farina, la gente assaltata i forni. Oggi invece buttiamo via il 43% di
quello che produciamo, e poi la gente non ha i soldi per fare la spesa.
Quindi è una crisi di soldi. Ma è una crisi
artificiosa: perché fosse rispettato per tutti – popolo, lavoratori,
pensionati – lo stesso principio che viene rispettato per la grande finanza (e cioè: rifornirla di liquidità e mezzi monetari illimitatamente, come fanno le banche
centrali con la moneta elettronica pigiando col ditino i tasti del
computer) è chiaro che tutti staremmo meglio, perché probabilmente
avremmo la possibilità di domandare quei beni e quei servizi che oggi
non vengono prodotti, creando così la piena occupazione. Ma cosa
succederebbe? Non saremmo più dipendenti dalla creazione monetaria delle
banche, non saremmo più dipendenti dalle banche
centrali. Dipenderemmo solo dalla nostra voglia di fare e dalla nostra
creatività. Cioè: saremmo esseri umani finalmente liberi. E’ questo che
non si vuole. Ed è questo che invece noi vogliamo realizzare.
L’obiettivo è essere liberi, facendo in modo che il superamento della
scarsità sia vero per tutti, non solo per la grande finanza.
(Nino Galloni, dichiarazioni rilasciate alla conferenza “Spiritualità
e finanzam, un’eresia?”, promossa da “Sdebitalia” e pubblicata su YouTube da “ByoBlu” il 19 giugno 2019. Galloni,
economista post-keynesiano e vicepresidente del Movimento Roosevelt, in
conclusione ricorda che – oltre alla sua proposta dell’abbattimento del
40% del debito bancario – storicamente esiste la soluzione
macroeconomica della super-emissione, che però svaluta la moneta
provocando iper-inflazione. Terza via: l’emissione di moneta sovrana
parallela, solo nazionale: «Con quella moneta, gli Stati potrebbero
pagare tutto il debito che è in mano ai concittadini, i quali non si
impoverirebbero, perché riceverebbero il capitale e gli interessi senza
gravare sulle generazioni future»).
Rete per l'Autorganizzazione Popolare - http://campagnano-rap.blogspot.it
Pagine
- Home
- L'associazione - lo Statuto
- Chicche di R@P
- Campagnano info, news e proposte
- Video Consigliati
- Autoproduzione
- TRASHWARE
- Discariche & Rifiuti
- Acqua & Arsenico
- Canapa Sativa
- Raspberry pi
- Beni comuni
- post originali
- @lternative
- e-book streaming
- Economia-Finanza
- R@P-SCEC
- il 68 e il 77
- Acqua
- Decrescita Felice
- ICT
- ECDL
- Download
- हृदय योग सारस
sabato 29 giugno 2019
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento