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Sembra che i politici abbiano deciso di non tenere alcun conto delle
norme e dei principi della Costituzione della Repubblica italiana, la quale,
come si legge nelle norme transitorie della stessa, è “legge fondamentale dello
Stato”.
Infatti, mentre con il decreto crescita si toglie alla “proprietà
pubblica” del popolo, concedendola a una SPA probabilmente straniera l’acqua
che alimenta l’Irpinia, la Puglia e la Basilicata, con un colpo di genio la
Regione Lazio regala all’Acea le acque pubbliche del Peschiera e del Le Capore,
prosciugando i relativi territori con gravissimo disagio delle popolazioni
locali e facendo guadagnare alla stessa Acea 150 milioni di utili (da divide
tra i soci) solo per quest’anno, in piena violazione con quanto dispone
l’articolo 43 della Costituzione.
Non è così, a termine di Costituzione, che va gestita,
nell’interesse di tutti, l’acqua pubblica, che è parte integrante del
territorio italiano ed è oggetto di “proprietà pubblica demaniale” dell’intero
popolo, checché ne dicano alcuni docenti che vogliono eliminare il demanio.
Assurda è poi la posizione del governo nei confronti dei 42
naufraghi ai quali è stato vietato di sbarcare dalla Sea Watch e si trovano
ancora nel porto di Lampedusa in situazioni igienico-sanitarie terribilmente
gravi.
Questo significa non essere consapevoli che la Costituzione della
Repubblica italiana “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”,
“imponendo inderogabili doveri di solidarietà sociale”, e che, nel caso in esame,
la comandante Carola Rakete, costretta dallo “stato di necessita”, non poteva
che agire secondo quanto ha ritenuto di fare.
Un governo che non riconosce lo stato di necessità per salvare la
vita e la salute dei naufraghi, come impone l’articolo 32 della Costituzione,
dimostra una completa disinformazione delle norme costituzionali e dei principi
generali dell’ordinamento giuridico.
Infine la polemica tra Di Maio e Salvini sulle concessioni
autostradali a Benetton e sull’interessamento della società privata Atlantia,
facente capo allo stesso Benetton, alla compagnia di bandiera Alitalia,
dimostrano che Matteo Salvini, ministro dell’Interno e Vice Presidente del
Consiglio dei Ministri, vuol far prevalere, calpestando la Costituzione,
l’interesse privato sull’interesse pubblico generale.
In questa vicenda hanno agito bene Luigi Di Maio e Danilo Toninelli,
i quali hanno messo al primo posto l’interesse del popolo italiano e non quello
privato delle SPA di Benetton, la cui ricchezza consiste nell’appropriazione e
nella gestione di servizi pubblici essenziali e di beni in proprietà pubblica i
quali sono tutelati, nell’interesse del popolo, dal citato articolo 43 della
Costituzione.
Gli italiani dovrebbero unitariamente richiedere con forti toni al
governo soprattutto il rispetto della Costituzione ed in particolare il
rispetto di quanto essi stessi hanno deciso con il referendum sull’acqua del
2011.
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domenica 30 giugno 2019
I rappresentanti politici ignorano la Costituzione della Repubblica italiana
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