Orfini, Migliore e altri
deputati si oppongono al documento preparato da Quartapelle. "È
invotabile, gli accordi con Tripoli vanno stracciati", dice l'ex
presidente del partito. E il gruppo dei dissidenti sottoscrive il testo
presentato dalla sinistra e dai radicali. Quartapelle replica: "Tripoli
da sola non ce la fa".
Ma un gruppo di sei dem più Liberi e uguali e i Radicali ha chiesto si voti domani una risoluzione contro: "Gli accordi con la Libia vanno stracciati. E' un paese in guerra, è illegale prorogare le intese, in palese violazione dei diritti umani ".
Capofila della risoluzione è Matteo Orfini, ex presidente del Pd, che già nelle settimane passate aveva chiesto una presa di posizione diversa e una discussione con Nicola Zingaretti. Oggi in un post su Facebook, spiega e attacca l'altra risoluzione, quella ufficiale del partito:
"Il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica per la gestione dei flussi migratori è per me invotabile. Gli accordi vanno cassati. La Libia è un paese in guerra e rimandarci chi dalla guerra scappa è illegale. Oltre che disumano.
Nel Pd ci sono su questo idee diverse. Secondo alcuni, nonostante oggi in quel paese sia scoppiata una guerra, vanno difesi a oltranza. Una posizione per me incomprensibile e proprio per questo avrei voluto discuterla, per capirne le motivazioni. Dico avrei voluto perché purtroppo una riunione su questo non è mai stata convocata".
Orfini sostiene che non si possono ignorare i lager libici e che le avvertenze dell'altra risoluzione dem firmata tra gli altri da Marco Minniti e da Lia Quartapelle sono all'acqua di rose: " Una risoluzione in cui sostanzialmente si dice che quegli accordi vanno bene, ma bisogna avere garanzie che le motovedette non vengano usate per fare la guerra e che i diritti umani vengano rispettati. Come se tutto il resto andasse bene. Non so chi l'abbia discussa e dove. Immagino che il segretario Zingaretti ne sia stato informato e che questa sia la linea della segreteria. Ma so che per me è invotabile. Perché continuare a fingere di non vedere i lager, le torture, le morti nel Mediterraneo davvero non si può".
Il documento che chiede di cancellare gli accordi con la Libia è stato preparato e sottoscritto anche dal leader della Sinistra-Leu Nicola Fratoianni insieme con Erasmo Palazzotto e Laura Boldrini, Luca Pastorino, Roberto Speranza di Articolo 1, il radicale Riccardo Magi e i dem Gennaro Migliore, Giuditta Pini, Luca Rizzo Nervo, Fausto Raciti, Enza Bruno Bossio. Una risoluzione che prende le mosse dalla grave instabilità che caratterizza la Libia dal 2011, anno della cattura e uccisione del colonnello Gheddafi. "Oggi, in Libia, gli sfollati interni che non possono tornare alle proprie case sono circa 193.600, circa 57.600 sono i rifugiati e richiedenti asilo attualmente registrati presso l'Unhcr in Libia; a Tripoli sono quasi 94.000 gli sfollati a causa del conflitto in corso dallo scorso 4 aprile mentre l'Organizzazione mondiale della Sanità ha precisato che i combattimenti hanno causato finora 653 morti, tra cui 41 civili e 3.547 feriti, tra cui 126 civili".
"L'Unhcr - prosegue il testo - stima che oltre il 48% degli sfollati sia composto da bambini con meno di 18 anni; l'attuale condizione libica ha contribuito ad aggravare la situazione migratoria in particolare per quanto riguarda le condizioni di permanenza dei migranti e dei rifugiati nei centri di detenzione sommando alla ferocia del trattamento dei migranti ampiamente documentata i rischi oggettivi di uno stato di guerra".
Naturalmente la presa di posizione del gruppetto di Orfini non piace a Lia Quartapelle che insieme a Minniti ha preparato il testo "ufficiale" del gruppo. "Il Pd - spiega la deputata - chiede che l'Italia si assuma le sue responsabilità verso un paese che da solo non può cavarsela. Spiace che Orfini e gli altri colleghi non condividano questo punto di vista e trovo singolare che firmino una risoluzione alternativa con altri gruppi parlamentari senza averne discusso con chi ha lavorato nel merito sul provvedimento". E comunque, dice la Quartapelle, "leggo che il Pd sarebbe spaccato perchè 6 deputati su 111 hanno firmato un testo sulle missioni internazionali e specificatamente sulla Libia diverso quello già votato in commissione dal Partito democratico. Il testo del Pd dice una cosa molto semplice: abbandonare la Libia, votando contro le missioni internazionali in quel paese, vuole dire destabilizzarla".
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