martedì 21 maggio 2024

Le Europee della noia: però FdI, Pd, Renzi e FI spendono 8 mln di euro.

SOLDI E POLITICA – Pullman, social e comizi: la “cara” corsa dei 76 aspiranti parlamentari Ue (e di chi non verrà neanche eletto).


(WANDA MARRA – ilfattoquotidiano.it)

Settantasei seggi in palio per Bruxelles e svariati milioni da investire, da parte dei partiti e dei singoli candidati. La campagna per le Europee è particolarmente gravosa, visto che le cinque Circoscrizioni sono enormi. Peraltro in molti casi è davvero un azzardo: perché con 3 liste stimate intorno alla soglia di sbarramento (Iv, Avs e Azione) le variabili sulla distribuzione dei seggi sono tante. Senza contare che i veri protagonisti della campagna sono i leader. Tutti candidati – tranne Giuseppe Conte, Matteo Savini e Nicola Fratoianni –, che hanno già detto che in Europa non ci andranno (a parte Matteo Renzi). 
La rendicontazione arriverà solo a elezioni finite, ma un po’ di cifre di previsione già si possono fare. 
Fratelli d’Italia e il Pd spenderanno entrambi circa 3 milioni di euro, per conquistare rispettivamente tra i 19 e i 26 seggi (secondo le stime di Youtrend) e tra i 15 e i 20. 
FdI non fornisce cifre, la spesa è tarata su quella per le Politiche del 2022 e su alcune indiscrezioni. Il partito ha chiesto ai candidati di farsi carico della propria campagna.
Idem il Pd, anche se ne supporta alcuni, come Sandro Ruotolo, Lucia Annunziata, Cecilia Strada. 
Molti dem si affidano alle agenzie di comunicazione: vedi Dario Nardella e Stefano Bonaccini seguiti congiuntamente dalla Jump di Marco Agnoletti e da Youtrend di Giovanni Diamanti, o Antonio Decaro da Proforma. 
Forza Italia (seggi stimati tra i 4 e i 9) punta a non spendere più di 400 mila euro. Almeno di quelli da prelevare dalle casse del partito. Ma c’è da contare su qualche contributo esterno: dalla famiglia Berlusconi e da Letizia Moratti. 
Faraoniche le spese di Stati Uniti d’Europa, tanto più se rapportate alle aspettative (se supera lo sbarramento può arrivare a 6 seggi): 1 milione e mezzo di euro (almeno). Renzi si sta prendendo tutti i soldi (e gli spazi), anche grazie al fatto che il principale finanziatore della campagna della lista è Gianfranco Librandi. Il quale, però, avrebbe versato circa 100 mila euro anche a +Europa. Briciole per la campagna di Emma Bonino. 
Il Movimento 5 Stelle (stimato tra gli 11 e i 16 eletti) va sul low cost anche come scelta politica. Gli stessi singoli candidati potranno avere solo microdonazioni: non più di 3.000 euro da ciascun singolo donatore. Neanche la Lega (seggi stimati tra i 5 e i 9) fornisce cifre ufficiali: il partito è in bolletta, per le spese di comunicazione sempre più elevate di Matteo Salvini, tanto che il Carroccio è l’unico ad aver chiesto un contributo ai candidati per la campagna del partito. Claudio Borghi gliene ha portati di certo più delle aspettative: 180 mila euro. I singoli candidati hanno un limite massimo di spese: 52 mila euro per ogni circoscrizione a cui vanno aggiunti 0,01 euro per ogni residente della circoscrizione. Nel Nord-Ovest, il tetto è pari a 210 mila euro, nel Sud a 187 mila euro, 169 mila al Centro, 167 mila nel Nord Est, 116 mila nelle Isole. Restano le strategie di una campagna tanto veloce, quanto giocata in chiave interna. “È una campagna partita tardi e non c’è molta possibilità di spesa. Quindi non c’è occasione di fare cose particolarmente organizzate e raffinate. Conta molto la tv”, commenta Diamanti. La premier dice “scrivi Giorgia” pure per chiedere il voto della comunità Lgbt (perché “non importa il tuo orientamento sessuale”) e poi in fondo, “che dovevo dire Sbirulina?”. Ha puntato praticamente tutto sulla sua immagine. “Con Giorgia per cambiare l’Europa” è lo slogan che campeggia sui cartelloni, come nel video ufficiale. Conte palleggia con Carolina Morace, capolista al Centro: il pallone l’aveva già usato Renzi, mai evitare la competizione. Ma il leader M5S ha inaugurato anche il giro nei teatri – oltre alle piazze – con foto e video. Carlo Calenda lancia la “Bla Bla Carl”. Matteo Salvini e Roberto Vannacci propongono le loro ultime fatiche letterarie, insieme e separati. Antonio Tajani si fa ritrarre sui cartelloni con Silvio Berlusconi.

Elly Schlein fa 100 tappe in tutte le Regioni, tra mercati, fabbriche, ospedali e persino nelle case delle persone. Cartellonistica in due tappe: la prima sui temi, la seconda con la faccia della segretaria (“L’Europa che vogliamo”). E il Pd sta facendo una serie di interviste ai candidati con un format personale. Renzi mette la sua faccia su bus e stazioni di tutta Italia; slogan: “Al passato grazie, al futuro sì”. Avs non si fa mancare occasioni identitarie, come l’appuntamento con Roberto Salis a Spin Time, il palazzo occupato a Roma.

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