Da settimane il governo festeggia il record del tasso di occupazione: 62,1%, mai così alta in Italia.
ilfattoquotidiano.it Charlotte Matteini
Viene in aiuto l’ultimo rapporto annuale di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Nota a margine: il documento è sul sito dell’Inl dallo scorso 26 aprile, ma per il secondo anno di fila non è stata diramata alcuna comunicazione sulla sua presentazione, a differenza che negli anni passati.
Aumenta anche il numero di lavoratori in nero: 16.744 di cui 970 sprovvisti di regolare permesso di soggiorno (+12% rispetto al 2022). Il conto delle vittime del reato di caporalato e sfruttamento del lavoro esplode poi del 205% rispetto all’anno precedente: 3.208 lavoratori contro i 1.051 del 2022.
Leggermente inferiore l’incidenza di irregolarità al Nord rispetto a Sud e Centro, ma i dati si attestano più o meno sullo stesso livello. Per quanto riguarda il turismo e la ristorazione, le percentuali di irregolarità altissime: 71,2% al Nord, 79,6% al Centro e 78,9% al Sud per un’incidenza media pari al 77,3%, che consente al settore di trattenere saldamente in mano il primato di settore più irregolare a livello nazionale (76,6% il dato del 2022).
Pessimi gli indici anche per quanto riguarda il commercio al dettaglio, le costruzioni, trasporto e magazzinaggio e sanità e assistenza sociale. Tutti al di sopra del 70%. Il settore dell’autotrasporto, stavolta rilevato separatamente rispetto alla vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, presenta invece un indice di irregolarità superiore all’80% (80,8%).
La Regione che presenta il tasso di irregolarità maggiore è la Sicilia con l’82,8% di incidenza di irregolarità. Seguono le Marche con l’81,5% e il Molise con l’80,8%. Prendendo a riferimento i dati del rapporto annuale 2021, che segnalava un totale di 117.608 ispezioni per un’incidenza di irregolarità complessiva (Inl, Inps e Inail) del 69% e del 62% per quanto riguarda la sola vigilanza lavoro, il peggioramento degli indici e delle condizioni è evidente. Ancora di più se si considerano i dati del 2019 quando, a fronte di una forza ispettiva di dimensioni inferiori (4.252 unità complessive contro le 4.768 del 2023), si fecero 159.805 ispezioni e accertamenti totali per un’incidenza di irregolarità totale del 72% e del 68% dal punto di vista della sola vigilanza lavoro accertata dall’INL. Insomma, indubbio il record di occupazione per il governo Meloni. Ma la domanda è: a quale prezzo?
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