lunedì 26 ottobre 2015

Kim Phuc, la "bambina del Napalm", "potrà essere curata con il laser": a 43 anni dall'attacco torna a sperare

C'è chi non riesce a togliersi di dosso il dolore causato dalla fotografia, e chi, da protagonista dello storico scatto, porta ancora i segni di quella tragedia. Kim Phuc, la "bambina del Napalm", diventata simbolo della guerra in Vietnam per l'immagine che la ritraeva nuda e gravemente ustionata, ha vissuto una vita tra cicatrici e atroci dolori dovuti alle bruciature. 
KIM PHUC

Ma, a 43 anni dall'inizio dell'incubo, una speranza sembra riaprirsi per lei: una cura al laser nel Centro di dermatologia di Miami potrebbe finalmente alleviare la sua sofferenza fisica.
Era l'8 giugno del 1972 quando le truppe sudvietnamite scatenarono l'attacco e Kim Phuc all'epoca aveva solo nove anni. Ad immortalare l'orrore sul suo volto fu il fotografo Nick Ut che riuscì a salvarla, portandola all'ospedale più vicino. Il giornalista dell'Associated Press ha raccontato come, nonostante le scottature della piccola non fossero visibili ad occhio nudo, fosse comprensibile tutto il suo dolore: "Phuc gridava 'Brucia, brucia, sto morendo, brucia'". Ut, che lei chiama affettuosamente "zio", ha oggi 65 anni ed è sempre rimasto accanto alla donna; ora le sarà vicino anche nella clinica: "Lui è l'inizio e la fine - ha affermato Phuc - mi ha scattato quella foto e adesso sarà con me in questo nuovo capitolo della mia vita".

Kim spera che, grazie alle cure, possa aprirsi finalmente una nuova fase della sua esistenza: "Non ho mai sperato di poter guarire dalle ferite o dal dolore. Ho sempre pensato che il sollievo sarebbe arrivato soltanto in paradiso, ma adesso la terra è diventata il mio paradiso!", ha raccontato all'Associated Press. Il trattamento al quale verrà sottoposta ha un prezzo elevato: quasi 2000 dollari a seduta. Ma Jill Waibel, il medico che l'ha in cura, ha deciso di non chiederle soldi, dopo aver ascoltato la sua storia. "Normalmente persone con tali ferite non sopravvivono", ha precisato lo specialista.
Dopo essere stata portata in salvo dal fotografo e trasferita all'ospedale britannico di Saigon, la piccola Phuc fu sottoposta a ben 17 operazioni chirurgiche che le salvarono la vita ma non riuscirono ad attenuare il dolore. Le conseguenze delle ustioni profonde l'hanno accompagnata durante gli anni, trascorsi prima in Russia, poi a Cuba e in Canada. E l'hanno portata anche a rinunciare ai suoi sogni, come quello di suonare il pianoforte. Ora spera che, grazie alle cure, possa aprirsi per lei una prospettiva diversa: "Nessun medico, nessuna operazione, nessuna medicina, potranno mai curare il mio cuore. L'unica cosa che potrà farlo è un miracolo. Spero solo che un giorno io possa essere finalmente libera dal dolore".

 napalm

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