C'è chi non riesce a togliersi di dosso il dolore causato dalla
fotografia, e chi, da protagonista dello storico scatto, porta ancora i
segni di quella tragedia. Kim Phuc,
la "bambina del Napalm", diventata simbolo della guerra in Vietnam per
l'immagine che la ritraeva nuda e gravemente ustionata, ha vissuto una
vita tra cicatrici e atroci dolori dovuti alle bruciature.
Ma, a 43 anni
dall'inizio dell'incubo, una speranza sembra riaprirsi per lei: una cura al laser nel Centro di dermatologia di Miami potrebbe finalmente alleviare la sua sofferenza fisica.
Era l'8 giugno del 1972 quando le truppe sudvietnamite scatenarono l'attacco e Kim Phuc all'epoca aveva solo nove anni. Ad immortalare l'orrore
sul suo volto fu il fotografo Nick Ut che riuscì a salvarla, portandola
all'ospedale più vicino. Il giornalista dell'Associated Press ha
raccontato come, nonostante le scottature della piccola non fossero
visibili ad occhio nudo, fosse comprensibile tutto il suo dolore: "Phuc
gridava 'Brucia, brucia, sto morendo, brucia'". Ut, che lei chiama
affettuosamente "zio", ha oggi 65 anni ed è sempre rimasto accanto alla
donna; ora le sarà vicino anche nella clinica: "Lui è l'inizio e la fine
- ha affermato Phuc - mi ha scattato quella foto e adesso sarà con me
in questo nuovo capitolo della mia vita".
Kim spera che, grazie alle cure, possa aprirsi finalmente una nuova
fase della sua esistenza: "Non ho mai sperato di poter guarire dalle
ferite o dal dolore. Ho sempre pensato che il sollievo sarebbe arrivato
soltanto in paradiso, ma adesso la terra è diventata il mio paradiso!", ha raccontato all'Associated Press.
Il trattamento al quale verrà sottoposta ha un prezzo elevato: quasi
2000 dollari a seduta. Ma Jill Waibel, il medico che l'ha in cura, ha
deciso di non chiederle soldi, dopo aver ascoltato la sua storia.
"Normalmente persone con tali ferite non sopravvivono", ha precisato lo
specialista.
Dopo essere stata portata in salvo dal fotografo e
trasferita all'ospedale britannico di Saigon, la piccola Phuc fu
sottoposta a ben 17 operazioni chirurgiche che le salvarono la vita ma
non riuscirono ad attenuare il dolore. Le conseguenze delle ustioni
profonde l'hanno accompagnata durante gli anni, trascorsi prima in
Russia, poi a Cuba e in Canada. E l'hanno portata anche a rinunciare ai
suoi sogni, come quello di suonare il pianoforte. Ora spera che, grazie
alle cure, possa aprirsi per lei una prospettiva diversa: "Nessun
medico, nessuna operazione, nessuna medicina, potranno mai curare il mio
cuore. L'unica cosa che potrà farlo è un miracolo. Spero solo che un
giorno io possa essere finalmente libera dal dolore".
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lunedì 26 ottobre 2015
Kim Phuc, la "bambina del Napalm", "potrà essere curata con il laser": a 43 anni dall'attacco torna a sperare
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