giovedì 29 ottobre 2015

Perché per la prima volta i Bot vanno a ruba anche se non rendono niente.

GRAFICOTassi negativi sui titoli di Stato, dopo i Ctz anche i Bot a 6 mesi scivolano sotto zero grazie a Mario Draghi.


 
Pagare per prestare denaro. Per comprendere l'apparente paradosso che si sta verificando sul mercato dei titoli di Stato italiani, con i 6 miliardi di Bot a sei mesi collocati oggi in asta per la prima volta con un rendimento negativo, cioè per gli investitori "pagando" per dare soldi in prestito, in tempi di nostalgia di "Ritorno al futuro" può essere utile portare la macchina del tempo al 25 novembre 2011. In uno dei giorni più tempestosi della crisi dello spread, un'analoga asta assegnava 8 miliardi di titoli con un rendimento del 6,5%. Quattro anni fa, un investimento di 1000 euro avrebbe "restituito" dopo sei mesi 1065 euro. Oggi, con un investimento identico, ci si assicura in scadenza 995 euro. Meno di quanto speso.
Basta questo rapido confronto per mostrare l'assoluta eccezionalità del momento. Eccezionalità che ha un artefice ben preciso: Mario Draghi. Le parole pronunciate dal presidente della Banca Centrale Europea giovedì scorso al termine del board dell'Eurotower hanno suggerito l'ipotesi che nella riunione dell'esecutivo di dicembre possa essere discusso un ulteriore ampliamento del programma di acquisto di titoli di Stato, il cosiddetto Quantitative Easing. In vista di una ulteriore discesa dei tassi sui depositi, oggi a -0,2%, e di un ulteriore discesa dei rendimenti, con conseguente aumento dei prezzi, anche l'acquisto di titoli con rendimenti negativi può risultare conveniente.

Musica per le orecchie dei governi che grazie all'azione di Draghi hanno visto i rendimenti dei propri titoli di Stato toccare record negativi mai visti fino ad oggi, con impatti significativi sui propri bilanci dovuti al minor costo del servizio del debito pubblico. Ne sa qualcosa anche la Germania, tra i primi a sperimentare nei mesi scorsi i rendimenti negativi sui titoli di Stato a breve termine, che oggi ha visto per la prima volta il rendimento del Bund a sei anni scivolare sotto zero. L'Italia ha conosciuto ieri per la prima volta il "brivido" del segno meno, con i Ctz a 2 anni collocati con un rendimento del -0,023%.
Sullo sfondo restano le incognite sulle prossime mosse della Federal Reserve. Negli ultimi tempi il presidente Janet Yellen ha suggerito più volte che l'atteso rialzo dei tassi non sia più in programma in tempi stretti come invece più indizi avevano suggerito quest'estate. Visti anche gli ultimi dati meno incoraggianti del previsto sul fronte dell'occupazione, dalla giornata conclusiva del Fomc, il comitato monetario della Federal Reserve, gli addetti ai lavori non si attendono alcuna decisione su questo fronte.

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