Deutsche Bank ha annunciato il taglio di 9 mila posti di lavoro entro il 2018 nell'ambito di un profondo piano di ristrutturazione. Il co-ceo John Cryan ne ha dato l'annuncio in concomitanza con l'uscita dei conti della banca tedesca, che vedono una perdita netta record tra gennaio e settembre di 4,647 miliardi di euro, a fronte dell'utile di 1,25 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Cryan ha dichiarato che, per ripredere la strada degli "utili sostenibili", Deutsche Bank dovrà prendere "decisioni dure" sui posti di lavoro.
"La nostra casa deve tornare ad essere attraente per clienti, azionisti e dipendenti", ha affermato il co-ceo. "Db non ha problemi di strategia. Noi sappiamo dove vogliamo andare", ha detto ancora. Secondo Cryan i risultati dei prossimi due anni saranno influenzati negativamente dalla ristrutturazione e il 2018 sarà "l'anno spartiacque" per la banca. Il risultato negativo del terzo trimestre è influenzato da savalutazioni di investimenti bancari per 5,8 miliardi di euro. Nei nove mesi i ricavi netti di Deutsche Bank sono aumentati dell'11,5% a 26,883 miliardi.
Tornando ai licenziamenti, in Germania sono previsti 4.000 esuberi con il taglio di 200 filiali. Il numero dei dipendenti a tempo pieno entro il 2018 sarà ridotto a 77 mila dagli attuali 103 mila, perché agli esuberi andranno ad aggiungersi alla vendita della sussidiaria Postbank. Il ridimensionamento presenta oneri per il gruppo di 3,5 miliardi di euro. La banca ha fatto sapere che, oltre alla Germania, i Paesi interessati dalla ristrutturazione saranno dieci. Si tratta di Argentina, Cile, Messico, Perù, Uruguay, Danimarca, Finlandia, la Norvegia, Malta e Nuova Zelanda.
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