Casa, il dlgs alla Camera. A chi è in ritardo con il mutuo ora le banche potrebbero prendere la casa senza passare dal giudice.
Nel provvedimento, all’articolo 120 (quinquiesdecies) si legge che “le parti del contratto possono convenire espressamente, al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore la restituzione o il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della vendita del medesimo bene comporta l'estinzione del debito, fermo restando il diritto del consumatore all'eccedenza. Il valore del bene immobile - si legge ancora - oggetto della garanzia è stimato da un perito scelto dalle parti di comune accordo con una perizia successiva all'inadempimento”.
Ciò significa, in soldoni, che si potrebbero verificare situazioni di morosità conclamata (sette rate del mutuo, non necessariamente consecutive) in cui la banca che ha concesso il mutuo ha inserito clausole che le permetterebbero di vendere direttamente l’immobile.
Senza passare, come accade ora, per il giudice, che poi mette la casa all’asta. L’articolo in questione si riferirebbe all’articolo 28 della citata direttiva Ue. Il condizionale, però, è d’obbligo, poiché nella versione originale del provvedimento europeo, all’articolo 28, comma 4, c’è scritto che “gli Stati membri non impediscono alle parti di un contratto di credito di convenire espressamente che la restituzione o il trasferimento della garanzia reale o dei proventi della vendita della garanzia reale è sufficiente a rimborsare il credito”.
Una modifica sostanziale, poiché il trasferimento della garanzia reale su un bene è cosa ben differente dalla vendita della proprietà ad opera del creditore, e non è escluso che col meccanismo di vendita previsto dal decreto messo a punto dal governo, le banche pur di rientrare del proprio credito potrebbero vendere gli immobili a prezzi irrisori, senza che il debitore possa concretamente opporsi. La situazione, in questi giorni, è resa ancora più ingarbugliata dal fatto che è all’esame delle stesse commissioni la legge di delegazione europea 2016, che contiene la stessa direttiva Ue oggetto del decreto in questione. La sovrapposizione si deve al fatto che, l’anno scorso, il governo ha dovuto riaprire i termini della delega per questa e altre direttive, non avendo fatto in tempo a recepirla.
Alcuni deputati dell’opposizione hanno fatto notare però che desta sospetti, soprattutto in questo periodo (si sta parlando di banche) che sia stata adottata una corsia preferenziale solo per questa direttiva e, cosa ancor più grave, che la formula adottata per il recepimento sia tale da favorire gli istituti di credito che hanno concesso mutui ipotecari. Del “pasticcio” si sono accorti anche i deputati di maggioranza, tanto che in commissione Finanze si sta lavorando su un parere che chieda al governo di stralciare la norma dalla legge di delegazione europea e, soprattutto, ripristini una formula quanto più vicina all’originale. Nel frattempo, sulla rete è partita già una petizione dal titolo “Renzi fermati, non regalare le case alle banche”, promossa tra gli altri, dal gruppo parlamentare di Alternativa libera.
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