Il prossimo 9 marzo la Corte Costituzionale sarà chiamata ad esprimersi sulla coltivazione di cannabis a scopo di consumo personale, dovendo stabilire la punibilità o meno della coltivazione di poche piante.
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Come per la legge Fini-Giovanardi, mandata in soffitta proprio dalla sentenza di incostituzionalità della Corte Costituzionale, anche la legge che equipara automaticamente la coltivazione allo spaccio potrebbe essere dichiarata contraria alla Costituzione.A chiamare in causa la Corte Costituzionale è stato il tribunale di Brescia dopo il ricorso di un cittadino condannato a 8 mesi di carcere per coltivazione di cannabis. I suoi avvocati, Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti, hanno impugnato la sentenza invocando la non punibilità della condotta in base al referendum del 1993 che sancì la depenalizzazione del consumo personale.
In vista di questa sentenza che potrebbe contribuire a cambiare lo scenario del proibizionismo in Italia, forse anche in maniera più profonda della stessa sentenza di bocciatura della legge Fini-Giovanardi, si preannunciano anche iniziative pubbliche e manifestazioni. Un ritrovo di attivisti per la legalizzazione è già stato organizzato per il 9 marzo a Roma in piazza del Quirinale.
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