La Fiat è stata condannata al reintegro dei 145 operai con tessera del sindacato cigiellino, ma Temporeggia. Gli avvocati ricordano che si faranno valere in tribunale. Il segretario Landini: "Grave il silenzio di Monti"
Alla fine della settimana scorsa il tribunale
di Roma ha dichiarato ha condannato la Fiat al reintegro di 145
lavoratori con la tessera del sindacato guidato Maurizio Landini. Perché
sono stati discriminati dall’azianda di Marchionne. A 19 iscritti,
inoltre, è stato inoltre riconosciuto il diritto a essere risarciti con
3.000 euro. Peccato però che Marchionne non contento, e soprattutto
colpito nel suo punto debole, dare ragione al sindacato metalmeccanico
cigiellino, non ha ancora mosso un dito per i reintegri e pare che farà
di tutto (come già accaduto nel passato) per lasciare a casa i 145
lavoratori “rossi”.
Ora volano stracci. Da Pomigliano gli hanno
subito mandato a dire che se il Lingotto non (ri) assumerà
immediatamente gli operai allora la Fiom ritornerà in tribunale anche
con una denuncia penale. Lo ha detto Raffaele Ferrara, uno dei legali,
parlando a un'assemblea proprio a Pomigliano all'Hotel Quadrifoglio.
L'avvocato ha anche risposto alle dichiarazione di Giovanni Sgambati
segretario della Uilm che aveva annunciato di voler presentare ricorso
contro la sentenza. “Non sa cosa dice quando afferma che si appelleranno
alla sentenza. Non ci sono presupposti giuridici che gli consentano di
presentare un ricorso''. Ferrara ha poi aggiornato la platea anche sugli
altri procedimenti in corso “Uno in particolare - ha concluso - che
riguarda l'articolo 2112 per la cessione d'azienda, se vinto riporterà
tutti quanti i lavoratori ancora fuori dalla newco in fabbrica''.
E intanto Maurizio Landini attacca Mario
Monti dal palco del direttivo regionale del sindacato
dell'Emilia-Romagna, che oggi si è riunito nella terremotata Mirandola.
''Non solo è stata zitta la Fiat ma è stato zitto anche il governo dei
tecnici proprio su una pronuncia tecnica. Credo che sia inaccettabile''.
Poi ha ricordato in seguito alle critiche mosse dagli altri sindacati
in questi giorni che la sentenza del Tribunale non è stata un intervento
''per garantire la Fiom ma la libertà dei lavoratori''. Landini si è
anche detto molto preoccupato per il futuro e perché Marchionne non ha
nessuna considerazione del governo: ''Siamo di fronte al rischio molto
concreto che un pezzo industriale del paese possa sparire: se la Fiat va
via ne risente tutta la filiera dei produttori di componenti se non
lavorano anche per marchi stranieri. Questo - conclude - non dovrebbe
essere un problema del governo?''.
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