Stiamo ormai giungendo alla fine del primo anno di occupazione
militare della Maddalena di Chiomonte in Valle di Susa. La val Clarea
per come l’abbiamo conosciuta non c’è più, ruspe e motoseghe hanno
spianato i terreni curati e fatti rivivere da tutti noi in anni di
mobilitazione.
E’ un gesto di pura devastazione, arrogante, di chi ha come forza e
mandato ad oggi solo di occupare, recintare e difendere. Di questo
infatti stiamo parlando, una occupazione militare e nulla di più, non di
un solo cantiere per la costruzione della nuova linea ad alta velocità
Torino Lione.
Dopo l’ultimo e definitivo allargamento delle recinzioni, giornata
che tutti ricordiamo per la caduta di Luca e l’ufficializzazione degli
espropri l’11 aprile il cantiere va a rilento. Pochi operai addetti alla
manutenzione viaggiano su e giù per ricontrollare le reti o riempire i
serbatoi dei gruppi elettrogeni che danno energia alle torri faro per
la sorveglianza notturna.
Un anno intero di mobilitazione non solo non è stato vano ma anzi ha
di fatto frenato e impedito l’arrivo dei grandi appaltatori come la Cmc
assegnataria illegale del maxi appalto.
Ora di fronte a noi abbiamo una grande possibilità, anzi più d’una:
bloccare la distruzione di una porzione di territorio valsusino e al
contempo risparmiare e proteggere una montagna di denaro pubblico, oltre
25 mld di euro, sufficienti da soli a ricostruire un bel pezzo dei
disastri provocati dai terremoti in Emilia e ancor prima in Abruzzo.
Ma la lista di cose utili da fare la possiamo scrivere noi tutti i
giorni, in prima persona, guardando a un Paese immerso in una crisi
economica molto preoccupante che ha bisogno di tutto meno che di opere
inutili.
Il problema come sempre è chi decide cosa fare, per questo pensiamo ancora una volta che tocchi a noi, a chi ha a cuore il futuro di questa terra e non solo.
Come farlo è semplicissimo, decidere di mettersi in gioco in prima
persona, alzare la testa, esprimere un’opinione e farla divenire cosa
vera e reale in grado di modificare il corso della storia e lottare,
cosa lontana in apparenza ma semplice da praticare.
Tutti gli sforzi fin qui fatti hanno avuto il risultato di
impantanare un meccanismo di distruzione che voleva procedere rapido,
spedito e indisturbato. Ora che è iniziata l’estate e con questa i
momenti migliori per poter creare iniziative e mobilitazioni, pensiamo
sia giunto il momento di ricominciare con un programma pieno e ampio,
che parta dal movimento no tav della valle di Susa e che sia in grado di
coinvolgere, accogliere e rendere protagonisti tutti quanti i no tav
che hanno lottato nei loro territori per un inverno intero.
Abbiamo di fronte a noi tutti una grande opportunità per
rincontrarci, per discutere insieme e per creare ancora lotte e
movimento. Insieme possiamo mettere una seria ipoteca a questo progetto e
raggiungere l’obiettivo del blocco dei cantieri, ancora possibile dato
il loro embrionale stato di avanzamento.
Ancora una volta si partirà e si tornerà insieme, da
Chiomonte e per Chiomonte, attraverso la val Clarea attraversando anche
il paese di Giaglione, sul versante opposto, trovando accoglienza e
ristoro nei presidi di Venaus e del campeggio della centrale di
Chiomonte.
Da giugno gli studenti delle scuole superiori e i giovani della valle
inizieranno con un campeggio ma si andrà oltre, per tutta l’estate,
incrociando esperienze e saperi.
Sarà un’estate in movimento, caratterizzata dalla nostra lotta,
popolare e pacifica, capace di far incontrare persone provenienti dalle
più disparate esperienze o semplicemente curiose di conoscere, unite nel
rispetto delle proprie differenze, consapevoli che proprio in queste
risiede la forza e la ricchezza del movimento.
Facciamo appello a partecipare ad un campeggio popolare,
invitando giovani e famiglie a venire a conoscere la Valle di Susa, la
sua terra e la sua gente, per condividerne lo spirito di non
rassegnazione e solidarietà che ci contraddistingue.
Facciamo appello a quanto vedono nella Valle un esempio da
seguire di partecipare alla nostra vita in prima persona, conoscendo i
meccanismo collettivi di decisione e condivisione che sono la storia, il
presente e il futuro di un movimento popolare, che E’ IMPOSSIBILE DA
FERMARE.
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