sabato 30 giugno 2012

Italia-Francia batte Germania, la via giusta era a poche centinaia di metri

Notte di lavori al Consiglio europeo. Alla fine Hollande e Monti strappano qualche nuovo meccanismo che potrebbe andare nella direzione di una maggiore integrazione europea. Ma si tratta di piccolissimi passi. Ci vorrebbe ben altro. Ieri in parlamento l'assemblea dell'appello "Un'altra strada per l'Europa". "Articolo precedente: Ecco le riforme che servono".

  ilmanifesto.it redazione 29.06.2012


L'arrivo di François Hollande alla guida della Francia ha indubbiamente cambiato gli equilibri in Euoropa, grazie anche all'eclissi di Berlusconi. Mario Monti non è certo un socialista come il francese Hollande, ma in questo momento l'alleanza è sicura. Monti, ex ministro europeo e per questo con qualche chance di essere ascoltato a Bruxelles, si trova a governare un paese che sta dando il sangue per cercare di non essere abbattuto dalla crisi che ha larghe componenti speculative, e in cui il conflitto sociale diventa ogni giorno più visibile. Strappare misure per garantire un minimo di crescita e mettere al riapro i conti dai pirana della speculazione è necessario.
Cosicché ora le cartoline da Bruxelles vedono Hollande e Monti con grandi sorrisi, Merkel un po' meno. Anche se la linea della Germania non è stata per nulla sconfitta. La principale novità riguarda un nuovo meccanismo che dovrebbe permettere  ai fondi di stabilità ed emergenza di agire sul mercato secondario e comprare titoli per alleggerire la pressione sui paesi più in difficoltà. In questo modo i tassi di interesse e lo spread dovrebbero essere al riparo dai terremoti creati dagli attacchi organizzati della speculazione. L'altro aspetto rigaurda il finanziamento diretto alle banche in difficoltà. Non proprio il massimo dell'istituzionale, ma un modo - vista la incapacità di aggredire i meccanismi che alimentano la finanza speculativa - per evitare che i debiti degli Stati schizzino alle stelle.
 
Sul fronte della "crescita" le cose vanno meno bene: nessuno vuole mettere soldi. E' stata varata una ennesima sperimentazione di eurobond, che concepiti come sono stati concepiti rischiano più che altro di diventare un regalo a imprese private con poco interesse alla crescita infrastrutturale dei paesi. E' stato inoltre varato un aumento di capitale della banca europea per lo Sviluppo che dovrebbe così poter aprire nuove linee di credito. Ci sono poi i famosi 130 miliardi di euro messi per aiutare progetti che possano stimolare la crescita. Ma in realtà sono solo pochi i soldi "freschi". Quindi, più che altro, si tratta di uno spot.
 
Insomma, nella infinita partita con la Germania caput mundi, stavolta qualcosa si è mosso. Ma poco, veramente tropppo poco di fronte a una crisi finanziaria e economica che ha messo a nudo i veri e concreti problemi con cui l'Unione europea e l'euro devono fare i conti.

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