Notte di lavori al
Consiglio europeo. Alla fine Hollande e Monti strappano qualche nuovo
meccanismo che potrebbe andare nella direzione di una maggiore
integrazione europea. Ma si tratta di piccolissimi passi. Ci vorrebbe
ben altro. Ieri in parlamento l'assemblea dell'appello "Un'altra strada
per l'Europa". "Articolo precedente: Ecco le riforme che servono".
ilmanifesto.it redazione 29.06.2012
L'arrivo di François Hollande alla guida
della Francia ha indubbiamente cambiato gli equilibri in Euoropa, grazie
anche all'eclissi di Berlusconi. Mario Monti non è certo un socialista
come il francese Hollande, ma in questo momento l'alleanza è sicura.
Monti, ex ministro europeo e per questo con qualche chance di essere
ascoltato a Bruxelles, si trova a governare un paese che sta dando il
sangue per cercare di non essere abbattuto dalla crisi che ha larghe
componenti speculative, e in cui il conflitto sociale diventa ogni
giorno più visibile. Strappare misure per garantire un minimo di
crescita e mettere al riapro i conti dai pirana della speculazione è
necessario.
Cosicché ora le cartoline da Bruxelles vedono
Hollande e Monti con grandi sorrisi, Merkel un po' meno. Anche se la
linea della Germania non è stata per nulla sconfitta. La principale
novità riguarda un nuovo meccanismo che dovrebbe permettere ai fondi di
stabilità ed emergenza di agire sul mercato secondario e comprare
titoli per alleggerire la pressione sui paesi più in difficoltà. In
questo modo i tassi di interesse e lo spread dovrebbero essere al riparo
dai terremoti creati dagli attacchi organizzati della speculazione.
L'altro aspetto rigaurda il finanziamento diretto alle banche in
difficoltà. Non proprio il massimo dell'istituzionale, ma un modo -
vista la incapacità di aggredire i meccanismi che alimentano la finanza
speculativa - per evitare che i debiti degli Stati schizzino alle
stelle.
Sul fronte della "crescita" le cose vanno
meno bene: nessuno vuole mettere soldi. E' stata varata una ennesima
sperimentazione di eurobond, che concepiti come sono stati concepiti
rischiano più che altro di diventare un regalo a imprese private con
poco interesse alla crescita infrastrutturale dei paesi. E' stato
inoltre varato un aumento di capitale della banca europea per lo
Sviluppo che dovrebbe così poter aprire nuove linee di credito. Ci sono
poi i famosi 130 miliardi di euro messi per aiutare progetti che possano
stimolare la crescita. Ma in realtà sono solo pochi i soldi "freschi".
Quindi, più che altro, si tratta di uno spot.
Insomma, nella infinita partita con la
Germania caput mundi, stavolta qualcosa si è mosso. Ma poco, veramente
tropppo poco di fronte a una crisi finanziaria e economica che ha messo a
nudo i veri e concreti problemi con cui l'Unione europea e l'euro
devono fare i conti.
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